III. MODELLO ORGANIZZATIVO DI INTERVENTO
III.3 I L MODELLO DI INTERVENTO PROVINCIALE
III.3.3 Attivazione del Piano Provinciale
III.2.3.a La comunicazione dell’evento
La Prefettura - UTG di Rovigo riceve dal Dipartimento di Protezione Civile (DPC)-SISTEMA la comunicazione di preallarme (v. § III.2.3.c). Qualora la notizia dell’evento incidentale giunga previamente alla Prefettura, il Prefetto ne dà immediata comunicazione al DPC, perché sia avviata l’attività di verifica e valutazione dell’evento.
A seguito delle attività svolte dagli organi centrali, nel caso sia dichiarata la fase di allarme, il Prefetto ne riceve immediata comunicazione dal DPC.
III.3.3.b Fasi operative
Ai fini dell’attivazione delle procedure di emergenza si definiscono:
Fase di preallarme: fase conseguente alla dichiarazione di preallarme, comunicata dal DPC e finalizzata a valutare l’evento in corso e la sua possibile evoluzione sul territorio provinciale e ad allertare le strutture operative e gli enti/amministrazioni coinvolti nell’attivazione del Piano.
Fase di allarme: fase conseguente alla dichiarazione di allarme, comunicata dal DPC, in cui viene gestita l’emergenza e data attuazione alle misure protettive previste dal Piano.
III.3.3.c Procedure operative Fase di preallarme
Ricevuta la comunicazione della dichiarazione di preallarme dal DPC, il Prefetto provvede a:
allertare le strutture dello Stato presenti sul territorio provinciale;
diramare la dichiarazione di preallarme alle strutture locali del sistema di protezione civile;
designare il Direttore Tecnico dei Soccorsi (DTS) nella figura del Comandante provinciale dei Vigili del Fuoco;
allertare il personale della Prefettura, competente per la gestione dell’emergenza, nonché il necessario personale di supporto;
allertare gli organismi che compongono il Centro di Coordinamento Soccorsi (CCS);
dare informazione dell’evento;
assumere, in relazione alla situazione di emergenza, le determinazioni di competenza in materia di ordine e sicurezza pubblica;
a seguito di successiva comunicazione del DPC, diramare la dichiarazione di cessazione della fase di preallarme alle strutture locali del sistema di protezione.
È di seguito esposto lo schema di diramazione della notizia dell’evento che costituisce l’attivazione della fase di preallarme.
Prefettura di Rovigo Ufficio Territoriale del Governo
Versione attuale presente documento 1.0.0 Data di emissione 06/06/2018 Pagina 43 di 61 Figura 6: Flusso delle comunicazioni, allertamenti e attivazioni in fase di PREALLARME (livello provinciale)
Prefettura di Rovigo Ufficio Territoriale del Governo
Versione attuale presente documento 1.0.0 Data di emissione 06/06/2018 Pagina 44 di 61
Il Comandante Provinciale dei Vigili del fuoco provvede a:
assumere l’incarico di Direttore Tecnico dei Soccorsi (DTS);
diramare lo stato di emergenza nella fase di preallarme secondo la propria struttura organizzativa;
allertare le squadre specializzate in interventi con presenza di sostanze radioattive;
ove necessario, avviare le procedure per l'invio di mezzi speciali.
I Vigili del Fuoco, in ottemperanza ai propri compiti istituzionali, si tengono pronti all’intervento con squadre ordinarie che, qualora sia confermato il carattere radiologico dell’evento, dovranno essere affiancate da squadre radiometriche.
Il Comando dei Vigili del Fuoco effettua ogni intervento istituzionale di soccorso tecnico urgente, in particolare assicurando di:
provvedere alle misurazioni radiometriche;
mantenere i collegamenti con le Forze di polizia e le altre Autorità.
Le Forze di Polizia sotto il coordinamento tecnico della Questura di Rovigo, provvedono a:
svolgere compiti operativi connessi alla gestione e controllo dei flussi di persone e veicoli, anche ai fini del mantenimento dell'ordine e della sicurezza pubblica;
tramite il Questore (o suo delegato) tengono informato costantemente il Prefetto, direttamente o per il tramite del centro di coordinamento dei soccorsi, sulla situazione in atto di propria competenza.
Il Direttore della Centrale Operativa 118 individua un Direttore dei Soccorsi Sanitari (DSS), il cui nominativo è immediatamente comunicato al Prefetto.
L’ARPA Veneto allerta i tecnici del servizio di fisica ambientale.
Fase di allarme
Ricevuta dal DPC comunicazione di dichiarazione della fase di allarme, il Prefetto:
dispone l’insediamento del Centro di Coordinamento Soccorsi (CCS);
presiede le attività del CCS;
ove del caso, inoltra richiesta d’intervento alla competente struttura militare territoriale (COMFOP-N), secondo le vigenti disposizioni in materia di concorsi militari in attività di protezione e difesa civile;
provvede ad avvisare le Autorità e gli Organismi precedentemente avvertiti;
mantiene costanti contatti con i Prefetti delle province limitrofe;
mantiene costanti contatti con il Presidente della Regione, ai fini del coordinamento nell’attuazione delle misure protettive previste nel Piano, di cui alla parte IV, e nel garantire la corretta e univoca informazione alla popolazione, come previsto nella parte V;
Prefettura di Rovigo Ufficio Territoriale del Governo
Versione attuale presente documento 1.0.0 Data di emissione 06/06/2018 Pagina 45 di 61
attiva la sala operativa presso la Prefettura in collegamento con la sala operativa della Protezione Civile regionale.
su proposta del Direttore Tecnico dei Soccorsi (DTS) istituisce presso il Centro di Coordinamento Soccorsi un nucleo di valutazione radiologica, con compiti di coordinamento tecnico delle operazioni di rilevamento radiometrico e delle misure di radioattività ambientale nonché di valutazione dei dati raccolti. Il nucleo opera per tutta la durata della fase di allarme;
aggiorna l’informazione sull’evento.
Contemporaneamente allo svolgimento delle suindicate attività possono essere allertate le strutture scientifiche presenti sul territorio per le attività di monitoraggio radiologico o il concorso eventuale nelle attività di rilevamento radiometrico sul territorio provinciale, in supporto alle squadre dei VV.F.
Il Centro Coordinamento Soccorsi (CCS) assicura il coordinamento operativo della risposta all’emergenza. Di esso fanno parte, nelle figure dei rispettivi rappresentanti, il Comando Provinciale dei Vigili del fuoco, le Forze di Polizia, il Comando Militare COMFOP-N, l’Amministrazione Provinciale, i Comuni interessati (o una loro più ristretta rappresentanza), la Centrale Operativa 118, l’ARPA Veneto, l’Azienda Sanitaria ULSS 5 Polesana, oltre agli altri organismi che, in relazione al caso concreto, il Prefetto ritenesse di convocare.
Il CCS, tra l’altro:
raccoglie i dati radiometrici comunicati dai VVF e da ARPA;
coordina le successive azioni delle squadre di misura richiedendo eventualmente ulteriori rilevazioni e interventi;
effettua valutazioni radioprotezionistiche sui dati raccolti;
propone al Prefetto, sulla base delle valutazioni svolte, l’adozione delle misure protettive della salute pubblica ovvero la revoca dei provvedimenti già adottati, di cui alla parte IV del Piano;
svolge valutazioni sugli effetti tossicologici delle sostanze rilevate nell’ambiente al fine di eventuali ulteriori provvedimenti di natura sanitaria, oltre quelli previsti nella parte IV del Piano.
Per gli aspetti più specificatamente tecnici il CCS si avvale del Nucleo di valutazione radiologica, formato da personale qualificato dei VVF, di ARPA, del Servizio Sanitario Regionale e integrato da esperti di altri Enti. In relazione all’ampiezza ultraprovinciale dell’area interessata dall’evento incidentale, può prevedersi, d’intesa tra i Prefetti interessati, l’istituzione di un unico Nucleo di valutazione radiologica a livello regionale, che fornisca i risultati della propria attività a tutti i CCS istituti presso le Prefetture della regione. Detto Nucleo regionale deve, comunque, assicurare la partecipazione di un proprio rappresentante – anche in collegamento a distanza – alle riunioni del CCS.
Il Nucleo di valutazione radiologica si avvale dei metodi di valutazione ed analisi, nonché dei livelli d’intervento derivati riportati nel Manuale Operativo (doc. ISPRA MLG 57/2010 – marzo 2010) del Centro Elaborazione e Valutazione Dati (ex art. 123 del Decreto Legislativo 230/1995 e ss. mm. ii.).
I Vigili del Fuoco, tra l’altro:
effettuano rilevazioni radiometriche comunicando i risultati delle misure al CCS;
Prefettura di Rovigo Ufficio Territoriale del Governo
Versione attuale presente documento 1.0.0 Data di emissione 06/06/2018 Pagina 46 di 61
prelevano, su indicazione del CCS, campioni di matrici ambientali e alimentari da sottoporre a successive misure radiometriche;
concorrono a definire, su indicazione del CCS, specifici programmi straordinari di monitoraggio su matrici ambientali ed alimentari;
decontaminano gli operatori VVF.
Le Forze di Polizia attivano i servizi di controllo del territorio e degli obiettivi sensibili per la circostanza.
L’ARPA Veneto, con i propri esperti dotati di idonei dispositivi di protezione individuale, collabora nelle rilevazioni specialistiche di propria competenza. In particolare:
si coordina con le squadre VVF seguendo le indicazioni del Direttore Tecnico dei Soccorsi (DTS);
effettua rilevazioni radiometriche comunicando i risultati delle misure al CCS;
preleva, su indicazione del CCS, campioni di matrici ambientali e alimentari da sottoporre a successive misure radiometriche;
concorre a definire, su indicazione del CCS, specifici programmi straordinari di monitoraggio su matrici ambientali ed alimentari;
collabora con gli operatori del Servizio Sanitario Regionale per l’effettuazione dei controlli di contaminazione sulle persone allontanate dall’area delimitata;
collabora con gli operatori del Servizio Sanitario Regionale per la decontaminazione della popolazione.
La Centrale Operativa 118, tra l’altro:
nomina il Direttore dei Soccorsi Sanitari;
effettua il soccorso e il “triage” dei contaminati;
effettua il controllo della contaminazione e della decontaminazione delle persone tramite l’attivazione delle idonee risorse regionali;
attiva la o le strutture ospedaliere più idonee ad accogliere le persone interessate da contaminazione;
effettua il trasporto dei contaminati presso tali strutture.
La Centrale Operativa 118, di concerto ed avvalendosi dell’Azienda Sanitaria ULSS 5 Polesana, tra l’altro:
effettua le misure sanitarie da intraprendere a tutela della popolazione residente nell’area interessata dalla possibile contaminazione.
Le estensioni massime indicative delle aree, su cui è opportuno prevedere e pianificare un programma di monitoraggio radiologico dell’ambiente e delle matrici alimentari per eventuali provvedimenti restrittivi della produzione e consumo, sono decise in sede di CCS, sulla base delle indicazioni pervenute dal DPC.
I Sindaci dei Comuni i cui territori sono potenzialmente raggiungibili dalla nube radioattiva provvedono all’attivazione della struttura comunale operativa di protezione civile.
Prefettura di Rovigo Ufficio Territoriale del Governo
Versione attuale presente documento 1.0.0 Data di emissione 06/06/2018 Pagina 47 di 61
Allertano, altresì, le strutture comunali competenti nel caso di provvedimenti restrittivi sugli alimenti, da adottarsi secondo quanto previsto nella parte IV del presente piano.
Provvedono, d’intesa con l’ULSS, ad attuare il provvedimento di blocco degli alimenti di produzione locale.
Garantiscono l’informazione sull’emergenza alla popolazione secondo le modalità indicate nella parte V del Piano.
La Regione Veneto, oltre a quanto già previsto nel paragrafo III.2.3.c nell’ambito del Piano Nazionale, attiva, secondo i propri protocolli, l’Unità di Crisi Regionale (U.C.R.) ed il Coordinamento Tecnico in Emergenza (C.T.E.). Il Coordinamento Regionale in Emergenza (Co.R.Em.), attraverso la Sala Operativa, assicura i collegamenti con la Protezione Civile nazionale (Comitato Operativo – Sala Situazione Italia), le Prefetture e i Comandi Provinciali dei Vigili del Fuoco del Veneto.
Il Coordinamento Regionale in Emergenza, anche sulla base delle direttive ed indicazioni dell’Unità di Crisi Regionale e del Coordinamento Tecnico in Emergenza, attraverso la Sala Operativa Regionale, tra l’altro:
assicura lo scambio di informazioni con il livello centrale (Comitato Operativo – Sala Situazione Italia);
assicura il concorso delle risorse regionali (sanità, volontariato, ecc.) attivando le proprie strutture e formula richieste di risorse a livello centrale (Comitato Operativo della Protezione Civile);
tramite ARPA Veneto raccoglie i dati della propria rete di rilevazione e li condivide con il CEN di ISPRA.
La Regione Veneto, inoltre, nell’esercizio delle proprie competenze, assicura che l’attuazione delle misure di tutela della salute pubblica e le attività di informazione e comunicazione, previste dal presente Piano, si svolgano in maniera coordinata con quanto deciso a livello provinciale dal CCS.
La Provincia attiva le strutture operative di protezione civile ed il servizio di Polizia Provinciale.
Garantisce, altresì, il coordinamento delle Organizzazioni di Volontariato, in relazione al possibile utilizzo delle stesse nell’ambito dello scenario di rischio considerato.
Cessazione della fase di allarme
Come già detto (§ III.2.3.c), il rientro alla fase di preallarme o la comunicazione di fine emergenza sono dichiarati dal DPC sulla scorta delle valutazioni effettuate dal Comitato Operativo e dalle strutture tecniche centrali.
In tal caso, il Prefetto:
provvede ad avvisare le Autorità ed Organismi precedentemente interessati;
dispone la revoca dei provvedimenti adottati;
aggiorna l’informazione sull’evento.
Prefettura di Rovigo Ufficio Territoriale del Governo
Versione attuale presente documento 1.0.0 Data di emissione 06/06/2018 Pagina 48 di 61 Figura 7: Flusso delle comunicazioni, allertamenti e attivazioni in fase di ALLARME (livello provinciale)
Prefettura di Rovigo Ufficio Territoriale del Governo
Versione attuale presente documento 1.0.0 Data di emissione 06/06/2018 Pagina 49 di 61