Presidente
Procediamo al successivo punto all’ordine del giorno, secondo quanto concordato: “Approvazione del Regolamento per l’utilizzo agronomico dei letami/liquami/fanghi e del compost”. La parola all’Assessore all’ambiente. Grazie.
Assessore Tura
Grazie Presidente. La materia dello spandimento e del trattamento dello stoccaggio dei liquami, tutti i reflui zootecnici, attualmente è disciplinato da una deliberazione della Giunta Regionale del novembre 2007. Altri provvedimenti l’avevano preceduta, ma quella che fa un po' la ricognizione generale è questa deliberazione del novembre 2007, che a sua volta chiaramente richiama tutta una serie di provvedimenti anche di tipo statale assunti negli anni precedenti. La competenza poi alla vigilanza e alle sanzioni è affidata ai Comuni.
Per quanto riguarda il Comune di Treviglio concretamente, la materia dello spandimento è di fatto disciplinata da un’Ordinanza dell’ex Sindaco Minuti che è stata assunta nel 1997. Questa Ordinanza si limitava a richiamare un Regolamento locale di igiene tipo, un regionale dell’85 e stabiliva quelli che erano gli orari di spandimento dei reflui zootecnici in generale. Per cui stabiliva un limite che valeva dal 16 maggio al 14 settembre e quindi praticamente non si poteva spandere dopo le 8 di mattina e non prima delle 19 di sera. Invece nel periodo autunnale e invernale 15 settembre – 15 maggio, lo spandimento non poteva avvenire oltre le ore 10 di mattina e non prima delle ore 16 di pomeriggio. Per cui lo spandimento appunto avveniva tutto l'anno, in base a questo provvedimento e la limitazione effettiva era sugli orari.
Poi veniva previsto e comunque dovessero essere immediatamente interrati, ma non c'erano poi altre previsioni.
Il Regolamento regionale a cui si rifaceva, seppur sommariamente, l’Ordinanza sindacale, è dell’85; dava delle indicazioni analoghe per quanto riguardava il discorso degli orari, ma non entrava nel merito
delle distanze dalle abitazioni, se non prevedendo genericamente che per evitare la diffusione degli odori... scusate, nelle vicinanze dei centri abitati sono di regola vietati lunghi lanci durante la distribuzione delle deiezioni per evitare la diffusione degli odori.
Mentre è opportuno, compatibilmente con le tipologie culturali, l’impiego di attrezzature per l’interramento delle deiezioni, oltre che a migliorare l’efficacia della concimazione, elimina quasi totalmente la diffusione degli odori. Non c'erano poi altre previsioni più puntuali e legate alle modalità di spandimento e le loro distanze, tant'è vero che l’Ordinanza sindacale si limitava a dare queste indicazioni molto sommarie.
Ripeto, però il tutto è stato nuovamente disciplinato dalla deliberazione della Giunta Regionale del 2007 che a sua volta richiamava provvedimenti statali, in particolare un Decreto Ministeriale del 2006.
Questa deliberazione regionale, come dicevo prima, contempla tutta una serie di attività legate ai reflui, quindi lo stoccaggio, l’accumulo, il trattamento e lo spandimento. In questa fase noi abbiamo voluto limitarci a contemplare quelle che erano le norme comportamentali che riguardavano lo spandimento, quindi non abbiamo affrontato minimamente il discorso dello stoccaggio e del trattamento, proprio perché è una materia estremamente complessa e quindi va vista anche con una certa gradualità e con i tempi compatibili anche a quella che è l’evoluzione anche in sede regionale di questa materia, ripeto, particolarmente critica.
In merito al discorso dello spandimento abbiamo osservato che c’era una serie di considerazioni da fare che potevano in qualche modo prestarsi a considerazioni diverse. Da una parte per molti lo spandimento è opportuno che avvenga durante le ore serali e notturne, perché può apparire come meno molesto, dall’altra è vero che se iniziamo lo spandimento in estate per esempio alle 19, vuol dire che tutta una serie di automezzi, di trattori, di autobotti e così via, si riversano sulle strade a partire da quell’ora. Per cui creano comunque un disagio poi maggiore quando magari le persone invece alle 7 di sera iniziano veramente a uscire per prendere un po' di fresco e quindi ad avventurarsi magari per le strade più periferiche. Dall’altra iniziando lo spandimento all’ora, iniziamo una serie di attività comunque moleste, come appunto i rumori, gli odori e così via.
Non solo, lo spandimento notturno crea molti più problemi di controllo, perché è chiaro che dopo le 20 di sera è difficile poter rintracciare magari la polizia locale e poter chiedergli di andare a fare un sopralluogo per poter verificare se sono rispettate le distanze, oppure se quello che viene di fatto distribuito è effettivamente liquame, compost o letame o un fango di quelli autorizzati, perché anche lo
spandimento dei fanghi di origini industriali, in particolare quello che deriva dagli impianti di depurazione, è ammesso, ma chiaramente a certe condizioni. Condizioni che il Comune è tenuto a verificare.
Allora diventa molto difficile andare a verificare queste cose di notte indubbiamente e senz'altro è ancora più difficile per un Comune.
Per cui ci è sembrato che ci fossero elementi sufficienti per riunire una serie di punti che potevano in qualche modo portare a un equilibrio migliore di quella che è la normativa locale in materia di spandimento.
Per questo abbiamo ritenuto appunto che analogamente a quello che hanno fatto altri Comuni, fosse preferibile uno spandimento prevalentemente diurno, in modo tale che potesse essere controllato e quindi chiedere invece di interrompere la distribuzione dopo le ore 18 quando inizia a essere più intenso il traffico legato appunto alle altre questioni di natura viabilistica, rientro a casa ecc. e quindi fosse opportuno che venisse del tutto sospeso durante le ore notturne.
Per quanto riguarda le distanze, abbiamo chiaramente recepito le indicazioni regionali per quanto riguarda le distanze dalle scoline, dai corsi d’acqua, da alcune strade e così via, ma abbiamo dato dei numeri precisi a quelle che erano le distanze dai centri abitati, dalle case sparse, dagli insediamenti, in modo tale da poter dare migliori garanzie per quanto riguarda quelle che possono essere le molestie olfattive che possono disturbare le persone.
Per quanto riguarda l’interramento abbiamo comunque recepito in maniera netta quello che dava come indicazione la Regione Lombardia sulle 24 ore come termine entro cui deve avvenire l’interramento, qualora lo spandimento non avvenga su prato ovviamente, altrimenti se dovessimo interrare il letame sui prati, dovremmo praticamente andare a sconvolgere i prati stabili, quindi non avrebbe nessun senso. Abbiamo messo anche delle sanzioni, cosa che prima non c'erano, quindi le sanzioni chiaramente possono rafforzare l’azione comunale di disciplina della materia. Per cui riteniamo che questo Regolamento, ripeto per quanto vada a disciplinare soltanto una parte di tutta l’attività che riguarda i reflui zootecnici e i fanghi derivanti dagli impianti di depurazione, quindi per quanto vada a disciplinare soltanto una piccola parte, però ci consente di fare un passo in avanti, un passo in avanti anche nel senso di equilibrare le diverse necessità e di trovare un punto di equilibrio tra esigenze che possono essere, o perlomeno che possono apparire come esigenze contrapposte.
La finalità è sempre quella, cioè di tutelare l’ambiente e quindi di tutelare la qualità di vita nostra che abitiamo in questo ambiente.
Ovviamente per un discorso di tutela dell’ambiente quello che conta
soprattutto non sono tanto le distanze dalle abitazioni in senso stretto, ma è la quantità di reflui che noi immettiamo sui terreni in sostanza, quantità chiaramente che deve essere rapportata all’estensione della superficie e all’utilizzo poi anche dei terreni. Ovviamente poi c'è un problema di qualità che si pone quando andiamo a spandere magari in prossimità di corsi d’acqua o addirittura in quelli che sono i punti di presa dell’acqua potabile, ma questo lo darei per scontato. Quindi ritengo appunto che questo Regolamento, come dicevo prima, rappresenti un punto di equilibrio buono tra quelle che sono le necessità anche magari per certi aspetti diverse e magari apparentemente contrapposte, per cui propongo appunto la sua approvazione. Grazie.
Presidente
Grazie. Ci sono interventi, richieste di chiarimenti? Ha chiesto la parola il Consigliere Scarpellino,
Consigliere Scarpellino
Grazie Presidente. Questo Regolamento sicuramente fa un passo avanti per quello che riguarda l’orario di spandimento diurno rispetto a quello di prima che consentiva anche lo spandimento notturno e quindi assolutamente la mancanza di controllo e questo è un passo avanti.
Però il recepimento della normativa regionale sulla possibilità di interrare entro le 24 ore, secondo me fa fare tre passi indietro per quello che riguarda la situazione precedente che con l’Ordinanza Minuti obbligava a un interramento nel più breve tempo possibile e questo ovviamente attenuava le molestie olfattive che per chi abita ai margini della Città o addirittura nelle frazioni come il sottoscritto, lo sente in maniera particolare.
Io volevo semplicemente sapere dall’Assessore se la Giunta aveva approfondito questo discorso, visto che avevo fatto alcune osservazioni in merito e se avesse recepito qualcosa in merito per cercare di, pur nel rispetto della legge regionale che mi rendo conto è sovrana rispetto alla nostra possibilità, visto che il Comune ha la possibilità di intervenire sulle distanze, se ha pensato di poter trovare un modo di cercare di attenuare ovviamente i disagi della popolazione, perché 24 ore significa un notevole disagio per le molestie olfattive. E poi le ammende previste io ritengo che siano alquanto minime per questo tipo di problematica.
Grazie.
Presidente
Propongo che vengano fatte le varie richieste e poi ci sia una risposta unitaria. Enzo Riganti ha chiesto la parola.
Consigliere Riganti
Grazie. Nell’agricoltura non c'è più l’agricoltore, ci sono 5 o 6 categorie e io provo a dirvene alcune. C'è il cavatore, c'è il costruttore, lo spanditore, il seriere e l’agricoltore, mettiamo anche quello. Allora nella domanda e l’offerta dei terreni da affittare noi abbiamo visto in questi ultimi anni che l’imbecille che affitta il terreno all’agricoltore è sparito.
Sono rimasti quelli che affittano i loro terreni ai cavatori, oppure lo vendono ai cavatori, ma preferiscono affittare e avere un tot, qualche centesimo al chilo, qualche micro-centesimo al chilo. Poi ci sono anche i costruttori, però quelli non possono esagerare più di tanto, andare in zone agricole e fare le costruzioni. Ci sono poi gli spanditori, cioè quelli che affittano il terreno per spandere il letame. Allora prendono bene, perché guadagnano quelli che spandono, guadagno loro e guadagnano tutti quanti. Chi soffre sono l’ambiente, i cittadini e tutti quanti noi. Poi ci sono i serieri, quelli che mettono le serre, i cellophane, che sfruttano la terra, quando l’hanno sfruttata ben bene poi la lasciano e vanno da un'altra parte a sfruttarla ancora. Però chi affitta la terra, preferisce affittarla a questi. L’ultimo, cioè proprio a nessuno affitta più la terra all’agricoltore perché faccia l’agricoltore.
Allora con questi regolamenti dobbiamo fare molta attenzione, dobbiamo fare molta attenzione a capire cosa stiamo facendo, cioè da che parte andiamo. Negli ultimi anni abbiamo visto che a Treviglio, senza che mai si esprimesse una volontà politica, sono arrivati più di 30.000 maiali. Ne abbiamo quasi come la Val D’Aosta, che ne ha 35.000 la Val d’Aosta. Allora sti liquami vanno sparsi sul terreno. Come vanno sparsi? Ci sono delle regole che noi cerchiamo di mettere e cerchiamo di metterli abbastanza lievi, soft, si potrebbe fare un po' più di attenzione con queste regole, ma le rivedremo nella prossima Amministrazione e io penso di presentarle a qualcun altro che le prenda in esame, ed è già qualcosa questo Regolamento. Però dobbiamo arrivare a qualcosa di più, di più preciso.
Ora evitare che il territorio venga distrutto dai cellophane, dagli spanditori e dai cavatori, è importante. Premiare l’agricoltura è difficile, creare gli agricoltori, dopo che abbiamo distrutto quelli che ci sono, le famiglie agricole, è un altro grave problema. Attenzione però che il concetto vive solo l’agricoltore che fa l’agricoltore e non più quello che ha fatto la ricchezza di Treviglio, cioè l’agricoltore che fa anche l’artigiano o l’agricoltore che fa l’operaio, è un altro concetto che questa Amministrazione deve tenere conto. Allora il mio intervento si conclude
con una... forse la fa Eugenio Manenti la domanda, gliela lascio a lui – il mio intervento è: attenzione all’indirizzo che diamo con questi regolamenti. Grazie.
Presidente
Ha chiesto la parola Eugenio Manenti.
Consigliere Manenti
Mi costringe a parlare e giocare in tandem. Spero di esprimere il pensiero che non ha concluso il Geom. Riganti. Lei Assessore ha toccato un concetto ben preciso, la quantità, poi però su questo concetto ben preciso che per ben cinque volte ci ha visto mi sembra in confronto, 4-5 volte in Seconda Commissione Consiliare, secondo noi è il punto che dovrebbe essere la linea conduttrice di questo Regolamento, perché sta bene quello che dice Scarpellino, sta bene tutto e poi per me va bene mettere il liquame a zero metri dalle strade, c'è chi dice a 30, che ci dice a 10, poi però penso che nessuno sarà col centimetro o con la bindella a misurare se la botte o il carro del letame hanno sforato i 5-10 metri, almeno sarebbe frutto forse di un’edizione nuova del Biligot se andiamo a misurare queste cose. Invece mi pare che è il concetto principale, cioè noi oggi andiamo a determinare un Regolamento, perché abbiamo tutti come principio generale la tutela del bene, la tutela dell’ambiente, evitare l’inquinamento a Treviglio, atrazina di 30 anni fa, l’abbiamo tutti patita, ce ne ricordiamo tutti e forse anche qualche conseguenza sulla salute di taluno la viviamo tutt’oggi.
Allora io condivido il Suo concetto, cioè dice guardiamo bene le quantità, l’abbiamo affrontato in Commissione e in Commissione mi è stato detto, sì, però la quantità del liquame buttata o comunque disciolta sul terreno è prevista da una legge regionale. Perciò noi abbiamo la quantità, se andiamo a fare le verifiche dobbiamo sapere che c'è tanto di azoto, tanto di fosforo, fosfati ecc. ecc., urina, non sono un chimico, poi magari sarà più chiaro Merisi su questo o Paolo Gatti in chimica o la Patrizia, non so bene i componenti, però penso che siano questi. Allora Riganti e Scarpellino che vivono di più la situazione, sono stati portatori in Commissione di realtà, cioè di fatti vissuti, cioè loro hanno visto e vedono tuttora che quelli che fanno di professione gli spanditori, come li chiama Riganti e bene o male i liquami dei 33.000 suini che vivono sul territorio trevigliese da qualche parte li possiamo buttare, non avendo ad oggi creato un depuratore per i liquami. Noi abbiamo i depuratori per gli umani, ma siamo meno dei maiali a Treviglio e invece possiamo tuttora buttare gli escrementi dei maiali liberamente sui terreni.
Allora loro vivono una realtà dove dicono noi vediamo che c'è una irregolarità diffusa, dove su alcuni terreni non una volta e nemmeno due, ma quando iniziano il ciclo dello spandimento del letame per 3-4-5-6 volte, fin quando riescono, buttano il letame su questo terreno, lo sono chiesto perché alcuni anni ad esempio interi campi sempre ----, ad esempio di soia non si premuravano nemmeno di raccogliere, o altri anni di certi tipi di coltivazione, li seminano e poi li lasciano lì e poi li riarano sotto alla fine della stagione e molto probabilmente prendono oltre a questo anche i contributi.
Allora io mi chiedo ben venga il Regolamento, l’abbiamo discusso tanto, non mi pare che sia la serata di andar qua a guardare i 10, i 20 e i 30 metri, ma se non è uno degli scopi di Treviglio che è fortemente città ove sono localizzati questi benedetti maiali, cioè molto più della media.
Riganti ricordava che noi a Treviglio con un piccolo territorio, ne abbiamo più o simile a tutta la Val d’Aosta. Perciò abbiamo la necessità di una grossa salvaguardia. Sempre Riganti mi diceva che il Comune di Caravaggio ha addirittura vietato sul proprio terreno, non so se legittimamente o illegittimamente, l’allevamento dei maiali o lo spandimento dei liquami dei maiali sui terreni. Allora mi chiedo, ma noi non potevamo fare un Regolamento quasi filosofico, io non dico regolamentare, perché abbiamo il Regolamento della Regione Lombardia dove Treviglio è contro a questo utilizzo dei terreni, cioè quasi una filosofia del terreno. Noi andiamo a crearci i parchi, andiamo a crearci tutte queste belle cose, però – però, come dice Riganti e su questo è maestro, l’agricoltura a Treviglio non esiste più, perché ormai al Cerreto c'è giù l’insalata transgenica, perché io l'ho vista alta oltre un metro e sfido chiunque a mangiare l’insalata alta un metro nel campo,
Secondo me doveva esserci una posizione più forte da parte dell’Amministrazione Comunale di un principio: io sto con il fucile, ti guardo dalla sera alla mattina, se ti becco a spandere due volte sullo stesso terreno il liquame, tu hai finito di allevare i maiali a Treviglio;
cioè una cosa forte, perché se è vero quello che dice Riganti e io ci credo, ma me l'ha detto anche Scarpellino che su alcuni terreni, oppure buttano il liquame prima della pioggia, o buttano il liquame e poi aprono l’acqua e lo buttano via. Perciò tanto vale che vengano con la pompa, lo buttano dentro nella roggia e hanno raggiunto il medesimo risultato. Io dico va bene il Regolamento e lo voto, l’abbiamo guardato, abbiamo discusso anche i piccoli dettagli, però mi piacerebbe anche discutere questa questione di principio. Io non lo so perché ne abbiamo discusso, Assessore Tura, io so che Lei è molto attenta e l'ho anche apprezzata in alcune Sue decisioni, le piantumazioni a Treviglio e io l'ho sempre apprezzata per tanti ---- --- però secondo me bisognava colpire.
Eravamo arrivati a un punto tale che con un po' più di determinazione forse di volontà di continuare, avremmo colpito nel segno quella situazione qua. Lo voto, ma in questi mesi che rimangono che ridargli una rivendicazione a questo Regolamento, perché poi magari riportarlo un po' all’esame di tutto, perché penso che questo qui sia il vero problema, rivitalizzare l’agricoltura, evitando questo tipo di agricoltura, che noi non lo vogliamo, siamo diventati una zona di conquista e forse anche di conquista, perché il più grosso latifondo della Lombardia è ubicato nel Comune di Treviglio e purtroppo per Riganti che ci tiene tanto, non è più di proprietà dei cerretani, ma dei politici che hanno messo le mani nel vasone della marmellata e ora se le leccano. Grazie.
Presidente
La Consigliere Patrizia Siliprandi ha chiesto la parola.
Consigliera Siliprandi
Devo dire che condivido pienamente gli interventi di chi mi ha preceduto, Riganti e Manenti e direi molto semplicemente che forse si potrebbe pensare ad aumentare le sanzioni legandole alla quantità, cioè diminuirle ... cioè fare una sorta di... diminuire forse non si può, però comunque legarle alla quantità. La quantità è importante, più importante ancora della distanza e quindi sanzionare davvero in maniera forte chi esagera con la quantità, chi ha quantità che comunque compromettono l’ambiente. Grazie.
Presidente
Ha chiesto la parola il Consigliere Paolo Gatti, agricoltore.
Consigliere Gatti
Probabilmente parteciperò anch'io volentieri, magari in sede di P.G.T. a una discussione filosofica sull’agricoltura, perché sarà lì dove la filosofia potrà trovare libero sfogo. Però oggi mi pongo una domanda, perché non l'ho ancora capito, quale sia l’agricoltura di qualità, perché se l’agricoltura di qualità sono le serre che notoriamente non utilizzano effluenti da allevamento per il semplice motivo che chi fa l’ortolano l’allevamento non ce l'ha, oppure se l’agricoltura di qualità è quella che fino ad oggi siamo stati abituati a vedere che è basata sull’allevamento e la valorizzazione dei prodotti tipici italiani, quali il prosciutto piuttosto che i latticini, che il grana padano e tutti i formaggi DOP che l’Italia è ricca e che il Ministro Alemanno ha diffuso in tutto il mondo, se questa è l’agricoltura di qualità, ci dobbiamo domandare se i regolamenti o se la filosofia proposta va nella direzione di tutelare questa agricoltura di qualità o di ucciderla definitivamente, perché quando si è troppo arcigni, troppo limitativi nei confronti dell’agricoltura, è chiaro che questa muore e con essa logicamente gli agricoltori. È forse per quello che sono
Probabilmente parteciperò anch'io volentieri, magari in sede di P.G.T. a una discussione filosofica sull’agricoltura, perché sarà lì dove la filosofia potrà trovare libero sfogo. Però oggi mi pongo una domanda, perché non l'ho ancora capito, quale sia l’agricoltura di qualità, perché se l’agricoltura di qualità sono le serre che notoriamente non utilizzano effluenti da allevamento per il semplice motivo che chi fa l’ortolano l’allevamento non ce l'ha, oppure se l’agricoltura di qualità è quella che fino ad oggi siamo stati abituati a vedere che è basata sull’allevamento e la valorizzazione dei prodotti tipici italiani, quali il prosciutto piuttosto che i latticini, che il grana padano e tutti i formaggi DOP che l’Italia è ricca e che il Ministro Alemanno ha diffuso in tutto il mondo, se questa è l’agricoltura di qualità, ci dobbiamo domandare se i regolamenti o se la filosofia proposta va nella direzione di tutelare questa agricoltura di qualità o di ucciderla definitivamente, perché quando si è troppo arcigni, troppo limitativi nei confronti dell’agricoltura, è chiaro che questa muore e con essa logicamente gli agricoltori. È forse per quello che sono