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L’ingresso delle tecnologie dell’istruzione nella scuola 2.1 Le tecnologie dell’istruzione: una definizione

2.5 L’ora d’informatica nelle scuole italiane e i progetti INDIRE

2.5.1. Le Avanguardie Educative

Il modello proposto dall’istituto INDIRE è quello delle Avanguardie educative. Si tratta di un movimento d’innovazione che si propone di sistematizzare le esperienze più significative di trasformazione dell’organizzazione e della didattica della scuola. L’obiettivo è il superamento di un modello educativo trasmissivo che non risulta più essere adeguato alla società moderna e alle sue nuove generazioni di studenti. Il movimento nasce nel 2014 dall’iniziativa di Indire e di un primo gruppo di 22 scuole

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che hanno realizzato esperienze innovative. Sono stati quindi messi a punto alcuni percorsi d’ innovazione didattica, permettendo così di definire le prime 12 “Idee per l’Innovazione”. Da qui viene redatto il Manifesto per l’Innovazione secondo il quale: ogni idea rappresenta un piccolo ma imprescindibile passo verso la rivoluzione della didattica e dell’organizzazione del tempo e dello spazio nella scuola.

Oggi il numero di scuole che aderiscono al Movimento è enormemente aumentato, siamo infatti a 570 Istituti e il numero è in costante crescita. Sono istituti che si riconoscono nei principi delle Avanguardie e che lavorano nella loro didattica credendo all’innovazione e tentando di renderla praticabile e trasferibile ad altre realtà .

Il Manifesto è composto da sette punti chiave:

1. La trasformazione del modello trasmissivo della scuola, basato sulla trasmissione dei saperi. Gli studenti riescono ad apprendere meglio ciò che per loro diventa significativo attraverso l’apprendimento attivo, con materiali aperti e riutilizzabili, simulazioni, laboratori, esperimenti hands-on, giochi didattici, ecc.;

2. Sfruttare le opportunità offerte dalle ICT e dai linguaggi digitali : queste possono supportare nuovi modi di insegnare, apprendere e valutare; riducono le distanze aprendo nuovi spazi di comunicazione Le tecnologie digitali non sono i protagonisti dell’apprendimento ma un modo per renderlo a misura di ciascuno; 3. Creare nuovi spazi per l’apprendimento: si progettano spazi e i luoghi flessibili,

polifunzionali, modulari che possano adattarsi facilmente all’attività svolta; 4. Riorganizzare il tempo del fare scuola: si auspica un superamento delle rigidità

organizzative ( calendario scolastico, l’orario delle lezioni, parcellizzazione delle discipline in unità temporali minime). Il cambiamento deve tener conto

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della necessità di razionalizzazione le risorse, di una programmazione didattica basata su unità e moduli, dell’affermarsi dell’uso delle tecnologie digitali;

5. Riallacciare i saperi della società con l’offerta formativa della scuola: la società richiede delle competenze che non sono legate ad una disciplina in particolare ma che richiedono un forte legame con la realtà circostante. La scuola ha l’obbligo di aprirsi a questa e di comprendere i cambiamenti che la investono in modo da poter adeguare il servizio educativo;

6. Investire sul “capitale umano” ripensando i rapporti: la valorizzazione del capitale umano consente agli insegnanti di sentirsi sempre più registi di modelli di didattica attiva e vedere nel cambiamento una risorsa. In una scuola d’avanguardia è necessario che l’insegnante sappia individuare le risorse nel territorio, per arricchire e migliorare la formazione dei suoi studenti;

7. Diventare promotori di un’innovazione che sia sostenibile e trasferibile in altre

realtà: occorre individuare gli elementi che consentano di passare

dall’esperienza al modello, così da produrre dei risultati analogamente positivi, in contesti adeguati.

Pienamente in accordo con il PNTD, e con le azioni che vengono suggerite da questo, le 16 idee innovative del Movimento sono:

Aule laboratorio disciplinari: le aule sono assegnate in funzione delle

discipline. Questo implica che gli spazi sono riorganizzati totalmente in funzione della stessa disciplina, predisponendo arredi, materiali, strumenti, device,

software ecc.;

Spazio flessibile (Aula 3.0): è un aula che ripensa la sua organizzazione e il suo

spazio in modo da permettere alla classe di lavorare in gruppi e di svolgere compiti diversi contemporaneamente;

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Bocciato con credito: per affrontare il problema della demotivazione degli

studenti e del loro insuccesso scolastico, si suggerisce di inserire nel suo “credito formativo” del curriculum, anche le discipline in cui ha ottenuto la sufficienza. I risultati positivi ottenuti saranno il punto di partenza per la costruzione del curricolo successivo. Lo studente che riesce a mantenere il credito acquisito in una disciplina, può essere esonerato dalla frequenza delle lezioni;

Compattazione del calendario scolastico: una distribuzione disomogenea delle

ore di una disciplina durante l’anno scolastico. Le sperimentazione prevede: una “compattazione annuale”, in cui alcune discipline hanno la maggior parte delle ore nel primo quadrimestre e altre nel secondo; “asimmetrica” che prevede una suddivisione delle ore non uguale tra primo e secondo quadrimestre per la stessa disciplina; “diffusa” ovvero rivolta a classi parallele; “limitata” ossia rivolta solo alcune classi dell’Istituto. Questa organizzazione permette di creare un ambiente-classe più flessibile, con la possibilità di personalizzare la lezione e di ridurre la frammentazione didattica;

Teal (tecnologie per l’apprendimento attivo): questa idea unisce la lezione

frontale, le simulazioni e le attività laboratoriali su computer. Nella classe si trova una postazione centrale per il docente e intorno dei tavoli rotondi per gli studenti con vari strumenti tecnologici da utilizzare in maniera modulare in base alle esigenze. Il docente ha il compito di introdurre l’argomento, dopodiché ogni gruppo lavora attivamente, con l’aiuto di un device, nello sviluppo dello stesso;

Integrazione cdd/libri di testo: gli studenti partecipano attivamente alla stesura

dei loro libri di teso, con la supervisione di un docente che ne garantisce la qualità. L’opera è poi registrata con licenza adeguata, tipo Creative

64 Commonwealth, in modo da consentire la condivisione e la distribuzione

gratuita;

Spaced learning (apprendimento intervallato): una particolare articolazione del

tempo della lezione, che prevede tre momenti di input intervallati. Nel primo momento l’insegnante anticipa i contenuti che gli studenti devono apprendere nella lezione; nel secondo si riprendono i contenuti, ma cambia la presentazione; nel terzo l’insegnante rimane sull’argomento e propone attività centrate sullo studente, che è poi chiamato a dimostrare d’aver acquisito la lezione;

Flipped classroom (la classe capovolta): la lezione diventa compito a casa, da

svolgere con l’ausilio di video e risorse digitali, mentre in classe, si svolgono attività collaborative, esperienze, dibattiti e laboratori. Il docente è un facilitatore dell’azione didattica;

Didattica per scenari dentro/fuori la scuola: si auspica l’introduzione di pratiche

didattiche innovative che siano potenziante da un uso efficace delle tecnologie digitali. Gli studenti sono organizzati in gruppi di lavoro, in cui ciascuno ha un proprio ruolo, mentre il docente è decentrato e accompagna i percorsi d’apprendimento dei suoi alunni;

Debate (argomentare e dibattere): consiste in un confronto nel quale la classe è

divisa in due gruppi che devono sostenere e controbattere un’affermazione data dall’insegnante, solitamente di tema lontano da quelli soliti della classe. Questa pratica permette l’acquisizione di competenze trasversali, favorendo il

cooperative learning e il peer tutoring; d’imparare a cercare fonti e di abituare i

ragazzi a considerare posizioni diverse dalle proprie;

Dentro/fuori la scuola: la scuola è chiamata a formare gli studenti, sviluppando

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questo scopo si formano delle reti con il territorio per fare uscire dall’isolamento l’istruzione scolastica e promuovendo negli studenti una cittadinanza attiva;  Dentro/fuori – Service learning: è una variante dell’idea “dentro/fuori la scuola”

e consiste in un metodo che unisce il volontariato per la comunità e

l’acquisizione di competenze professionali, metodologiche e sociali. Quindi partendo da situazioni problematiche reali si costruisce una didattica che coinvolga gli studenti totalmente;

Apprendimento differenziato: partendo dall’esperienza delle Scuole senza

Zaino,si vuole riorganizzare lo spazio e il tempo in modo da favorire momenti di

condivisione e discussione. Gli studenti hanno un ruolo attivo nel pianificare le loro attività, che in classe si organizzano in “tavoli di lavoro” con compiti differenti, a rotazione. L’obiettivo è garantire agli studenti un percorso di formazione individualizzato e motivante;

Oltre le discipline: per potenziare la didattica curricolare per competenze. Si propone il superamento della rigidità e la frammentarietà delle discipline. La scuola mette in atto la “pacchettizzazione dell’orario”, suddividendo le attività degli insegnanti in “lezioni tecniche” e attività su temi trasversali, secondo nuclei fondanti delle discipline, per lo sviluppo di competenze;

Apprendimento autonomo e tutoring: si prevede un orario che concede agli studenti uno momento individuale per migliorare il loro metodo di studio e d’approfondimento. Lo studente è affiancato da un tutor, che può essere o un docente o un compagno;

Ict lab: sono le attività relative all’artigianato digitale ( la creazione di un

oggetto attraverso la tecnologia), al Coding ( attività volte all’acquisizione del pensiero computazionale, arrivando a dominare la macchina) e al Phisical

66 computing (creazioni d’oggetti programmabili che interagiscono con la realtà.

Es.: la robotica). Queste tre attività sposano i concetti di didattica laboratoriale, d’apprendimento autonomo e d’apprendimento cooperativo.46

Le scuole possono aderire al movimento adottando una o più di queste idee oppure ne possono proporre altre.

Nel primo caso, le scuole entrano a far parte di un percorso che prevede assistenza online e in presenza, con un confronto con l’Indire e con le scuole capofila.

Mentre, nel secondo caso, è avviata una selezione delle proposte che devono essere in linea con gli obiettivi del Manifesto.

L’Indire in conclusione offre tanti spunti d’azione e d’integrazione della didattica con le nuove tecnologie, dando veramente la possibilità alla scuola di rinnovarsi e raccogliere nello stesso momento dei dati che consentano di migliorare modelli e prassi.