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c) Un’azione efficace per l’avvento della giustizia in coerenza con gli orientamenti della Chiesa locale e della nostra Congregazione

Nel documento r i m a 1 S 7 1 ; - J (pagine 85-88)

C) L’IMPEGNO DEI SALESIANI PER LA GIUSTIZIA NEL MONDO

71 c) Un’azione efficace per l’avvento della giustizia in coerenza con gli orientamenti della Chiesa locale e della nostra Congregazione

Precisiamo subito che il nostro impegno per la giustizia nel mondo non significa affatto un impegno di par­

tito, che compete ai laici e non ai religiosi o ai sacerdoti.'10 In questo campo sorgono necessariamente divergenze e con­

trasti, e gli educatori e i « pastori » non possono compro­

mettere la Chiesa in tali opzioni, anzi hanno il dovere di curare l ’unità del popolo di D io .41 Ciò impedisce (anzi esi­

ge) che come Gesù Cristo e la Chiesa, anche noi ci dedichia­

mo di preferenza a servire con predilezione coloro che sof­

frono, i poveri e gli oppressi, i quali per tanto tempo son vissuti in situazioni apertamente contrarie alla loro condi­

zione e dignità di figli di D io .42

L ’anelito ad una giustizia nel mondo non scaturisce in noi dall’odio di classe, nè propugna un’azione violenta, ma rimane espressione di carità attinta dalle sorgenti evangeli­

che. « L ’azione specificamente cristiana dei fedeli per la giu­

stizia è nel loro modo di vivere il Vangelo (nelle famiglie, sul lavoro, nelle scuole, nella vita sociale, culturale e poli­

tica). E ’ evidente che l ’educazione, ossia la formazione dei cristiani, rappresenta il prioritario contributo dèlia Chiesa.

Ma un’autentica educazione rifiuta qualsiasi dicotomia tra fede e vita, non è un’« informazione », ma cambiamento del cuore verso la giustizia e verso l ’amore di D io e dell’uo­

mo; e non ammette compromessi con istituzioni che non so­

no al servizio della giustizia e lo sviluppo integrale. Essa

40 Cfr Sinodo dei Vescovi « I l sacerdozio ministeriale », Città del Vaticano 1971 pp. 20-21.

41 Cfr GS 43; A A 25; P O 9c.

4i Cfr O A 23; E T 17-18.

deve rendere gli uomini capaci di analizzare e criticare le situazioni ingiuste che esistono nella loro società, cercando nuove forme di vita collettiva. Deve, altresì, consentire una liberazione degli uomini dalla manipolazione tramata ai loro danni e rendere gli stessi davvero padroni del proprio destino.43

Mettiamo in risalto alcuni aspetti che interessano par­

ticolarmente noi salesiani ora a livello della Congregazione come tale, ora a livello di comunità ispettoriale locale, ora a livello individuale.

72 1 ) Scegliamo la linea del « progresso dei p o p o li». La lotta contro il sottosviluppo appartiene all’essenza stessa della Congregazione salesiana. Essa si sente quindi impegnata a fondo in questa lotta. Ma lo deve fare secondo il suo cari­

sma, cioè nella linea, nello stile, nello spirito di Don Bo­

sco, e quindi con coraggio, con intelligenza, con realismo, e sempre con carità... E ’ e deve essere un principio vitale saturo di implicanze che si deve tradurre in linea di azione » ,44

73 2) Rifiutiamo ogni compromesso con qualsiasi forma di ingiustizia sociale45 e ogni collusione con la ricchezza e la po­

tenza » ,46 E ’ la forma più elementare di testimonianza evan­

gelica per una società più giusta. Nella predicazione, nella catechesi orale e scritta, nelle relazioni pastorali, dobbiamo avere il coraggio di denunciare le ingiustizie e di ricordare tutte le esigenze di un Vangelo che impegna la vita perso­

nale e collettiva.47

74 3 ) Collaboriamo per la promozione del mondo operaio e degli emigranti. La nostra missione giovanile e popolare im­

plica: un’attenzione per la realtà sociale e storica del mon­

do operaio; lo sforzo di scoprire i suoi valori educativi, uma­

43 Mons. T . Al b e r t o y Va l d e r ia n « Una sintesi del documento sulla giustizia nel mondo » (Osserv. rom. 4-11-1971, pp. 1-2).

44 Don Ricceri, l.c. pp 22-23.

45 E T 18.

46 Don Ricceri, l.c. p 25.

41 Cfr GS 76 e.

ni ed evangelici; la preoccupazione di collaborare coi movi­

menti dediti all’evangelizzazione di questo ambiente, non trascurando che il valore principale a cui dobbiamo tendere è che i poveri stessi prendano responsabilmente in mano la loro promozione umana e cristiana.

Analogamente collaboriamo con gli incaricati della pa­

storale degli emigrati. La nostra vocazione salesiana recla­

ma la nostra presenza presso questi fratelli che aspirano ad una vita più umana in situazioni molto disagiate. Non sarà difficile a noi, Congregazione internazionale, di prestare un servizio qualificato soprattutto per l ’assistenza e l ’educazio­

ne dei figli degli emigrati.48

75 4) Adottiamo uno stile di vita povera-, « liberarsi da una mentalità borghese» .49 Questo aspetto viene trattato ampia­

mente nel documento sulla povertà salesiana. Qui ricordia­

mo soltanto che la nostra povertà religiosa esige uno stile di vita austera che ci permetta di inserirci tra i giovani po­

veri sull’esempio di Cristo « incarnato ».

76 5) Poniamo alcuni gesti profetici, che manifestino più chia­

ramente il nostro amore privilegiato per i poveri con mo­

dalità aderenti alla realtà di oggi.

Paolo V I dice ai religiosi: « I l grido dei poveri... indu­

ce certuni tra voi a raggiungere i poveri nella loro condi­

zione, a condividere le loro ansie lancinanti » .50 Anche noi abbiamo molto bisogno di ciò che lo spirito vuol dirci attra­

verso la voce dei poveri.

E ’ in accordo col nostro spirito e con la nostra missione oggi che alcuni di noi vadano a vivere tra i più poveri, se l ’analisi comunitaria della situazione dimostra che questo è il modo più vero di lavorare, dal di dentro, alla loro forma­

zione umana e alla loro evangelizzazione. Parimenti può essere opportuna l ’esperienza di alcuni salesiani operai che

43 « Problem i delle migrazioni oggi » — Un documento della Commissione Episc. italiana per le migrazioni (Osserv. rom. 19 nov.

1971, p 2).

49 Don Ricceri, l.c. p 1; efr E T 18-19-22.

50 E T 25, 35.

vogliono raggiungere meglio gli operai, adulti e giovani, se questo modo di fare è richiesto dalle esigenze della mis­

sione locale, in coerenza con la pastorale d’insieme e in pie­

no accordo con la gerarchia.

Tutto questo sia lasciato all’approvazione, e, meglio, alla iniziativa degli Ispettori e del Consiglio Ispettoriale, sempre in accordo con l ’Episcopato della Chiesa locale.

77 d) Lo spirito apostolico del nostro impegno per la giustizia nel mondo

Nel documento r i m a 1 S 7 1 ; - J (pagine 85-88)