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ella notte fra il 3 e il 4 giugno 1944 le truppe della quinta armata statunitense entrarono a roma. Le strutture sportive vennero requisite. Il Liceo Mamiani fu trasformato in ospedale. Il Virgilio, l’Augusto, il Mazzini, il nazario Sauro e altri istituti scolastici furono occupati. Controllato dalla a alla zeta, Il Corriere di Roma divenne organo ufficiale in lingua italiana dello Psycological Warfare Branch, l’organismo creato dal governo militare statunitense volto al controllo dei mezzi di comunicazione, radio e carta stampata. nella tipografia del Messaggero, bloccato nelle uscite quotidiane dall’inflessibile censura del PWB, fu dato spazio alla stampa di The Stars and Stripes, il quotidiano ufficiale delle forze armate statunitensi.L’intera zona del Foro Mussolini fu blindata. Appena in tempo: cariche di tritolo confezionate da solerti progenitori di Laura Boldrini erano da tempo pronte per lo smantellamento del monolito e dell’area circostante. Il 7 giugno, con la ripresa dell’antica testata giornalistica, dalla sede di Largo dei Lombardi 4, gerente responsabile umberto Guadagno e direttore Pietro Petroselli, il Corriere dello Sport tornava in edicola salutando i liberatori: «Le vittoriose truppe alleate hanno fatto domenica sera il loro ingresso in roma, accolte in modo trionfale dalla popolazione riversatasi nelle strade alla prima notizia. L’immediata fraternità tra soldati e cittadini ha confermato che la vecchia
amicizia non si era allentata e che è esplosa con sincerità: spirito immutabile di popoli liberi».
Il 13 giugno, figlio degli emigrati italiani Dino e Carolina Gervasini, già governatore dello Stato di new York, per conto del Governo militare alleato l’avvocato e tenente colonnello Charles Poletti assumeva la responsabilità della zona di roma.
In vista dei Giochi delle forze armate alleate distaccate nel Mediterraneo, programmati per il 15 e il 16 luglio, via libera il 20 giugno, allo Stadio dei Marmi, alla selezione di venticinque rappresentanti del gruppo romano delle forze alleate. Tra gli elementi di punta dei trecento partecipanti, il soldato semplice zemer Cox, detentore di un pregevole 9”8 sulle 100 yard, vincitore sulle 100 yard, sulle 200 yard con ostacoli bassi e
trascinatore della sua squadra nella staffetta Frank Sinatra e Dinah Shore nell’ottobre 1944 durante il World War II Bond Rally
veloce, e Willie Steele, 7,81 di primato personale nel salto lungo.
Il giorno successivo, nello stesso impianto, spettacolo di varietà aperto a tutti. Tra i duecento militari statunitensi impegnati in chiave dilettantistica alla serata, caporale ad un orecchio dalla nascita, salito
alla ribalta prima con il complesso di Henry James e definitivamente con l’orchestra di Tommy Dorsey, gratificato dall’incremento della circolazione discografica, quando salì sul palco allestito attorno alle statue dello Stadio dei Marmi il ventinovenne Frank era già “The Voice”.
Il 21 giugno, il suo show aprì le due settimane di Italian Tour in Rome. Della sua esibizione in quella sera romana allo Stadio dei Marmi del tutto curiosamente alcune biografie, ufficiali e meno, non fanno cenno. Sulla sua prestazione, per nulla accomodante la recensione di Stars and Stripes, che pubblicò un paio di foto del cantante, una, ripreso di spalle, dinanzi ai microfoni, la seconda mentre usciva dallo stadio scortato da due militari: «[…] nessuno svenne quando la Voce attaccò, ma tuttavia nessuno lanciò pomodori […]». Per le ragazze italiane Frank sembrò un cantante come tanti altri, e ancor meno entusiasmo provocarono Eunice Fay McKenzie, ventiseienne attrice e cantante, la ballerina Betty Yeaton e Phil Silvers, il comico destinato più avanti a conquistare due Tony Award e a lasciare le impronte delle proprie mani sul cemento fresco della Walk of Fame al numero 6370 di Hollywood Boulevard, a pochi passi dallo spazio assegnato ad Anna Magnani.
Il giorno successivo, 22 giugno, su indicazione di Pietro nenni, capo riconosciuto del Partito socialista, e con il preciso dettato di limitarsi all’ordinaria amministrazione, una nota firmata dal prefetto Ferdinando Flores, vice capo gabinetto alla presidenza del Consiglio, assegnava la reggenza del Comitato olimpico italiano al trentaduenne avvocato Giulio Onesti appena uscito dalla clandestinità extra territoriale del Laterano, primo passo verso la conquista di un invidiabile primato di longevità alla testa dello sport nazionale.
Il 16 luglio, sempre dalla fonte puntuale The Stars and Stripes, apparve la novità toponomastica: Selected by Italian Officials in This City – si presume quindi su iniziativa del Sindaco o del Capo del Governo – il Foro Mussolini, “proprietà del popolo italiano” in ragione dei versamenti effettuati dagli iscritti all’Opera nazionale Balilla, mutò momentanea denominazione in Foro d’Italia. Protagonista l’atletica,
Allo Stadio Olimpico s’inaugurano le gare tra atleti delle forze alleate (15-16 luglio 1944)
le gare interalleate del 15 e 16 luglio, ospitate allo Stadio Olimpico, registrarono forte successo. Sotto gli occhi del Sindaco di roma, il principe Filippo Andrea Doria Pamphili, e di Ivanoe Bonomi, da un mese salito al vertice del Governo, la cronaca retroattiva impone segnalare che Willie Steele si affermò sia nel salto in alto sia nel salto in lungo, specialità, la seconda, di cui quattro anni dopo, aggiungendo un centimetro al personale, sarebbe divenuto campione olimpico ai Giochi di Londra.
Poche ore, e il Foro d’Italia, con il monolite mussoliniano incolume ai varchi d’ingresso, con il cuspide dorato dono di ungheria e romania in riconoscenza degli aiuti ricevuti dal governo fascista in occasione di un terremoto, avrebbe assunto la titolazione definitiva in Foro Italico. Il quale Foro Italico, nei suoi immensi scantinati, continuò ancora per molto ad essere impiegato in due operazioni prioritarie, un imponente servizio di lavanderia per gli indumenti delle forze alleate e la ricomposizione delle salme dei caduti prima del loro rientro in patria. una volta abbandonati, l’1 agosto 1948, dalle truppe alleate, i locali destinati ad ospitare nell’anteguerra l’Accademia nazionale di Educazione fisica si sarebbero aperti al Coni e a Giulio Onesti solo il 29 febbraio 1951, una volta concluso il ciclo giubilare e lo smantellamento di quell’Albergo Felix che per tutto il 1950 fu destinato ad accogliere migliaia e migliaia di pellegrini convenuti per l’Anno Santo.
Gara di corsa allo Stadio Olimpico tra atleti delle forze alleate (15-16 luglio 1944)
Gare allo Stadio Olimpico tra atleti delle forze alleate (15-16 luglio 1944)
Il Foro d’Italia (già intitolato a Mussolini) nel maggio 1944
Quaderni del Museo, 1/2020 • Rubriche
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