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43 Pettinato 1980. Per studi di Pettinato riguardo la lettera di Enna Daga, precedenti la pubblicazione definitiva,

vedi Astour 1992: 28, nota 160.

44 Pettinato 1980b: 234. 45 Pettinato 1980b: 231. 46 Edzard 1981b. 47 Astour 1992: 28.

Tuttavia l’analisi di Astour, più che sul contenuto narrativo del testo, si concentra sul suo contesto geografico e cronologico: nella lettera di Enna-Dagan sono infatti citati numerosi toponimi, alcuni dei quali trovano riscontro in altri testi degli Archivi. Attraverso il confronto con quanto attestato in altri testi degli Archivi l’autore esamina attentamente i toponimi, pro- ponendo anche un’identificazione con siti noti per alcuni di essi.

Il secondo testo TM.75.G.2290 (ARET XIII 13) elenca le imprese di Iga-Lim di Ibʿal: lo studioso non ebbe tuttavia accesso diretto alla tavoletta, ancora inedita, e pertanto si basò sulla traslitterazione del testo precedentemente redatta da Pettinato e trasmessagli da D. Owen, di fatto molto differente dalla successiva edizione del medesimo testi nella serie ARET.48 Suc-

cessivamente pubblicato in ARET XIII, di esso Astour (usando le traslitterazioni di Pettinato) aveva travisato sicuramente almeno l’incipit. Questi errori di interpretazione caratterizzano anche il terzo testo considerato, l’inedito TM.75.G.1626 (= ARET XIII 11): la pubblicazione di ARET XIII avrà luogo solamente nel 2003, l’anno dopo la pubblicazione della seconda par- te della storia di Ebla, come l’aveva concepita Astour.

Molte delle deduzioni dello studioso sono tuttavia ancora oggi valide: molte altre, basa- te su traslitterazioni successivamente smentite dalla pubblicazione ufficiale dei testi in ARET, sono oggi non più accettabili, fatto che testimonia la continua evoluzione a cui è soggetto lo studio dei testi degli Archivi Reali. La storia di Ebla delineata da Astour e il sistematico stu- dio sulla geografia storica in essa contenuto, risulta tuttavia ancor oggi il contributo di più ampio respiro che consideri la geografia storica della regione eblaita.

Dopo quasi vent’anni di contributi isolati, nel 1993 furono pubblicati due volumi assai diversi, ma entrambi inerenti la ricerca toponomastica, il cui obiettivo consiste nella raccolta sistematica dei dati geografici ricavabili dagli Archivi Reali.

Il primo di questi, ARES II49 (I nomi di luogo nei testi di Ebla), pubblicato nella serie

parallela ad ARET dedicata allo studio dei testi degli Archivi (ARES, Archivi Reali di Ebla -

Studi), si prefigge lo scopo di raccogliere i dati toponomastici contenuti negli Archivi in un

volume a carattere descrittivo, che metta a disposizione dello studioso un valido strumento al fine di una analisi più accurata dei dati geografici riferiti al contesto eblaita. Il volume di Ar- 48 Cfr. Astour 1992: 40, nota 44.

chi - Piacentini - Pomponio prende in considerazione un vasto numero di toponimi, ricavati dai testi pubblicati in otto volumi della serie ARET:50 ARET XI, riguardante i testi rituali della

regalità non è stato contemplato, sia perché in corso di stampa al momento della pubblicazio- ne, sia perché facente parte di una categoria di testi definiti “letterari” e pertanto esclusi dalla rassegna, come spiegano gli stessi autori.51 Va tuttavia evidenziato che ARET X, sebbene si-

stematicamente citato, non è stato ancora pubblicato.52

Alle pubblicazioni di ARET considerate in questo repertorio, si aggiungono anche i due volumi di MEE II e X, insieme a testi inediti pubblicati in contributi isolati. A questi testi editi se ne aggiungono inoltre 66 di inediti, definiti come “rendiconti annuali di uscite in argento”.

Questo volume si avvale sicuramente di alcuni strumenti essenziali allo studio topogra- fico, e la sua organizzazione interna risponde ad esigenze di carattere descrittivo: in quest’ot- tica, i toponimi non presentano normalizzazione e sono riportati solo in grafia sillabica; le di- verse varianti grafiche, riferibili ad uno stesso toponimo, sono alfabeticamente elencate senza essere raggruppate. Tuttavia grafie che gli autori hanno ritenuto essere riferite allo stesso to- ponimo presentano un rimando al termine dell’elenco delle attestazioni.

Le attestazioni sono elencate di seguito al toponimo a cui si riferiscono, raggruppate secondo categorie semantiche e corredate dalla citazione integrale del relativo contesto: oltre al contesto non specificato (VI C), si indicano le connessioni con nomi di persona (I NP), no- mi di funzione (II NF), termini amministrativi (III TA), nomi di divinità (IV ND) e altri nomi geografici (V NG). Alcuni toponimi per i quali è stato possibile ricostruire alcuni tratti gene- rali, sono seguiti da una breve descrizione con riferimenti bibliografici.

Diversamente dal volume appena descritto, il volume di M. Bonechi53 (I nomi geografi-

ci dei testi di Ebla) dimostra di essere stato concepito secondo criteri differenti: sono infatti

rispettate le disposizione dettate dalla collana del Répertoire Géographique des Textes Cunéi-

formes. Attraverso lo spoglio sistematico dei volumi di ARET e MEE, insieme a molti testi

pubblicati in articoli sparsi e non nelle serie ufficiali, questo volume presenta la schedatura di 50 I volumi sono (in ordine di pubblicazione): ARET II (1981), ARET III (1982), ARET IV (1984), ARET I

(1985), ARET VIII (1986), ARET VII (1988), ARET IX (1990) e ARET X (mai pubblicato).

51 ARES II, p. 16.

52 Questo costituisce contemporaneamente un vantaggio e uno svantaggio: si ha così l’attestazione di toponimi

non altrimenti verificabile, ma non essendo i testi pubblicati è impossibile un’ulteriore verifica del contesto.

più di 1400 toponimi attestati nei testi degli Archivi, insieme alla sistematica annotazione del- le diverse grafie, delle relative attestazioni, e riportando riferimenti bibliografici puntuali.

Del vasto materiale a sua disposizione, Bonechi considera tutti i volumi di ARET pub- blicati sino a quel momento (non considerando dunque ARET X) ma includendo nel suo re- pertorio anche il volume di ARET XI, allora ancora in corso di stampa. A questi si aggiungono i testi di MEE II e X e molti testi pubblicati in modo non sistematico in vari contributi: va os- servato che in RGTC 12/1 sono anche sistematicamente menzionati i riferimenti a toponimi presenti in MEE I, il “catalogo ragionato” redatto da Pettinato (MEE I).

A differenza di ARES II, ogni toponimo presenta una normalizzazione della grafia silla- bica, seguita dalla menzione sistematica delle varie alternanze: ad esempio le grafie íl-wu-ùki,

íl-wi-u9ki e íl-wi-umki, riconosciute dall’autore come varianti grafiche del medesimo toponimo,

sono raggruppate alla voce Ilwiʾu(m).54 Per nessuno dei toponimi è riportata la citazione inte-

grale del contesto, ma solo la menzione di termini rilevanti (en, maliktum, ugula, ecc.) o l’in- dicazione della presenza di un toponimo o un antroponimo a questi riferito, però segnalato dalla generica sigla NP o NG.

Il commento che segue molti dei toponimi non vuole certo essere risolutivo nell’ambito della geografia eblaita, ma fornisce un valido ausilio a chiunque voglia superficialmente stu- diare la geografia storica di Ebla, fornendo citazioni bibliografiche puntuali. Se la normaliz- zazione della grafia sillabica dei toponimi rende talvolta difficoltoso individuare nel volume un nome geografico, una valida griglia riassuntiva alla fine del volume presenta in ordine al- fabetico tutti i toponimi considerati, non raggruppati secondo le varianti grafiche.

Entrambi i volumi qui descritti sono ausili indispensabili per lo studio della geografia degli Archivi Reali: si tratta di due strumenti complementari, non sostitutivi, che si integrano reciprocamente. Il materiale al quale questi due volumi hanno attinto non è tuttavia omoge- neo: di fatto è stata operata una cernita, escludendo alcuni volume di ARET, restando fermo il fatto che dal 1993 ad oggi sono stati pubblicati nella medesima serie alcuni volumi fondamen- tali per lo studio topografico. Questo ha comportato, e comporta, che nessuno tra ARES II e

RGTC 12/1 sia un’opera “risolutiva” in questo ambito, quanto più si procede nella pubblica-

zione dei testi degli Archivi. 54 Bonechi 1993: 199.

Per quanto riguarda la normalizzazione di ciascun toponimo, in ARES II, volume a ca- rattere descrittivo, queste non sono riportate: si tratta infatti di un secondo livello interpretati- vo, che va oltre la semplice traslitterazione, e che è in questo caso lasciata al libero arbitrio di ciascuno studioso. L’assenza di questo secondo livello presenta tuttavia non poche insidie per lo studente che desidera accostarsi a questo particolare campo di ricerca, poiché non sempre è facile riconoscere grafie differenti riferite in realtà allo stesso toponimo, creandosi così il gra- ve rischio di sviste e confusioni. D’altro canto fornire una normalizzazione (come in RGTC 12/1), soprattutto nell’ambito di un campo di ricerca in fieri da molti decenni (e probabilmen- te ancora per molti), può rivelarsi una scelta rischiosa in riferimento ad una lingua la cui ossa- tura fonetica e morfologica è stata delineata in modo chiaro solo recentissimamente.55 Tutta-

via l’indice delle grafie presente alla fine di RGTC 12/1 si rivela particolarmente utile, annul- lando virtualmente il secondo livello interpretativo, nello specifico per quei toponimi la cui normalizzazione è mutata col progredire degli studi o nel caso in cui diversi studiosi non sia- no concordi. La totale assenza dei contesti in RGTC 12/1 rende tuttavia l’enorme mole di dati riportati di scarsa utilità, poiché per ogni contesto il lettore è obbligato a consultare il volume (o il contributo, nel caso degli inediti) nel quale il testo è stato pubblicato.

Lo stato degli studi sulla geografia storica, come si può evincere da quanto appena ri- portato, si presenta ad oggi estremamente frammentario: la raccolta sistematica dei dati è cer- to inibita dall’incompletezza del materiale epigrafico, e dalla costante pubblicazione parziale di testi inediti, sui quali in molti casi sono basati gli stessi studi. La continua pubblicazione del materiale ha inoltre determinato che gli unici due volumi a carattere descrittivo sulla topo- nomastica eblaita siano oggi da considerarsi datati, e certo vadano urgentemente aggiornati con i nuovi dati disponibili, riguardanti soprattutto i testi di cancelleria.

Uno studio sistematico sulla geografia si dimostra di certo un’impresa ambiziosa, in particolar modo sino a quando non si sarà finalmente conclusa la pubblicazione del materiale epigrafico di Ebla: nel momento in avrà accesso a tutti i dati toponomastici degli Archivi, sarà infatti possibile raccogliere sistematicamente i dati relativi alla geografia dei testi di Ebla e

55 Per un’analisi sistemati della lingua eblaita vedi Catagnoti 2012. Cfr. anche Bonechi 1993: xxviii, sulle diffi-

considerare in modo più organico e complessivo il panorama geografico e chiarire le dinami- che politiche che vedono coinvolti gli insediamenti della Siria in questa epoca storica.

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