La protezione civile in prima linea Occhiobello regala 500 euro alla Liguria
BARCELLONA POZZO DI GOTTO
La solidarietà, unica certezza FABIO ALBANESE
o e i mie figli ci sentiamo miracolati. Se non fosse mancata la luce nel magazzino e fossimo rimasti lì ancora cinque minuti, il fango avrebbe travolto pure noi».
Il signor Santino Sindoni ha riaperto il negozio di liste nozze due settimane fa. Con il poco che aveva nei locali di esposizione, perché tutto quello che era conservato nei magazzini di via Kennedy, pronto per le vendite di Natale, non c'è più, spazzato via dall'alluvione che il 22 novembre ha devastato la sua città, Barcellona Pozzo di Gotto, e fatto tre morti nella vicina Saponara.
Più di mezzo milione di euro di danni, il prezzo che ha dovuto pagare a 12 ore ininterrotte di pioggia e ai torrenti
«tombati» che non sono più riusciti a contenere la massa di acqua, fango e detriti venuta giù dalle montagne. Ha avuto aiuto per ripulire tutto, dai concittadini e dai volontari della protezione civile. Ma non può bastare, per rimettere su in pochi giorni quello che si era costruito in 22 anni di attività: «I fornitori hanno capito e mi hanno mandato un po' di roba -dice - ma non ho più nulla, nemmeno le scatole per le confezioni».
In via Trento, la signora Salvatora Formica è riuscita a riaprire il suo bar pasticceria: «Abbiamo i magazzini ancora vuoti perché abbiamo dovuto buttare via tutto ma siamo aperti. Ad altri non è toccata la stessa fortuna».
E in effetti, a Barcellona il fango è sparito quasi del tutto ma l'alluvione ha lasciato segni indelebili. Nel morale come nell'economia: «C'era la crisi - dice la signora Salvatora - ora qui in paese è molto peggio». Più avanti c'è quello che era un negozio di telefonia, dicono che non riaprirà più. Stessa sorte per un frequentato bar di via del Mare, la grande strada che attraversa Barcellona con in mezzo il letto del torrente Longano e che quel martedì di novembre era un enorme, unico, fiume.
A Barcellona, come a Saponara dove ci sono ancora centinaia di sfollati, come negli altri centri della zona tirrenica del Messinese, non c'è clima di festa. Il Natale è passato quasi in mestizia; a Saponara tutto è stato più difficile perché non ci sono più Luca Vinci, 10 anni, Luigi e Giuseppe Valla, padre e figlio, le tre vittime di questa tragedia. Lì, in questi giorni di festa regna il silenzio, un segno di rispetto per i morti, un segno di rispetto per i vivi; cose che da queste parti hanno ancora significato. Poca voglia di festeggiare, tanta voglia di ricominciare partendo dall'unica certezza: la solidarietà della gente.
Al resto, agli interventi per evitare altri disastri, al denaro per risarcire, credono poco. «Qui è come sempre dicono -aiutati che Dio ti aiuta. Per ciò che faranno gli uomini, anzitutto quelli della politica, meglio lasciar perdere».
3 alluvioni
Il Messinese era stato colpito da eventi simili a quello di novembre già nel 2007 e nel 2009 Data:
27-12-2011
La Stampa (Milano)
La solidarietà, unica certezza::o e i mie figli ci se...
Stampa, La (Novara)
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Data: 27/12/2011 Indietro
Carpignano Sesia
Protezione civile un nuovo mezzo [R. L.]
Nuova auto a disposizione del gruppo di Protezione civile del Comune di Carpignano Sesia. La Fondazione Crt ha contribuito all'acquisto di una Fiat Panda 1,2 Bifuel My Life coprendo il 70 per cento della spesa pari ad un importo di 9.345 euro. Restano a carico del Comune altri 4.005 euro.
Data:
27-12-2011
La Stampa (Novara)
Protezione civile un nuovo mezzo::Nuova auto a disposiz...
Stampa, La (Sanremo)
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Data: 27/12/2011 Indietro
INCENDIO LA LIGURIA IN FIAMME Vento e fuoco, i giorni della paura
Savona, devastati boschi e case. Evacuate 250 persone, chiusa (e riaperta) la A10 Savona-Ventimiglia MARCO RAFFA CLAUDIO VIMERCATI
SAVONA
Le fiamme che hanno avvolto la vallata hanno devastato centinaia di ettari di bosco, distrutto auto e attività economiche. Evacuate oltre 250 persone che hanno dormito in strutture di accoglienza
Due giorni e due notti di terrore Resta l'allarme Nella notte viene chiusa l'A10 Savona-Ventimiglia. Verrà riaperta in mattinata. I fronti di fuoco salgono a sei, poi il vento cala ma l'allarme non è ancora rientrato
Il fronte si amplia Nel giorno di Natale il paese di Segno è colpito duramente. Il fronte di fuoco si spezza in due tronconi, gli sfollati salgono a 250. Mezzi e uomini lavorano senza sosta
L'inizio La notte della Vigilia un incendio colpisce la Valle di Vado. Le fiamme, alimentate da un forte vento di Tramontana, lambiscono le case. Vengono sfollate 100 persone
L'inferno dal crinale I paesi del Vadese minacciati nella notte della Vigilia e per due giorni dal gigantesco incendio alimentato dal vento con raffiche di 50 nodi
Natale di fuoco a Vado Ligure e Quiliano, sulle alture di Savona. Un incendio di bosco cominciato nel pomeriggio della Vigilia, e che sulle prime sembrava destinato a non fare grossi danni, con l'alzarsi in serata di un vento con raffiche a 50 nodi ha trasformato interi versanti di macchia mediterranea e pineta in un inferno di fuoco, minacciando frazioni e case sparse. Ieri sera la situazione era ancora molto tesa, con la mobilitazione di tutto il dispositivo antincendio del Savonese con rinforzi anche da Basso Piemonte e La Spezia. Due giorni e due notti di lotta senza tregua. Centinaia di volontari, vigili del fuoco, uomini della Forestale, elicotteri e Canadair sono serviti a evitare lutti, ma nulla hanno potuto per i danni e i disagi che sono ingentissimi: 250 ettari di bosco devastati, auto e attività economiche distrutte, 250 persone evacuate dalle loro case e costrette, per due notti consecutive, a dormire in strutture di accoglienza.
Un settantenne di Vado, accorso in aiuto della figlia per salvare la sua villetta circondata dal fuoco, è stato investito dalle fiamme ed è ricoverato in ospedale a Savona con ustioni al volto e alle mani. Tra le case minacciate anche la villa dell'ex difensore della Roma, Christian Panucci, oggi commentatore di Sky.
Nella notte tra domenica e lunedì l'autostrada A10 Savona-Ventimiglia, minacciata dal rogo, è stata chiusa al traffico: solo intorno alle 10 di ieri le condizioni di sicurezza sono state ritenute sufficienti per una riapertura.
«Non ho mai visto nulla di simile in quarant'anni che abito qui» è la sintesi di Marino Sciutto, un abitante di Segno, Data:
27-12-2011
La Stampa (Sanremo)
Vento e fuoco, i giorni della paura::Le fiamme che hanno a...
intere famiglie mentre la casa di riposo «Segesta», sempre a Vado, ha ospitato soprattutto anziani e malati. La sera della Vigilia, invece, il fuoco aveva colto un po' tutti di sorpresa e solo la grande mobilitazione di volontari, guardie forestali e vigili del fuoco ha evitato che alla conta dei danni si aggiungesse anche quella delle vittime visto che in alcune zone il fronte di fuoco, mobilissimo, aveva circondato molte abitazioni isolate. Ai sindaci di Vado e Quiliano, Attilio Caviglia e Alberto Ferrando, impegnati giorno e notte insieme ai vertici di Protezione civile, vigili del fuoco e Forestale, è arrivata ieri la solidarietà della Sardegna con le parole e la disponibilità del presidente Ugo Cappellacci, mentre il governatore del Veneto Luca Zaia ha inviato un messaggio al presidente della Regione Liguria, Claudio Burlando.
Distrutta una segheria Minacciata la villa dell'ex giocatore Christian Panucci 250 ettari andati in fumo
Data:
27-12-2011
La Stampa (Sanremo)
Vento e fuoco, i giorni della paura::Le fiamme che hanno a...
Stampa, La (Savona)
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Data: 27/12/2011 Indietro
IERI SERA LE FIAMME HANNO RIPRESO VIGORE SULLA COLLINA SOPRA IL BOSCACCIO, LUNGO IL CRINALE VERSO SPOTORNO
Tre giorni d'inferno nella Valle di Vado 300 ettari di bosco in fumo, 250 evacuati
Per combattere l'incendio sono stati impiegati anche tre Canadair e due elicotteri VADO LIGURE PRIMO PIANO DA PAGINA 54 A PAGINA 58 E IN NAZIONALE
Un inferno di fuoco devasta da giorni le alture di Vado Ligure
Oltre 300 ettari di bosco distrutti, 250 persone allontanate dalle abitazioni, una è rimasta ustionata, l'Autostrada dei Fiori a lungo chiusa al traffico, un black-out elettrico forzato per consentire i lanci d'acqua dei Canadair e degli elicotteri. Dopo due giorni e mezzo di fuoco la Valle di Vado somiglia all'inferno. Le colline verdi che partendo dalla cittadina si estendono fino alle Rocche Bianche e al colle di
San Giacomo, sono state percorse in lungo e in largo da un incendio devastante, provocato forse dal lancio di un petardo (ma anche l'ipotesi dolosa è stata presa in considerazione) e poi alimentato da un forte vento di tramontana. Ieri sera, fra l'altro, le fiamme hanno ripreso vigore nella zona sopra il Boscaccio, sul crinale verso Spotorno.
Per due giorni la Valle di Vado è stata coperta da una densa coltre di fumo da cui spuntavano solo le ciminiere di Tirreno Power e i tre Canadair e i due elicotteri della Regione che facevano la spola fra la rada di Vado e le colline. Le prime avvisaglie del rogo sono state segnalate nel pomeriggio della vigilia di Natale e quando le fiamme parevano domate, il fuoco è divampato nuovamente intorno alle 21,30, quando ormai sarebbe stato impossibile effettuare i lanci d'acqua con gli aerei. Per tutta la notte il rogo ha divorato centinaia di ettari di foresta e la mattina di Natale la Valle di Vado ricordava le immagini più cupe della guerra del Vietnam, con boschi in fiamme, il rombo di aerei ed elicotteri, il traffico bloccato e centinaia di uomini (pompieri, forestale e volontari antincendio, carabinieri, vigili urbani) che a terra cercavano almeno di mettere al sicuro gli abitanti di Segno, la case minacciate, fra le quali anche la villa dell'ex calciatore Christian Panucci.
Oltre 250, alla fine, sono stati sfollati. Ci sono state scene strazianti: quasi nessuno voleva lasciare le abitazioni costruite con una vita di lavoro di sacrifici. Tanti gli sfollati che si sono portati dietro gli animali domestici. Prima sono stati accompagnati nel pallone pressostatico sulla passeggiata di Vado e al Palasport di Quiliano e poi nelle due Società di mutuo soccorso della Valle che ancora una volta hanno potuto tenere fede alla propria storia prestando aiuto ai
concittadini in difficoltà. Ad assisterli, fra gli altri, il sindaco Attilio Caviglia, il vicesindaco Franca Guelfi e l'assessore Raffaella Orlando. Solo nel pomeriggio è cominciata l'operazione di rientro verso le case sgomberate per ordine del sindaco Caviglia visto che l'incendio cambiava continuamente direzione. Ma l'incubo non era ancora finito.
Dopo le prime avvisaglie lungo la strada per le Rocche Bianche, infatti, le fiamme hanno ripreso vigore a Sant'Ermete e in parallelo sui fianchi delle due colline della Valle di Vado (dove l'altra notte sono state sgomberate altre famiglie),
lambendo sia la discarica del Boscaccio (che si trova verso Bergeggi), sia quella di Bossarino che confina invece con Data:
27-12-2011