6. Stagione irrigua nei Bacini del Sud e Insulari
6.3 Basilicata
Rispetto alla situazione regionale, in Basilicata solo due momenti, in luglio e agosto, sono stati segnati da forte calura, con temperature oltre i 35°C registrate molto spesso (229 volte) dalle stazioni di monitoraggio della rete del Servizio Agrometeorologico Lucano.
L’instabilità che ha contraddistinto il mese di giugno e che ha messo a freno l’avvio della stagione estiva con le sue piogge diffuse e le temperature al di sotto della media stagionale, si è protratta fino alla prima settimana di luglio. Precipitazioni, spesso temporalesche e temperature ancora non in linea con i valori medi del periodo, hanno messo a dura prova il territorio, continuando a provocare danni alle colture, già segnate dai devastanti episodi di fine maggio e giugno. L’arrivo dell’alta pressione di origine nord-africana ha consentito, già nella seconda settimana di luglio, l’aumento delle temperature che, in alcune località della regione, hanno sfiorato i 40°C con punte di 42-43°C in alcune aree interne. Ad eccezione della prima settimana di luglio, non sono state registrate ulteriori precipitazioni, mentre l’umidità relativa, nei periodi più caldi, è stata frequentemente oltre la media del periodo.
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Il mese di agosto è stato interessato da una nuova ondata di caldo con temperature comunque inferiori ai 40°C. Il periodo si è contraddistinto per i valori piuttosto elevati di umidità relativa che variando tra il 50 e l’80% ha potenziato la percezione del caldo, creando ulteriori difficoltà, soprattutto negli ultimi giorni del mese. Precipitazioni pressoché assenti, ad eccezione di qualche rovescio pomeridiano, più frequente e a carattere temporalesco, a chiusura del mese.
Con il mese di settembre, nonostante i temporali sparsi, l’afa si è fatta risentire, nella prima settimana del mese, con temperature massime oltre i 30°C, umidità relativa caratterizzata da valori elevati (70-80%), temporali localizzati ed evapotraspirazione non oltre i 5,5 mm/g. La variabilità che anticipa l’approssimarsi della stagione autunnale, si è manifestata già dalla seconda settimana, con l’altalenare delle temperature (massime non oltre i 30°C), precipitazioni sparse e a volte molto violente, umidità in crescendo ed evapotraspirazione ridotta fino a valori di circa 3,5-4,0 mm/g.
Nonostante un’estate particolarmente calda (luglio ed agosto, si sono rivelati mesi moderatamente siccitosi, con una piovosità sotto la norma, le disponibilità evidenziatesi negli vari invasi regionali nel corso del trimestre hanno fatto si che l’allocazione delle risorse idriche finalizzate all’uso irriguo non destasse particolari preoccupazioni per il buon decorso della stagione irrigua.
L’andamento del BIC, rappresenta molto chiaramente la situazione climatica che ha
contraddistinto i due mesi estivi. Il valore fortemente negativo della seconda e terza decade di luglio, sintomatico della completa assenza di precipitazioni del periodo, manifesta un’inversione di tendenza che, pur mantenendosi nell’ambito nella negatività, inizia un trend “positivo”già a partire da fine luglio (graf. 6.9). Inoltre, le nuove precipitazioni a ridosso della prima decade di settembre, hanno generato un ulteriore impulso che, come si osserva ha portato il BIC verso valori positivi.
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Fonte: elaborazione INEA su dati ALSIA, 2009
La singolare piovosità dell’inverno 2008-2009, che ha portato al rimpinguamento degli invasi distribuiti sul territorio regionale (fig. 6.1), ha consentito di avere discrete disponibilità anche per il settore irriguo, in grado di affrontare adeguatamente il decorso, piuttosto caldo, della stagione irrigua.
Figura 6.1 – Localizzazione di alcuni importanti invasi a scopo irriguo della Basilicata
Fonte: elaborazione INEA, 2009
Dalla valutazione dell’andamento trimestrale (luglio-settembre) dei volumi netti invasati dai principali invasi fuga ogni dubbio su eventuali problemi di deficit idrico: gli invasi di Monte Cotugno e del Pertusillo, analogamente al trimestre precedente, sono stati i due impianti che più degli altri hanno presentato un cospicuo accumulo di risorsa, soprattutto rispetto allo stesso periodo dell’anno 2008. In effetti, lo scorso anno, gli invasi lucani hanno chiuso la fase estiva al minimo storico di acqua raccolta e il deficit pluviometrico dall’inizio dell’anno aveva oscillato nelle diverse aree regionali dal 45% al 60%.
A fine settembre, quindi, nonostante i prelievi estivi, le disponibilità regionali erano pari a circa il 58% della capacità massima (tab. 6.2).
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Tabella 6.2 - Volumi di acqua disponibili nei principali invasi lucani a fine settembre 2009 e 2008
Invasi Capacità di invaso Volumi utile di regolazione Volumi disponibili al 20/09/09 Volumi disponibili al 20/09/08 Differenza 20 Settembre 2009-2008 Variazione 2009/2008 Milioni di m3 Milioni di m3 Milioni di m3 Milioni di m3 Milioni di m3 (%) Monte Cotugno 530 433,00 314.965.000 23.675.000 291.290.000 1.230,4 Pertusillo 155 142,00 88.222.000 20.740.000 67.482.000 325,4 San Giuliano 107 90,13 62.729.977 33.355.810 29.374.167 88,1 Camastra 32 23,60 11.924.002 11.547.288 376.714 3,3 Basentello 41 28,00 20.746.621 14.967.941 5.778.680 38,6 Gannano 2,6 2,62 2.239.000 2.043.000 196.000 9,6 Totale 868 719 500.826.600 106.329.039 394.497.561 371,0
Fonte: elaborazione INEA su dati Autorità di bacino interregionale della Basilicata, 2008-2009
Questa situazione, alla vigilia delle piogge invernali consentirà, molto probabilmente, di riempire completamente gli invasi con ottime prospettive per la prossima stagione estiva irrigua.
Sul fronte delle erogazioni i dati riferiti ai due principali invasi lucani, Monte Cotugno e Pertusillo, confermano ulteriormente la situazione positiva in cui si sono trovati gli stessi nel trimestre analizzato. Infatti, la programmazione dei volumi da erogare ha previsto, per entrambi gli invasi, un incremento rispetto allo stesso periodo del 2008, rispettivamente da +15% a +69% per il Pertusillo e da +24% a +105% per Monte Cotugno.
Se l’estate 2009 non dovrà essere ricordata per i problemi legati all’emergenza irrigua, sicuramente sarà annoverata tra i periodi più drammatici dell’agricoltura lucana degli ultimi dieci anni. I violenti nubifragi del periodo primaverile si sono ripetuti con analoga violenza segnando un territorio, già in parte compromesso, per molte delle colture danneggiate nei mesi precedenti. L’analisi del settore agricolo che segue ha preferito seguire la divisione del territorio lucano nei tre contesti omogenei in cui si ripartisce, per caratteristiche pedoclimatiche, strutturali e socioeconomiche, corrispondenti abbastanza fedelmente ai comprensori delimitati dai Consorzi di Bonifica presenti in regione.
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6.3.1 Vulture Alto Bradano
I due comprensori afferenti al territorio consortile del Vulture Alto Bradano, il Destra Ofanto e l’Alto Bradano, coincidono quasi interamente con la parte dei bacini idrogafici dell’Ofanto e del sistema Basento-Bradano-Basentello.
Il Comprensorio Destra Ofanto, sul quale viene svolta la maggior parte dell’attività del Consorzio Vulture-Alto Bradano, ha risentito notevolmente nel trimestre luglio-settembre 2009, degli eventi metereologici distruttivi del 21 giugno scorso. In termini di prenotazioni irrigue si è assistito ad un calo della superficie di circa il 30%, soprattutto in agro di Lavello, territorio particolarmente investito dalle grandinate di inizio estate. Le colture di pomodoro, completamente distrutte e coperte da premio assicurativo, non hanno avuto seguito, e i campi sono stati abbandonati visto che il risarcimento ha riguardato il prodotto e non la pianta. Laddove è stato possibile, soprattutto in mancanza di copertura assicurativa, si è intervenuti con operazioni di ripristino delle piante al fine di ottenere anche una modesta quantità di prodotto. Chi, al contrario, ha dovuto ripiantare ha rischiato di non ottenere il prodotto in tempo per la vendita con il raddoppio dei costi e l’inevitabile slittamento dei tempi di conferimento all’industria di trasformazione.
Per le colture permanenti, come pescheti e vigneti, le conseguenze negative si ripercuoteranno certamente il prossimo anno, dal momento che il danno subito richiederà in molti casi nuove piantumazioni. Danni consistenti anche sul comparto cerealicolo, frenato sia nella fase della semina, per l’allagamento di vaste estensioni dedicate a tale coltura, sia nella fase di raccolta per il perdurare delle piogge che hanno impedito, in molti casi, la trebbiatura con conseguente abbandono del prodotto in campo. A poco più di una settimana dalla grandinata del lavellese, un nuovo evento, altrettanto distruttivo, ha martoriato circa 200 ettari di colture, in particolare vigneti e oliveti in agro di Rionero e Barile. Si prevedono produzioni ridottissime di vino, a cominciare dal più prestigioso della zona, l’Aglianico DOC del Vulture.
6.3.2 Alto Agri
Il comprensorio dell’Alto Agri che abbraccia oltre all’Alto e Medio Agri, anche il Mercure ed il Noce presenta un incremento di prenotazioni irrigue, rispetto al 2008, intorno al 12%. Il dato si riferisce all’intera stagione irrigua e non al trimestre in analisi.
L’incremento, tuttavia, è il risultato della significativa disponibilità di risorsa irrigua che, secondo quanto afferma il Consorzio di Bonifica, ha indotto gli utenti ad investire maggiormente nelle coltivazioni. Rispetto alle altri due sistemi territoriali, il comprensorio dell’Alto Agri è quello che meno degli altri è stato interessato da eventi climatici disastrosi durante la stagione estiva.
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6.3.3 Metapontino
Le conseguenze degli eventi calamitosi che hanno colpito l’agricoltura del comprensorio irriguo del Metapontino nel periodo primaverile sono state ulteriormente aggravate da altri episodi che, oltre ai frutti e alle piante di stagione, hanno compromesso anche impianti che si preparavano alla stagione autunnale, come oliveti e vigneti, e quelli invernali come gli aranceti. Ritardi e mancati raccolti, anche nel settore cerealicolo, penalizzato dall’impraticabilità dei campi in piena estate. A vantaggio, dei fruitori della risorsa irrigua è stata stabilita la sospensione fino al 30 novembre 2009, per le aree investite dagli eventi grandinigeni, del pagamento dei contributi irrigui relativi alle colture prenotate.