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Arte e cultura LGBT

Nel documento Arte e Attivismo in Brasile (pagine 159-200)

Nel XX secolo l'antropologia ha aggiornato l'approccio dell'alterità aprendosi all'ascolto di identità e collettività silenziose, mentre il XXI secolo inaugura l'urgenza di uno spazio aperto al dialogo. È necessario pensare all'arte come ad un'interazione con il pubblico e i suoi spazi comunitari, al fine di rivitalizzare ed educare.

Nel 2017 la mostra Queermuseu: Cartografias da Diferença na Arte Brasileira [Queermuseo: Cartografia della Differenza nell’Arte Brasiliana] era stata chiusa in anticipo a causa dell’ondata di critiche e accuse ricevute, tra cui quelle di zoofilia e pedofilia. Nel 2018 la mostra era stata riaperta (grazie ad un’iniziativa di crowfounding237), questa volta a Rio de Janeiro assieme alla

piattaforma Núcleo de Ação Educativa, pensata a partire dalle pratiche e dalle politiche queer, al fine di rendere più frequente la realizzazione di dibattiti nel corso dell’esposizione. Il curatore Ulisses Carrilho afferma che:

Crediamo in una società dove è possibile comprendere i diversi modi di essere e nelle quale tutti siano considerati validi, ma soprattutto (crediamo) nel riconoscimento delle singolarità e collettività, di ciò che condividiamo e di ciò che ci è comune. Chiaramente, preferiamo considerare le differenze come una possibilità di incontro, in cui ogni corpo ha autonomia e libertà di enunciare la propria esperienza, elaborarla e, se lo desidera, condividerla.238

L’obiettivo dell’esposizione era quello di investigare e analizzare la questione LGBT (non quello di illustrarla); di mostrare come il solo fatto di estraniarsi dai canoni socialmente condivisi possa aiutare a pensare all’arte e quindi a sviluppare un pensiero laterale.

Queermuseum è stato creato come piattaforma transmuseologica per il dibattito e il dialogo su questioni di espressione e identità di genere, comprendendo anche la diversità della forma artistica e la sua impenetrabilità nel canone della storia dell'arte. Questo assume che la storia

237J.DIAS CARNEIRO, ‘Queermuseu’, a exposição mais debatida e menos vista dos últimos tempos, reabre no Rio,

16/08/2018, BBC News Brasil no Rio de Janeiro, <https://www.bbc.com/portuguese/brasil-45191250> [Ultima consultazione 30/05/2019]

238 QUEERMUSEU: Cartografias Da Diferença Na Arte Brasileira, Escola de Artes Visuais do Parque Lage, Pdf Online

<http://eavparquelage.rj.gov.br/wp-content/uploads/2018/02/EAV_release_Queermuseu_bilingue.pdf> [Ultima consultazione 30/05/2019]

dell'arte -e di conseguenza il canone artistico che produce insieme al museo- è esclusivo e discrezionale. Questa confluenza tra le questioni di genere e le irriducibili prerogative del canone ha generato ramificazioni la cui capillarità è immensa.239

Atti di odio come la chiusura della mostra Queermuseu, di intolleranza nei confronti degli artisti, le loro opere e quindi contro i soggetti che usano il mezzo artistico per esprimere sé stessi, non diventano il ritratto di un’‘arte degenerata’ ma bensì dell’ignoranza diffusa che domina la società.240

Viviamo nel paese in cui è vietato il topless, ma l'eiaculazione sul bus è tollerata. Un paese in cui un’esibizione considerata profana viene cancellata, mentre il presidente della Repubblica è accusato e assolto da numerosi crimini, nonostante prove concrete. Il paese in cui un insegnante non può avere un partito, ma può seguire un credo religioso e fare propaganda, anche nella scuola pubblica. Sai cos'è un crimine contro l'infanzia? Insegnare il creazionismo nelle scuole, la mancanza di asili nido, la coda al SUS [Sistema Único de Saúde], il salario minimo, i 14 milioni di disoccupati, la fame, la miseria, la violenza crescente nelle strade e soprattutto la corruzione, la madre di tutti i reati citati. Il popolo brasiliano è orgoglioso di dire che ama i bambini, ma sei milioni di bambini in Brasile vivono in condizioni di estrema povertà - molti di loro per strada. Nessuno sembra tanto scioccato da questo come dall'esposizione del MAM. Se abbiamo imparato qualcosa dalla dittatura militare, sapremmo che l'arte non dovrebbe mai essere censurata. L'arte è solo il riflesso dell'umanità.241

239 G. FIDELIS, O debate pela libertade de expressão, «SELECT», anno 07, 03/04/05/2018, pp. 102-103

<https://issuu.com/editora3/docs/select38_ok> [Ultima consultazione 23/05/2019]

240 D.PHILLIPS, Brazilian queer art exhibition cancelled after campaign by rightwing protesters, 12/09/2017, The

Guardian, <https://www.theguardian.com/world/2017/sep/12/brazil-queer-art-show-cancelled-protest> [Ultima consultazione 23/05/2019]

241 M. SARAIVA, Arte Observada: Bia Leite, RevistaCircuito, 20/10/2017,

Bia Leite esponeva due opere in tale mostra: Travesti da Lambada e Deusa das Águas, opere raffiguranti bambini in pose e gesti che non rispondono ai canoni condivisi di eterosessualità. Nonostante le opere furono considerate un’apologia alla pedofilia, il proposito dell’artista era quello di mostrare ai bambini che qualsiasi esistenza ha il diritto di essere rispettata. Nelle tele i personaggi sorridono e il testo esalta questi bambini considerati ‘deviati’ chiamandoli divinità e supereroi. Originaria di Fortaleza, l’artista attraverso pittura, incisione e disegno, tratta di tematiche come il genere, la sessualità e la forza queer;242 Bia Leite si oppone alla

rappresentazione classica di corpi che fin dalla nascita sono carichi di significati imposti dalla società e non adotta i modelli standard, anzi, cerca di mostrare una possibile via alternativa: quella di essere ciò che si vuole veramente essere. Si tratta di una maniera attenta e delicata per parlare di infanzia e violenza, al fine di aprire delle vie di dialogo per la prevenzione da possibili aggressioni future.

È necessario comprendere cuir/queer non come un'identità fissa, ma come un campo di articolazione politica di alterazioni e pratiche di decolonizzazione del corpo stesso, specialmente in tempi di violenti processi di standardizzazione all’interno di una società che già è di controllo -con evidente pregiudizio classista, razzista, patriarcale, maschilista, omolesbobitransfobico, autoproclamato neoliberale e neopentecostale- che insiste nel controllare i nostri affetti.243

242 Bia Leite, Alfinete Galeria <http://alfinetegaleria.com.br/artistas/bia-leite/> [Ultima consultazione 04/06/2019] 243 G. ALTMAYER,Apontamentos para uma cartografia: o cuir/queer como território em expansão, «SELECT», anno

07, 03/04/05/2018, pp. 38-39 <https://issuu.com/editora3/docs/select38_ok> [Ultima consultazione 23/05/2019] Fig. 96-97 Bia Leite

Série Criança Viada, 2013

Nella storia dell'arte uno dei temi maggiormente trattati è quello del corpo umano, in quanto era profondamente legato a come l'artista vedeva la realta che aveva di fronte e quelli che erano i canoni esterni legati agli aspetti sociali; era necessario distinguere ciò che era realmente l'anatomia del soggetto e la rappresentazione più 'desiderabile' imposta dalla società, la quale si limitava alle nozioni binarie classiche di maschile e femminile.

In Brasile la questione della LGBTfobia spesso è correlata alla censura, come nel caso delle fotografie Todos podem ser Frida di Camila Fontenele che non ricevettero l'autorizzazione all'esposizione da parte della Prefettura di Città Votuporanga poichè raffiguranti soggetti legati ad una minoranza considerata inappropriata.

Fig. 99 Camila Fontenele O aborto de Frida, 2012 Serie Todos Podem Ser Frida Fotografia

Fig. 98 Camila Fontenele

Serie Todos Podem Ser Frida, 2012 Fotografia

Fig. 100 Camila Fontenele

Serie Todos Podem Ser Frida, 2012 Fotografia

Frida Kahlo con la sua arte e la sua personalità ha lasciato un segno profondo in tutto il mondo; la sua vita è stata tortuosa e ricca di difficoltà: il matrimonio tormentato con Diego Rivera, l'incidente in gioventù che più avanti le impedì di muoversi e l'aborto. L'artista utilizzò sé stessa e soprattutto tutto il suo dolore per esprimersi attraverso i suoi dipinti.

Il progetto artistico è iniziato nel 2012 con cinque serie di fotografie, in cui la fotografa ha ritratto degli amici maschi con i tipici vestiti e colori dell'artista. Le fotografie di Camila Fontanele Todos podem ser Frida si ispirano a questa personalità forte per mostrare che la vera bellezza si manifesta anche in quello che socialmente viene interpretato come diverso o 'sbagliato'. Ognuna di esse rappresenta una differente caratteristica di Frida: 'Frida por Inteiro,

O Amor de Frida, A Dor de Frida, O Aborto de Frida e As Cores de Frida'. Tuttavia il progetto si è

sviluppato ulteriormente, attraverso vari interventi fotografici realizzati durante degli eventi o nei musei, con il tentativo da parte dell'artista di spiegare le personalità e le identità dei soggetti fotografati. La fotografa spiega che la scelta dei soggetti di diverso genere è stata voluta per mostrare che l'immagine di Frida è presente nelle varie sfumature dell'essere umano, cosicché riesce a portare nel suo progetto artistico la discussione sul genere e sulla sessualità, in particolare sulla bisessualità.

Affermare che il genere è performativo significa dire che gli atti di genere creano un contesto in cui questo diventa il 'vero genere'; tuttavia non è un singolo soggetto con un unico atto che 'crea' questo pensiero, ma la ripetizione collettiva e tutto ciò punta a creare una discussione ed a comprendere le questioni legate all'ambito LGBT.

Rosa Luz invece si espone in prima persona nelle sue opere, visual artist e rapper, si racconta attraverso il suo canale di youtube Barraco da Rosa nel quale parla della sua esperienza come transgender e esprime le sue considerazioni in ambito artistico. In un’intervista rilasciata all’HuffPost Brasil dichiara che se il canale di youtube non avesse funzionato probabilmente avrebbe dovuto affrontare la via della prostituzione per sopravvivere, in quanto per una persona transgender è molto difficile riuscire a trovare un lavoro.244

Nel 2016 presso la Rodoviária do plano piloto [Stazione degli autobus] di Brasília (DF), uno dei luoghi con più movimento della città, l'artista Rosa Luz esegue una performance che consisteva nel farsi filmare da un suo collaboratore mentre lei era in posa su una scalinata con il seno scoperto, per mostrare la reazione dei passanti e far riflettere su di essa. Durante l'atto si possono notare diversi effetti sul comportamento degli individui: si scorge un uomo che si avvicina a lei per toccarla e dopo un suo rifiuto cerca di attaccarla; una riflessione degna di nota è data dal fatto che l’uomo sentisse il diritto di toccarla, di interagire con quel corpo marginalizzato, probabilmente come dimostrazione di potere. Nel mentre un secondo uomo che le fa notare urlando che l’azione in atto non era rispettosa verso i bambini e una donna grida che Dio vuole uomo e donna, che i figli non vanno incentivati a diventare gay, in quanto l’essere gay non è ‘cosa di Dio’ perché non può creare una famiglia (in contemporanea, il marito continua ad affermare che nonostante tutto l’artista è molto bella, come se la sua condizione lo precludesse).

244T.SABADINI, Rosa Luz: A artista que faz de seus versos e rimas uma luta contra a transfobia, 18/06/2018, Huffpost

Brasil, <https://www.huffpostbrasil.com/2018/06/14/rosa-luz-a-artista-que-faz-de-seus-versos-e-rimas-uma- luta-contra-a-

transfobia_a_23451465/?guccounter=1&guce_referrer=aHR0cHM6Ly93d3cuZ29vZ2xlLmNvbS8&guce_referrer_s ig=AQAAADrsrlb1L4hw9hwJKgk6sC2tkBHEbdWJxY5Eg4BwV1ba3fllIXOWudQ6w5wVqlq-GhB4D-

q3peYi5xq4TH8gLzsdETOK16NKzsxPTDpc1Vblihn-xWJTuanUfHlEMAcso1VeXNzlCVfLTbj-RuDxh-qQT0_jynElWu- iaIoPIPlb> [Ultima consultazione 03/06/2019]

Fig. 101-102 Rosa Luz Afrontando Ideias! 2016 Performance

Altro elemento degno di analisi è il fatto che diverse persone si interessano alla performance, facendo domande di diversa natura al collaboratore che stava filmando. L’artista e il collaboratore nelle loro considerazioni finali affermano che a loro parere, coloro che hanno agito in tale maniera erano a loro volta soggetti al margine della società, con carenza di cultura. Questo tipo di performance permette la circolazione delle idee: fa sì che un’altra prospettiva entri in circolo e rende possibile la discussione e il confronto. L'artista dichiara che il solo fatto di non essere stata arrestata è rilevante, in quanto perché questo avvenisse, ci doveva essere un riconoscimento da parte degli agenti di polizia del suo essere donna, mentre dallo stato non è riconosciuta in questa maniera.245

L’artista iniziò la sua produzione artistica attraverso il medium della fotografia per poi arrivare alla video-arte e alla performance, Rosa Luz sostiene che la sua produzione artistica entrò in contatto con l’attivismo in maniera molto fluida, come necessità, non essendo libera di esprimersi negli spazi considerati istituzionali; il canale di youtube quindi è la soluzione utilizzata dall’artista per fuggire da tutti gli stereotipi che riguardano la prostituzione e i transgender.

245 Afrontando Ideias!, Video di YouTube caricato da Rosa Luz Do Canal Barraco da Rosa

<https://www.youtube.com/watch?v=_kms4WYxTD4&has_verified=1> [Ultima consultazione 03/06/2019] Fig. 103 Rosa Luz, E Se a Arte Fosse Travesti

E Se a Arte Fosse Travesti [E Se l’Arte fosse Travestita] è un autoritratto che realizza nel 2016 in

occasione della pubblicazione del libro E se eu fosse Puta [E se io fossi Puttana] di Amara Moira246. La fotografia secondo l’artista riesce a catturare quello che è lo spazio -nel senso

figurato del termine- di un travestito nelle arti visive, uno spazio che storicamente non esiste in quanto è sempre stato sottratto alla vista dei più.247 L’opera fece parte dell’esposizione Não

podemos construir o que não podemos imaginar primeiro [Non possiamo costruire ciò che

prima non possiamo immaginare] a cura di Jota Mombaça e Thiago de Paula Souza. L’esposizione riunisce opere che discutono sulla costruzione di immaginari, di mondi che non esistono e di futuri possibili.

In Não podemos construir o que não podemos imaginar primeiro si medita sui mondi che non esistono ancora mentre tentiamo di escogitare modi per sfidare le costruzioni normative del mondo in cui ci troviamo. Speculiamo su possibili futuri - quando parliamo di una vita senza violenza da parte della polizia, per esempio, dove non siamo più classificati dai nostri segni (razziali, di genere, ecc.) e possiamo muoverci senza l’oppressione dello stato di brutalità e terrore che ci circonda 24/7, siamo, come nelle parole di Walidah Imarisha, ‘immaginando collettivamente un futuro, significa che possiamo iniziare a lavorare per farlo esistere’.248

246 Amara Moira, nata e cresciuta a Campinas, è una travestita, femminista, scrittrice e insegnante di letteratura.

Ha discusso una tesi di dottorato in teoria letteraria dall'Università Statale di Campinas nel 2018 e, con questo, è diventata la prima donna trans a ottenere il titolo da detta università usando il suo nome sociale. Si veda: F. CANOFRE, Uma conversa com Amara Moira, travesti e escritora que milita pela descriminalização da prostituição, 14/05/2017, Sul21, <https://www.sul21.com.br/areazero/2017/05/uma-conversa-com-amara-moira-travesti-e- escritora-que-milita-pela-descriminalizacao-da-prostituicao/> [Ultima consultazione 11/06/2019]

247 E Se A Arte Fosse Travesti? Com Rosa Luz, video di YouTube caricato da vivieuvi,

<https://www.youtube.com/watch?v=fABr5hzEsrE> [Ultima consultazione 11/06/2019]

248 T. DE PAULA SOUZA &J.MOMBAÇA Não podemos construir o que não podemos imaginar primeiro, Paço das Artes,

<http://www.pacodasartes.org.br/temporada-de-projetos/2017/curadoria.aspx> [Ultima consultazione 11/06/2019]

Fig. 104 Bárbara Wagner & Benjamin de Burca Swinguerra, 2019

Frame

Fig. 105 Bárbara Wagner & Benjamin de Burca Swinguerra, 2019

Bárbara Wagner (1980) e Benjamin de Burca (1975) vivono entrambi a Recife e collaborano dal 2001. Le loro opere si sviluppano a partire da una collaborazione con gli artisti che vengono presentati attraverso le loro performance, si tratta per lo più di opere video in forma di musical in cui musica e danza sfidano le convenzioni di genere, classe, razza e religione.

Nell’opera presentata alla 58° Biennale d’Arte di Venezia, Swinguerra, gli artisti analizzano l’esperienza di una comunità queer nata attorno ad una tipologia di danza significativa per il popolo brasiliano ed è attraverso la musica che gli artisti mettono in luce le tradizioni che rendono vivo questo paese. L'opera consiste in un'installazione video a due canali nella stanza principale, mentre nella stanza più piccola un'installazione site specific con i vari ritratti dei partecipanti alla nuova opera. Perciò il padiglione mostrerà attraverso due mezzi differenti la stessa opera d'arte.249

Wagner e de Burca hanno iniziato a lavorare al progetto nel 2015, dopo la realizzazione di Faz

que vai e dopo essere entrati in contatto con la swingueira (fenomeno culturale sviluppatosi a

Recife in cui dei gruppi di danza costituiti da minimo dieci persone, fino ad un massimo di cinquanta che si allenano per esibirsi in competizioni di danza; dai più è visto come un linguaggio piuttosto osceno e dedito a celebrare la violenza e il traffico di droga, tra le altre cose).

Tra quelli con cui ne ho parlato, pochi la conoscevano. Chiunque ne avesse mai sentito parlare immaginava un ‘proibidão’. Il nome potrebbe essere fuorviante, è vero. Ma in questi campionati non è permessa nemmeno una goccia d’alcool. Questo a giustificazione del fatto che la maggior parte dei giovani che fanno e integrano questo movimento urbano è ancora in età scolare. Se non fosse per questa cultura, potrebbero essere esposti al crimine e alla droga. La swingueira è inclusione.250

La swingueira è fatta da giovani e per i giovani, persone di una classe sociale meno abbiente e per le quali questo momento di divertimento fa la differenza; si tratta di una sorta di rivisitazione di tradizioni quali la maniera di muoversi tipica di Bahia, l’influenza dell’hip-hop americano e il racconto di una storia nel corso dello spettacolo (come nelle Escolas de samba del sudest).

249 Fundação Bienal de São Paulo, e-flux, <https://www.e-flux.com/announcements/253312/brbara-wagner-

benjamin-de-burcaswinguerra/> [Ultima consultazione 04/06/2019]

250 F.GOMES &I. DE MELO,A swingueira do movimento, da dança, das histórias e do comprometimento, 24/01/2018,

Vós, <http://www.somosvos.com.br/a-swingueira-do-movimento-e-do-comprometimento/> [Ultima consultazione 28/05/2019]

La swingueira è stata creata a Bahia, più precisamente nella periferia di Salvador ED è apparsa tra il 1998 e il 2000 a Bahia dalle dimostrazioni musicali di Margareth Menezes e Daniela Mercury, famose cantanti di Axé Music. Il primo gruppo di Swingueira venne quando un gruppo di amici si radunò in mezzo alla strada per suonare il samba.251

Questo fenomeno quindi nasce dalla necessità di una maggiore inclusione sociale ed è proprio su questa tematica che si concentrano Wagner e de Burca che attraverso l’opera video vogliono offrire uno sguardo del Pernambuco privo di stereotipi e in grado di mostrare ciò che è la cultura di quello stato. I due artisti combinano questioni politiche, economiche e razziali con la cultura popolare. Nell’opera infatti vengono riprese le prove di tre gruppi di danza, composti per lo più da ballerini transgender. Rappresentano un Brasile che non ci si aspetta di vedere, rendendo protagonista la comunità queer al fine di favorire la sua accettazione (con le politiche portate avanti dall’attuale Presidente, è necessario oggi più che mai).252

Wagner afferma che non è possibile scindere il video da loro prodotto dalle attuali politiche del paese, in primis perché si tratta di un lavoro esplicitamente politico, secondo perché si sta parlando di persone e la comunità queer ora è presa di mira dalle politiche statali (così come le donne). Il nazionalismo è legato ai concetti di classe e di razza, negli ultimi tempi anche di genere e le difficoltà legate a questa linea di pensiero sono difficili da comprendere attraverso uno sguardo rapido e superficiale. La danza è quindi espressione di uguaglianza in una terra di disparità e contraddizioni. 253

251 G.LIMEIRA DE LACERDA, O Pagode Em Documentos: Contribuições Para O Estudo Do Campo Musical Nos Anos 1990,

Universidade de São Paulo – USP, VII Simpósio Nacional de História Cultural, (dal 10 al 14/11/2014) <http://gthistoriacultural.com.br/VIIsimposio/Anais/Gabriela%20Limeira%20de%20Lacerda.pdf >[Ultima consultazione 04/06/2019]

252 G. BRIA, Biennale di Venezia. La guerra si fa danza nel Padiglione brasiliano, 10/05/2019, Artribune,

<https://www.artribune.com/arti-visive/arte-contemporanea/2019/05/biennale-venezia-intervista-padiglione- brasile/> [Ultima consultazione 04/06/2019]

253 Wagner&de Burca, Brasile, 14/05/2019, slow words, <http://www.slow-words.com/it/wagnerde-burca-

MEXA invece è un collettivo queer che tra le molte cose si occupa di attivismo sociale; il gruppo non si definisce come collettivo artistico ma di fatto utilizza principalmente forme d’arte quali performance e scrittura per promuovere l’incontro del ‘diverso’, di coloro che si trovano in una situazione di strada o anche solo di vulnerabilità. Il gruppo si è formato nel 2015 e attua attraverso diversi progetti svolti in centri di accoglienza nella città di São Paulo.

Ci sentiamo arrabbiati, ma non possiamo uscire da qui. Vogliamo sperimentare pienamente il

Nel documento Arte e Attivismo in Brasile (pagine 159-200)

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