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Attività immateriali: composizione per tipologia di attività

Nel documento duemiladodici Relazione e Bilancio (pagine 108-111)

SEZIONE 12 - ATTIVITA’ IMMATERIALI (voce 120)

12.1 Attività immateriali: composizione per tipologia di attività

Gli asset immateriali a vita utile indefinita sono sottoposti ad impairment test almeno una volta all’anno ed in particolare ai fini della re-dazione del bilancio o comunque in quei casi in cui si manifestano talune circostanze che facciano prevedere una riduzione di valore.

Le altre attività immateriali sono state ammortizzate in modo lineare in ragione della loro vita utile, che per le indennità di abbandono locali è stimata pari alla durata del contratto di locazione, per il software connesso alle macchine è pari a 4 anni e per il software applicativo è di 5 anni.

12.1.1 Il test di impairment

Secondo le disposizioni dello IAS 36 e tenuto conto delle indicazioni richiamate dal documento congiunto Banca d’Italia/Consob/Isvap del 3 marzo 2010, si riporta di seguito l’informativa relativa al test di impairment effettuato sulle Cash Generating Unit (CGU) in essere al 31 dicembre 2012.

Il processo di impairment è finalizzato a verificare che il valore contabile (carrying amount) delle CGU non sia superiore al relativo valore recuperabile (recoverable amount), inteso come il maggiore fra il valore ritraibile dall’uso continuato (value in use, o valore d’uso) e il possibile prezzo di cessione sul mercato (fair value al netto dei costi di vendita, o valore di scambio) della CGU stessa.

Il valore recuperabile delle CGU è stato determinato facendo riferimento al valore d’uso. Per la determinazione del valore d’uso lo IAS 36 prevede la possibilità di utilizzare il metodo finanziario conosciuto nella dottrina come Discounted Cash Flow (DCF). Tale metodo individua il valore d’uso di una CGU, o di un’azienda, tramite la stima dei flussi di cassa (operativi) futuri da essa generati, attualizzati in funzione dell’arco temporale esplicito in cui si ipotizza saranno conseguiti.

Nella prassi operativa, nel caso di aziende di credito si ricorre al Free Cash Flow to Equity (FCFE), noto nel mondo anglosassone come Dividend Discount Model (DDM) nella versione Excess Capital, che determina il valore di un’azienda sulla base dei flussi di cassa futuri che sarà in grado di distribuire ai suoi azionisti, senza intaccare gli assets necessari a sostenere lo sviluppo atteso e nel rispetto delle regolamentazioni sul capitale imposte dall’Autorità di Vigilanza, scontati ad un tasso che esprime lo specifico rischio del capitale. Si nota peraltro che, nonostante l’espressione Dividend Discount Model richiami la parola dividendo, i flussi di cassa considerati dal modello non sono i dividendi che si prevede verranno distribuiti agli azionisti, ma i flussi di cassa di cui un azionista potenzialmente potrebbe beneficiare nel rispetto dei limiti delle dotazioni patrimoniali richieste dall’operatività aziendale.

Attività /Valori

A.2 Altre attività immateriali A.2.1 Attività valutate al costo:

a) Attività immateriali generate internamente b) Altre attività

A.2.2 Attività valutate al fair value:

a) Attività immateriali generate internamente b) Altre attività

1.467 6.958 1.425 6.958

In passato le CGU erano identificate con il “ramo d’azienda” dato dal nucleo degli sportelli conferiti o acquistati dal Banco. Tale cam-biamento non è da intendersi quale riorganizzazione delle CGU rispetto all’esercizio precedente, con conseguente riallocazione del-l’avviamento, bensì è legato alla circostanza che il Gruppo bancario dispone di una rilevazione autonoma dei risultati per il tramite di sistemi di reporting gestionale che vedono coincidere il concetto di CGU con la legal entity d’appartenenza.

D’altro canto l’organizzazione del Gruppo bancario prevede un’attività d’indirizzo e coordinamento strategico unitaria da parte della Capogruppo puntata al raggiungimento degli obiettivi di sviluppo e di redditività a livello di ciascuna legal entity del Gruppo, ovvero, non prevede la ripartizione degli obiettivi di sviluppo e di redditività per business unit che tengano conto, ad esempio, di specifici filoni di business: retail, private, corporate finance, asset management, o di particolari combinazioni territoriali: raggruppamenti di sportelli per determinate zone geografiche o distretti merceologici.

Conseguentemente, tutta la reportistica direzionale, così come l’attività di budgeting, analizza, monitora ed effettua stime patrimoniali e reddituali a livello di legal entity.

Il test d’impairment è stato quindi condotto direttamente sulla legal entity Banco di Desio e della Brianza Spa sulla base dei criteri e delle assunzioni di seguito illustrati.

a) Criterio di stima del valore recuperabile (Impairment)

Per il criterio di stima del valore recuperabile dell’avviamento appartenente alla legal entity specifica si fa riferimento al cosid-detto valore d’uso: equity value per le banche e gli intermediari finanziari, enterprise value per le società non finanziarie.

Arco temporale per la determinazione dei flussi di cassa futuri

Viene considerato l’arco temporale riconducibile all’ultimo piano Industriale 2013 – 2015 approvato dagli Amministratori, nonché l’ulteriore sviluppo di tale piano, a cura del Management, con proiezioni dei risultati futuri estese fino a ricomprendere un periodo di previsione esplicita di 5- 7 anni, per ridurre le distorsioni ricollegabili all’utilizzo del solo orizzonte temporale del piano Industriale che, in taluni momenti storici – come quello attuale – può risultare fortemente condizionato dagli effetti con-giunturali della crisi economico-finanziaria o da eventi straordinari rispetto ai quali sia opportuno effettuare una normalizzazione dei risultati per permettere di mettere a fuoco più correttamente le effettive potenzialità nel medio/lungo periodo dell’entità oggetto del test.

Flussi finanziari

Nella valutazione delle banche e degli intermediari finanziari viene utilizzato l’approccio “equity side”, nell’ambito della meto-dologia DDM, per la determinazione dell’equity value in quanto, stante l’attività caratteristica d’intermediazione dei fondi (rac-colta/impieghi), risulta particolarmente complesso operare una distinzione fra debiti finanziari e debiti operativi; inoltre nella versione Excess Capital, i flussi di cassa disponibili per gli azionisti sono i flussi di cassa di cui un azionista potrebbe potenzial-mente beneficiare nel rispetto dei limiti delle dotazioni patrimoniali richieste dall’operatività aziendale, quindi tengono in debita considerazione l’assorbimento del patrimonio di vigilanza.

Nella valutazione delle società non finanziarie viene invece utilizzato l’approccio “asset side”, nell’ambito della metodologia DCF, per la determinazione dell’enterprise value, conseguentemente, i flussi di cassa netti futuri (CF) sono determinati sulla base dei rendiconti finanziari prospettici (unlevered), ovvero al netto degli oneri finanziari, quindi viene considerata la posizione finanziaria netta della società alla data di valutazione.

Tasso di attualizzazione

Nella valutazione delle banche e degli intermediari finanziari si fa riferimento al cosiddetto costo del capitale Ke (cost of equity).

Nella valutazione delle società non finanziarie si fa riferimento invece al cosiddetto WACC (weighted average cost of capital) che, come noto, esprime il costo delle fonti di finanziamento dell’attività oggetto di analisi, ponderando in funzione del grado d’indebitamento, il tasso di debito e il tasso di equity.

Tasso di crescita dei flussi oltre il periodo coperto dal piano industriale o dal budget

Viene considerato un tasso di crescita di lungo periodo in linea con le aspettative del tasso d’inflazione a lungo termine.

Terminal Value

Viene determinato attraverso l’applicazione della formula che si ricollega a quella canonica della “rendita perpetua” al tasso Ke o al tasso WACC.

L’equity value o l’enterprise value della legal entity, determinato, alla data di effettuazione delle rilevazioni, in base alla procedura sopra delineata, viene quindi confrontato con il valore d’iscrizione a bilancio dello specifico avviamento appartenente alla legal entity in questione, con l’obiettivo esclusivo di verificare l’eventuale perdita di valore.

b) Parametri di valutazione utilizzati e determinazioni del test

Di seguito sono riportati le principali assumption utilizzate per i test d’impairment.

Dal test d’impairment svolto non è emersa la necessità di effettuare alcuna svalutazione dell’avviamento.

Si sottolinea che i parametri e le informazioni considerate nello sviluppo del test d’impairment sono influenzati dalla congiuntura economica e dei mercati finanziari e potrebbero subire modifiche/variazioni, ad oggi non prevedibili, con conseguenti effetti sulle principali assumption considerate e dunque, potenzialmente, anche sui risultati che negli esercizi futuri potrebbero risultare diversi rispetto a quelli esposti nel presente documento di bilancio.

c) Analisi di sensitività

Poiché la valutazione d’impairment è resa particolarmente complessa dall’attuale contesto macroeconomico e di mercato e dalla conseguente difficoltà nella formulazione di previsioni circa la redditività futura di lungo periodo, a supporto del test ef-fettuato viene condotto un ulteriore “stress test” ipotizzando il cambiamento dei principali parametri utilizzati nell’ambito della procedura di impaiment test.

Nella tabella sottostante sono riepilogati gli scostamenti percentuali o in punti percentuali degli assunti di base adottati per la CGU necessari a rendere il valore recuperabile pari al valore d’iscrizione in bilancio dell’avviamento.

CGU Modello Base dati CAGR RWA Ke / Wacc g Flussi Piano Ratio

patrimoniale

Banco di Desio e della

Brianza Spa

DDM

Piano 2013-2015 esteso al 2017

4,3% 9,83% 2% Risultati Netti 8%

(Tier 1)

CGU

Incremento in p.p. del tasso di attualizzazione dei flussi di cassa futuri (FCFE)

Redditività piatta

Banco di Desio e della Brianza Spa Oltre 1.000 Risultato Netto 2012 per tutti gli anni del Piano

Nel documento duemiladodici Relazione e Bilancio (pagine 108-111)