• Non ci sono risultati.

2 La geografia dei testi di cancelleria

2.1 La geografia e i test

2.1.1 L’orizzonte geografico

Di certo la maggior parte dei toponimi citati nei testi degli Archivi Reali di Ebla posso- no essere geograficamente collocati in modo approssimativo nel territorio oggi corrispondente alla moderna Siria. Il motivo di questa corrispondenza risiede nel fatto che i moderni confini politici dello stato siriano coincidono in larga parte con i confini geografici determinati dalla conformazione del territorio stesso.

A nord-ovest, al confine con la Turchia, la catena montuosa dell’Amano costituisce in- fatti un limite geografico che delimita il territorio siriano: l’accesso al Mediterraneo è ostruito principalmente dal Jebel Ansariyah e dal Jebel Zawyiah, a nord-est del quale sorge Ebla. La piana dell’Amuq separa la catena dell’Amano e il Jebel Ansariyah, che presso la moderna Homs si interrompe: oltre il Jebel Ansariyah sorgono le due catene montuose del Libano e dell’Anti-Libano (corrispondenti al moderno Libano). I rilievi della costa siriana impediscono alle precipitazioni provenienti dal Mediterraneo di penetrare nell’entroterra, dove il clima si presenta maggiormente arido. La steppa siriana occidentale tuttavia permette un’agricoltura a secco, grazie alle precipitazioni annue. Una situazione simile si verifica nella valle dell’Oron- te: il fiume, sebbene non navigabile, garantisce un’irrigazione che permette la pratica agrico- la.

La Siria settentrionale è invece dominata dalla pianura della Jazira (“isola” in arabo): questo plateau si estende lungo il confine che separa la Turchia e la Siria, fino all’Iraq. L’alti- tudine è qui compresa tra i 200 e i 600 mt sul livello del mare: si conforma principalmente come una steppa dal clima semi-arido ed è delimitata dalle due valli solcate rispettivamente dall’Eufrate e dal Tigri, mentre è attraversata da due ramificazioni dell’Eufrate, il Balikh e il Khabur, gli unici due fiumi a carattere perenne dell’area.

La valle settentrionale dell’Eufrate si sviluppa in direzione nord-sud dal confine turco- siriano (Karkemiš) fino ad Imar (Tell Meskene), per poi proseguire, a nord-est del Jebel Bishri, verso Mari e alla confluenza con il tratto terminale del Khabur. Lungo tutta la sua estensione, la fertile valle alluvionale dell’Eufrate ha ospitato in antichità innumerevoli inse- diamenti: se con la costruzione delle moderne dighe la portata del fiume si presenta oggi ab- bastanza regolare, in antichità i mesi primaverili erano caratterizzati da esondazioni annuali, dovute principalmente allo scioglimento delle nevi sui rilievi anatolici,56 in genere proprio

nella stagione nella quali i raccolti erano già quasi maturi.57

Nella Siria sud-orientale il Deserto Siriano impedisce invece qualunque forma di agri- coltura: le catene montuose del Libano e dell’Anti-Libano impediscono l’arrivo delle precipi- tazioni da occidente. L’Oronte e l’Eufrate costituiscono i limiti occidentale e orientale del De- serto Siriano, e le principali città che caratterizzano questa regione (Damasco, Palmira), sin dall’antichità sorgono in prossimità di oasi naturali.

L’area geografica appena descritta è certo molto estesa: degli innumerevoli toponimi citati nei testi degli Archivi, i pochi tra di essi archeologicamente noti danno conferma di que- sto orizzonte geografico vasto e articolato. Mentre l’accesso alla costa mediterranea era osta- colato dal Jebel Ansariyah, di certo Ebla era in contatto con siti di estrema rilevanza siti a nord, come Karkemiš e Ḫarran. La menzione di Nagar (Tell Brak) nei testi degli Archivi di- mostra che del territorio conosciuto dal regno di Ebla faceva parte anche l’area geografica del triangolo del Khabur. A sud invece l’area di influenza eblaita si fermava ad Imar (Tell Mes- kene) e a Dudulu (Tuttul sul-Balikh), in prossimità della quale aveva inizio il territorio di Ma- ri (Tell Hariri).

Questa distribuzione geografica dei territori conosciuti dall’amministrazione eblaita non trova tuttavia una corrispondenza omogenea nei testi degli Archivi. Molti dei toponimi per i quali si è potuto accertare l’esistenza di un “regno” possono essere geograficamente collocati lungo la valle dell’Eufrate, un’area che aveva per Ebla un chiaro valore strategico e politico, sia per il controllo del commercio fluviale, sia per la costante influenza di Mari a sud.58

56 Wilkinson 2004: 21. 57 Cooper: 29.

A nord invece la situazione si rivela essere più complessa: la zona settentrionale è infatti spesso definita in letteratura come “regione dei badalum”, in virtù della frequente menzione di questi funzionari incaricati del re in riferimento a toponimi da collocarsi sicuramente in quest’area geografica. Non tutto il territorio a nord è tuttavia da considerarsi parte della regio- ne dei badalum: i territori siti a nord di Ebla e ad est dell’Eufrate, nella steppa siriana, costi- tuiscono infatti una differente area geografica, i cui frequenti contatti con Ebla sono ampia- mente dimostrati dai testi di cancelleria. La regione dei badalum era certo di grande interesse per Ebla, come testimoniano i numerosi riferimenti ai toponimi di quest’area, nella quale l’in- fluenza eblaita risale già alle prime fasi degli Archivi Reali (trattato Ebla-Abarsal).

Il triangolo del Khabur è invece da considerarsi un’area geografica sita al di fuori del diretto controllo eblaita: Nagar è frequentemente menzionata nei testi, e i rapporti di Ebla con i centri di questa regione, pochi dei quali sono citati negli Archivi, sono in larga parte di carat- tere commerciale. Va infatti notata non solo la distanza geografica del triangolo del Khabur rispetto ad Ebla e al suo territorio, ma anche all’equivalente distanza che separa sia Mari che Ebla dalle regioni più lontane del fiume Khabur.

Questa situazione politica e geografica ha determinato che assai di frequente negli studi riguardanti Ebla e la sua storia, sia in contributi scientifici che in opere di carattere divulgati- vo, gli studiosi più autorevoli abbiano fatto riferimento ad un “impero di Ebla”.59 Se è vero

che la grande quantità di toponimi citati negli Archivi, e la distanza geografica che separa Eb- la e alcuni siti noti (come ad esempio la stessa Mari), testimoniano un orizzonte geografico estremamente vasto, il termine “impero” comporta delle implicazioni di carattere politico e istituzionale che non solo non si adattano alla reale situazione trasmessa dagli Archivi, ma non possono neanche corrispondere alla coscienza che l’amministrazione e la struttura politi- ca eblaita aveva di sé. Il termine “impero” può essere quindi fuorviante, poiché allude ad un potere assoluto che per la Ebla del III millennio a.C. è ben lungi dall’essere dimostrabile. L’autorità politica di Ebla è inoltre estremamente sfuggente e mutevole nel tempo: i regni ci- tati nei testi, identificati sulla base della menzione nei testi di un sovrano ad essi riferito, non devono essere infatti considerati come soggetti ad Ebla per tutta la durata degli Archivi. Non è 59 Vedi in particolare Astour 1988b. Si fa riferimento qui ai titoli di alcune opere di carattere divulgativo, come il

volume di G. Pettinato, Ebla: un impero inciso nell’argilla (Mondadori 1979) e P. Matthiae Ebla: un impero

inoltre chiaro come gli stessi protagonisti avessero coscienza del loro ruolo, o di come essi stessi si ponessero nei confronti dei loro interlocutori: le nostre congetture sull’esistenza di un “impero” o di un “regno”, sia riguardo ad Ebla che a molti dei toponimi citati nei testi, si ba- sano infatti sulla pallida testimonianza che gli Archivi ci offrono di una situazione politica e geografica che certo doveva essere estremamente sfaccettata e dinamica.

Documenti correlati