Stampa, La (Savona)
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Data: 27/12/2011 Indietro
"Più linee di fuoco frastagliato con le fiamme guidate dal vento"
Pompieri, forestali e volontari hanno dovuto operare su un'area di circa 500 ettari MICHELE COSTANTINI VADO LIGURE
Scenario apocalittico Il fronte del fuoco ha percorso in lungo e in largo la Valle di Vado distruggendo la vegetazione e si è avvicinato a molte abitazioni
Case minacciate anche in località San Bernardo
«Il fuoco si è mosso tra la vegetazione come un lupo affamato, pronto a colpire e spostarsi immediatamente da una zona all'altra della vallata». E' questa la sensazione che hanno avuto i soccorritori intervenuti nel più vasto incendio boschivo della provincia dall'inizio dell'anno.
«Più che parlare di un fronte uniforme dell'incendio - fa sapere il comandante provinciale della forestale Edoardo Mulattiero - si deve parlare di più linee di fuoco frastagliate, con arretramenti e avanzamenti delle fiamme a seconda del vento, della vegetazione e delle forze antincendio schierate su un'area, in gran parte abitata, di oltre 500 ettari circa. Il primo allarme alle 15,10 di sabato scorso alle Rocche Bianche nella parte alta di Segno, per un focolaio già consistente.
Poi, l'improvviso peggioramento della situazione e l'arrivo dell'oscurità, con le fiamme dirette verso l'abitato di Segno. Un fuoco violento e inarrestabile, diviso già su due fronti: uno diretto verso il confine di Valleggia in località Termi e Bossarino, l'altro verso S. Ermete e la zona artigianale della Valle di Vado Ligure.
Più che combattere direttamente le fiamme, la strategia della forestale, dei vigili del fuoco e dei volontari antincendi boschivi è stata quella di «controllare» lo spostamento del fuoco, seguendolo nella sua evoluzione e attendendo il
momento giusto per attaccarlo con i loro mezzi antincendio schierati. E' accaduto così nella notte di Natale, tra le strade di Segno e S. Ermete come via Bosco, via Gavotti, via Cunio, via Grassi, via Bixio dove più numerose sono arrivate le richiesta di soccorso al 115. E mentre più di 8 squadre formate da 15 uomini ciascuna, operavano nella zona bassa dell'incendio, altre intervenivano sul crinale di Valleggia e nella zona del Campo dei Francesi. Su queste due località, il forte vento di tramontana stoppava in parte le fiamme, impedendo loro di scavalcare con violenza il crinale, agevolando così l'opera di spegnimento dei volontari della protezione civile. Nel frattempo il fuoco si era incanalato verso l'area di via Piave, dopo S. Ermete dove sono presenti gli insediamenti industriali e artigianali. Tra i tanti episodi da raccontare, anche un soccorso da «ultimo minuto» in via Caviglia, dove nell'area della ditta Ferrando Trasporti, i vigili del fuoco hanno allontanato 12 motrici di Tir, minacciati dalle fiamme.
Nella notte di S. Stefano, dopo oltre 30 ore di lotta, la mappa dell'incendio, si allargava ulteriormente, sino a comprendere anche il versante ovest della vallata. Con i boschi sopra l'autostrada dei Fiori, la discarica del Boscaccio, il grande deposito della Petrolig e le abitazioni di via Carrara. L'arrivo all'alba di ieri dei tre Canadair e dell'elicottero Erickson, consentiva attraverso un'azione continua e strategica durata sino alle 16,30, di spegnere quasi tutti i focolai dell'incendio.
Resta l'allerta e la presenza su tutta la vallata delle forze antincendio.
Data:
27-12-2011
La Stampa (Savona)
"Più linee di fuoco frastagliato con le fiamme guidate dal vento"::«Il fuoco
si è moss...
Stampa, La (Torino Provincia)
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Data: 27/12/2011 Indietro
Alluvioni d'Italia, servono risposte MARIO TOZZI
C' è una sola risposta alle alluvioni che hanno massacrato l'Italia tirrenica nell'autunno scorso. Non solo quella ovvia di chi studia il territorio, ma anche il recupero della conoscenza antica dei popoli del mondo che vivono in regioni a rischio naturale elevato, vulcani, frane o alluvioni che sia: un passo indietro da parte degli uomini rispetto alla natura. Nel caso specifico, la liberazione di fiumi, torrenti e corsi d'acqua dalle catene di cemento e asfalto che abbiamo imposto loro negli ultimi 200 anni. Lo abbiamo visto a Genova, che ha intombato e
dimenticato la ricchezza delle sue acque, e lungo il fiume Vara, un tempo largo quasi un chilometro e oggi ridotto a poco più di 100 metri. Lo abbiamo toccato con mano alle Cinque Terre, dove, se non continui a spezzarti la schiena in montagna, la scommessa di sopravvivere nel posto meno indicato del mondo la perdi senza pietà. E lo abbiamo provato sulla pelle viva all'isola d'Elba, a Messina, in Calabria, e perfino a Roma, in questo autunno bersagliato dalle bombe d'acqua figlie di un cambiamento climatico cui ci siamo quasi rassegnati. Più ingessi i bacini fluviali, più usi cemento e briglie, più innalzi gli argini, tanto peggio starai in caso di piena ragguardevole: un territorio sclerotizzato è preda del rischio idrogeologico molto più di uno vergine. Un sistema di allerta davvero efficace, veloce e di lettura univoca, accoppiato alla rinaturalizzazione dei bacini idrografici: di questo ha bisogno l'Italia del terzo millennio. Certo, qualche lavoro si deve fare: sistemi di ingegneria naturalistica e rimboschimenti possono tenere sotto controllo le acque selvagge in montagna. Qualche barriera imposta oculatamente a monte dei centri abitati a rischio, la pulizia dai rifiuti (non dagli alberi), ma specialmente lo sgombero delle aree di
pertinenza fluviale da ogni insediamento, perché contro queste nuove alluvioni istantanee non c'è barriera che tenga e, soprattutto, non c'è tempo per fuggire. Perché se ci ostiniamo a vivere nei territori del fiume, il fiume prima o poi se li riprende.
Ì{À Data:
27-12-2011
La Stampa (Torino Provincia)
Alluvioni d'Italia, servono risposte::C' è una sola risp...
Stampa, La (Verbania)
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Data: 27/12/2011 Indietro
Romagnano Sesia
Anziana scomparsa il corpo era nel canale [M. G.]
E' uscita di casa, si è diretta verso il canale Mora ed è stata trovata ormai priva di vita nella vasca del depuratore. La vittima è Gabriella Donetti, 67 anni, abitante con la famiglia in via Gramsci. La donna si è allontanata dalla propria abitazione la vigilia di Natale ed il marito ha dato l'allarme dopo essere rientrato a casa e non aver trovato la moglie. Le ricerche dei vigili del fuoco, della protezione civile e delle squadre dei volontari Aib sono durate parecchie ore. Il cadavere è stato ritrovato la mattina di Natale. Nelle prossime ore verrà effettuata l'autopsia anche per capire se la morte della donna è stata causata da un gesto volontario o da un incidente: la zona dove la donna potrebbe essere caduta in acqua è molto viscida.
Data:
27-12-2011
La Stampa (Verbania)
Anziana scomparsa il corpo era nel canale::E' uscita di casa, ...
Viggiù - | Varese Laghi | Varese News
Fuoco anche questa mattina nei boschi di via del Roncolino. Indagano i carabinieri. Il sindaco: «Protezione civile in allerta»
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L'identikit di chi sta appiccando il fuoco ai boschi della Baraggia, frazione di Viggiù, non c'è. Però gli orari dei roghi sono sempre simili e la precisione con cui parte il fuoco fa desumere che si tratti di qualcuno che conosce il territorio.
Così la pensa il sindaco, Sandy Cane, che sta facendo di tutto per venire a capo della faccenda che sta interessando, da un mese e mezzo, la frazione del paese al confine con la Svizzera.
Per lo più piccoli focolai, che hanno però fatto segnare un'enorme quantità di interventi da parte dei vigili del fuoco.
L'ultimo, in ordine di tempo, è stato lo spegnimento del rogo in via del Roncolino, questa mattina presto, attorno alle 7. Si tratta di una zona boschiva che comprende alberi di aghifoglie e cedui, in una zona dove è presente un maneggio, oltre a numerose case. Fortunatamente fino ad oggi non si sono registrati feriti, ma la vicinanza con le abitazioni non promette nulla di buono, se la catena di incendi dovesse continuare.
«Questa storia va avanti da un mese e mezzo - dice al telefono il sindaco di Viggiù. Non sappiamo se si tratta di uno o più soggetti, certo è che chi si è reso responsabile di questi gesti conosce bene il territorio. Sono stai almeno 7 gli episodi incendiari; tra l'altro in un paio di occasioni vi è stato un tentativo di appiccare le fiamme ad un tendone della protezione civile. Una volta è stato incendiato un cassonetto».
E poi i boschi. L'incendio di stamani è partito in un fondo privato, dove sono bruciati diversi alberi, tra cui anche numerosi pini: alcune centinaia di metri quadrati in tutto, dicono dal comando dei vigili del fuoco di Varese. Il secco di questi giorni non aiuta le operazioni di spegnimento: il fuoco continua a lavorare sotto il manto di aghi e rimane alla mercè del vento che da un momento all'altro può tornare a soffiare e a rinvigorire le fiamme. Proprio come è accaduto alla vigilia di Natale. «Il 24 eravamo a fare un sopralluogo quando sono partire le fiamme - ha spiegato il sindaco - ci siamo precipitati assieme ai volontari della protezione civile, e siamo riusciti a spegnere le fiamme, ma c'era un vento fortissimo che ha continuato a soffiare, alimentando il fuoco».
In un'occasione, mercoledì scorso, il 21 di dicembre, in una sola giornata si sono verificati due incendi, al mattino nel Data:
27-12-2011