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Diagnosi

Tra le varie anomalie dell’arco aortico riguardanti il decorso dei vasi o il

suo pattern di ramificazione quelle osservate più comunemente oltre

all’ARSA sono l’arco aortico destro con arteria succlavia sinistra aberrante

(RAA con ALSA), l’arco aortico destro con ramificazione a specchio dei

vasi emergenti (RAA con mirror image branching) e il doppio arco aortico

(DAA) [23]. A seconda dell’anomalia sono state descritte importanti

condizioni associate come malformazioni cardiache ed extracardiache,

compressione tracheale o esofagea postnatale e anomalie cromosomiche

come la microdelezione del cromosoma 22q11 o Sindrome di Di George. In

condizioni normali l’aorta emerge dal ventricolo sinistro, diventa arco

dirigendosi dall’avanti all’indietro e da sinistra verso destra scavalcando il

bronco sinistro e prosegue poi nell’aorta discendente. Dall’arco aortico

questo piano è possibile visualizzare la relazione tra l’arco aortico e la

trachea in quanto essa risulta piena di liquido. Il regolare decorso dei vasi

può essere definito dimostrando in questa sezione che i grandi vasi formano

una V adiacente e a sinistra della trachea. Il braccio sinistro della V è

formato dal tronco polmonare e dalla sua continuazione nel dotto arterioso

mentre il braccio destro è costituito dall’arco aortico. La trachea può essere

individuata posteriormente e lateralmente alla giunzione dei suddetti vasi.

Questo piano di scansione è detto visione 3 vasi e trachea ( Figura 8 b). La

condizione di arco aortico destro si ha invece quando l’aorta emerge dal

ventricolo sinistro, si porta posteriormente scavalcando il bronco destro e

passa a destra della trachea continuandosi nell’aorta discendente. Da un

punto di vista ecografico l’ arco aortico destro è diagnosticato quando la

porzione trasversa dell’aorta si localizza alla destra della trachea. Come

accennato all’inizio del paragrafo si possono distinguere due tipiche forme

di arco aortico destro : l’arco aortico destro con ramificazione a specchio

delle arterie emergenti ( RAA con mirror image branching) (figura 9 a) e

l’arco aortico destro con arteria succlavia sinistra aberrante (RAA con

Figura 8b Cross-sectional view of the upper

mediastinum in a healthy fetus showing an aortic and ductal arch forming a V-shaped confluence at the level of the descending aorta. The trachea is situated to the right of the confluence. ANT indicates anterior; AO, aorta; LT, left; POST, posterior; PT, pulmonary trunk; RT, right; SP, spine; SVC, superior vena cava; and T, trachea

Figura 8a The anatomy of the normal aortic

arch. LCA=left carotid artery; LPA=left pulmonary artery; LSA=left subclavian artery; RCA=right carotid artery; RIA=right innominant artery; RSA=right subclavian artery.

Arco aortico destro con ALSA

Questo tipo di anomalia dell’arco aortico è determinata dalla regressione del

segmento dell’arco aortico sinistro tra l’origine della carotide comune

sinistra e le arterie succlavie, riferendoci al modello del doppio arco aortico

(figura 10).

Come conseguenza l’arco aortico dà origine in sequenza all’arteria carotide

comune sinistra come prima branca, seguita dall’arteria carotide comune

destra, dall’arteria succlavia destra e dall’arteria succlavia sinistra. Poiché

l’arteria succlavia sinistra origina dall’aorta discendente e decorre verso Figure 10 : Embryological

development of a right aortic arch with aberrant left subclavian artery. The image shows that the left aortic arch regresses between the origin of the left common carotid artery and the left subclavian artery. The left ductus persists in the region of the left subclavian artery, whereas the right ductus arteriosus regresses. This leads to the presence of a right-sided aortic arch and a vascular ring surrounding the trachea from the left side as well

succlavia sinistra aberrante. Nella maggior parte dei casi il dotto persiste sul

lato sinistro, collocato tra l’arteria aberrante e l’arteria polmonare sinistra.

In questo contesto l’aorta discendente, l’ALSA, il dotto sinistro e il tronco

arterioso polmonare formano un anello vascolare attorno alla trachea e

all’esofago. Da un punto di vista ecografico nella visione trasversa dell’arco

aortico, l’arco, l’arteria succlavia aberrante, il dotto sinistro e l’arteria

polmonare danno origine ad un loop vascolare con la forma di una U

Nella vita fetale , la maggior parte del sangue dell’arteria polmonare passa

nell’aorta discendente tramite il dotto. In questa situazione, la parte

prossimale dell’arteria aberrante trasporta il sangue dal dotto all’aorta

discendente. Quindi la parte prossimale del’arteria aberrante è ampia tanto

quanto il dotto e l’aorta discendente ed il flusso è invertito. Con la chiusura

del dotto immediatamente dopo la nascita, l’arteria aberrante perde il suo

flusso di sangue dall’arteria polmonare e riceve il flusso di sangue

dall’aorta discendente. La parte prossimale dell’arteria succlavia aberrante

che portava il sangue duttale nell’aorta discendente rimane dilatata come

una borsa diverticolare. Questo segmento dilatato è conosciuto come

diverticolo di Kommerell [42]. L’arco aortico destro con arteria succlavia

sinistra aberrante è nella maggior parte dei casi un reperto isolato e solo

raramente lo si trova associato ad anomalie strutturali cardiache o

extracardiache.

Arco aortico destro con mirror image branching

L’anomalia dell’arco aortico più comune nei pazienti pediatrici è l’arco

aortico destro che dà origine all’arteria innominata sinistra, all’arteria

è determinata dalla regressione dell’arco aortico sinistro distalmente

all’origine dell’arteria succlavia sinistra in relazione al modello di Edwards

( figura 12) . Nella maggioranza dei casi il dotto arterioso destro persiste,

mentre il sinistro regredisce [23].

Questo tipo di anomalia non determina dunque un anello vascolare in

quanto l’arco e il dotto sono localizzati a destra della trachea e non sono Figure 12: Embryological development of a right aortic arch with mirror image branching. The image shows that the left aortic arch distal to the origin of the left subclavian artery regresses, resulting in a right aortic arch. The left subclavian and the common carotid arteries merge to form the left brachiocefalic artery, which arises as the first branch followd by the right common carotid artery and the right subclavian artery

configurazione a V sulla destra della trachea (figura 13 ). Un altro elemento

ecografico che può indirizzare verso la diagnosi è presente nelle scansioni

tre vasi e quattro camere in cui l’aorta discendente è visualizzata alla destra

della linea mediana , sebbene questo reperto possa essere presente anche

nell’arco aortico doppio. Poiché l’aorta ascendente si dirige verso destra nel

mediastino superiore, la visione dei 3 vasi mostra un gap tra l’aorta

ascendente e l’arteria polmonare [43]. Nella maggior parte dei casi questa

anomalia dell’arco aortico si associa a malformazioni cardiache, in

particolar modo rappresentate dalle anomalie del cono tronco [44].

Arco aortico doppio

Figure 13 Right aortic arch (AA) with mirror-image branching and right ductus. (a) Transverse

sonogram through the aortic arch shows that the aortic arch is on the right side of the trachea (T). (b) Three-vessel view shows that the right ductus connects the right pulmonary artery (RPA) and the

Arco aortico doppio

L’arco aortico doppio rappresenta la persistenza dell’arco aortico destro e

sinistro che formano un anello vascolare completo intorno alla trachea e

all’esofago. Sebbene gli archi possono essere simmetrici, di solito un arco è

più largo e alto dell’altro e nel 75% dei casi si tratta dell’arco destro. Le

arterie carotide e succlavia emergono separatamente da ogni arco e sono di

solito simmetriche. Nella maggior parte dei casi solo un dotto arterioso

persiste e di solito si tratta del sinistro. Quasi sempre l’aorta discendente è

deviata da un lato o dall’altro, di solito quello del dotto persistente, oppure

può trovarsi in posizione mediana, davanti alla colonna. Nella scansione

trasversa l’anello vascolare del doppio arco aortico può essere visto

circondare la trachea. L’anello vascolare e il dotto possono essere

visualizzati in un singolo piano che danno origine ad un’immagine a forma

di ‘6’ o ‘9’, oppure descritta da altri autori come a formare la lettera greca ‘

trattamento chirurgico postnatale determinando la formazione di un anello

vascolare stretto e quindi pressione sulla trachea con conseguente

tracheomalacia [23].

Anomalie dell’arco aortico, cardiopatie congenite e anomalie cromosomiche.

Le anomalie dell’arco aortico risultano le anomalie cardiache diagnosticate

meno frequentemente. L’incidenza nella popolazione generale è sconosciuta Figure 14. Double aortic arch with left- sided ductus. (a) Three-vessel view shows the descending aorta (DA) slightly displaced to the right. (b) Transverse sonogram of the aortic arch shows that the two aortic arches (R and L) completely encircle the trachea (T). The left ductus arteriosus connects the pulmonary artery (P) to the left aortic arch. The aortic arches, ductus and pulmonary artery together form a figure of ‘9’. A, ascending (ventral) aorta; V, superior vena cava.

1/1000 in una popolazione di feti a basso rischio [45]. Come già accennato

all’inizio del paragrafo da un punto di vista diagnostico l’importanza di

rilevare durante un’ecografia prenatale la presenza di un’anomalia

dell’arco aortico dipende da due aspetti. In prima istanza, sebbene tali

anomalie possono presentarsi come isolate, la frequente associazione con

cardiopatie congenite (CHD) documentata sia in serie postnatali che in studi

prenatali [44,45], così come la ben nota associazione con i difetti

cromosomici, in particolar modo la delezione del cromosoma 22q11, rende

importante una loro precisa diagnosi. In secondo luogo, alcuni pattern di

anomalie dell’arco aortico, come spiegato in precedenza, formano un anello

vascolare che può causare compressione tracheoesofagea, motivo per cui la

diagnosi in epoca prenatale può facilitare un’attento monitoraggio in età

pediatrica con la possibilità di intervenire nei neonati che risultano

sintomatici. Di seguito riporterò dunque gli studi più recenti e significativi

sull’argomento e gli studi a disposizione sono per lo piu case-series e case-

reports o studi osservazionali retrospettivi. Nel 2006 Berg e collaboratori

hanno revisionato tutti i casi di arco aortico destro trovati nel loro centro

negli anni compresi tra il 1998 e il 2006 valutando la distribuzione dei vari

tipi di anomalie dell’arco aortico così come le varie condizioni associate e

l’outcome neonatale. Durante il periodo di studio sono stati rilevati 71 casi

di RAA o DAA: 26 (37%) avevano RAA con ALSA, 23 (32%) avevano

RAA con mirror image branching, 20 (28%) avevano RAA di tipo

sconosciuto e 2 (3%) avevano un DAA. Dei 26 feti con RAA ed ALSA 20

lo avevano come fattore isolato (77%) mentre i 23 casi di RAA con mirror

image branching erano tutti associati ad altre anomalie cardiache. 5 dei 23

casi avevano inoltre anomalie extracardiache. I dati riportati dal lavoro si

mostravano dunque in accordo con la letteratura preesistente per quanto

riguarda la forte associazione di RAA con mirror image branching e

concomitanti difetti cardiaci il piu frequente dei quali risultava essere la

tetralogia di Fallot (43%) seguito dall’atresia polmonare con difetto settale

ventricolare ( 22%) e dal tronco arterioso comune ( 13%). In 53 dei 71 casi

tale microdelezione. La presenza di anomalie cardiache ed extracardiache

era inoltre significativamente associata con la delezione 22q1. In questa

serie infatti i 20 feti con anomalie del cono tronco venivano screenati per la

microdelezione 22q11 e 5 di essi risultavano essere portatori (25%) [46].

Nel 2009 è stato condotto uno studio retrospettivo su 8615 feti sottoposti ad

ecocardiografia fetale dal 2000 al 2007 nel dipartimento di ostetricia e

ginecologia dell’ospedale universitario di Madrid. Durante lo studio sono

stati rilevati 48 casi di RAA di cui 30 ( 62,5%) con mirror image

branching, 15 feti con RAA con ALSA (31,2%) e 3 (6,3%) con DAA. Dei

7848 feti che non avevano anomalie strutturali cardiache, RAA era presente

in 17 pazienti (0,2%), più comunemente RAA con ALSA e DAA. Invece

nel gruppo di 794 feti a cui era stato diagnosticata un’anomalia cardiaca

congenita, 31 avevano un RAA, in particolar modo RAA con mirror image

branching (29/31). Quindi prendendo in esame l’intero gruppo di feti

secondo gruppo, con 3 feti, caratterizzato da complesse anomalie di cui 2

aventi sindromi eterotassiche e il terzo gruppo composto da 2 feti con difetti

settali ventricolari. Per quanto riguarda l’analisi cromosomica questa era

stata effettuata in tutti e 48 i feti con diagnosi di RAA con un tasso di difetti

cromosomici del 12,5%, di cui il più comune era la delezione 22q11 (4

casi). Inoltre nei 48 feti, un ampio spettro di anomalie extracardiache minori

erano presenti in 17/48 (35%) feti, maggiormente rappresentate dalla

persistenza della vena cava superiore sinistra (8/48, 17%) [47]. Questo

studio dimostra quindi come i diversi tipi di anomalie dell’arco aortico

possano essere diagnosticate in epoca prenatale con un alto grado di

accuratezza, la maggior parte delle quali confermate in epoca postnatale

(94%). In secondo luogo anche questo studio pone l’accento sulla stretta

correlazione esistente tra le anomalie dell’arco aortico e le cardiopatie

congenite, come riportato in letteratura. Un elemento su cui porre

l’attenzione è che sebbene la maggior parte di feti a cui viene diagnosticata

un’anomalia dell’arco aortico è rappresentata da feti indirizzati

all’ecocardiografia per una CHD, in questo studio un alto numero di feti era

riflettere su quanto sia importante un’attento esame del mediastino

superiore durante i classici piani di scansione di un’ecografia di routine.

Nonostante tutti i tipi di anomalie dell’arco aortico possano essere associati

a CHD anche questo lavoro, come il precedente preso in esame , mostra

come ciò fosse più comune nel gruppo di feti con RAA con mirror image

branching dove vi era un incremento di 300 volte della probabilità di avere

una CHD. Tra i difetti cardiaci associati anche questo studio conferma la

maggior associazione con anomalie del cono tronco, la più frequente delle

quali è la tetralogia di Fallot che rappresenta il 30-50% dei casi. Per quanto

riguarda i difetti cromosomici anche questo studio conferma la già

documentata associazione con la microdelezione 22q11. Tale relazione

appare molto più stretta qualora siano concomitanti difetti cardiaci e/o

extracardiaci. Anche in questa serie il 12,5% dei feti con anomalie dell’arco

aortico avevano una delezione del cromosoma 22q11 ma tutti avevano

normale o quasi normale anatomia intracardiaca. Dei 58 feti, 50 avevano

una diagnosi di arco aortico destro e 8 di sospetto arco aortico doppio. Nel

gruppo dei 50 feti, 4 gravidanze sono state terminate per anomalie

cromosomiche ed una è uscita dal follow up. Dei 45 feti a disposizione per

il controllo postnatale, 41 avevano un RAA e 4 un DAA. Invece negli 8 feti

con sospetto DAA ,uno era perso nel follow up , a 3 veniva confermata la

diagnosi di DAA mentre gli altri 4 avevano un RAA. Per quanto riguarda la

tipologia di arco aortico destro, la lateralità del dotto arterioso era

disponibile in 56 feti e solo 4 avevano un dotto arterioso destro e non

mostravano quindi anello vascolare. Questo studio a differenza di quelli

precedentemente analizzati, non si focalizzava tanto sulla percentuale di

associazione tra anomalie dell’arco e CHD quanto piuttosto sull’outcome

neonatale di feti in cui tali anomalie risultavano essere isolate, definendo

dunque quanti di essi manifestavano una sintomatologia riconducibile alla

compressione tracheoesofagea. La coorte postnatale su cui era stato

possibile analizzare tali sintomi era composta da 52 soggetti di cui 44 con

RAA e 8 con DAA. 7 pazienti mostravano lievi lesioni intracardiache di cui

superiore sinistra che drenava nel seno coronarico. Dopo la nascita 11

pazienti avevano sintomi respiratori (21%), 10 con stridore durante

l’infanzia e uno che diveniva sintomatico all’età di 3 anni. 8 avevano un

DAA e 2 RAA con arteria succlavia sinistra aberrante. Uno aveva un RAA

con mirror image branching, con un legamento arterioso che si collegava

all’aorta discendente e che formava l’anello vascolare. 10 di essi venivano

sottoposti ad intervento chirurgico e 1 aveva una risoluzione spontanea dei

sintomi. Dall’analisi dei dati emerge che i pazienti con arco aortico doppio

manifestavano tutti sintomatologia respiratoria e necessitavano di intervento

mentre solo il 7% di quelli con diagnosi postnatale di arco aortico destro

andavano incontro a chirurgia. Poiché in epoca prenatale la diagnosi di

DAA risulta talvolta difficoltosa i genitori dei feti a cui viene diagnosticato

un RAA con anello vascolare dovrebbero essere allertati sulla possibilità

che l’ecocardiografia postnatale possa invece dimostrare la presenza di un

avevano una normale anatomia intracardiaca mentre il 72,4% mostravano

anomalie cardiache associate così suddivise : anomalie del conotronoco

(55/98), difetti settali (8/98) e anomalie cardiache complesse tra cui

sindromi eterotassiche (8/98). Dei 98 feti in esame, 18 avevano un ALSA e

la maggior parte di essi avevano una normale anatomia cardiaca (12/18). I

restanti 6 avevano anomalie conotroncali. Quindi un’ALSA era più

frequentemente osservata nei casi di RAA isolato (44,4%) piuttosto che in

RAA con cardiopatie strutturali (8,5%) (p<0.005). Invece un RAA con

mirror image branching presentava un tasso di anomalie cardiache

strutturali associate del 91,5%. Anomalie extracardiache associate erano

documentate in 31/98 pazienti di cui 3 con RAA isolato e 28 con anomalie

cardiache associate. Di questi 31, 15 avevano anomalie cromosomiche di

cui 8 una microdelezione 22q11. L’incidenza di anomalie cromosomiche

era significativamente più alta in caso di RAA con anomalie intracardiache

associate rispetto ai casi con normale anatomia cardiaca ( 19,7% vs 3,7%).

In concusione lo studio conferma la forte associazione tra RAA con mirror

image branching e cardiopatie congenite, l’associazione delle anomalie

caso di presenza di anomalie cardiache associate in quanto tutti e 15 i casi

con anomalie cromosomiche presentavano cardiopatie[49]. In conclusione

dai vari studi presi in considerazione si può dedurre che in tutti i casi in cui

viene posta diagnosi di arco aortico destro una dettagliata valutazione

dell’anatomia cardiaca ed extracardiaca deve essere effettuata al fine di

evidenziare eventuali ulteriori anomalie vista la frequente associazione di

tale reperto, in particolar modo il tipo mirror image branching, con

anomalie cardiache e non. Nei casi in cui viene riscontrata la presenza di

un’anomalia cardiaca od extracardiaca associata si pone l’indicazione ad

effettuare l’indagine del cariotipo fetale. Rimane aperta la questione sul

reperto di un arco aortico destro isolato in quanto quasi tutti gli studi

concordano sul fatto che abbia una prognosi buona, poichè rappresenta

solamente una variante vascolare asintomatica e con un basso rischio di

anomalie cromosomiche associate. La prognosi nel caso di RAA con

ANOMALIE DELLA VENA BRACHIOCEFALICA SINISTRA

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