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Il sistema idrologico dell’area di studio è molto articolato poiché costituito da numerosi corpi idrici naturali, come il fiume Lamone e la Piallassa Baiona e artificiali, come il Canale Destra Reno e tutto il sistema di canali di bonifica i cui livelli idrometrici sono dominati a nord dall’idrovora del “II Bacino-Casalborsetti” e a sud da quella di “Via Cerba”. È un sistema molto articolato caratterizzato anche dalla presenza di numerose paratoie e sottopassi e corsi d’acqua rettificati per dare spazio all’agricoltura. È un assetto idrografico completamente controllato dall’uomo.

2.4.1. Reticolo idrografico superficiale

L’acqua dolce che alimenta le zone naturali ravennati deriva dai bacini idrografici dei fiumi Reno e Lamone e dalla rete scolante del comprensorio di bonifica; a queste fonti si è recentemente aggiunta la possibilità di utilizzare acqua derivante dal bacino idrografico del Po attraverso il Canale Emiliano Romagnolo (CER).

Considerando il piano di gestione del sito “San Vitale” (Comune di Ravenna, 1998) è stato definito l’attuale modello di circolazione delle acque superficiali (Fig. 2.11); è un sistema abbastanza complesso che comprende diversi corpi d’acqua naturali e artificiali, bacini d’acqua dolce (es. Valle Mandriole) e salmastra (es. Chiari della Piallassa Baiona ) e numerosi manufatti di regimazione idrica (paratoie, sottopassi, ect.). Vengono di seguito descritte le principali aree e il loro reticolo idrografico superficiale.

Valle Mandriole : è una valle pressoché interamente pianeggiante e perennemente inondata ed è il lembo settentrionale della cassa di colmata del fiume Lamone. Può ricevere acqua dal Fiume Reno tramite la canaletta Enichem e dal fiume Lamone attraverso un sifone che, passando sotto il fiume stesso, connette la Valle con Punte Alberete. Le acque possono defluire nello Scolo Rivalone (poi nel Canale Destra Reno per arrivare in Adriatico a Casalborsetti) e anche nel Bardello, all’interno della pineta di San Vitale. Questa valle può essere utilizzata come riserva idrica per l’acquedotto del Comune.

Punte Alberete: le acque che l’alimentano provengono dal fiume Lamone tramite il Canale Nuovo (costruito nel 1991), che corre parallelo al fiume stesso fino ad incontrare un partitore che paralizza il flusso in direzione dello scolo Fossatone e verso il Taglio della Baiona. Le acque che si dirigono verso il Fossatone possono entrare nelle Punte dall’angolo S-W oppure essere immesse nel canale da dove possono alimentare la palude entrando attraverso un’altra chiavica situata nell’angolo S-E. All’interno delle Punte l’acqua assume percorsi preferenziali in direzione N-E, convergendo verso un’ uscita che si trova all’estremo nord-orientale; da qui defluisce attraverso il Taglio della Baiona fino alla Pialassa.

Fig. 2.11 – Circolazione superficiale dell’area di studio (le frecce indicano la direzione principale dell’acqua).

La Pialassa Baiona : è una laguna salmastra per gran parte in collegamento col mare e quindi sottoposta al naturale ciclo di marea; è caratterizzata da una fitta rete di canali che collega no aree semisommerse aventi una profondità quasi sempre inferiore al metro. La profondità dei canali varia fra 2 e 3 metri rispetto al livello medio marino con punte massime di 5 metri e minime di 50 cm in condizioni di bassa marea. Non tutti i chiari sono aperti al mare; i chiari di Mezzo (o Cavedone), del Comune e del Pontazzo sono stati arginati. Il Canale Baiona svolge un’importante funzione idrodinamica poiché nella fase di bassa marea raccoglie le acque di scolo dei canali interni alla Pialassa convogliandole al mare tramite il Canale Candiano, viceversa nella fase di alta marea creando così un periodico flusso e riflusso delle acque. Le acque immesse nella Pialassa provengono dal bacino idrografico direttamente afferente e dal fiume Lamone come citato sopra.

Pineta di San Vitale: è attraversata da numerosi corsi d’acqua e scoli. Spostandosi da Nord a Sud si trova il Cana le Taglio della Baiona, che si sviluppa dalla zona umida di Punte Alberete e la cui portata varia da 18 a 170 l/sec (Angelini & Strumia, 1994). Nel 1994 si è cercato di impedire la risalita dell’acqua marina lungo il corso del canale con la costruzione di una chiavica che, in condizioni d’alta marea, impedisce la risalita del cuneo salino.

Procedendo verso sud, la pineta è attraversata dal Canale Fossatone che alimenta, oltre alle Punte ed alla Pialassa, l’impianto di potabilizzazione della città e lo stabilimento industriale Enichem tramite l’omonima canaletta che attraversa la pineta per gran parte della sua lunghezza. La portata del Canale Fossatone è varia ed in funzione del fabbisogno dei due utenti principali che gestiscono la canaletta e della piovosità nei bacini idrografici a monte.

Procedendo verso sud troviamo il Canale Via Cerba, che tramite idrovora immette le acque di un bacino sostanzialmente agricolo di circa 7700 ha; a monte dell’idrovora riceve lo scarico diretto dell’impianto di depurazione della vecchia discarica di Ravenna e le acque meteoriche provenienti dal nuovo polo di smaltimento rifiuti. La portata massima è di 15 m3/sec (Angelini & Strumia, 1994).

A sud la pineta è delimitata dallo Scolo Canala, canale circondariale sud della cassa di colmata del Lamone che tramite idrovora convoglia le acque drenate dal bacino unificato Canala - Val Torto di circa 7000 ha. La portata massima è di 18 m3/sec (Angelici & Strumia, 1994).

Le idrovore che scaricano le acque nei canali afferenti, entrano in funzione solo quando il livello delle acque raggiunge un certo valore. A queste immissioni discontinue si aggiungono quelle industriali anch’esse irregolari essendo legate al grado di utilizzo degli impianti. È quindi difficile descrivere per il sistema in esame una situazione media di funzionamento.

2.4.2. Sistema di bonifica

Il territorio comprendente la pineta di San Vitale e le aree adiacenti ad essa si colloca nel bacino di pianura ed è sottoposto a bonifica meccanica per quasi la sua totalità.

L’area di studio è divisa in diversi sottobacini a drenaggio meccanico ed è governata da una serie di idrovore gestite dal Consorzio di Bonifica della Romagna Centrale (Fig. 2.12)

Fig. 2.12 - Suddivisione dell’area di studio in bacini secondo quanto riportato dal Consorzio di Bonifica della Romagna Centrale. In mappa sono riportate anche le idrovore ed i toponimi dei principali

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