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I responsabili della sanità sovietica1 affermano che le psicopatie non costi-tuiscono un grave problema per il loro paese, dove sono da anni in decisa diminuzione. .

E' certo che il sistema delle visite mediche obbligatorie (v. p. 28) consente diagnosi2 e interventi terapeutici precoci.3

Si dà anche una grande importanza alla profilassi, che, conformemente alla dottrina pavloviana, consiste in un rafforzamento del sistema nervoso fin dal-l'infanzia (adeguate condizioni ambientali, buona educazione), e in un'attività lavorativa gradita.4

Effettivamente il numero di posti letto psichiatrici (circa 150.000 nel 1960) è relativamente scarso5 rispetto alle altre specialità ( 9 % )6 ed ai quozienti con-siderati ottimali dall'Organizzazione Mondiale della Sanità; ma ciò si spiega anche considerando che prevale la tendenza al trattamento domiciliare rispetto al ricovero: 7 i malati psichici non ospedalizzati hanno diritto all'assegnazione di un alloggio con camera singola (e ciò ha un particolare significato se si ricorda la gravità della situazione edilizia); se poi, avendo subito una perdita totale o rilevante della capacità lavorativa, necessitano di assistenza personale, percepiscono un sussidio mensile « di patronato ».

Ai parenti dei malati psichici sono dirette speciali opere educative e divul-gative.8

Per quanto poi concerne gli affetti da nevrosi, si afferma che di regola essi dovrebbero conservare il loro normale posto di lavoro.9

Gli ospedali psichiatrici hanno dimensione di 100 letti per pazienti acuti, di 500 letti e oltre per pazienti normali. Sono previsti i seguenti organici:

1 medico per ogni 25-30 malati recenti o per 50-80 malati cronici; 1 infermiera per ogni 30 malati recenti o per 40-70 malati cronici. I dispensari specializzati per malattie nervose o mentali (reparti ospedalieri o ambulatori) sono circa 150; esercitano un controllo medico sistematico, in particolare sui dimessi dagli ospedali psichiatrici, in stretto contatto col medico di settore (v. p. 28), ed in alcuni casi assumono anche la tutela giuridica del malato psichico, difendendone — anche in giudizio — i diritti e interessi.10

La periodicità delle visite a domicilio11 è di: ogni 3-5 giorni per i pazienti gravi;

ogni 1-3 mesi per i malati lievi (forme cronicizzate, residui di psicosi e traumi con compensazione sociale incompleta);

ogni 3-6 mesi per i guariti che non richiedono più cure sistematiche. Presso gli stessi dispensari funziona un'apposita Commissione per l'accerta-mento dell'invalidità lavorativa dei malati psichici.

Ha grande sviluppo la ergoterapia,12 che si effettua sia in laboratori protetti presso il dispensario, sia in ospedali psichiatrici diurni, sia in appositi stabili-menti industriali.

Molta importanza viene data agli schedari dei pazienti in trattamento ed alla raccolta di dati statistici.

Gli operatori sociali in campo psichiatrico

Senza dubbio hanno un ruolo sociale più spiccato, rispetto al nostro Paese, gli stessi psichiatri (al 1960 tre psichiatri per ogni 10.000 abitanti; in totale circa 6.400).

Esiste inoltre una figura, chiamata anche « assistente sociale », in realtà più simile a un'assistente sanitaria psichiatrica, il cui ruolo viene così definito: 13

« La sorella ispettrice... è l'assistente più prossima dello psichiatra... Le sue funzioni sono difficili e ampie...: provvedere condizioni di vita sempre più gradite al malato, evitargli difficoltà e traumi psichici, fargli raggiungere il massimo riadattamento sociale e lavorativo.

Tutto ciò richiede una preventiva presa di conoscenza del concreto ambiente in cui vive il malato, del suo « micro-cosmo »... Soltanto sulla base di questi dati, uniti alla diagnosi sullo stato di salute, si possono indicare e realizzare adeguate misure curative.

Nell'assolvimento di questi compiti di responsabilità un grosso ruolo spetta alla sorella assistente sociale... Essa non soltanto studia le condizioni di vita del malato e ne informa il medico, ma sulla base delle sue prescrizioni, cerca di eliminare le situazioni conflittuali e altre difficoltà di vita che il malato incontra, e lo aiuta a salvaguardare i suoi interessi materiali.

In secondo luogo, ...è compito della sorella ispettrice... controllare che egli osservi le prescrizioni mediche, raccogliere dati obiettivi anamnestici e catam-nestici.

Infine, con il suo aiuto vengono chiarite le condizioni di lavoro del malato, la continuazione della sua attività lavorativa, i rapporti con la impresa o con l'ufficio.

In tal modo la sorella ispettrice aiuta lo psichiatra... e realizza un'assistenza sociale e una profilassi individuale.

Per assolvere con successo questi svariati compiti sono richieste alla sorella ispettrice grandi conoscenze e preparazione specialistica. Essa deve possedere

esperienza di lavoro con malati psichici, saper instaurare con loro i necessari contatti, essere ben competente sulle caratteristiche del decorso della malattia, con le sue più importanti manifestazioni,... deve possedere corrispondente istru-zione e livello culturale. Essa deve, per la natura del suo lavoro, incontrarsi con persone di differenti professioni, di diversa posizione sociale e istruzione. La capacità di parlare con le persone, di ascoltare tranquillamente le loro espressioni talvolta aggressive e rispettive pretese, di ridimensionarle e di dare un corretto ed obiettivo giudizio a tutto ciò che vede e sente: tutto ciò... è pre-messa indispensabile,... affinché la sorella assistente sociale assolva con successo i compiti a lei affidati.

Nel parlare, la sorella deve mostrare controllo di sè e tatto e orientarsi rapidamente nell'ambiente. In un caso, per esempio, si può e si deve racco-gliere dati dai vicini; in un altro caso, al contrario, il colloquio coi vicini può solo danneggiare il malato. La sorella ispettrice deve essere competente anche in merito alle questioni che riguardano la situazione giuridica dei malati, co-noscere la legislazione vigente in merito all'invalidità temporanea, al diritto alla pensione, alla tutela e al patronato, in merito all'area abitabile e agli as-segni supplementari per malattia, ai rapporti medici che sorgono in relazione con le malattie psichiche, ecc.

Queste conoscenze non solo sono indispensabili per l'attività pratica della sorella assistente sociale, ma esse rinforzano la sua autorità agli occhi del malato e delle persone che lo circondano ».

« Una multiforme capacità di rapporto e di adattamento alle situazioni sono richieste anche dall'attività di osservazione del malato nel posto di lavoro. Quando il malato lavora stabilmente e non rivela alcuna peculiarità nell'azienda o nell'ufficio, ma è considerato soltanto un « tipo strano » o « nervoso », e nes-suno è a conoscenza della sua malattia psichica e del suo passato ricovero in ospedale psichiatrico, la sorella ispettrice non ha motivo per mettere al cor-rente l'amministrazione e i compagni di lavoro del malato in merito a tutti i dettagli della sua malattia, alla diagnosi, alla cura in ospedale, ecc.

Ma nel caso in cui il malato,... mostra evidenti stranezze di comportamento, attirando su di sè l'attenzione di chi lo circonda, la sorella a.s. può parlare apertamente e portare a conoscenza dell'amministrazione e delle organizzazioni collettive interne le sue condizioni, affinché si instaurino con lui dei rapporti di pazienza e di simpatia, e dissipare le apprensioni legate alla sua malattia, se esse non hanno sufficiente fondamento. La pratica dimostra che dando una atmosfera serena ai malati essi possono lavorare a lungo e con successo, eseguendo talora lavori difficili. Possono sorgere anche problemi di ristabilire mediante accertamento i diritti del malato, se per esempio egli lasciò il lavoro per motivi di malattia, ma f u inesattamente definito assente ingiustificato. In una serie di casi, per incarico del medico, spetta alla sorella di accordarsi con

l'amministrazione in merito a cambiamenti delle condizioni di lavoro del malato, alla assegnazione di un congedo straordinario, ecc.

In tal modo, anche le visite sul posto di lavoro, come quelle domiciliari, esigono molta capacità da parte della sorella assistente sociale ».

« La sorella ispettrice,... lavora... sotto l'immediata direzione dello psichiatra condotto. Da lui essa riceve questo o quell'incarico. Questi devono essere con-cretamente formulati... e precisamente: quale carattere deve avere una deter-minata visita, su che cosa conviene fissare l'attenzione e che cosa si deve fare.

La sorella deve conoscere la diagnosi della malattia e le principali caratte-ristiche della situazione del malato negli ultimi tempi. Queste notizie le ven-gono date dal medico curante, e... essa stessa ne prende conoscenza tramite la cartella clinica.

I dati raccolti e le misure adottate vengono registrati dalla sorella ispettrice nella stessa cartella. Si può servire a questo fine anche di appositi moduli. II modulo provvede un sistema preciso nella esposizione del materiale, e in ciò sta il suo vantaggio. Ma d'altra parte, come risulta evidente da quanto detto sopra, i compiti di osservazione sono così vari e multiformi, che è difficile esporli in un unico schema. Perciò, anche se si fa un modulo, tuttavia è raccomandabile di limitarlo soltanto a alcuni quesiti di carattere generale, lasciando un posto principale alla libera esposizione del materiale che riguarda gli specifici casi e cure ».

Alcoolismo 14

Tra le forme di disadattamento sociale degli adulti, l'alcoolismo, in Occidente considerato per lo più come un problema psichiatrico, è quella che l'osservatore straniero può più facilmente osservare in Russia.

Lo studio di questo fenomeno è ancora scarsamente sviluppato. La letteratura divulgativa sull'argomento è assai ampia, ma ne considera le conseguenze sul piano sanitario e soprattutto sul piano sociale,15 — serio ostacolo all'aumento della produttività: diminuzione del rendimento lavorativo,16 assenze,17 scandali familiari,18 delinquenza,19 — piuttosto che le cause. Qualche maggiore indicazione si potrebbe trovare nella letteratura scientifica psichiatrica, in quanto il 10% delle ammissioni in ospedale psichiatrico si fondano sulla diagnosi di alcoolismo (in USA il 3%).

L'alcoolismo è visto come problema clinico medico e come tale trattato in appositi reparti ospedalieri,20 (è però anche usata la terapia con antabuse). La spiegazione ufficiale si basa, come per la delinquenza, sulle « sopravvivenze del passato », e sull'insufficiente azione etico-educativa.21 Però, analizzando la casistica particolare, gli stessi esperti sovietici rivelano che sovente l'alcoolismo è dovuto al tipo di lavoro sgradito,22 o all'insoddisfacente organizzazione del tempo libero,23 o ad altre difficoltà: « Se una persona è caduta in questa

disgra-zia per salvarsi da un'altra — si dice — (noi parleremmo di « evasione dalla realtà ») occorre aiutarlo a superare la sua situazione ».24

La lotta o « crociata » contro l'alcoolismo comprende un aspetto di preven-zione che consiste soprattutto nel mobilitare l'opinione pubblica contro le be-vande alcooliche (propaganda con conferenze, manifesti, radio, TV; biasimo della ubriachezza come sintomo di vizio, proibizione ai bambini di bere anche una sola goccia di vino).

Attualmente l'ubriachezza non costituisce reato, ma esiste qualche proposta in tale senso.

Non si ritiene opportuno cessare la vendita dell'alcool, perché ciò potrebbe aprire la strada a distillerie clandestine e a bevande anche più dannose,25 ma è vietato venderne ai minori;2 6 tuttavia il prezzo viene tenuto abbastanza alto: la vodka costa circa 4 rubli al litro.

Alla prevenzione si affianca un'opera di controllo, che, come si afferma, p u ò essere efficace solo se proviene da tutta l'opinione pubblica. Pertanto si cerca di rendere più intollerante e meno indifferente la reazione dei cittadini di fronte agli spettavoli che si osservano nelle strade di certe città russe (e che a noi italiani, per la verità, f a n n o una notevole impressione). Nelle riunioni dei compagni di lavoro, si stigmatizza l'ubriachezza degli operai2 7, ecc.

La cultura sovietica, infatti, vede l'alcoolista più che come una vittima, come un colpevole: per conseguenza, come non c'è bisogno di essere stati in carcere per rieducare i delinquenti, così non si ritrova alcunché di simile alla « Ano-nima alcoolisti » del m o n d o anglosassone, basata sul concetto che solo chi ha personalmente sperimentato l'alcoolismo p u ò aiutare chi si trova attualmente in tale situazione.

Anche nel campo dell'alcoolismo il ruolo predominante è quello del vo-lontario, con u n approccio fondamentalmente moralistico, ma in vari casi ar-ticolato con u n a notevole validità di azione pratica.

Note

1 Per un quadro generale dell'assistenza psichiatrica in URSS vedi F. PIERSANTI,

L'assistenza sanitaria nell'URSS, ed. Sindacale Italiana, Roma, 1963, pp. 73-76; * N. A. ViNOGRADOv, L'organizzazione sanitaria in URSS, voi. II, p. 255, ed. Statali di letteratura medica, Mosca, 1958.

2 Nelle diagnosi delle malattie nervose è iniziata in epoca recentissima l'applica-zione della cibernetica: * N. I . MISEEVA, Problemi della diagnosi meccanizzata in neurologia (principi di standardizzazione della ricerca neurologica), ed. Medicina, Leningrado, 1967.

3 H. e A. ALT, The New Soviet Man, Bookman Assoc., New York, 1964, p. 114.

4 * N . S. CETIRIKOV, Le nevrosi, la loro cura e profilassi, ed. Medicina, Mosca, 1966.

5 V . Ricerche di KLINE (1957) sull'incidenza della malattia mentale in U R S S e in U S A (cit. da A L T , op. cit).

7 Ciò è certamente anche legato al grande bisogno di mano d'opera (v. ALT, op. cit., p. 114).

8 * L. S . OSTAPJUK e T . S . PEVZNER, Cura domiciliare dei malati psichici e ner-vosi, ed. Medicina, Mosca, 1966.

9 * S . N . DOCENKO e B . I . PERVOMAJSKIJ, Nevrosi, ed. Medicina, 1964, p. 167.

10 Codice Russo delle leggi sul matrimonio, famiglia e tutela, art. 68.

11 "VINOGRADOV, op. cit., p p . 261-63.

12 * M. I . GREBLIOVSKIJ, Terapia occupazionale dei malati psichici, ed. Medicina, Mosca, 1966 (sommari in lingua inglese).

1 3 * G . V . ZENEVIÒ, Problemi della profilassi e della cura ambulatoriale delle malattie psichiche e nervose, ed. Medicina, Leningrado, 1966, p. 37.

14 Decreto del Comitato Centrale del PCUS e Consiglio dei Ministri dell'URSS, 15 dicembre 1958, « Rafforzamento della lotta contro l'ubriachezza e introduzione di regole sul commercio di bevande fortemente alcooliche ».

15 L'alcoolismo « è l'antitesi del modello di condotta dell'uomo sovietico. Rap-presenta un comportamento... incontrollato, impulsivo, distruttivo e socialmente peri-coloso » (ALT, op. cit., p. 102).

16 II 25% degli incidenti sul lavoro vengono attribuiti all'alcoolismo (* A. V.

ALEKSEEV, Il grande ingannatore, ed. Russia Sovietica, Mosca, 1967, p. 45).

17 II computo delle ore lavorative perse è altissimo (* V . DENISOV, Guerra allo huliganismo!, collana « Sussidi dell'agitatore e propagandista », ed. Lavoratore Mosco-vita, 1966).

18 Sarebbe ora — si auspica — che il Ministero della Sanità affrontasse il pro-blema di togliere i figli ai genitori alcoolisti (* N. ALEKSEEVA, « Uno strumento importante per liquidare la mancanza di controllo sui minori », Legislazione socialista, 1965, n. 3, pp. 68-69.

19 II 7 0 % dei reati e il 9 0 - 9 5 % degli atti di « huliganismo » vengono commessi sotto l'influsso dell'alcool ( " A L E K S E E V , op. cit.,; * DESINOV, op. cit., p. 1 1 ; * J . M.

TKAÒEVSKIJ, Delinquenza e alcoolismo, ed. Conoscenza, Mosca, 1 9 6 6 ) .

20 * « Decreto sulla cura coatta e rieducazione lavorativa degli alcoolisti », La Pravda Moscovita, 19 aprile 1967.

21 « Le cause sociali dell'alcoolismo nel nostro Paese sono pienamente liqui-date, » — si afferma — « non si può parlare di ubriachezza per uscire dalle difficoltà della vita»: una statistica svolta tra i clienti di un bar ha mostrato che solo l ' l % beveva perché aveva la moglie malata; gli altri o « senza alcun motivo» ( 4 7 , 5 % ) o per amore dell'amicizia ( 3 2 , 5 % ) , o per solennizzare una festa ( 1 0 % ) . « Un tempo era di moda invocare le sopravvivenze del passato e le influenze negative dell'occidente. Ma questa è una scusa troppo comoda. L'ubria-chezza nel nostro Paese è manifestazione di atteggiamento menefreghistico verso le norme della convivenza socialista». La maggioranza dei dediti all'alcool non sono malati cronici: perciò bisogna parlare non di cause dell'ubriachezza, ma di condi-zioni che rendono possibile la sua diffusione, la cui eliminazione dipende dalla volontà delle persone (* DENISOV, op. cit., p. 1 2 ) .

22 « Era un bravo ragazzo, consolazione della madre vedova. Ma un giorno la madre, piangendo, si rivolse alle organizzazioni volontarie: suo figlio stava diven-tando un ubriacone. I compagni presero il caso a cuore e scoprirono che il ragazzo aveva studiato arte drammatica, ma lavorava come operaio non qualificato. Lo aiutarono allora a sistemarsi professionalmente in una compagnia teatrale, e il ragazzo non toccò più la vodka » ( * P . M. RUMJANCEV, La squadra popolare, come organizzare il suo lavoro, ed. Sindacali, 1967, p. 15.

23 « L'analisi dimostra che l'ubriachezza compare dove ci sono dei difetti nel-l'organizzazione del lavoro, del tempo libero, della attività educativa e culturale degli organi amministrativi e volontari ». Non è stata ancora elaborata scientifica-mente l'organizzazione della ricreazione (* DENISOV, op. cit., pp. 13, 1 9 . ) .

2 4 * ALEKSEEVA, op. cit.

2 5 * TKACEVSKIJ, op. cit.

26 Tale regola non sempre viene osservata perché non conviene ai negozianti, che debbono, al pari di tutti gli altri lavoratori, stare al passo con l'ammontare di vendite previste dal « piano » (* TKACEVSKIJ, op. cit).

2 7 * I . NOVOKSONOV, « Una forma efficace di lotta contro l'alcoolismo », Giustizia sovietica, 1966, n. 5, p. 22.

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