Presidente
Passiamo all’argomento concordato al quarto posto: Mozione Consigliere Scarpellino su inquinamento da cromo esavalente. La parola al Consigliere Scarpellino.
Consigliere Scarpellino
Grazie Presidente. Ho presentato questo ordine del giorno perché, come è noto dai giornali e anche dai comunicati dell’Amministrazione Comunale, la situazione della nostra acqua in falda, almeno nel territorio a nord, estremo nord di Treviglio, in località Frazione Battaglie, è decisamente peggiorata, tanto da costringere il Sindaco a emanare un’ordinanza di chiusura di alcuni pozzi privati appartenenti a famiglie e ad alcune aziende. Nelle premesse ho inteso evidenziare da una parte la gravità di questo secondo plume di inquinamento, che voglio ricordare è il secondo che subisce il nostro territorio, dopo quello ormai conosciuto che era iniziato nel 2000, riconducibile alla Castelcrom di Ciserano. Quest’altro, che è iniziato due anni fa, io voglio innanzitutto evidenziare che al Comune di Treviglio è stato reso noto solo un anno, e in questo voglio puntare il dito contro chi ha ritardato questa segnalazione al nostro Comune, che si sarebbe sicuramente preparato per tempo a cercare di contrastare questo problema, così come in effetti ha fatto e l’ha fatto proprio non solo con l’ordinanza, ma anche con interventi in favore dei cittadini colpiti, sia i privati, sia le aziende, mettendo a disposizione con una delibera straordinaria della Giunta un contributo economico, perché l’unica possibilità per questi cittadini che si sono visti privare dell’acqua, che è un bene primario, da un giorno all’altro, sia per bere che lavarsi, è quella adesso di o allacciarsi all’acquedotto, cosa che si sta valutando, io sono al corrente degli aggiornamenti da parte degli uffici tecnici comunali, sia cercando di allacciarsi all’acquedotto anche se ci sono dei problemi per le distanze e quindi per la portata di acqua e la pressione, che sicuramente si potranno attenuare con l’applicazione di autoclavi e con ulteriori pompe di emungimento dell’acqua.
Ma quello che è importante e che va fatto con urgenza e è l’obiettivo di perseguire i seguenti obiettivi: operare affinché gli enti competenti possano continuare nella loro opera di monitoraggio costante di controllo del fenomeno, al fine di intensificare le azioni utili ed efficaci ad attuare sia interventi di risanamento, sia per approfondire eventuali conseguenze su prodotti agricoli e zootecnici, a seguito di irrigazione e abbeveraggio del bestiame. Voglio rammentare che a un tavolo di lavoro cui il Comune ha chiamato tutti gli enti coinvolti, è stato in effetti evidenziato che alcuni interventi sono già di per sé prescrittibili, tipo quello di non inalare l’acqua inquinata, quindi da parte per esempio dell’Azienda che irriga e produce verdure, di non utilizzare irrigazione con sistemi di nebulizzazione; però altri fenomeni che potrebbero essere derivanti dall’irrigazione, cioè il fatto stesso che la verdura possa assorbire acqua da irrigazione, e quindi mangiando verdura cruda, poter assumere quantità di cromo oltre i limiti consentiti dalla legge, non sono stati ancora approfonditi, per cui l’ASL si è impegnata a condurre degli studi in tal senso.
Come secondo obiettivo intervenire su Provincia e Regione affinché approvino e realizzino con urgenza il progetto di bonifica presentato dal Comune di Ciserano, consistente in una barriera idraulica in quanto il 22 aprile scorso è stato licenziato solo il preliminare. Quindi ottenere che al più presto venga approvato e realizzato il progetto di bonifica;
mettano a disposizione il più presto possibile risorse economiche sia per allacciare ai civici acquedotti le utenze domestiche aziendali prive di acqua potabile o servite da pozzi a rischio di contaminazione, sia per intraprendere tutte le iniziative utili a bonificare la falda a sud di Arcene, Ciserano, che poi sarebbe la nostra falda a nord.
Terzo obiettivo, continuare nell’azione di sostegno economico ai cittadini coinvolti, affinché in attesa di una soluzione a monte possano dotarsi degli strumenti indispensabili per riuscire a filtrare l’acqua dei pozzi contaminati. Ci sono dei sistemi di filtraggio che possono sicuramente attenuare la concentrazione di cromo, però questi sistemi di filtraggio sono oltremodo costosi, per cui l’ordine del giorno è proiettato in funzione di un sostegno economico che possa valutare, tener conto di questi costi.
Quattro, chiedere nuovamente al Ministero della Salute e all’Assessorato alla Sanità di definire ed aggiornare le percentuali di cromo di acqua di falda e di acqua al rubinetto, attualmente discordanti e contraddittorie. Ricorderete tutti, perché abbiamo fatto anche un Consiglio Comunale aperto, che una norma ben precisa fissa in 5 microgrammi l’acqua in falda per il pozzo, e quindi oltre questa percentuale il pozzo sarebbe contaminato per il cromo esavalente, invece al rubinetto e quindi per quanto riguarda la diffusione alla cittadinanza…
Cambio cassetta
… gli esperti, atteso che adesso il cromo è andato oltre i 50 microgrammi già nei pozzi, a valutare se non è il caso di rivedere queste due percentuali.
Quinto, chiedere al Ministero della Salute e all’Assessorato alla Sanità della Regione Lombardia di valutare la necessità di destinare le necessarie risorse economiche indispensabili ad attivare un ulteriore screening sulla popolazione di Treviglio al fine di approfondire quali siano gli effetti del cromo sulla salute. Allegato all’ordine del giorno c’è una corposa documentazione che è da parte dell’ASL e da parte di alcuni istituti specializzati, evidenzia che un primo screening condotto su quelli che sono i dati sensibili dell’insorgenza tumorale nel nostro territorio almeno per il momento escludano delle influenze dirette da parte del cromo sull’incidenza tumorale, però sappiamo che il cromo esavalente è un pericolosissimo cancerogeno, nella nostra falda è presente ormai da 11 anni, con queste percentuali dell’ultimo plume sarebbe interessante che il Ministero della Salute si preoccupasse di non tralasciare ulteriori esami, ulteriori valutazioni, ulteriori screening sulla popolazione.
Sesto, presentare… per ultimo ma non meno importante, presentare una denuncia anche contro ignoti, visto che non se ne sa la provenienza, alla Procura della Repubblica, al fine di identificare con
certezza la fonte dell’inquinamento e i soggetti responsabili, anche per attivare eventuali azioni giudiziarie e di risarcimento. Perché io credo che sia assurdo che a distanza di due anni non sia stata ancora individuata la fonte di inquinamento, è bene che gli organi preposti dalla legge italiana e non sono certamente i Sindaci dei Comuni, ma la procura della Repubblica, possano indagare per accertare i responsabili e quindi consentire sia ai Comuni, ma anche e soprattutto ai cittadini residenti, che stanno ottenendo dei danni materiali, di poter rivalersi in sede giudiziaria per eventuali risarcimenti. Grazie.
Presidente
Bene, chiarito allora i contenuti della mozione, l’Assessore voleva fare qualche precisazione.
Assessore Tura
Sì, io non ho nulla da obiettare sul contenuto dell’ordine del giorno, però siccome il Consigliere Scarpellino nell’illustrarlo ha fatto ulteriori puntualizzazioni un pò più a memoria, un pò più a braccio, allora mi preme comunque puntualizzare alcune cose che sono state riportate e che forse non sono così esatte, non corrispondono a quello che è stato poi definito in più sedi. Vado un pò per ordine. Per quanto riguarda l’uso dell’acqua, il tavolo tecnico fatto con l’ASL e con l’ARPA il 4 di giugno, non è che ha detto che non si può nebulizzare i prodotti dell’orto, si possono nebulizzare gli orti, ma anzi ha ribadito che per quanto riguarda la nebulizzazione c’è un limite di esposizione che però è dedicato a chi svolge attività di carattere professionale, quindi questo limite esiste già, e quindi questo va rispettato. Non esiste invece un limite per chi nebulizza i prodotti vegetali, le colture a scopo meramente di coltivazione domestica diciamo, perlomeno non professionale; tanto è vero che una delle richieste fatte in quella sede dall’Ufficio Ambiente è stato proprio questo, di specificare se esiste un limite per la nebulizzazione fatta non a scopo professionale.
Per quanto riguarda invece l’esposizione a una nebulizzazione che può avvenire nell’ambito --- o di altre attività, è stato ribadito comunque il limite da rispettare sono sempre i 50 microgrammi, anche se di fatto lo studio che ci hanno presentato e che ha svolto l’Università degli studi di Milano era uno studio molto rassicurante, ma era stato fatto su una simulazione che partiva da una concentrazione di 25 microgrammi, quindi questo però è un limite oggettivo dello studio, ma di fatto non è che abbiano detto che non si può utilizzare l’acqua per gli scopi irrigui mediante nebulizzazione, anzi hanno ribadito che non ci sono problemi
a loro dire per quanto riguarda l’irrigazione mediante scorrimento che va direttamente a interessare l’apparato radicale.
In ogni caso per esempio risolvere ulteriormente dubbi, ipotesi e così via, l’ASL ci ha proposto un’ulteriore indagine su tutta una serie di prodotti vegetali e comunque legati agli animali e ci ha chiesto anche di contribuire a questa analisi perché loro non sono in grado con le loro risorse di potervi farvi fronte. Lascio a voi i commenti su questa cosa, comunque dato l’ok, per cui attendiamo a giorni un preventivo più definito per poter poi fare gli atti di impegno e quindi riconoscere questo contributo e quindi dare il via a questa ricerca approfondita su quelli che possono essere eventuali residui di cromo esavalente nei prodotti vegetali o di origine animale.
Per quanto riguarda l’acquedotto è vero che CO.GE.I.DE. ci ha fatto presente una serie di problemi operativi nell’estendere la rete, erano problemi sia legati alla pressione dell’acqua, sia legati anche ai notevoli costi, è vero che il confronto molto intenso che in questi giorni è continuato ha permesso di giungere a un ulteriore progetto proprio presentato venerdì pomeriggio, che dovrebbe consentire di ottimizzare quella che è la disponibilità di acqua presente e di ridurre i costi a circa 200.000 Euro. Per cui adesso stiamo seguendo questa strada e intendiamo appunto attivarci velocemente per chiedere un contributo su questo progetto e verificare comunque la sua fattibilità nel più breve tempo possibile.
Per quanto riguarda la definizione di norma contraddittoria, ripeto, non è che se noi troviamo una concentrazione di 10 microgrammi in falda dovremmo chiudere il pozzo, non è questa la norma; la norma dice che se una falda presenta una concentrazione superiore ai 5 microgrammi, devo partire con delle ulteriori indagini, caratterizzare comunque il luogo e verificare --- bonifica. Quindi non è che chiudo il pozzo dopo i 5 microgrammi, cioè sono tutte informazioni magari molto tediose, però mi sento in dovere di darle perché comunque poi possono essere fraintese e circolare delle informazioni o delle indicazioni errate, quindi non serve a nessuno fare confusione su queste materie così delicate e così importanti. Non ho niente da aggiungere perché poi questo ordine del giorno lo condivido, era soltanto per dare queste precisazioni che mi sembrano doverose.
Presidente
Bene, ha chiesto la parola la Consigliera Patrizia Siliprandi.
Consigliera Siliprandi
Sinceramente non volevo intervenire se non in dichiarazione di voto, però non posso esimermi dal fare due domande all’Assessore Tura.
Assessore, Lei si assume la responsabilità di dire con certezza che l’inquinamento da cromo è pericoloso per la salute umana soltanto se, il cromo esavalente è pericoloso, tossico, cancerogeno solo se inalato non ingerito, Lei si assume la responsabilità di dire che se ingerito non succede niente? Prima domanda.
Seconda domanda, Lei è così sicura che la legge non vieta e questa è la legge, di superare la soglia di 5 microgrammi in falda? Io vorrei che Lei rispondesse con chiarezza e che si assumesse le responsabilità.
Poi io condivido comunque l’impegno a piccoli passi che fa Scarpellino, sono anni che parliamo di cromo e anni che dai banchi alti io mi sento dire: ma insomma, basta Siliprandi con questo cromo! Finalmente adesso ne parlano tutti e almeno questo è un risultato, ma il risultato più eclatante, e io devo ringraziare la Regione, sono i 5 milioni di Euro che sono stati l’altro ieri stanziati e che qui non vengono nemmeno… lei ride, comunque si assuma le responsabilità anche della sua risata. Io ho qui… assumetevi le vostre responsabilità.
Però la cosa che non posso non sottolineare, che questi studi dell’Università di Milano sono molto vecchi, 20 o 30 anni, escluso uno sui microelementi dell’alimentazione attraverso alimenti; tutto il resto è molto vecchio e ancora non si poteva pensare che qualcuno potesse bere l’acqua col cromo esavalente, nessuno poteva pensare che dai rubinetti di una città venisse erogata dell’acqua con cromo esavalente da dieci anni. Quindi questi sono veramente studi molto vecchi e sappiamo che ci sono ben altri studi. Ma al di là di questo poi mi sarebbe anche piaciuto e qui vorrei il Consigliere Cremonesi mi desse ragione, che mi sarebbe piaciuto più vedere i dati della morbilità piuttosto che della mortalità, perché sappiamo che di tumore si muore ma ci vogliono purtroppo, purtroppo o per fortuna secondo i punti di vista, qualche anno, non è che si muore da un giorno all’altro. E tra l’altro sono dati che purtroppo finiscono nel 2008, dopodiché non si sa nulla, almeno io leggo quello che mi ha dato Scarpellino, non quello che in realtà… quindi… comunque farò la dichiarazione di voto.
Però io vorrei davvero fare queste due domande all’Assessore Tura, ritiene che il cromo esavalente se ingerito non sia tossico e cancerogeno? Prima domanda. Ritiene davvero che la legge non vieti che si superi la soglia di 5 microgrammi in falda? Vorrei la risposta chiara a ambo le… grazie.
Presidente
Ci sono altre richieste? Vediamo un pò, poi la risposta generale. Il Consigliere Enzo Riganti.
Consigliere Riganti
Grazie. Della delibera che impegna il Sindaco e Giunta nella proposta, nella mozione del Consigliere Pino Scarpellino, condivido tutti i punti ad eccezione di uno per il quale ho delle perplessità e voglio fare delle domande. Mi risulterebbe che più di una barriera idraulica fatta a valle, serva un intervento sul focolaio, cioè l’importante è individuare il focolaio e lì intervenire, perché le barriere idrauliche di questo tipo costano, costano molto, la Regione, lo Stato, tutti mettono i soldi, ma non risolvono il problema come lo si risolverebbe invece intervenendo sul focolaio. Perciò mi va bene, lo voterò anche se ho dei dubbi su questo punto, però voglio chiedere come siamo nella ricerca del focolaio, come siamo messi, cioè l’abbiamo individuato? Grazie.
Presidente
Bene, non ci sono… per favore… il giro dei chiarimenti sia completato e dopo iniziano le risposte. Qualche altro chiarimento? Bene, allora le risposte… ah no, la Consigliera Bonfichi.
Consigliera Bonfichi
Un piccolo chiarimento. Molte volte quando parliamo di queste materie sembra che colpa e responsabilità, sia derivanti dall’inquinamento, sia di eventuali non azioni messe in atto, siano tutte colpe e in capo alle singole Amministrazioni Comunali. Non è così in realtà, perché la stragrande responsabilità con riferimento al controllo soprattutto delle acque ma anche di altri elementi, è in capo alla Provincia e la responsabilità delle bonifiche credo sia stragrande in maggioranza in capo anche alla Regione Lombardia. Adesso vorrei che fosse ben chiarito, perché noi qua dentro spesso parliamo come: si deve, si fa, bisogna fare, bisogna dire, bisogna… usando l’impersonale come se tutto sia in capo alla singola Amministrazione. Non credo che sia di esclusiva competenza dell’Amministrazione Comunale di Treviglio quella di andare a ricercare e individuare nella Provincia di Bergamo quale che sia la fonte del focolaio o dei focolai e quindi ecco perché a nostro avviso è importante una ulteriore mozione che chieda ancora con forza e sarebbe auspicabile che girasse anche negli altri Consigli Comunali oltre a essere inviata in Provincia e Regione, a che si muovano a individuare le reali fonti, ha ragione il Consigliere Riganti, bisogna individuare la fonte del focolaio.
Ma se ad oggi la fonte del focolaio, che non è competenza del Comune di Treviglio, il Comune di Treviglio deve tenere monitorato il proprio territorio e deve individuare e chiamare in corresponsabilità tutti quegli enti che sono preposti a compiere questi tipi di azioni e certamente per questi due tipi di azioni, controllo, ricerca e individuazione delle fonti di inquinamento e stanziamento e finanziamento per le bonifiche, non sono certamente in capo al Comune, per cui diamo un soggetto spesso ai nostri si deve, si deve fare, ci si deve impegnare per… Grazie.
Presidente
Assessore allora può… no, c’è ancora il Consigliere Merisi.
Consigliere Merisi
Grazie Presidente. Per qualche fatto tecnico, visto che vanno comunque chiariti. Allora, Consigliera Bonfichi, non tocca al Comune di Treviglio dal momento in cui l’inquinamento è sovracomunale e anche questo va detto. Per doverosa informativa e per chiarezza finalmente forse magari… allora, non tocca a noi andare a cercare niente, tocca a noi solo denunciare tra virgolette che le nostre falde sono inquinate, tocca a qualcun altro, che sia la Provincia, che sia la Regione, di solito è la Regione, però abbiamo visto come fa la Regione e come si muove, perché sulla carbamazepina che è dal 2000 siamo ancora fermi, sul cromo esavalente la Regione si è attivata stranamente sul primo plume e sul secondo plume invece non si capisce bene a che punto stanno.
Seconda cosa, la Provincia aveva chiesto una serie di, una parte perlomeno della Provincia, ma è giusto dire anche questo, è giusto che tutti lo sappiano, aveva affermato inizialmente il progetto, chiamiamolo così, di bonifica per un motivo molto semplice, perché non era chiaro da dove arrivava il nocciolo, diciamo così, dell’inquinamento e anche questo va detto.
Terza cosa, solo adesso l’ASL si sveglia e porta dei dati che sono assolutamente… puntini puntini… perché allora se prendiamo per buono quello studio qui, allora io devo prendere per buono anche lo studio che hanno fatto i giapponesi quando hanno dato a una piccola popolazione di animali da esperimento cromo esavalente da bere; se tanto mi dà tanto, devo tenere buono anche questo.
Quarto punto, la faccenda dell’inalazione, esiste è vero un limite di legge come dice l’Assessore Tura, ma non dimentichiamo che esiste anche un limite di legge di monitoraggio biologico, per cui io dovrei
andare a cercare, devo andare a cercare quanto è il cromo assorbito e non dimentichiamo di dirle anche quelle cose qui; non siamo in ambito lavorativo, è vero, ma d’altra parte come io ho già detto e ho già scritto all’Ufficio Ambiente, mi sembra normale cercare di capire come mai per l’agricoltore non è possibile, è sconsigliato meglio ancora, più preciso, è sconsigliato inalare il cromo da irrigazione doccia, mentre per il sottoscritto che si fa la doccia in casa, siccome il limite è 50, allora lo può tranquillamente inalare e allora anche su queste cose qua, come io avevo scritto a Fazio nel 2006, andrebbero chiarite.
Ultima cosa, consentitemi anche un altro appunto, ma non a noi evidentemente, a qualcun altro che pensa di dare indicazioni generali;
siccome è già successo in precedenza con cromo, dimetridazolo, carbamazepina e sicuramente con l’atrazina, allora bisognerebbe mettere assieme anche la terza norma, io ho 5 come limite in falda, 50 che personalmente non condivido perché non è chiaro e questo è l’ha riconosciuto anche il ministro Fazio quando non era ancora ministro, 50 al rubinetto e 250 nel fosso dove io Comune di Ciserano, autorizzato dalla Regione, scarico l’acqua che tiro su per la bonifica. E allora anche su queste cose qui andrebbe fatto chiarimento. Quindi tre limiti diversi ,non sono più due. Soprattutto perché il 250 che mi va nel fosso torna sui campi.
E l’ultima cosa, l’ultimissima, finalmente qualcuno si è deciso a andare a verificare quello che c’è nel latte, se il cromo esavalente viene concentrato nel latte; questa è l’ultima dei veterinari dell’ASL. Pare che, però abbiamo due o quattro o sei campioni in croce, pare che non venga concentrato, esattamente come l’atrazina, esattamente come il PCB di non lontana memoria, che per fortuna non ci ha coinvolto.
E l’ultima cosa, l’ultimissima, finalmente qualcuno si è deciso a andare a verificare quello che c’è nel latte, se il cromo esavalente viene concentrato nel latte; questa è l’ultima dei veterinari dell’ASL. Pare che, però abbiamo due o quattro o sei campioni in croce, pare che non venga concentrato, esattamente come l’atrazina, esattamente come il PCB di non lontana memoria, che per fortuna non ci ha coinvolto.