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Nota trimestrale nazionale sull'andamento della stagione irrigua. Luglio-settembre 2009

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Academic year: 2021

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1 Nota trimestrale Nazionale sull’andamento della stagione irrigua

 

Progetto “Sistemi Irrigui” nell’ambito della Rete Rurale Nazionale

Responsabile del Servizio Ambiente ed uso delle risorse naturali in agricoltura

Guido Bonati

Responsabile del progetto Raffaella Zucaro (zucaro@inea.it)

Responsabile dell’attività Antonio Papaleo (papaleo@inea.it)

Gruppo di lavoro INEA: Antonio Papaleo e Simona Capone (regioni del Centro Nord); Marco Taddei (regioni meridionali); Alfonso Scardera e Manuela Paladino (Molise); Anna Maria Lapesa e Domenico Casella (Puglia); Dario Macaluso (Sicilia); Federica Floris, Cinzia Morfino e Gianluca Serra (Sardegna); Vincenzo Sequino e Rossana Spatuzzi (Campania); Silvia De Carlo e Teresa Lettieri (Basilicata); Stefano Palumbo e Matteo Martino (Abruzzo).

Supporto tecnico: Fabrizio Mirra e Donatella Scarpellini

L’attività di monitoraggio non sarebbe stata possibile senza la collaborazione delle seguenti Istituzioni: MiPAAF, Direzione Generale per la Qualità dei Prodotti Agroalimentari - QPA IV - Fondo di Solidarietà Nazionale; Dipartimento della Protezione Civile, Centro Funzionale Centrale; Regione Valle d’Aosta; Regione Piemonte; Regione Liguria; Regione Veneto; Regione Lombardia; Regione Friuli Venezia Giulia; Provincia Autonoma di Trento; Provincia Autonoma di Bolzano; Regione Emilia-Romagna; Regione Toscana; Regione Lazio; Regione Umbria; Regione Molise; Regione Campania; Regione Basilicata; Regione Puglia; Regione Sicilia; Regione Sardegna; Agenzia regionale per la protezione dell'ambiente - Servizio idro-meteo della Regione Emilia-Romagna; Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente della Lombardia; Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente del Piemonte; Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente del Friuli Venezia Giulia; Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente del Veneto; Agenzia regionale per lo sviluppo e l’innovazione nel settore agricolo- forestale della Toscana; Agenzia servizi settore agroalimentare delle Marche; Autorità di bacino dei fiumi dell’Alto Adriatico; Autorità di bacino fiume Arno; Autorità di bacino fiume Po; Agenzia interregionale per il fiume Po; Autorità di bacino fiume Tevere; Centro di agrometeorologia applicata regionale della Regione Liguria; Consorzio di bonifica di II grado per il CER; Consorzio di bonifica Parmigiana Moglia Secchia; Consorzio di bonifica II grado generale di Ferrara; Consorzio di bonifica e irrigazione Canale Lunense; Consorzio di bonifica Naviglio Vacchelli; Consorzio di bonifica Cellina Meduna; Associazione irrigazione Est Sesia; Associazione irrigazione Ovest Sesia; Enti regolatori dei grandi laghi (Consorzi di gestione dei bacini dell’Adda, Chiese, Mincio, Oglio e Ticino); Ente regionale per i servizi all'agricoltura e alle foreste della Regione Lombardia; Ente regionale di sviluppo agricolo della Regione Friuli Venezia Giulia; Institut agricole régional della Regione Valle d’Aosta; Istituto sperimentale agrario di San Michele all’Adige; Unione regionale bonifiche Emilia-Romagna; Unione regionale bonifiche irrigazioni e miglioramenti fondiari della Lombardia; Agenzia regionale per l’innovazione e lo sviluppo dell’agricoltura nel Molise; Molise acque; Agenzia lucana di sviluppo e di innovazione in agricoltura; Autorità di bacino interregionale della Basilicata; Consorzio di Bonifica Vulture-Alto Bradano; Consorzio di Bonifica Alta Val d'Agri; Consorzio di Bonifica Bradano-Metaponto; Consorzio di Bonifica della Capitanata; Associazione siciliana dei Consorzi ed Enti di bonifica e di miglioramento fondiario; Agenzia regionale per la protezione dell'ambiente della Sardegna; Ente acque della Sardegna.

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Indice

1. Sommario ... 3

2. Andamento meteorologico ... 9

3. Stagione irrigua nel Bacino del Po ... 11

4. Stagione irrigua nei Bacini del Nord Est Italia ... 20

4.1 Bacini dell’Adige, del Brenta e del Piave ... 21

4.2 Bacino del Tagliamento e dell’Isonzo ... 24

5. Stagione irrigua nei Bacini dell’Italia Centrale ... 29

5.1 Bacino dell’Arno ... 31

5.2 Bacino del Tevere ... 36

6. Stagione irrigua nei Bacini del Sud e Insulari ... 40

6.1 Molise ... 40

6.2 Campania ... 45

6.3 Basilicata ... 46

6.3.1 Vulture Alto Bradano ... 51

6.3.2 Alto Agri ... 52

6.3.3 Metapontino ... 52

6.4 Puglia ... 51

6.5 Sicilia ... 55

6.6Sardegna ... 58

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1. Sommario

Nonostante l’estate 2009 sia stata, dopo quella del 2003 e del 1994, la terza estate più calda degli ultimi 30 anni e sia stata caratterizzata da deficit precipitativi diffusi, in quasi tutti gli areali in cui viene praticata irrigazione non sono state evidenziate particolari problematiche legate all’approvvigionamento irriguo. Infatti, le abbondanti piogge e nevicate che hanno interessato l’intera penisola per quasi tutto l’autunno e l’inverno scorso e parte della primavera, hanno influenzato positivamente lo stato idrologico di buona parte dei bacini idrografici nazionali.

Nel corso dei mesi cruciali della stagione irrigua (luglio e agosto), le elevate temperature registrate hanno prodotto effetti negativi sulla disponibilità potenziale di acqua nei suoli, consentendo, nel contempo, lo scioglimento della neve accumulata nel corso dell’inverno sui settori alpini e dei ghiacciai di alta quota.1 Tale maggiore disponibilità ha mitigato gli effetti negativi di una maggiore richiesta di risorsa proveniente dai diversi usi ed ha generato indirettamente effetti positivi sullo stato delle acque superficiali (soprattutto in quasi tutti i bacini del Nord.

Per i grandi laghi lombardi, ad esempio, anche se l’andamento del il livello idrometrico è risultato continuamente decrescente (dovuto essenzialmente alla quasi assenza di precipitazioni e alla crescente domanda di risorsa proveniente soprattutto dal settore agricolo), le quote di invaso si sono mantenute al di sopra dei valori medi dello stesso periodo degli ultimi 50 anni. Soltanto per il lago di Como i valori di altezza sono risultati inferiori a quelli medi, ma superiori a quelli minimi.

Per quanto riguarda il fiume Po, nel corso del mese di luglio è transitata, alla stazione di Isola S. Antonio (stazione di chiusura per quanto attiene il territorio piemontese), una portata media mensile di circa 416 m3/s, pari al 90% in più della portata media storica. Sempre nel settore piemontese, il fiume Tanaro, ad Alba, ha presentato una portata media mensile pari ad oltre il 40% in più rispetto alla portata media storica. Anche a Palantone, (ubicazione della stazione di sollevamento sul Po che serve il Canale Emiliano Romagnolo) nonostante il mese di luglio sia stato caratterizzato da una portata media del Po tra le più basse dall’inizio dell’anno, pur con variazioni di una certa entità, non si sono mai verificate condizioni di magra.

Nonostante la buona disponibilità di risorsa, qualche problema nell’approvvigionamento idrico è stato registrato in alcune zone del Pavese, in Lombardia, a causa della diffusione di alghe che hanno infestato i canali riducendone la disponibilità di acqua per gli agricoltori.

In Piemonte, ad inizio luglio si sono verificati alcuni problemi a causa del non ancora avvenuto ripristino di un’opera di presa sul Tanaro, che era andata distrutta a seguito delle abbondanti precipitazioni di aprile che avevano determinato la piena del Tanaro. Questo evento ha causato il collasso della traversa a valle del ponte di Pollenzo, a Santa Vittoria. Questa traversa permetteva di innalzare il livello dell’acqua e di immetterla nei canali a beneficio di terreni coltivati

      

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 Secondo dati dell’Aeronautica Militare, ancora ad agosto la mappa della neve indicava uno spessore medio del manto nevoso compreso tra 0 e 20 cm su gran parte delle Alpi ad eccezione di due isolate località sulle Alpi Marittime e sulle Alpi Cozie dove lo spessore medio è risultato più consistente. 

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da un migliaio di aziende agricole, per un totale di circa 3.000 ettari coltivati nei Comuni di Alba, Santa Vittoria, Monticello, Guarene, Castagnito, Magliano Alfieri, Govone.

Nel settore del Nord Est, nonostante il fisiologico calo delle altezze idrometriche dei fiumi, non sono state evidenziate particolari criticità in merito alle disponibilità di risorsa transitante. Le altezze idrometriche si sono mantenute quasi ovunque simili a quelli registrati negli anni più recenti.

Per quanto attiene i bacini del Centro Italia, la situazione idrologica dei diversi bacini non è stata molto positiva, ad eccezione del Tevere, per il quale i valori delle altezze idrometriche in molte stazioni sono risultate in linea o leggermente migliori con quelli degli anni più recenti. La situazione idrologica degli altri bacini, soprattutto quelli toscani, è invece apparsa leggermente deficitaria, in quanto l’andamento delle altezze idrometriche, molto spesso, è stato peggiore di quanto osservato negli ultimi anni. Inoltre, una situazione di perdurante scarsità di risorsa è stata riscontrata per il lago Trasimeno, la cui acqua è destinata anche all’uso irriguo. Anche quest’anno, infatti, si rileva la crisi idrica del Trasimeno, che perdura da qualche anno. Il livello del lago è risultato più basso rispetto allo stesso trimestre del 2007 (anno caratterizzato da grave crisi idrica), era già diminuito nel trimestre precedente ed è continuato a decrescere sempre di più nel corso dell’estate, fino a raggiungere, a settembre, un livello medio mensile di -148 cm sotto lo zero idrometrico (nel 2007 il valore medio del mese era stato di circa -129 cm). Pertanto, a luglio, la Provincia di Perugia ha promulgato un’ordinanza in merito agli attingimenti nei corpi idrici del territorio provinciale. La norma è stata emessa a seguito del raggiungimento del livello del lago Trasimeno di –121 centimetri sullo zero idrometrico, ed ha previsto la sospensione totale delle licenze e delle concessioni, ad esclusione dell’uso idropotabile; il prelievo ad uso irriguo, è stato consentino esclusivamente per i sistemi di irrigazione ad alta efficienza (a goccia, microirrigatori o similari).

Con la stessa ordinanza è stato disposto il divieto di attingimento ai titolari di concessione di derivazione, ad uso irriguo, in maniera candelarizzata nel corso della settimana, oltre che per il Trasimeno, per tutti i corpi idrici superficiali (Tevere, Chiascio a valle della diga di Casanova, Clitunno, Timia a valle della confluenza con il Clitunno e Nera e alcuni affluenti) e sotterranei.

Per quanto riguarda le regioni meridionali, a differenza della stagione irrigua dello scorso anno, il decorso del 2009, sembra non aver mostrato particolari problematiche per quanto attiene all’approvvigionamento di acque per l’irrigazione. A settembre, in tutte le regioni, la disponibilità di risorsa presente negli invasi, principale fonte di approvvigionamento per il Sud, nonostante i prelievi estivi, si presentava più che buona. Questa situazione, alla vigilia delle piogge invernali dovrebbe consentire di riempire completamente gli invasi, con buone prospettive per la prossima stagione estiva irrigua.

Nel corso del trimestre in esame, l’andamento delle altezze idrometriche dei fiumi Biferno, Trigno e Volturno, non ha evidenziato particolari criticità, (le altezze si sono mantenute sempre al di sopra dello zero convenzionale) con un andamento nelle altezze dei corsi d’acqua molisani,

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molto positivo che non si aveva da circa 50 anni. Anche il volume invasato nel corso del trimestre nella Diga di Ponte Liscione è stato soddisfacente, con volumi di invaso che, alla fine di agosto, erano superiori a quelli registrati negli ultimi 10 anni.

I dati relativi alle disponibilità di risorsa dei principali bacini campani (bacino dell’Alento, dell’Ufita e il Bacino del Sele) hanno confermato un bilancio positivo nella disponibilità in tutti e tre i mesi considerati.

Per le aree della Basilicata, che lo scorso anno hanno sofferto di carenza idrica, le disponibilità evidenziatesi negli invasi regionali nel corso del trimestre, hanno fatto si che l’allocazione delle risorse idriche finalizzate all’uso irriguo non destasse particolari preoccupazioni per il buon decorso della stagione irrigua. Infatti, a fine settembre 2009, la percentuale di acqua accumulata negli invasi regionali ha assunto il valore di +370% rispetto a settembre dello scorso anno.

Per la Puglia, la disponibilità di risorsa ad uso irriguo è stata soddisfacente, soprattutto se confrontata con i dati dello stesso periodo dello scorso anno. Infatti, nonostante l’andamento decrescente nei volumi invasati, le disponibilità sono stati tali da permettere un buon decorso della stagione irrigua. In alcune aree, come quella del Comprensorio del Fortore, servito dalla diga di Occhito e di Capaccio, da cui si approvvigiona la Regione, i volumi disponibili negli invasi nel corso del trimestre considerato, sono stati pari a 3,5 volte quelli presenti nel 2008.

Nel territorio siciliano, come per la gran parte delle regioni meridionali, le abbondanti precipitazioni avvenute tra la fine dell’anno 2008 e l’inizio del 2009, unite a quelle verificatesi nel corso del secondo trimestre, hanno determinato una notevole disponibilità di acqua negli invasi regionali, tanto da non evidenziare particolari problematiche in merito all’approvvigionamento irriguo. Il volume complessivo invasato nell’isola, infatti, è stato di gran lunga superiore a quello registrato nello stesso periodo degli anni scorsi. A fine agosto 2009 questo ammontava a 569 milioni di m3 contro i 317 milioni di m3 di agosto 2008 e i 326 milioni di agosto 2007.

Nonostante le scarse precipitazioni del periodo estivo, la risorsa accumulata negli invasi e il collegamento tra i principali invasi della Sardegna, hanno permesso un decorso del periodo estivo senza grossi problemi per l’approvvigionamento idrico di tutti i settori. Non si sono registrate restrizioni negli attingimenti irrigui, anche in quelle aree dell’isola dove per quasi tutta l’estate non è piovuto.

In definitiva, la situazione idrologica dei diversi bacini italiani, in linea di massima, è stata tale da garantire un buon decorso della stagione irrigua, scongiurando rischi di siccità, nonostante il forte innalzamento delle temperature e le ondate di calore che hanno caratterizzato i mesi di luglio ed agosto. Nonostante l’estate 2009 sia stata, dopo quella del 2003 e del 1994, la terza estate più calda degli ultimi 30 anni e sia stata caratterizzata da deficit precipitativi quasi ovunque (ad eccezione del mese di settembre), è stata anche contraddistinta, da improvvisi e violenti temporali

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“tropicali” che, a macchia di leopardo, hanno causato danni al settore agricolo, in tutti e tre i mesi considerati (fig. 1.1).

Figura 1.1 – Principali aree interessate dal maltempo e da problemi nell’approvvigionamento di risorsa irrigua nel corso del trimestre luglio-settembre 2009

Fonte: elaborazione INEA, 2009

Nel mese di luglio, al Nord ed, in particolare, in alcune province del Piemonte, si sono verificati danni da grandine a macchia di leopardo che hanno interessato le coltivazioni orticole e cerealicole del Cuneese e della zona pedemontana del Torinese.

In provincia di Ferrara, nell’area compresa tra Voghiera, Masi Torello, Runco, Gambulaga, Quartiere, una violenta grandinata, a metà luglio, ha interessato produzioni frutticole e in pieno campo, con danni anche del 100% e problemi anche a strutture come magazzini e fabbricati rurali.

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Si sono verificati, inoltre, danni a pesche, pere, mele ma anche a mais e soia e all’aglio di Voghiera appena scavato e pronto per la lavorazione; alcuni danni sono stati segnalati nel comune di Formignana e in parte di quello di Tresigallo.

Nel corso del mese di agosto, al Nord Italia, l’andamento climatico tropicale caratterizzato da elevate temperature e temporali violenti accompagnati da grandine e forte vento, ha provocato la distruzione completa di coltivazioni quali il mais, il sorgo, la soia, i frutteti e gli ortaggi in generale.

In provincia di Bolzano, in particolare nella zona agricola compresa tra l’aeroporto cittadino e la località San Giacomo, il forte vento ha divelto numerose piante di melo, compromettendone la produzione.

In Emilia-Romagna, ed il particolare l’area frutticola e viticola della provincia di Reggio Emilia e della bassa modenese (comuni di San Prospero, Cavezzo, Mirandola, Concordia, S. Possidonio e Medolla), intense grandinate e trombe d’aria hanno causato ingenti danni a pereti, vigneti e campi di mais e sorgo.

Nel Centro Italia, l’evento più significativo ha riguardato l’area Umbra dell’Alta Valtiberina. Il giorno 6 luglio, infatti, si sono osservate brevi grandinate e temporali che hanno prodotto forti raffiche di vento, responsabili di danni di varia entità, tra cui l’abbattimento di alberi.

Al Sud, e in particolare in Calabria, il 5 luglio un improvviso e violento nubifragio accompagnato da grandine e vento (e che ha innestato una violenta tromba d’aria con vento che superava i 30 nodi), si è abbattuta per circa un’ora sulla fascia costiera del cosentino, spingendosi nell’entroterra, fino alla zona pedemontana a ridosso del Pollino. L’evento, nonostante l’intensità, ha interessato solo alcune aree agricole circoscritte nei territori dei Comuni di Cassano Ionio, Altomonte e molte località del Comune di Castrovillari (San Lorenzo, Cammarata, Trapanata e San Leonardo). Si sono osservati seri danni alla produzione dell’intero settore agricolo, dalle colture erbacee di pieno campo come ortive e colture cerealicole, alle colture frutticole, in particolare, drupacee (nettarine, pesche, pesche noci, albicocche) ormai pronte per essere raccolte e commercializzate. Per gli oliveti l’evento ha prodotto la cascola dei frutti e per gli agrumeti sono stati danneggiati i frutticini pendenti già formatesi.

Anche a settembre, il maltempo che si è abbattuto in Calabria, soprattutto nella zona di Corigliano Calabro , dove ha provocato seri danni a tutte le coltivazioni delle clementine di Calabria IGP.

Più in generale, le zone della Calabria maggiormente interessate dal maltempo sono state quelle della fascia Jonica la zona della Locride (da Brancaleone a Monasterace), e nel Crotonese, in particolare a Cropani e Botricello, e nel Vibonese e nel Lametino sul versante tirrenico. Le forti piogge che hanno causato danni alla viabilità e alle infrastrutture hanno compromesso, a macchia di leopardo, i seminativi, le coltivazioni orticole, i vigneti (grossi problemi sono stati evidenziati per la vendemmia del Greco di Bianco) e gli agrumeti.

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In Basilicata, dopo l’evento grandigeno di fine giugno che ha colpito l’area di Lavello, i primi di luglio un nuovo evento, altrettanto distruttivo, ha riguardato circa 200 ettari di colture, in particolare vigneti e oliveti in agro di Rionero e Barile. Pertanto si prevedono produzioni ridotte di vino, a cominciare dal più prestigioso della zona, il noto Aglianico DOC del Vulture.

In Sicilia, a partire dalla seconda metà del mese di settembre, si sono verificati numerosi eventi meteorologici avversi che hanno provocato danni, talvolta anche ingenti, all’agricoltura a causa di trombe d’aria, verificatesi soprattutto nel territorio di Mussomeli (CL) e di Ribera (AG), e piogge alluvionali e cadute di grandine in tutta l’Isola, dall'Agrigentino al Palermitano, con numerosi danni alle strutture agricole ed alle più importanti colture della regione, in particolare le ortive, l’olivo, l’uva da tavola, gli agrumi e le pesche tardive.

Anche la Sardegna è stata interessata da maltempo ei principali danni hanno riguardano i vigneti per i quali è stato difficoltoso svolgere il normale andamento delle operazioni di vendemmia e, in alcune zone, sono stati danneggiati filari di importanti vigenti.

In Puglia, numerose aziende, soprattutto zootecniche, sono rimaste isolate a causa di un nubifragio che si è abbattuto, a metà settembre, nell’area compresa tra San Giovanni Rotondo e San Marco e con problemi di consegna del latte. Molti capi di bestiame sono andati dispersi ed intere strade rurali sono scomparse.

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2. Andamento meteorologico

L’estate 2009, dopo quella del 2003 e del 1994 è risultata la terza estate più calda degli ultimi 30 anni. La elevata media termica è stata determinata da un mese di agosto particolarmente caldo. Il forte caldo è stato più evidente al Nord Italia, dove è stato amplificato da un tasso di umidità relativa superiore del 10% rispetto alla media. Per quanto riguarda le piogge, si è osservato, un mese di luglio, quasi ovunque, moderatamente siccitoso e un mese di agosto piovoso su gran parte del Nord, in particolare il Nord ovest; siccitoso al Centro e al Sud.

L’andamento delle temperature massime nel corso del mese di luglio è stato caratterizzato da valori abbastanza elevati, salvo che per due brevi e temporanei abbassamenti di temperatura avvenuti nella seconda metà della prima e della seconda decade. Già a partire dalla seconda decade di luglio, un intenso riscaldamento ha portato ad un forte innalzamento delle temperature massime quasi ovunque, e in maniera più accentuata in alcune aree della Sardegna, della Sicilia, della Puglia meridionale e su una zona limitata della Romagna. Il mese di Agosto è stato anch’esso caratterizzato da valori di temperatura abbastanza elevati per tutto il periodo, con un riscaldamento maggiore durante al terza settimana del mese, con anomalie delle temperature massime medie positive e ben al di sopra della media per gran parte del territorio italiano.

Per quanto attiene all’andamento delle piogge, in generale, nel corso del mese di luglio le anomalie di precipitazione cumulata, hanno mostrato un deficit per gran parte delle regioni centro-meridionali e per le isole mentre, per le regioni settentrionali, su alcune aree dei rilievi appenninici centro-settentrionali, su alcune zone interne del Lazio settentrionale e della Toscana meridionale i quantitativi cumulati nel corso del mese sono risultati vicini alla media del periodo. I decifit maggiori di precipitazioni sono stati osservati per la Sicilia e la Sardegna, dove non è piovuto per tutto il mese. I maggiori quantitativi di pioggia, al contrario, si sono osservati in Trentino-Alto Adige, alcune aree del Veneto e del Friuli-Venezia Giulia e su una porzione di territorio compreso tra l’alto Lazio e l’Umbria e sui rilievi appenninici della Toscana meridionale.

Il mese di agosto è stato contraddistinto da un sostanziale deficit di precipitazioni per tutto il territorio nazionale ,con valori al di sotto della media: le precipitazioni hanno interessato principalmente le regioni settentrionali e le regioni centrali adriatiche, mentre sono state scarse o totalmente assenti sul resto del Paese.

L’inizio del mese di settembre è stato contraddistinto dalla definitiva cessazione del caldo estivo grazie a freschi correnti nord orientali che, tuttavia, non hanno prodotto precipitazioni significative su gran parte delle regioni italiane. Temporali sparsi, a volte anche intesi, hanno interessato le regioni settentrionali mentre, sulle regioni centro meridionali si sono verificati solo pochi e locali fenomeni temporaleschi. Anche le temperature si sono mantenute su valori elevati, solo qualche moderato, temporaneo calo termico prodotto da brevi fasi post frontali con correnti settentrionali. Le precipitazioni, spesso anche abbondanti, sono arrivate nel corso della seconda

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decade del mese, nell’ultima decade le piogge sono arrivate su tutte le regioni italiane, in alcune zone più abbondanti (come in Calabria e in Sicilia) e in altre meno.

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3. Stagione irrigua nel Bacino del Po

Nel bacino del Po, non sono stati osservati eventi precipitativi di rilievo, raggiungendo valori cumulati del trimestre piuttosto bassi, anche se rispetto ad altre aree d’Italia, questa ha beneficiato di precipitazioni maggiori. L’area ad Ovest del bacino è stata quella in cui le precipitazioni sono state inferiori, anche di molto a quelle registrate nello stesso periodo degli anni precedenti (graf. 3.1). Per le stazioni di Bologna B. Panigale tali valori sono stati inferiori al 2006 ma superiori al 2007 e al 2008, mentre per la stazione di Piacenza, i valori trimestrali cumulati, risultano superiori solo rispetto a quelli registrati nel corso dello stesso periodo del 2008.

Grafico 3.1–Confronto tra i mm di pioggia cumulata nell’area del bacino del Po, luglio-settembre 2006- 2009         0 50 100 150 200 250 300 350 400 450 m m di pi oggi a

Carpeneto Torino C. Verzuolo Orio al Serio

Piubega Bologna B. P.

Piacenza

2006 2007 2008 2009

Fonte: elaborazione INEA su dati CRA –CMA, 2006, 2007, 2008, 2009

Uno degli indici climatici che si collegano al potenziale deficit di risorsa nei suoli, è il BIC

(bilancio idro- climatico del suolo), ottenuto dal confronto tra le precipitazioni occorse e la quantità di acqua dissipata dal sistema suolo–colture attraverso l’evapotraspirazione (ETP).

Nel grafico 3.2 è riportato l’andamento lineare assunto dai valori medi del BIC relativi alle

diverse aree provinciali ricadenti all’interno dell’intero bacino del Po, per il periodo luglio-settembre. Per facilità di analisi il bacino del Po è stato suddiviso in tre aree: alto bacino del Po (nel quale ricadono i territori delle province di Aosta, Torino, Vercelli, Cuneo, Asti, Alessandria, Novara e Pavia), medio bacino del Po (in cui ricadono le aree delle province di Bergamo, Brescia,

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Mantova, Cremona e Lodi) e basso bacino del Po (con i territori delle province emiliano romagnole di Piacenza, Parma, Reggio Emilia, Modena e Ferrara).

Grafico 3.2 – Andamento del BIC per il bacino del Po nelle decadi, luglio-settembre 2009

-80 -60 -40 -20 0 20 40 60 80 100

I lug II lug III lug I ago II ago III ago I set II set III set

m m di a c qua ne l s u ol o

alto bacino del Po medio bacino del Po basso bacino del Po

Fonte: elaborazione INEA su dati CRA –CMA, 2009

Come si evince dal grafico, in tutte e tre le aree i valori di BIC presentano il medesimo andamento, con valori molto simili al trimestre precedente e livelli particolarmente bassi nella III decade di luglio e nella seconda di agosto, momento in cui si è assistito a consistenti innalzamenti delle temperature massime, in tutte le aree dell’Italia.

Nel segmento occidentale del bacino del Po (alto Po), è stato analizzato lo stato idrologico dei principali corsi d’acqua superficiali utilizzati a fini irriguo, quali la Dora Baltea (a Tavagnasco), il Tanaro (ad Alba), lo Scrivia (a Serravalle), il Sesia (a Palestro) e lo stesso Po, monitorato presso la stazione idrometrica di Isola S. Antonio. Nella sezione centrale del bacino, ha assunto maggiore risalto l’analisi idrologica del sistema dei grandi laghi lombardi le cui acque, attraverso i rispettivi fiumi emissari (il Ticino, l’Adda, l’Oglio e il Mincio), confluiscono a valle, nel Po. Infine, per l’ultimo settore del bacino, il monitoraggio idrologico, sia dal punto di vista delle altezze idrometriche che dei flussi di portata, sono stati utilizzati dati rilevati presso le stazioni di Piacenza, Cremona, Boretto, Borgoforte, Palantone sul Po e Pontelagoscuro (fig. 3.1).

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Figura 3.1 - Bacino idrografico del fiume Po e principali stazioni idrometriche

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Prendendo in esame il settore occidentale del bacino del Po, durante il trimestre considerato, l’andamento delle portate rilevate, transitanti nei fiumi monitorati, è stato piuttosto costante e in diminuzione, soprattutto per il Po (a Isola S. Antonio) e il Tanaro (ad Alba), che rispetto al trimestre precedente hanno raggiunto livelli molto bassi.

Nel grafico 3.3 è riportato il confronto tra la media delle portate dei principali fiumi che ricadono nella sezione di nord ovest del bacino e confluenti nel Po; inoltre sono confrontate le portate stesse del Po rilevate presso Isola S. Antonio, stazione di rilevamento che segna in pratica lo spartiacque tra alto e medio bacino del Po. In questa stazione, anche per questo trimestre come per il precedente, i valori di portate sono stati comunque superiori agli anni precedenti, anche se molto simili al 2006. Una ondata di piena significativa si è verificata a metà settembre: il picco massimo registrato è stato di 1.600 m3/s di portata media giornaliera del 17 di settembre.

Grafico 3.3 – Confronto tra le portate medie dei diversi fiumi nella sezione Ovest del bacino del Po, luglio-settembre, 2003, 2006, 2007, 2008 e 2009

Po D.Baltea Tanaro Scrivia

0,00 100,00 200,00 300,00 400,00 Q m e d ia ( m 3 /s ) 2003 2006 2007 2008 2009

Fonte: elaborazione INEA su dati ARPA Piemonte, 2003, 2006, 2007, 2008, 2009

Dal grafico si evince, inoltre, che la portata media della Dora Baltea, relativa al trimestre in esame, è stata simile a quanto osservato per lo stesso trimestre del 2008 e maggiore degli anni precedenti presi a riferimento, mentre il Tanaro ha registrato, nel corso del trimestre, valori inferiori.

Sulle condizioni idrologiche dei fiumi hanno influito lo scioglimento delle nevi di alta quota, poiché nei 31 invasi appartenenti al territorio piemontese, alla fine del mese di luglio era presente

un volume stimabile in oltre 300 milioni di m3, pari al 78% della capacità massima teorica

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Come noto, l’andamento idrologico del bacino del Po risulta fortemente condizionato dal sistema dei grandi laghi lombardi (Maggiore, Como, Iseo, e Garda); queste acque, andando a confluire nel fiume Po, sono destinate anche all’irrigazione delle aree della pianura padana, sia in sinistra che in destra idrografica. Le precipitazioni, comprese quelle nivologiche, che hanno interessato il territorio alpino a partire dall’inizio della stagione invernale 2008–2009, hanno contribuito a far sì che lo stato idrologico generale non desti particolari preoccupazioni.

Le altezze idrometriche del lago di Garda, per tutto il periodo luglio-settembre 2009, hanno mantenuto un andamento decrescente ma sempre molto al di sopra dello zero idrometrico; il lago Maggiore ha registrato un picco significativo, dopo la metà di luglio, a seguito delle forti precipitazioni verificatesi sull’arco alpino, ma anche esso ha presentato un andamento decrescente con un minimo verso la metà di settembre. Per il lago di Como e per quello d’Iseo, a partire da fine agosto, per il primo, e da fine settembre, per il secondo, i livelli sono scesi addirittura sotto lo zero idrometrico (graf 3.4).

Grafico 3.4 – Altezza dei laghi relativa al trimestre luglio-settembre 2009 rispetto allo zero idrometrico. -50 0 50 100 150 200 1-l ug 5-l ug 9-l ug 1 3-lug 1 7-lug 2 1-lug 2 5-lug 2 9-lug 2-a go 6-a go 1 0-ago 1 4-ago 1 8-ago 2 2-ago 2 6-ago 3 0-ago 3-set 7-set 1 1-set 1 5-set 1 9-set 2 3-set 2 7-set H ( c m )

Maggiore Como Iseo Garda

Fonte: elaborazione INEA su dati Consorzi dei Laghi Lombardi, 2009

I livelli di altezza del lago Maggiore, rilevati presso la stazione di Sesto Calende, per tutto il III trimestre 2009, fatta eccezione del picco positivo e di quello negativo sopra descritti, si sono presentati in linea con i valori di livello medi relativi al periodo storico 1942–20072. Stessa considerazione può essere fatta per il lago di Como nella prima parte del trimestre, quando ha

      

2

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16

mantenuto valori prossimi a quelli medi relativi al periodo storico 1946–20073; un netto

cambiamento invece si è manifestato nel mese di settembre quando i valori si sono attestati vicino a quelli minimi relativi al periodo storico 1946–20074.

Il lago di Garda, che viene monitorato presso la stazione di Peschiera del Garda, invece, ha mantenuto livelli molto simili a quelli massimi relativi alla media storica 1950–20075 nel mese di luglio, leggermente inferiori nel mese di agosto, per poi avvicinarsi nel mese di settembre maggiormente ai valori medi relativi al periodo storico 1946–20076.

Dal confronto tra i valori medi delle altezze idrometriche dei laghi di luglio-settembre 2003, 2007, 2008 e 2009 (graf. 3.5), appare evidente come la condizione delle altezze del III trimestre 2009 sia identica al 2008 per il lago di Iseo, leggermente inferiore rispetto al 2008 per il lago Maggiore e per quello di Garda, mentre per il lago di Como, esse risultano dimezzate rispetto al 2008.

Grafico 3.5 – Confronto tra le altezze medie dei laghi, luglio-settembre 2003, 2007, 2008 e 2009

Maggiore Como Iseo Garda

94,39 34,61 53,87 100,37 -20 -10 0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100 110 H ( c m )

Maggiore Como Iseo Garda

2003 2007 2008 2009

Fonte: elaborazione INEA su dati Consorzi dei Laghi Lombardi, 2003, 2007, 2008, 2009

Per quanto riguarda le portate erogate dai laghi ai rispettivi fiumi emissari, dal confronto tra i valori medi del III trimestre 2008 e 2009, si rileva un leggero decremento dei volumi erogati nel 2009, da tutti i laghi eccetto dal lago di Garda al Mincio dove, invece, sono leggermente aumentati (graf. 3.6).

      

3

 Consorzi dei laghi lombardi, 2009  4

Consorzi dei laghi lombardi, 2009 5

Consorzi dei laghi lombardi, 2009 6 Consorzi dei laghi lombardi, 2009 

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Grafico 3.6 – Confronto tra la media delle portate erogate nel trimestre luglio-settembre 2008 e 2009.

0 100 200 300 400 500 Q ( m 3 /S ) Maggiore (Ticino) Como (Adda) Iseo (Oglio) Garda (Mincio) 2008 2009

Fonte: elaborazione INEA su dati Consorzi dei Laghi Lombardi, 2008, 2009

Una situazione di buona dotazione di risorsa transitante, per quanto riguarda il Po, è stata registrata anche per la sezione finale del bacino stesso (area Emiliano - Romagnola). Secondo i dati di ARPA Emilia Romagna, riguardanti le stazioni idrometriche di Piacenza, Boretto, Pontelagoscuro

e Palantone sul Po, i livelli idrometrici del fiume, relativi al terzo trimestre del 2009, sono stati in linea con quelli osservati nel corso dello stesso periodo del 2008 (graf. 3.7).

Grafico 3.7 – Confronto tra le altezze idrometriche medie del Po alle diverse stazioni di rilevamento, luglio-settembre 2003–2009 0,29 -1,66 4,97 -4,93 -7 -6 -5 -4 -3 -2 -1 0 1 2 3 4 5 6 H (me tri )

Piacenza Boretto Palantone Pontelagoscuro

2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009

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18

Nel grafico 3.8 sono evidenziati i leggeri incrementi che le altezze idrometriche hanno subito presso tutte le stazioni di rilevamento, nei giorni immediatamente agli intensi eventi precipitativi che hanno interessato l’intera area del bacino del Po, alla fine della prima e della seconda decade di luglio e nell’ultima decade di settembre.

Grafico 3.8 – Andamento del livello di altezza media del Po alle diverse stazioni di rilevamento per il trimestre luglio-settembre 2009. -8 -6 -4 -2 0 2 4 6 8 1-l ug 6-l ug 1 1-lug 1 6-lug 2 1-lug 2 6-lug 3 1-lug 5-ag o 1 0-ago 1 5-ago 2 0-ago 2 5-ago 3 0-ago 4-set 9-s et 1 4-set 1 9-set 2 4-set H (m e tri )

Piacenza Boretto Palantone Pontelagoscuro

Fonte: Elaborazione Inea su dati Arpa Emilia Romagna, 2009

Dal grafico 3.9 è evidente come le ondate di piena, che hanno fatto registrare incrementi nelle altezze, hanno aumentato solo temporaneamente i valori delle portate transitanti, infatti, nei successivi giorni, queste sono tornate alla generale diminuzione, tanto che ad esclusione di Piacenza e Pontelagoscuro, i valori di portata media del trimestre in esame sono risultati inferiori a quelli registrati lo stesso periodo dello scorso anno (graf. 3.10).

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Grafico 3.9 – Andamento delle portate del Po alle diverse stazioni di monitoraggio, luglio-agosto 2009 0 200 400 600 800 1000 1200 1400 1600 1800 2000 01-lu g 05-lu g 09-lu g 13-l ug 17-l ug 21-lu g 25-lu g 29-l ug 02-a go 06-a go 10-a go 14-a go 18-ag o 22-a go 26-a go 30-a go Q ( m 3 /s )

Piacenza Cremona Boretto Borgoforte Pontelagoscuro

Fonte: elaborazione INEA su dati ARPA Emilia – Romagna, 2009

Grafico 3.10 – Confronto tra le portate medie alle diverse stazioni per il periodo luglio-agosto2009

0 400 800 1200 Q (m 3 /s )

Piacenza Cremona Boretto Borgoforte Pontelagoscuro

2003 2005 2006 2007 2008 2009

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20

4. Stagione irrigua nei Bacini del Nord Est Italia

Nel corso del III trimestre i valori medi delle precipitazioni sono risultati (eccetto a Treviso), inferiori alle precipitazioni medie registrate nello stesso periodo degli ultimi anni (graf. 4.1)

Grafico 4.1 – Confronto tra i mm di pioggia cumulata nell’area dei bacini del Triveneto, luglio-settembre 2006–2009 0 50 100 150 200 250 300 350 400 450 m m di p ioggi a Verona V. Treviso S. An.

Susegana Cividale Trieste Vigalzano

2006 2007 2008 2009

Fonte: elaborazione INEA su dati CRA –CMA, 2006, 2007, 2008, 2009

Tra i bacini idrografici che caratterizzano il Nord Est sono stati analizzati: quello dell’Adige (a cui afferiscono i territori delle province autonome di Trento e Bolzano ed in parte quelli di Verona), quello del Brenta (in cui ricadono le province di Vicenza, Padova ed in parte Trento), quello del Piave (che abbraccia le aree dell’intera provincia di Belluno ed in parte i territori della provincia di Treviso), quello del Tagliamento (provincia di Udine ed in minima parte Pordenone) ed infine quello dell’Isonzo (che comprende parte delle province di Gorizia e Udine).

Anche per quest’area, l’andamento del BIC ha mostrato valori negativi, maggiormente nei

momenti in cui si è assistito ad un generale aumento delle temperature. Come è mostrato dai grafici che seguono (graff. 4.2 e 4.3), i valori del BIC hanno manifestato la stessa evoluzione temporale in tutte le aree ricadenti all’interno dei bacini, con valori positivi solo nella I decade di luglio per poi raggiungere i valori minimi alla fine del mese, una leggera ripresa dei valori si è registrata solo nella I decade di agosto, a seguito delle precipitazioni intercorse a fine luglio.

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Grafico 4.2 – Andamento del BIC per i bacini del Brenta, Adige e Piave nelle decadi luglio-agosto 2009 -60 -40 -20 0 20 40 60 80 100

I lug II lug III lug I ago II ago III ago I set II set III set

m m di a c q ua ne l s u o lo

bacino del Brenta bacino dell'Adige bacino del Piave

Fonte: elaborazione INEA su dati CRA –CMA, 2009

Grafico 4.3 – Andamento del BIC per i bacini del Tagliamento e dell’Isonzo nelle decadi luglio-agosto 2009 -60 -50 -40 -30 -20 -10 0 10 20 30

I lug II lug III lug I ago II ago III ago I set II set III set

m m di a c qua ne l s u o lo

bacino Tagliamento e Isonzo

Fonte: elaborazione INEA su dati CRA – CMA, 2009

4.1 Bacini dell’Adige, del Brenta e del Piave

La quantità di pioggia caduta sul Veneto durante il trimestre luglio - settembre 2009 è stata, mediamente, pari a 94 mm con eventi precipitativi che si sono mantenuti per il mese di luglio con la

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media del periodo 1994-2008, per il mese di agosto sono risultati inferiori alla media del 37%, mentre in settembre sono stati superiori alla media del 22%.

Nell’intero anno idrologico, da ottobre a settembre, sono caduti mediamente sul Veneto 1.426 mm: gli apporti sono risultati superiori alla media del 36% (la media del periodo 1994–2008 è di 1.047 mm) e stimabili in circa 26 milioni di m3 di acqua e sono i più rilevanti dall’anno idrologico 92-93.

A livello di bacino idrografico (parte veneta) sono state riscontrate ovunque, rispetto alla media 1994–2008, condizioni di surplus rispetto alla media 1994-2008, variabili tra il 14% del Bacino del Po ed il 47% del Piave.

Luglio e agosto sono stati caratterizzati dall’assenza del manto nevoso in montagna, tranne che nelle zone glaciali. A metà settembre le precipitazioni hanno determinato la temporanea ricomparsa della neve fino a 1.400 – 1.600 m di quota, con apporti sulle Dolomiti di 2-5 cm a 1.600 m e 15-25 cm oltre i 2.000 m. Il rialzo termico dei giorni seguenti ha determinato la rapida fusione della neve rimasta solo nelle zone glaciali. Le temperature miti in quota hanno avuto valori anche superiori ai massimi giornalieri degli ultimi 20 anni nei giorni del 28 e del 30 settembre. La riserva idrica accumulata nel manto nevoso presenta a fine trimestre valori trascurabili.

Nei principali serbatoi del Piave il volume complessivamente invasato, durante la prima decade di agosto, era sostanzialmente calato, fino ad un valore di metà mese che risultava poco sopra la media del periodo ma ben maggiore dei recenti anni critici (2003 e 2005). Più stabile il volume invasato nel serbatoio del Corlo (Brenta), al 15 agosto decisamente superiore alla media del periodo e vicino ai massimo storico.

La necessità della laminazione delle piene, ed il conseguente vincolo di raggiungere dal 15 settembre quote predefinite nei principali invasi del Piave e del Brenta, hanno condizionato l'andamento dei volumi nella prima metà del mese di settembre, con un costante calo favorito anche dalle non elevate precipitazioni quasi fino alla fine del periodo. A metà settembre il volume complessivamente invasato nei principali serbatoi del Piave è risultato poco inferiore al valore medio del periodo, ed è tra i più bassi degli ultimi anni (ma il 2003 rimane ben sotto). Forte calo anche per il serbatoio del Corlo (Brenta), ma con un volume invasato a metà mese ancora nella norma. Il volume accumulato nell’intero anno idrologico è risultato ben superiore al valore medio degli ultimi 15 anni: per il Corlo è il massimo, mentre per i serbatoi del Piave è secondo solo al 2007-2008.

Per quanto riguarda le condizioni idrologiche dei fiumi Adige e Brenta, di seguito si riporta, in grafico, l’andamento delle rispettive altezze idrometriche, rilevate presso diverse stazioni di monitoraggio dislocate in territorio Trentino (S. Michele d’Adige, Trento e Vò Destro per l’Adige; Levico e Val Sugana per il Brenta) ed in quello Veneto (Verona, Badia Polesine e Cavarzere per l’Adige; Cismon del Grappa e Stra per il Brenta), riferite ai mesi di luglio e settembre, in cui si evidenzia un andamento pressoché costante (graff. 4.4 e 4.5).

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Grafico 4.4 – Andamento delle altezze idrometriche del fiume Adige alle diverse stazioni di monitoraggio, luglio e settembre 2009

-500 -400 -300 -200 -100 0 100 200 300 0 1-lug 0 6-lug 1 1-lug 1 6-lug 2 1-lug 2 6-lug 3 1-lug 0 5-ago 1 0-ago 1 5-ago 2 0-ago 2 5-ago 3 0-ago 04-s et 09-s et 14-s et 19-s et 24-s et H ( cm )

S. M. d'Adige Trento Vò Destro Verona Badia P. Cavarzere

 

Fonte: elaborazione INEA su dati dell’Ufficio Dighe–Provincia Autonoma di Trento, 2009

In tutte le stazioni di monitoraggio dell’Adige si sono riscontrati dei picchi di innalzamento intorno ai giorni 10 e 20 luglio, 6 e 18 settembre e le altezze sono state molto simili a quelle misurate nel trimestre precedente.

Grafico 4.5 – Andamento delle altezze idrometriche del Brenta alle diverse stazioni di monitoraggio, luglio e settembre 2009 -100 0 100 200 300 400 500 0 1-lug 0 6-lug 1 1-lug 1 6-lug 2 1-lug 2 6-lug 3 1-lug 0 5-ago 1 0-ago 1 5-ago 2 0-ago 2 5-ago 3 0-ago 0 4-set 0 9-set 1 4-set 1 9-set 2 4-set H ( cm )

Levico Val Sugana Cismon Stra

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Per quanto riguarda le portate dell’Adige, presso la stazione di Boara Pisani (PD)7, durante i mesi di agosto e settembre si sono mantenute abbondantemente al di sopra della soglia di criticità (posta intorno ai 75 m3/s); valori superiori a 200 m3/s si sono registrati il 6 e il 7 agosto e dal 17 al 19 . Il valore minore si è registrato il 14 settembre, molto vicino alla soglia di criticità.

Riguardo alle sezioni naturali montane del Piave e dell'Alto Bacchiglione, solo gli episodi piovosi di luglio hanno interrotto il normale andamento decrescente del periodo, contribuendo a mantenere una portata media mensile sostanzialmente nella norma (maggiore sul Boite, quasi uguale sull'Alto Piave e Cordevole, inferiore sull'Astico), con valori sensibilmente più alti anche rispetto ai recenti anni maggiormente critici. L’andamento delle portate è stato costantemente decrescente nel corso del mese di agosto e solo con l'evento pluviometrico di metà settembre è terminata la diffusa situazione di magra e le portate nelle sezioni naturali montane del Piave e dell'Alto Bacchiglione si sono riportate su valori prossimi o superiori alla norma. Dopo un modesto incremento a inizio settembre l’andamento delle portate era stato decrescente con valori ovunque sotto la norma e tra i più bassi degli ultimi anni: in particolare sul Piave a Ponte della Lasta la portata rilevata è risultata inferiore anche al 2003 (non si esclude una possibile sottostima nei dati attuali).

Nei principali corsi d’acqua del Veneto le portate osservate, in diminuzione dall’inizio del mese di luglio, sono risultate lungo il trimestre poco inferiori alla media di lungo periodo e comunque decisamente superiori rispetto a quelle degli ultimi anni siccitosi. Fanno eccezione i fiumi Brenta e Po, la cui portata media mensile del trimestre è risultata superiore ai valori medi mensili storici.

In tutti i principali fiumi del Veneto, con eccezione del Po, le portate sono aumentate negli ultimi giorni di settembre per effetto dei recenti apporti pluviometrici. I deflussi risultano, alla data del 15 settembre, in linea con gli andamenti di lungo periodo e superiori rispetto agli ultimi anni siccitosi.

4.2 Bacino del Tagliamento e dell’Isonzo

In corrispondenza della stazione idrometrica di Venzone, l’altezza idrometrica media giornaliera del fiume Tagliamento, da cui dipendono gli approvvigionamenti irrigui del Consorzio Ledra Tagliamento, nel III trimestre 2009, ha mostrato un andamento altalenante, con valori bassi nella seconda metà di agosto e i primi giorni di settembre (graf. 4.6).

      

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25

Grafico 4.6 – Fiume Tagliamento presso la sezione di Verzone, confronto tra le altezze medie giornaliere, luglio-settembre 2003, 2007, 2008 e 2009 -60,0 -40,0 -20,0 0,0 20,0 40,0 60,0 80,0 100,0 120,0 1-lu g 5-lu g 9-lu g 1 3-lug 1 7-lug 2 1-lug 2 5-lug 2 9-lug 2-a go 6-a go 1 0-ago 1 4-ago 1 8-ago 2 2-ago 2 6-ago 3 0-ago 3-set 7-set 1 1-set 1 5-set 1 9-set 2 3-set 2 7-set H (c m ) 2003 2007 2008 2009

Fonte: elaborazione INEA su dati Unità Operativa Idrografica Udine–Friuli Venezia Giulia, 2003, 2007, 2008 e 2009

Nonostante gli eccezionali picchi positivi, ascrivibili alle precipitazioni, che hanno interessato l’intero bacino idrografico nella prima che seconda decade di settembre, in media, la condizione idrometrica è stata simile a quella relativa allo stesso periodo del 2007 e 2008 e migliore dell’anno 2003 nella parte finale del trimestre.

Le condizioni idrologiche del torrente Torre, monitorato presso le stazioni di Ponte Nimis e Molmentet, hanno presentato valori delle altezze che, molto spesso, sono stati simili a quelli del 2008 (graff. 4.7 e 4.8) e quindi non preoccupanti, infatti, alle due le stazioni, le altezze hanno mostrato livelli migliori se confrontati con quelli relativi allo stesso trimestre dell’anno 2003 (anno caratterizzato da grave crisi idrica).

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Grafico 4.7 – Torrente Torre presso la sezione di Ponte Nimis, confronto tra le altezze medie giornaliere, luglio-settembre 2003, 2007, 2008 e 2009 0,0 5,0 10,0 15,0 20,0 25,0 30,0 35,0 40,0 45,0 50,0 1-lu g 5-lu g 9-lu g 1 3-lug 1 7-lug 2 1-lug 2 5-lug 2 9-lug 2-a go 6-a go 1 0-ago 1 4-ago 1 8-ago 2 2-ago 2 6-ago 3 0-ago 3-set 7-set 1 1-set 1 5-set 1 9-set 2 3-set 2 7-set H (c m ) 2003 2007 2008 2009

Fonte: elaborazione INEA su dati Unità Operativa Idrografica Udine–Friuli Venezia Giulia, 2003, 2007, 2008 e 2009

Grafico 4.8 – Torrente Torre presso la sezione di Molmentet, confronto tra le altezze medie giornaliere, luglio-settembre 2003, 2007, 2008 e 2009 -10,0 0,0 10,0 20,0 30,0 40,0 50,0 60,0 70,0 1-lu g 5-lu g 9-lu g 1 3-lug 1 7-lug 2 1-lug 2 5-lug 2 9-lug 2-a go 6-a go 1 0-ago 1 4-ago 1 8-ago 2 2-ago 2 6-ago 3 0-ago 3-set 7-set 1 1-set 1 5-set 1 9-set 2 3-set 2 7-set H ( c m ) 2003 2007 2008 2009

Fonte: elaborazione INEA su dati Unità Operativa Idrografica Udine–Friuli Venezia Giulia, 2003, 2007, 2008 e 2009

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27

I dati idrologici del fiume Isonzo, da cui dipendono i maggiori attingimenti irrigui (alle prese di Gorizia e Sagrado) del Consorzio della Pianura Isontina, hanno fornito, alle stazioni di Gorizia e Gradisca, un quadro d’insieme positivo in merito alle disponibilità di risorsa irrigua sul territorio regionale8. Non sono state evidenziate particolari criticità e le altezze idrometriche si sono mantenute costantemente al di sopra dello zero convenzionale, con periodici innalzamenti legati alle precipitazioni significative, verificatesi nel corso del III trimestre. Rispetto a quanto osservato per lo stesso periodo degli anni precedenti presi a confronto, i valori rilevati nel 2009 sono apparsi leggermente migliori rispetto agli anni 2003 e 2007 e al mese di agosto del 2008 per la stazione di Gorizia; per la stazione di Gradisca è da segnalare, invece, che il 2009 ha presentato, a partire dalla II decade di agosto, livelli delle altezze inferiori al 2003, fatta eccezione dei picchi legati alle forti precipitazioni nella prima parte di settembre (graff. 4.9 e 4.10).

Grafico 4.9 – Fiume Isonzo presso la stazione di rilevamento di Gorizia, confronto tra le altezze medie luglio-settembre 2003, 2007, 2008 e 2009 -80,0 -60,0 -40,0 -20,0 0,0 20,0 40,0 60,0 80,0 100,0 120,0 140,0 160,0 180,0 1-lu g 5-lu g 9-lu g 1 3-lug 1 7-lug 2 1-lug 2 5-lug 2 9-lug 2-a go 6-a go 1 0-ago 1 4-ago 1 8-ago 2 2-ago 2 6-ago 3 0-ago 3-set 7-set 1 1-set 1 5-set 1 9-set 2 3-set 2 7-set H (c m ) 2003 2007 2008 2009

Fonte: elaborazione INEA su dati Unità Operativa Idrografica Udine–Friuli Venezia Giulia, 2003, 2007, 2008 e 2009

      

8

Si ricorda che l’Isonzo è regolato in territorio sloveno da utenze di tipo idroelettrico e spesso, soprattutto in passato, durante la stagione irrigua sono emersi conflitti nell’uso delle acque.

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28

Grafico 4.10 – Fiume Isonzo presso la stazione di rilevamento di Gradisca, confronto tra le altezze medie giornaliere, luglio-settembre 2003, 2007, 2008 e 2009

300,0 350,0 400,0 450,0 500,0 550,0 600,0 650,0 700,0 750,0 1-lu g 5-lu g 9-lu g 1 3-lug 1 7-lug 2 1-lug 2 5-lug 2 9-lug 2-a go 6-a go 1 0-ago 1 4-ago 1 8-ago 2 2-ago 2 6-ago 3 0-ago 3-set 7-set 1 1-set 1 5-set 1 9-set 2 3-set 2 7-set H (c m ) 2003 2007 2008 2009 Fonte: elaborazione INEA su dati Unità Operativa Idrografica Udine–Friuli Venezia Giulia, 2003, 2007, 2008 e 2009

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29

5. Stagione irrigua nei Bacini dell’Italia Centrale

Al pari delle regioni meridionali, le precipitazioni, anche nell’area del Centro Italia, soprattutto tra luglio e agosto, sono state quasi ovunque scarse (graf. 5.1).

Grafico 5.1 – Confronto tra i mm di pioggia cumulata nelle aree del Centro Italia, media luglio-settembre 2006–2009 0 50 100 150 200 250 300 m m di p iog gi a Gro sseto S. C asci ano S. Pi ero a Gr S. Fi sta Mars cian o Capr arola Mont erot ondo Roma Cia m 2006 2007 2008 2009

Fonte: elaborazione INEA su dati CRA –CMA, 2006, 2007, 2008, 2009

In questa porzione del territorio nazionale, sono stati analizzati tre dei principali bacini idrografici: l’Ombrone (in cui ricade quasi tutta la provincia di Siena e parte del Grossetano), il bacino dell’Arno (che abbraccia i territori delle province di Firenze, Prato, Pistoia, Arezzo, Pisa ed in parte il Senese) ed il bacino del Tevere (che si estende sulle province di Perugia, Terni, Rieti, Viterbo, Roma e su parte del senese e dell’aretino).

Questi tre bacini, come in altre aree del Paese, a causa delle scarse precipitazioni e delle

temperature elevate, sono stati contrassegnati da un andamento del BIC perfettamente

sovrapponibile che ha evidenziato un evidente deficit di acqua nei suoli, soprattutto nella III decade di luglio e nella II di agosto (graf. 5.2).

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30

Grafico 5.2 - Andamento del BIC per i bacini dell’Ombrone, Arno e Tevere nelle decadi luglio-agosto 2009 -80 -60 -40 -20 0 20 40 60 80 100

I lug II lug III lug I ago II ago III ago I set II set III set

m m di a c qua ne l s u o lo

bacino dell'Ombrone bacino dell'Arno bacino del Tevere

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31

5.1 Bacino dell’Arno

I valori di altezza idrometrica rilevati presso le stazioni di monitoraggio di Montevarchi e S. Giovanni Vena Valle si sono mantenuti sempre al disopra dello zero idrometrico, ed il valore medio relativo al III trimestre 2009 è risultato, nella prima stazione, peggiore rispetto a quello osservato negli ultimi anni e, addirittura, il valore medio è stato inferiore a quello registrato nel 2003, anno caratterizzato, al Centro Nord, da crisi idrica (graf. 5.3); mentre, per quanto riguarda la stazione di S. Giovanni, ad esclusione di quanto osservato nel 2007, l’andamento delle altezze idrometriche è stato quasi simile a quello degli scorsi anni (graf. 5.4).

Grafico 5.3 – Fiume Arno presso la sezione di Montevarchi, confronto tra altezze giornaliere, luglio-settembre 2003, 2006, 2007, 2008, 2009. 0,0 0,2 0,4 0,6 0,8 1,0 1,2 1,4 1,6 1,8 2,0 1-l ug 5-l ug 9-l ug 1 3-lug 1 7-lug 2 1-lug 2 5-lug 2 9-lug 2-a go 6-a go 1 0-ag o 1 4-ag o 1 8-ag o 2 2-ag o 2 6-ag o 3 0-ag o 3-s et 7-s et 1 1-set 1 5-set 1 9-set 2 3-set 2 7-set H ( m ) 2003 2006 2007 2008 2009

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Grafico 5.4 – Fiume Arno presso la sezione di San Giovanni V. Valle, confronto tra altezze giornaliere, luglio-settembre 2003, 2006, 2007, 2008, 2009 -0,2 0,0 0,2 0,4 0,6 0,8 1,0 1,2 1,4 1,6 1,8 2,0 2,2 1-lu g 5-lu g 9-lu g 1 3-lug 1 7-lug 2 1-lug 2 5-lug 2 9-lug 2-a go 6-a go 1 0-ago 1 4-ago 1 8-ago 2 2-ago 2 6-ago 3 0-ago 3-set 7-set 1 1-set 1 5-set 1 9-set 2 3-set 2 7-set H ( m ) 2003 2006 2007 2008 2009

Fonte: elaborazione INEA su dati Servizio Idrologico Regione Toscana, 2003, 2006, 2007, 2008, 2009

Anche le condizioni idrologiche di altri corsi d’acqua dell’area, tra i quali il Serchio, il cui bacino comprende quasi tutta la provincia di Lucca e l’Ombrone, che abbraccia quasi tutta l’area Senese e buona parte del Grossetano, sono apparse piuttosto deficitarie. Infatti, soprattutto per il Serchio, i livelli medi di altezza registrati nel III trimestre 2009, sono stati tra i peggiori degli ultimi anni (graf. 5.5).

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Grafico 5.5 – Fiume Serchio presso la sezione di Vecchiano, confronto tra le altezze medie, luglio-settembre 2003, 2006–2009 1,0 1,5 2,0 2,5 3,0 3,5 4,0 1-lu g 5-lu g 9-lu g 1 3-lug 1 7-lug 2 1-lug 2 5-lug 2 9-lug 2-a go 6-a go 1 0-ago 1 4-ago 1 8-ago 2 2-ago 2 6-ago 3 0-ago 3-set 7-set 1 1-set 1 5-set 1 9-set 2 3-set 2 7-set H ( m ) 2003 2006 2007 2008 2009

Fonte: elaborazione INEA su dati Servizio Idrologico Regione Toscana, 2003, 2006, 2007, 2008, 2009

L’Ombrone presso la località Istia nel comune di Grosseto ha presentato, contrariamente al Serchio, un andamento delle altezze molto variabile e con livelli quasi sempre prossimi o sotto lo zero idrometrico di riferimento, come del resto si è verificato nello stesso periodo del 2008. Valori molto bassi sono stati registrati per circa 10 giorni a fine luglio, inizio agosto e per qualche giorno a fine settembre (graf. 5.6).

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34

Grafico 5.6 – Fiume Ombrone presso la sezione di Istia, confronto tra le altezze medie, luglio-settembre 2006–2009 -0,6 -0,4 -0,2 0,0 0,2 0,4 0,6 1-lu g 5-lu g 9-lu g 1 3-lug 1 7-lug 2 1-lug 2 5-lug 2 9-lug 2-a go 6-a go 1 0-ago 1 4-ago 1 8-ago 2 2-ago 2 6-ago 3 0-ago 3-set 7-set 1 1-set 1 5-set 1 9-set 2 3-set 2 7-set H (m ) 2006 2007 2008 2009

Fonte: elaborazione INEA su dati Servizio Idrologico Regione Toscana, 2006, 2007, 2008, 2009

Soddisfacenti, inoltre, sono state le condizioni idrologiche registrate per altri fiumi regionali tra i quali l’Albegna ed il Chiana.

L’andamento delle altezze idrometriche del fiume Albegna è stato, in tutto il trimestre, costante con un unico innalzamento dei valori nei giorni prossimi al 18 settembre, inoltre, i livelli sono stati leggermente migliori rispetto agli anni precedenti (graf. 5.7).

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Grafico 5.7 - Fiume Albegna presso la sezione di Marsiliana, confronto tra le altezze medie, luglio-settembre 2006–2009 -0,5 0,0 0,5 1,0 1,5 2,0 2,5 1-l ug 5-l ug 9-l ug 1 3-lug 1 7-lug 2 1-lug 2 5-lug 2 9-lug 2-a go 6-a go 1 0-ago 1 4-ago 1 8-ago 2 2-ago 2 6-ago 3 0-ago 3-set 7-set 1 1-set 1 5-set 1 9-set 2 3-set 2 7-set H (m ) 2005 2006 2007 2008 2009

Fonte: elaborazione INEA su dati Servizio Idrologico Regione Toscana, 2006, 2007, 2008, 2009

Anche l’andamento delle altezze del Chiana è risultato molto costante nel corso del trimestre e quasi sempre prossimo allo zero idrometrico. I valori medi giornalieri di altezza, molto simili agli anni precedenti, non hanno però presentato picchi significativi, che invece si sono verificati nel corso delle estati 2007 e 2008 (graf. 5.8).

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36

Grafico 5.8 – Fiume Chiana presso la sezione di Ponte Ferrovia, confronto tra le altezze medie, luglio-settembre 2003–2009 -0,4 -0,2 0,0 0,2 0,4 0,6 1-l ug 5-l ug 9-l ug 1 3-lug 1 7-lug 2 1-lug 2 5-lug 2 9-lug 2-a go 6-a go 1 0-ago 1 4-ago 1 8-ago 2 2-ago 2 6-ago 3 0-ago 3-set 7-set 1 1-set 1 5-set 1 9-set 2 3-set 2 7-set H ( m ) 2003 2006 2007 2008 2009

Fonte: elaborazione INEA su dati Servizio Idrologico Regione Toscana, 2003, 2006, 2007, 2008, 2009

5.2 Bacino del Tevere

Per tutto il trimestre luglio-settembre 2009 i livelli idrometrici dei fiumi appartenenti al bacino del Tevere non hanno mostrato particolari oscillazioni e tutti si sono mantenuti al di sopra dello zero convenzionale (graf. 5.9).

Grafico 5.9 – Andamento delle altezze idrometriche del Tevere, Nera e Chiascio, luglio-settembre 2009 0,0 0,5 1,0 1,5 2,0 2,5 3,0 3,5 1-lu g 5-lu g 9-lu g 1 3-lug 1 7-lug 2 1-lug 2 5-lug 2 9-lug 2-a go 6-a go 1 0-ago 1 4-ago 1 8-ago 2 2-ago 2 6-ago 3 0-ago 3-set 7-set 1 1-set 1 5-set 1 9-set 2 3-set 2 7-set H (m e tri )

Tevere a S. Lucia Tevere a Ponte Nuovo Nera a Torre Orsina Chiascio a Ponte Rosciano

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37

Mettendo a confronto i dati delle altezze medie dei fiumi relative la periodo luglio-settembre 2007 e 2009, si nota che per il Tevere a Ponte Nuovo, per il Nera e per il Chiascio (affluenti del Tevere) i valori relativi all’anno in corso sono leggermente migliori, mentre per il Tevere a S. Lucia si evidenzia una costanza dei livelli (graf. 5.10).

Grafico 5.10 – Confronto tra le altezze medie del Tevere, Nera e Chiascio, luglio-settembre 2007 e 2009 0,00 0,50 1,00 1,50 2,00 2,50 3,00 H (m e tri )

Tevere S. Lucia Tevere Ponte Nuovo Nera a Torre Orsina Chiascio a Ponte Rosciano 2007 2009

Fonte: elaborazione Inea su dati Servizio Idrografico Regione Umbria, 2007, 2009

Lo stato idrologico del lago Trasimeno, importante bacino lacustre presente nella zona settentrionale dell’area idrografica del Tevere, la cui acqua, anche se in minima parte, è destinata all’uso irriguo, è risultato peggiore rispetto allo stesso trimestre del 2007 (anno caratterizzato da grave crisi idrica). I livelli erano già diminuiti nel trimestre precedente e sono continuati a decrescere sempre di più nel corso dell’estate fino a raggiungere a settembre un livello medio mensile di -148 cm sotto lo zero idrometrico mentre nel 2007, il valore medio del mese era stato di circa -129 cm (graf. 5.11).

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Grafico 5.11– Confronto tra le altezze idrometriche medie del lago Trasimeno presso San Savino, luglio-settembre 2007 e 2009 -1,6 -1,4 -1,2 -1 -0,8 -0,6 -0,4 -0,2 0 H (m e tri )

lug ago sett

2007 2009

Fonte: elaborazione INEA su dati Servizio Idrografico Regione Umbria, 2006, 2007, 2008, 2009

Un’ulteriore indicazione circa lo stato idrologico del fiume Tevere è stato rilevato dal monitoraggio delle portate rilevate presso la stazione di Roma – Ripetta. Come mostrato nel grafico 5.12, la media delle portate delle fiume, relative al mese di luglio e agosto degli ultimi 3 anni è risultata crescente dal 2007 e nel 2009 è tornata ai livelli del 2004-2005. Lungo il bimestre i valori più alti di portata sono stati registrati nei primi giorni di agosto intorno al 160 m3/s.

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Grafico 5.12 – Confronto tra le portate medie del Tevere presso Ripetta, luglio e agosto 2003– 2009 0 20 40 60 80 100 120 140 Q ( m 3 /s ) Tevere a Ripetta 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009

Fonte: elaborazione INEA su dati Uff. Idrografico e Mareografico Roma, 2003, 2004, 2005, 2006, 2007, 2008, 2009

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6. Stagione irrigua nei Bacini del Sud e Insulari

Passando ad analizzare le aree appartenenti alle regioni meridionali e insulari, si evidenzia che, a differenza del Centro Nord, a causa della divario esistente sia dal punto di vista orografico che di numerosità dei bacini (tanti bacini spesso di piccole dimensioni), l’analisi è stata svolta per aree omogenee che, in molti casi, coincidono con i confini regionali.

6.1 Molise

Le aree appartenenti ai bacini del Molise (Trigno, Biferno, Saccione e Fortore), in un contesto termico superiore alle medie, solo nel corso del mese luglio, sono state caratterizzate da precipitazioni significative, soprattutto nella prima decade (graf. 6.1), arrivando a raggiungere, per la provincia di Campobasso, un cumulato di circa 500 mm.

Grafico 6.1 – Pioggia cumulata nelle province di Campobasso e Isernia luglio – settembre 2009 (dati decadali)

 

Fonte: elaborazione INEA su dati ARSIAM, 2009

Dal punto di vista climatologico, il mese di luglio ha presentato tutte le caratteristiche dell’estate, grazie alla presenza di un’area di alta pressione su tutto il Mediterraneo che ha garantito giornate all’insegna della stabilità. Le uniche precipitazioni significative si sono concentrate nella prima decade del mese, che è stata caratterizzata da piogge intense e di breve durata, in alcune aree del basso Molise, miste anche a grandinate. Dalla seconda decade fino alla fine del mese, in seguito ad una risalita dell’alta pressione, si è assistito a condizioni meteorologiche stabili che hanno

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portato, tra l’altro, ad un aumento delle temperature che si sono attestate su valori al di sopra del periodo stagionale. Le temperature massime si sono portate sui 30-35°C e le minime tra 15-20°C.

I primi giorni del mese di agosto sono stati contrassegnati dall’alternanza tra condizioni meteorologiche stabili ed instabili, con rovesci e temporali sparsi che hanno determinato una lieve diminuzione delle temperature. Le temperature massime hanno oscillato tra i 27-30°C, mentre le minime hanno registrato valori compresi tra 14-20°C.

Il mese di settembre è iniziato all’insegna del tempo stabile e soleggiato sull’intera regione con temperature pienamente estive. Nei giorni successivi un nucleo depressionario, associato ad aria fredda, ha apportato sulla regione correnti umide nordorientali, favorendo una generale instabilità atmosferica ed un abbassamento delle temperature con massime comprese tra i 18-21°C.

Al pari di quanto osservato per altre aree del Paese, il bilancio idroclimatico (BIC), del

periodo in esame, consequenziale all’andamento meteorologico, ha mostrato un’evidente deficit di acqua nei suoli (graf. 6.2). Le abbondanti piogge che hanno caratterizzato la prima decade di luglio non hanno influenzato in maniera positiva il valore assunto dal bilancio a causa delle temperature che hanno mitigato l’effetto benefico delle precipitazioni.

Grafico 6.2 – Andamento del BIC per le province di Campobasso e Isernia nelle decadi luglio – agosto 2009

Fonte: elaborazione INEA su dati CRA – CMA, 2009

Per quanto riguarda lo stato delle acque superficiali in Molise l’andamento delle altezze idrometriche dei fiumi Biferno, Trigno e Volturno rilevate da stazioni di monitoraggio ricadenti sul territorio molisano (graff. 6.3, 6.4 e 6.5), non hanno evidenziato particolari criticità (le altezze si sono mantenute sempre al di sopra dello zero convenzionale)

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Grafico 6.3 - Andamento delle altezze idrometriche del fiume Biferno a Castropignano, Lucito e Altopantano, luglio-agosto 2009

Fonte: elaborazione INEA su dati Protezione Civile, 2009

Grafico 6.4 - Andamento delle altezze idrometriche del fiume Trigno presso Montemitro, luglio-agosto 2009 0,00 0,20 0,40 0,60 0,80 1,00 1,20 1,40 1-lu g 8-lu g 15-lug 22-lug 29-lug

5-ago 12-ago 19-ago 26-ago

H (

m

)

Trigno a Montemitro

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43

Grafico 6.5 - Andamento delle altezze idrometriche del fiume Volturno a 25 Archi, luglio-agosto 2009

0,00 0,05 0,10 0,15 0,20 0,25 0,30 0,35 0,40 0,45 0,50 Volturno a 25 Archi

Fonte: elaborazione INEA su dati Protezione Civile, 2009

Come evidenziato anche dalla Protezione Civile, un buon andamento nelle altezze dei corsi d’acqua molisani, simile a quello di luglio agosto 2009, non si aveva da circa 50 anni.

Anche per quanto riguarda la disponibilità di risorsa invasata nella Diga di Ponte Liscione, il volume invasato nel corso del trimestre è stato soddisfacente, infatti, alla fine agosto i volumi di invaso erano superiori a quelli registrati negli ultimi 10 anni (graf. 6.6).

Grafico 6.6 - Andamento dei volumi invasati nella diga di Ponte Liscione nel trimestre luglio-settembre 2009

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6.2 Campania

La prima parte del trimestre luglio settembre 2009, la Campania è stata caratterizzata da instabilità meteorologica, contraddistinta da fenomeni pluviometrici non rappresentativi della stagione estiva. Infatti, il mese di luglio, specie nel corso della prima decade, pur presentando temperature medie tipiche della stagione, si è differenziato per fenomeni piovosi anche di forte intensità registrati in alcune aree della regione, in particolare nel bacino del Sele (SA). Inoltre, in provincia di Avellino, si sono verificati temporali accompagnati da grandinate che hanno prodotto danni di media entità per l’agricoltura. In alcune aree la pioggia ha causato problemi di ristagno idrico che hanno reso difficoltoso l’accesso ai campi.

Successivamente a questo periodo anomalo i fenomeni piovosi si sono arrestati un po’ ovunque fino alla terza decade del mese di agosto, presentando un ulteriore picco a settembre, nel corso della seconda e terza decade del mese. In particolare, fenomeni di una certa intensità si sono verificati nella seconda decade di settembre in provincia di Caserta dove sono state registrate temperature basse rispetto alla media stagionale e piogge torrenziali.

Complessivamente, il territorio nel quale si è riversata la maggiore quantità di pioggia è stato l’avellinese. L’instabilità atmosferica ha contraddistinto inoltre la seconda metà del mese di settembre, anche se le temperature del mese si sono mantenute quasi costantemente al di sopra della media stagionale.

Questo andamento meteorologico ha determinato, come per le altre regioni italiane, un andamento del bilancio idroclimatico (BIC) con valori negativi per quasi tutto il periodo in tutta la

regione (graf. 6.7).

Grafico 6.7 - Andamento del BIC in alcune stazioni meteorologiche rappresentative delle province campane, nelle decadi luglio-settembre 2009.

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Dal grafico si può osservare che il bilancio è positivo solo all’inizio ed alla fine del trimestre mentre nel periodo centrale, nel quale si è avuto un arresto delle precipitazioni, le temperature sono risultate elevate e si è assistito alla diminuzione della disponibilità potenziale di risorsa acqua nel suolo.

La carenza idrica caratteristica del periodo, pertanto, è stata compensata con la pratica irrigua per la quale, in tutte le aree ad irrigazione collettiva, non ci sono stati problemi in merito alle disponibilità. Infatti, dato l’andamento meteorologico dell’autunno e dell’ inverno e parte della stagione primaverile trascorsa, che ha determinato condizioni ottimali di riempimento degli invasi, in nessun bacino della regione si sono verificati problemi di approvvigionamento irriguo.

I dati relativi alle disponibilità di risorsa per i singoli bacini (bacino dell’Alento, dell’Ufita e il Bacino del Sele) di cui sono stati considerati i principali invasi, confermano, infatti, un bilancio positivo nella disponibilità in tutti e tre i mesi considerati (tab. 6.1).

Tabella 6.1 – Volumi di acqua disponibili nei principali invasi della Campania

Invaso Volumi disponibili al 01 /07/09 migliaia m3 Volumi disponibili al 01 /07/08 migliaia m3 Differenza 2009-2008 migliaia di m3 Volumi disponibili al 01/08/ 09 migliaia m3 Volumi disponibili al 01/08/ 08 migliaia m3 Differenza 2009-2008 migliaia m3 Volumi disponibili al 01 /09/09 migliaia m3 Volumi disponibili al 01 /09/08 migliaia m3 Differenza 2009-2008 migliaia m3 Diga Alento 21.420 20.540 880 19.340 18.960 380 17.128 16.059 1.069 Diga S.Giovanni 146 188 -42 151 150 1 162 122 40 Diga Le Fosse 20 22 -2 25 35 -10 20 15 5 Diga Fabbrica 1.001 819 182 916 658 258 787 543 244 Diga Carmine 2.980 2.958 22 2.701 2.292 409 1.995 1.460 535 Totale bacino Alento 25.567 24.527 1.040 23.133 22.095 1.038 20.092 18.199 1.893 Diga Macchione Bacino Ufita 480 65 415 445 25 420 375 12 363 Trav.Persano Bacino Sele 1.500 ‐ ‐ 1.500 ‐ ‐ 1.450 ‐ ‐

Fonte:Elaborazioni INEA su dati dei Consorzi di bonifica campani

Per quanto riguarda la traversa di Persano che consente di gestire la disponibilità idrica nel bacino del Sele, il grafico 6.8 riporta l’andamento della portata erogata a valle della traversa a conferma di quanto descritto precedentemente nella sezione dedicata all’andamento meteorologico.

Figura

Figura 1.1 – Principali aree interessate dal maltempo e da problemi nell’approvvigionamento di risorsa  irrigua nel corso del trimestre luglio-settembre 2009
Figura 3.1 - Bacino idrografico del fiume Po e principali stazioni idrometriche
Tabella 6.1 – Volumi di acqua disponibili nei principali invasi della Campania
Figura 6.1 – Localizzazione di alcuni importanti invasi a scopo irriguo della Basilicata
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