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Forse uno degli studi che potrebbe rispondere con più

consapevolezza all’invito rivolto da Natsios e Young a una maggiore

conoscenza delle tecnologie di sorveglianza è Armature Globale1,

attivo a Milano e fondato nel 2016 da Luigi Alberto Cippini, curatore per Fondazione Prada e architetto. Un interesse nato sin dalle prime mosse dello studio in quello stesso anno, in concomitanza con il progetto artistico Belligerent Eyes | 5K Confinement, curato da Cippini nella sede della Fondazione a Ca’ Corner della Regina a

Venezia, in collaborazione con il regista Giovanni Fantoni Modena2.

Pensato come un punto di incontro tra figure professionali che ruotano intorno alle arti visive, alla produzione cinematografica e

1 http://armature.global/

2 Si rimanda al catalogo dell’iniziativa: Cippini L.A., 5K

Confinement: Hd Environment Surface Surveillance, Fondazione

Prada, Milano 2017. Altra documentazione è reperibile presso

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musicale, Belligerent Eyes assume anche una forma di allestimento massiccia, quasi architettonica (è tra le altre intenzioni di Armature Globale “ridare agli architetti il compito di allestire e lasciare agli

artisti la creazione delle opere”3), la quale studia le modalità possibili

di produrre video all’interno della scatola espositiva: una scatola però aperta, composta da una pavimentazione tecnica rialzata e da delle pareti attrezzate che si appoggiano e coprono in posizione avversariale gli alzati barocchi degli interni di Cà Corner. Tuttavia, è anche un allestimento aperto specificamente per la propria funzione: durante i mesi del progetto questo luogo ha visto susseguirsi diverse figure che hanno instaurato un dialogo di speculazione e produzione culturale su temi quali economia in tempo di guerra, produzione di videoreportage bellici, intelligenza artificiale e machine vision nella processazione di materiale video, rapporto tra neurologia, filmografia e tracking emotivo e, infine, sorveglianza. Chiaramente tutti questi argomenti sono accomunabili a quelli della trattazione della tesi, nel loro carattere tecnologico (acquisizione video, audio, di dati scientifici, topologici e termici).

Il dialogo cui si è accennato è stato portato avanti in Belligerent

Eyes coinvolgendo figure di artisti come Trevor Paglen e Adam

Harvey, di registi (Mauricio Gris) e attori (Stacy Martin), di accademici quali Sylvère Lotringer e Christian Marazzi e di scienziati (Vittorio

Gallese)4, prevedendo anche una fase in cui la dialettica diventa

pratica, in cui lo spazio prima utilizzato come luogo di incontro e di lecture diventa invece uno studio di registrazione e produzione per tre progetti cinematografici di approfondimento delle questioni discusse. La stessa tecnica riflette l’ambito speculativo trattato nel progetto: non si tratta di un normale studio di posa, ma di un apparato ipertecnologico provvisto di un’amplia gamma di

dispositivi provenienti dai contesti che si trovano al centro del

programma di dibattito di Belligerent Eyes, dispositivi che coincidono 3 Citazione di Cippini L.A., da una conversazione privata con

l’autore della tesi. 4Public lectures, Belligerent Eyes, video ufficiale di

documentazione, https://vimeo.com/237756377

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completamente con quelli trattati nella tesi e protagonisti della relazione tra architettura e sorveglianza.

L’obbiettivo esplicito è capire cosa succederebbe se l’arte iniziasse a parlare di queste tematiche attraverso il loro stesso linguaggio specifico, se per produrre un video di riflessione artistica attorno al fenomeno della sorveglianza si utilizzassero le videocamere di sorveglianza stesse. Allo stesso modo l’intuizione dello statement fondativo di Armature Globale è ricercare un punto di vista teorico e progettuale situato all’interno del dibattito e della pratica della sorveglianza, che, se non è l’unico interesse delle attività dello studio, è sicuramente uno dei più ricorrenti dello sguardo interdisciplinare ma comunque fortemente radicato nell’identità architettonica di Armature Globale. Infatti, sebbene spesso il suo lavoro sconfini e si cimenti in campi come la creazione di materiale audiovisivo, la curatela artistica e la critica architettonica, lo studio è fortemente improntato alla realizzazione di allestimenti e interventi di diversa scala edilizia: per il fondatore, Armature Globale è una modalità di trasporre nell’esercizio progettuale e intellettuale dell’architettura gli interessi e le questioni che erano emersi precedentemente nella propria attività curatoriale.

Proprio per questo il primo intervento che dà inizio alla pratica architettonica di Luigi Cippini è significativo, perché esplicita il passaggio appena descritto dalla speculazione tematica e dalla riflessione sui temi della sorveglianza alla manipolazione, invece, diretta di quelli che sono i materiali con cui la sorveglianza stessa si manifesta: i suoi strumenti di applicazione, i processi con cui si effettua e si propaga, il design con cui si progetta. La scala supera quella dell’installazione artistica, diventa un dispositivo propriamente

progettato: il volume dello spazio espositivo è inserito nello spazio ospitale di Cà Corner in maniera ingombrante, rinunciando a un dialogo che non sia di ripulsione, “dimenticando il radicalismo e

concentrandosi sull’aggressione”5.

5 Cit. comunicato stampa della mostra Schengen Baroque

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Questo “tutto dentro”, per usare un’espressione di Negri e

Hardt6, non è però infecondo. Si tratta invece una condizione

necessaria per permettere la massima efficienza e libertà di sperimentazione nelle attività che lo spazio ingloba, fino alla chiusura e alla composizione di una bolla introversa. La microsfera ricreata artificialmente in Belligerent Eyes non è leggera, non è comoda né minimalista nella sua concezione: i tramezzi sono spessi, iperattrezzati, non sono semplicemente appoggiati alle mura esistenti ma necessitano di una struttura ex novo; luci al neon dimmerabili sono incassate al rivestimento tecnico e algido con cui le pareti sono imbottite e, al centro della stanza, sono previste anche delle postazioni, alcune provviste di rilevatori biometrici, interfacce computazionali e videocamere a rilevamento termico.

Potrebbe ricordare la visione utopistica del socialismo cileno del

progetto Cybersyn7, ma con premesse molto distanti: in Belligerent

Eyes | 5K Confinement l’ideazione di un involucro funzionale, spaziale e di scambio culturale non nasce da una visione sociale e governativa, ma dalla tecnica stessa, dall’assemblaggio dei dispositivi stessi che permettono la creazione di sistemi di monitoraggio.

Il progetto è anche un’indagine sull’estetica della sorveglianza e sulla percezione che le persone hanno delle tecnologie di

controllo. Non solo è un tema delle lecture del ciclo di incontri di

Belligerent Eyes e della progettazione dell’apparato espositivo, ma anche dei video nati al suo interno, che riflettono su “come i live

streaming e i data feeds modificano il nostro senso del tempo e

dello spazio”8, sulle emozioni suscitate dal ricordo, dalla narrazione

e dalla partecipazione a eventi di minaccia e di pericolo9 e sulle

differenti visioni, umane tecnologiche e scientifiche, che si possono

6 Negri A., Hardt M., Impero: il nuovo ordine della

globalizzazione, Rizzoli, Milano 2001.

7 Medina E., Cybernetic Revolutionaries: Technology and

Politics in Allende’s Chile, MIT Press, Cambridge 2011.

8 AAVV., No-body, https://vimeo.com/237756377 9 AAVV., Habeas Corpus, https://vimeo.com/220323986

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éêArmature Globale, allestimento del progetto Belligerent

Eyes | 5K Confinement c/o Fondazione Prada Venezia, Palazzo Cà

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éêArmature Globale, STR 01/STR 02 /Reinforced Glass STR, 2018, nella mostra collettiva Schengen Baroque Pasolini

c/o Converso, 2019.

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esperire a partire dallo stesso frame di osservazione10. La parte

finale del programma ha previsto la virtualizzazione delle ricerche in una piattaforma online, presso la quale, attraverso il medium dello streaming, continuare il dialogo sui temi cardine affrontati, circoscrivendo però la messa a fuoco attorno al concetto di censura, la quale “non è solo ossessione per l’anonimità, ad esempio per un consumo meno disturbante dei contenuti, ma anche una strategia di gestione del rischio applicabile a qualsiasi linguaggio – sia esso

cinematico, visivo, spaziale o grafico”11.

“Il Progetto di Censura prevederà quindi il concetto di confinamento come una nuova forma di azione, mentre l’ammonimento verrà studiato come una macchina tesa alla produzione testuale di ostruzione. Questo sforzo collettivo della durata di un mese ricercherà nuovi parametri e aggiornamenti per le restrizioni di tipo comunicativo e visivo, oltre che dedicarsi all’inquadramento della censura come un nuovo progetto di attivo interesse per il futuro delle immagini, considerata come il risultato dei visual trends contemporanei generati dal processo di soppressione

e riduzione di qualsiasi complicazione riguardante lo status quo delle

sovrastrutture sociali e della diffusione dei contenuti multimediali”.

Belligerent Eyes Phase V: Censorship Design12. Proprio confinamento e sorveglianza uniti assieme sono il tema progettuale del modello architettonico presentato da Armature Globale per la mostra collettiva Schengen Pasolini Baroque tenutasi presso la galleria Converso nel 2019, all’interno della chiesa di

San Paolo Converso a Milano13. La maquette, dal titolo STR 01/

STR 02 /Reinforced Glass STR, è un prototipo per un progetto non realizzato, ideale, privo di contesto, ma che tuttavia trova traccia in molte delle proposte che ha coinvolto Armature Globale nei primi

10 AAVV., New Never, https://vimeo.com/237746556 11 Display.xxx, Belligerent Eyes | Phase Five: Censorship

Design, video ufficiale di documentazione, https://vimeo. com/177393443

12 Ibid.

13 Schengen Baroque Pasolini c/o Converso, 2019,

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progetti commissionati da privati. La tipologia affrontata è quella della residenza, che è in realtà più una roccaforte di isolamento, dalla tecnologia extra-ordinaria di natura bellica.

Gli “assemblaggi precari di materie plastiche composite, pezzi di vetro, Kevlar e tessuti in fibra di carbonio uniti casualmente”, studiati da Armature Globale insieme a GR10K, sono affrancati all’assetto strutturale di messa a sicurezza dell’edificio, co-progettato dallo studio di ingegneria DDR, e di sicurezza anche nel senso di sorveglianza della soglia tra interno e esterno, in un sistema abitativo

“hyper-safe” e “hyper-structural”14.

Sebbene sia solo un modello di proof of concept, nella sua concezione estrema e nel suo portare avanti senza mezzi termini i caratteri tipici dell’orizzonte teorico-progettuale dello studio di Luigi Cippini, STR 01/STR 02 /Reinforced Glass STR è la manifestazione più esplicita e architettonica dell’interesse di Armature Globale nei confronti delle questioni inerenti alla sorveglianza, alla censura, al confinamento e a un’idea di edificio che richiami alcuni fenomeni collettivi e individuali della società contemporanea. Oltre che a essere interessante per questo intento programmatico, questo progetto come già detto è rappresentativo di tutta la produzione progettuale dello studio, riuscendo a esprimerne con evidenza icastica i contenuti formali, teorici e tecnologici ricorrenti.

L’approccio di Armature Globale, nonostante all’apparenza possa dare l’idea di essere ostico e asettico, è in ogni caso imprescindibile per capire quali orizzonti può riservare il rapporto tra architettura costruita, spazio e sistemi di sorveglianza.

14 Cit. comunicato stampa della mostra.

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Per riuscire appieno nell’intento di costruire un bagaglio di strumenti analitico-operativi finalizzati a confrontare progetto architettonico e sistema di sorveglianza dello spazio costruito, è necessario descrivere quelle che sono le unità fondamentali che compongono questa relazione. In questa parte della trattazione verranno quindi presi in considerazione diversi dispositivi e reti di controllo, prima sotto un punto di vista di classificazione tecnologica e, poi, spaziale. Non solo verranno considerati questi elementi come unità singole, ma anche come parte di strutture tecnologiche e spaziali, facendo attenzione a sottolineare quando l’apparato è unicamente tecnologico e quando invece è solamente spaziale e ricercando i punti in cui questi due fronti convergono. La spazialità e l’organizzazione di questi sistemi può essere decentrata o meno, così come può essere più o meno pervasiva o, altrimenti, più chiaramente stabilita entro i limiti netti della struttura dell’edificio. È quindi

necessario sottolineare dove questa influenza fisica dell’edificio e del suo assetto si fa più stringente e dove, invece, la natura fluida della tecnologia prolifera in maniera più occultata e astratta. In entrambi i casi si cercherà di capire quale morfologia spaziale assume l’assemblaggio dei diversivi meccanismi, più o meno eterei, di sorveglianza.

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