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ne di archi e archibugi e nelle cariche di cavalleria. In ogni destrezza e abilità esiste un tempismo

Nel documento IL LIBRO DEI CINQUE ANELLI (pagine 26-32)

L’arma da fuoco

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non ha eguali quando si tratta di as¬

sediare una fortezza. Essa è valida anche in campo aper¬

to, quando le schiere sono a distanza, ma è inutile quan¬

do viene il momento del corpo a corpo. Uno dei vantaggi dell’arco è che si può correggere il tiro seguendo la tra¬

iettoria della freccia, mentre un punto debole dell’archi¬

bugio è che non si vedono le palle. Tieni presente l’im¬

portanza di questo particolare.

I cavalli devono avere grande resistenza e pochi difet¬

ti; parimenti le armi migliori sono quelle robuste e sicu¬

re. I cavalli devono essere forti e tenere un buon passo;

la wakizashi, la katana, l’arco e il nagynata devono esse¬

re equilibrati e in grado di penetrare in profondità. Ar¬

chi e archibugi, in particolare, devono essere calibrati e precisi.

Nelle armi come in ogni altra cosa non devi avere pre¬

ferenze: una cosa grande ne vale una piccola. Non se¬

guire la moda e l’esempio di altri: cura di avere un’arma comoda da portare e adatta da usare. Sia per i coman¬

danti che per la truppa è pessima cosa avere preferenze o antipatie. Medita queste cose.

Heiho no hioshi no koto Il ritmo neW'heiho

C’è un ritmo in ogni cosa. Ma nell 'heiho il ritmo non può essere padroneggiato senza una vasta esperienza pratica.

È chiaro a tutti che nella Via della danza e in quella dei suonatori di strumenti a fiato o a corda esiste un rit¬

mo che governa la buona esecuzione. Anche nelle disci¬

pline guerriere esiste un ritmo e un tempismo nell’azio¬

ne di archi e archibugi e nelle cariche di cavalleria. In

ogni destrezza e abilità esiste un tempismo.

Questo ritmo esiste anche nella mente vuota di un guer¬

riero. Il bushi trova il ritmo dell'azione nella riuscita come nel fallimento, quando raggiunge l'obiettivo come quan¬

do lo manca; nel suo fiorire e declinare, nell'armonia e nella discordia. Tutte le cose implicano un tempo per cre¬

scere e uno per ritirarsi: anche nella Via del commercian¬

te c'è un ritmo nell'arricchire e nel perdere il capitale. Bi¬

sogna sensibilizzarsi su questo fronte; il momento in cui le cose progrediscono e quello in cui vanno male deve es¬

sere avvertito e compreso. Vi sono diverse considerazioni da fare al proposito neìl'heiho. All’inizio la cosa più impor¬

tante è conoscere il ritmo giusto e distinguerlo da quello che non è adatto, prendendo in considerazione l’impor¬

tanza dei particolari, il momento giusto per agire, le di¬

stanze, le difficoltà dell’ambiente: insomma, tutto ciò che potrebbe interferire con il risultato. La tua conoscenza dell’heiho non sarà valida finché non capirai che il ritmo con cui vuoi vincere deve sovrapporsi armonicamente a quello dell’avversario.

L’heiho riserba la vittoria a chi combatte comprenden¬

do il ritmo del nemico, a chi lo attacca senza farsi antici¬

pare e a chi ha compreso cos'è il «ritmo del Vuoto».

Il ritmo è l’argomento principale in ciascuno dei miei cinque libri. Studia con amore quanto ho scritto: è mol¬

to importante applicarsi a questo.

La Via dell’heiho prescritta dalla mia scuola allargherà la tua coscienza ed è questo il segreto per cui Yheiho è il tutto e anche ciascuna delle sue parti. Per la prima vol¬

ta questo appare scritto nei cinque libri che ho compo¬

sto. Colui che desidera dedicarsi a studiare il mio heiho, deve attenersi a quanto segue:

Non coltivare cattivi pensieri.

Praticare costantemente la Via di Niten Ichi-ryu.

Interessarsi attivamente alle altre Vie.

Conoscere le varie professioni.

Rispettare gli affari commerciali degli altri.

Sviluppare il giudizio intuitivo e la comprensione.

Intuire le cose che non si vedono.

Essere accurato anche nelle inezie.

Non impegnarsi in operazioni inutili.

Si pratica Yheiho portando nel cuore questi princìpi generali: non è possibile diventare un esperto senza rico¬

noscere la Verità grazie a un nobile carattere. Imparan¬

do e realizzando questo heiho non si conoscerà la scon¬

fitta anche davanti a venti, a trenta avversari. Si può dar credito al fatto che, se ci si dedica con tutte le energie a\Yheiho e con tenacia si persegue la Verità, si sarà in grado di vincere materialmente e di essere naturalmen¬

te superiori; che quando il corpo sarà pienamente ad¬

destrato con l'esercizio sarà anche fisicamente superio¬

re; e ancora: che con uno spirito disciplinato, si avrà in più la superiorità psicologica.

Ancora, quando praticherai Yheiho a un certo livello, probabilmente avrai validi uomini sotto di te e li impie¬

gherai ragionevolmente, avrai buona cura di te stesso, governerai una terra, ti prenderai cura della gente e por¬

terai ordine ovunque. Da tutte queste occupazioni trar¬

rai la sensazione di non poter essere battuto, di diven¬

tare sempre più forte, di accrescere il tuo buon nome.

Questa è la ricompensa che ti riserba Yheiho.

Nel dodicesimo giorno del quinto mese del secondo anno di Shoho.

A Terao Magonojo,

Shinmen Musashi

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1 Lo schema espositivo di Musashi inizia con un Prologo e prosegue con cinque libri che ripetono la tradizionale partizione dell'universo in ele¬

menti (Terra, Acqua, Fuoco, Aria e Vuoto), nell’intento di presentarsi come un sistema completo in se stesso.

2 Nell'epoca Tokugawa si tende a chiamane waka (poema giapponese) il tanka (poema corto, contrapposto a choka, poema lungo), cioè una com¬

posizione di 31 sillabe disposte nel metro shichi-go-cho (cioè: 5, 7, 5, 7, 7 sillabe). Hhaiku è una composizione ancora più breve: 17 sillabe.

3 Cha-no-yu, cioè «cerimonia del thè». Questa pianta fu importata in Giap¬

pone verso l'805 e sperimentata con alterne vicende come medicinale (secondo l’uso cinese). Verso la fine del XII secolo i monaci zen ne pro¬

mossero il costume tra la classe dirigente e successivamente tra il popo¬

lo, selezionando il koi-cha (foglie in polvere che producono una bevanda verde e densa come un brodo di spinaci) per il rito cerimoniale e l’usu- cha per il consumo comune.

4 Arte della disposizione dei fiori, tutt’altro che esclusiva femminile; ha dato origine a diverse scuole.

5 La Via del tiro con l'arco giapponese, molto alto e asimmetrico, era det¬

to anticamente kyu-jutsu, e oggi kyu-do. Quest'arma è molto estetica nel¬

la forma e nell’uso, ma è nettamente inferiore nella gittata e nella preci¬

sione alle consorelle continentali.

6 Bambu-itchi, «Armonia tra spada e pennello (o penna)»: è un vecchio detto del mondo guerriero adottato massicciamente dai nobili dell'epo¬

ca Tokugawa, quando si alternava lo studio delle armi con quello dei classici cinesi.

7 La «risoluta accettazione della morte» è un concetto che riassume l’eti¬

ca del guerriero. Esaltata e resa popolare dall’opera teatrale Chu-shin-gu- ra («Specchio dei fedeli vassalli»), che narra la storia dei quarantasette ronin del 1702, e dal libro Hagakure di Yamamoto Tsunetomo (XVII se-

colo), che ispirò i militari Meiji (noto in Italia per il commento di Yukyo Mishima: La Vìa del samurai, Bompiani, Milano 1983).

8 Daimyo significa «Grande nome»: nobili, signori feudali (anticamen¬

te: myoden). Ai tempi di Musashi vi erano diciotto kokushu-damyo, go¬

vernatori di una o più province, trentadue ryoshu-daimyo, governatori di territori minori, e duecentododici joshu-daimyo, comandanti di ca¬

stello. Avevano una rendita molto variabile e comunque superiore ai 10 mila koku di riso (un koku = 180,40 litri). Erano loro a pagare o man¬

tenere i guerrieri.

9 Kashima e Katori sono famosi templi shinto, molti dei quali sono lega¬

ti alla nascita delle prime scuole d’armi. La fondazione di Katori-ji è at¬

tribuita a Jimmu-tenno, primo Imperatore e fondatore dell’attuale dina¬

stia regnante (leggendariamente 660-585 a.C.).

10 Dieci Abilità e Sette Arti si trovano nell’etica confuciana.

11 La nascita della prima società organizzata si basa probabilmente sul¬

la divisione psicologica degli uomini in caste: i re-sacerdoti e Grandi Le¬

gislatori, che si avvalgono dei guerrieri per tenere l'ordine tra le classi produttive dei contadini e degli artigiani, sopportando il male necessa¬

rio dei commercianti, che guadagnano senza produrre. Esclusi dai pri¬

vilegi degli «uomini liberi» i fuori-casta (parìa in India, età in Giappone, schiavi in Occidente), i pazzi e gli asociali, o banditi. In seguito la divi¬

sione in caste subisce delle trasformazioni e perde la sua efficacia, so¬

prattutto diventando ereditaria. Musashi prende in considerazione le ca¬

ste «popolari».

12 La Via del guerriero, cioè Kyuba-no-michi (la Via dell'arco e del caval¬

lo) fino alla guerra Gem-pei (1180-1185), quando, conformemente alla tradizione, il guerriero proteggeva il potere e ne eseguiva il mandato. Ma nell'ultima battaglia di questa guerra, a Dan-no-ura, andò persa in mare la Spada del tesoro imperiale (la virtù guerriera) e i guerrieri assunse¬

ro il potere, in un quadro di incessanti lotte intestine. Successivamente viene detta bushi-do, propriamente «Via del guerriero». Poi, con l'unifi¬

cazione e la pace sopravvenne il concetto di bu-shi-do, «Suprema virtù militare», che durerà fino alla fine della Seconda guerra mondiale (vedi:

Bushido di Inazo Nitobe e l’epopea kamikaze).

13 Le Quattro Case sono quattro rami della famiglia Fujiwara; anche le quattro principali scuole di thè.

14 I pannelli scorrevoli composti da un'armatura di legno e dal piano di carta, posti sia all’interno che all’esterno delle case giapponesi.

15 Una specie di alcova posta nella stanza principale dell’abitazione, il cui pavimento sopraelevato è generalmente di legno tirato a cera. Luogo di profondo rispetto che non deve essere profanato (tradizione shinto); l’ospi¬

te d'onore prende posto il più vicino possibile al tokonoma.

16 Piccoli altari.

1 ' Oggi si descrive il tachi come una spada lunga la cui montatura ha degli anelli per portarla appesa al fianco, con il filo verso il basso, e la

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cui lama ha il nome del fabbro sul lato sinistro del codolo, guardando il dorso. E la katana come un’arma che si portava infilata nella cintura, con il filo verso l’alto e il nome dell’autore sul lato opposto. Luna arma dei nobili, che la portano per decoro (sfoderare con il filo verso il basso significa rovinarlo), l'altra prerogativa del guerriero, che la tiene pron¬

ta all’uso. Ma questa è una concezione recente che risale all'epoca To- kugawa. Nel periodo feudale il cavaliere portava un tachi lungo e sotti¬

le, adatto ad essere maneggiato con una mano (l’altra teneva le briglie) e una katana più tozza e pesante alla cintura («spada lunga» e «spada», dice Musashi). Scemata l’importanza della cavalleria il guerriero solita¬

mente appiedato porta la katana e la spada di appoggio, più corta anco¬

ra, detta wakizashi (da maneggiare con una sola mano e, per esempio, adatta agli interni).

18 Heiho-sha significa «Seguace dell’heiho». La frase di Musashi è iro¬

nica perché anche se la scherma è necessaria al guerriero, questa prati¬

ca non è sufficiente.

19 La Via di raffinare lo spirito, quella del rito... La prima comprende pratiche estetiche: calligrafìa, pittura, poesia, cerimonia del thè, compo¬

sizioni di fiori, e via dicendo. La seconda è quella del sacerdote offician¬

te, per esempio nello shinto.

20 Armi da fuoco rudimentali erano in uso da svariati secoli in Cina ed erano state impiegate in Giappone dai mongoli nel XIII secolo. Ma esse dimostrarono la loro efficacia quando vennero introdotte dai portoghe¬

si e dagli occidentali in genere nel XVI secolo.

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MIZU-NO-MAKI Libro dell’Acqua

Dedico un libro all’acqua perché la natura di quest’elemen¬

to è fonte di ispirazione per chi ricerca la vittoria attraverso Yheiho di Niten Ichi-ryu.. Per quanto io mi sforzi, la parola non basta a descrivere la Via, ma se anche le parole pos¬

sono tradirmi, il ricercatore sincero arriverà a compren¬

dere la Verità, che è autoevidente. Ricorda che tutti gli ar¬

gomenti trattati in questo scritto devono essere meditati profondamente, parola per parola; una comprensione che sia appena superficiale può portare a tragici errori.

Anche quando mi riferisco alla tattica del duello per mostrare come giungere alla vittoria, sappi riportare i miei esempi in termini di battaglia tra schiere opposte di diecimila uomini. È essenziale saper vedere le cose in grande.

In particolare, basta fraintendere di poco i princìpi fon¬

damentali della mia scuola di heiho, e confondersi, che si finisce ampliamente fuori strada: non si può provare il vero sapore deìl’heiho semplicemente leggendo un li¬

bro; non ci si può impadronire delle cose qui descritte scorrendo le pagine e cercando di praticarle per imita¬

zione. Scoprirai il vero significato di molte cose ineren¬

ti alla Via solo esercitandoti senza tregua e praticando molto duramente.

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Heiho kokoromochi no koto

Nel documento IL LIBRO DEI CINQUE ANELLI (pagine 26-32)

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