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2.3 CATEGORIE DI BENI ED EVOLUZIONE DEI CRITERI VALUTATIVI

2.3.1. Beni Misti e Paesaggi Culturali

Nel testo convenzionale vengono presentati esaustivamente i beni culturali e i beni naturali secondo delle sottocategorie specifiche. L’unico riferimento all’interazione dell’uomo con la natura compare all’articolo 1 quando viene definita la categoria culturale di “sito”: “works of

117 J. BENTRUPPERBAUMER e J. RESER, Encountering a World heritage landscape: community and visitor

perspectives and experiences, in STORK e TURTON, Living in a Dynamic Tropical Forest Landscape, Blackwell Publishing, Carlton, VIC, Australia, 2008, pp. 387-397.

J. BENTRUPPERBAUMER, T. DAY, J. RESER, Uses, meanings, and understandings of values in the environmental and protected area arena: a consideration of "World Heritage" values, Society & Natural Resources, 19 (8), 2006, pp. 723-741.

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man or the combined works of nature and of man”. Tuttavia nella Guidelines del 1980 è

contemplata la possibilità per gli Stati di candidare beni che derivino il loro Valore Eccezionale Universale dalla combinazione di caratteristiche culturali e naturali: “In keeping with the spirit

of the Convention, State Parties should as far as possible endeavour to include in their submission properties wich derive their outstanding universal value from a particularly significant combination of cultural and natural feautures118”. Le indicazioni fornite per

candidare questa tipologia di bene sono sempre state scarse e il numero di beni misti iscritti alla Lista del Patrimonio Mondiale è esiguo119. Il bene candidato deve soddisfare almeno un criterio culturale ed uno naturale per poter essere ammesso alla valutazione del Comitato del Patrimonio Mondiale ed essere successivamente iscritto alla Lista120. Nel 1984 in occasione dell’ottava Sessione del Comitato fu rilevata la scarsa presenza di informazioni per una corretta e agile candidatura dei beni misti e per sopperire alla mancanza venne richiesto all’IUCN, ICOMOS e IFLA (International Federation of Landscape Architects) di elaborare indicazioni specifiche a riguardo: “The Committee requested IUCN to consult with ICOMOS and

the International Federation of Landscape Architects (IFLA) to elaborate guidelines for the identification and nomination of mixed cultural/natural rural properties or landscapes to be presented to the Bureau and the Committee at their forthcoming sessions.121”. Durante la

decima Sessione il Comitato tuttavia ritornò sui suoi passi ritenendo non più urgente questo impegno122.

Il testo delle Linee Guida Operative risalente al 1994 presenta la nuova categoria del “Paesaggio Culturale” che amplia e supera il concetto del bene misto. Al paragrafo 36 delle

Operational Guidelines del 1994 i “Cultural Landscapes” vengono definiti come “il lavoro

combinato della natura e dell’uomo” e “sono esemplificativi dell’evoluzione della società e degli insediamenti umani nel tempo, sotto l’influenza di vincoli e/o opportunità fisiche presentate dal loro ambiente naturale e delle successive forze sociali, economiche, culturali sia esterne che interne. Questi dovrebbero essere selezionati sulla base sia del loro Valore

118 Operational Guidelines for the implementation of the World Heritage Convention, WHC/02 (Revised), October

1980, par. 13.

119 Attualmente sono iscritti alla Lista del Patrimonio Mondiale 31 beni misti. Nel 2014 in occasione dell’ultima

Sessione del Comitato del Patrimonio Mondiale è stato iscritto il paesaggio culturale: “Trang An landscape complex, Vietnam”.

120 UNESCO, Preparing World Heritage Nominations, Paris, 2011. p. 34.

121 Report of the Eighth Ordinary Session of the World Heritage Committee, Buenos Aires, 29 October – 2

November 1984, Chapter VIII Mixed natural/cultural properties and rural landscapes, document SC/84/CONF.004/9

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Universale Eccezionale sia della loro rappresentatività in termini di regione geo-culturale e inoltre per la loro capacità di illustrare gli elementi culturali essenziali e distintivi di tali regioni”. Prima di trattare le tre tipologie di paesaggio culturale al paragrafo 38 viene specificato come sia possibile che questi siti presentino tecniche sostenibili di utilizzo del territorio e la loro protezione contribuisca al mantenimento dei valori naturali nel paesaggio e di conseguenza della diversità biologica.

Vengono riconosciute tre categorie di paesaggio culturale:

1. Paesaggi progettati e creati intenzionalmente dall’uomo come giardini e parchi; 2. Paesaggi che hanno subito un’evoluzione organica ovvero hanno raggiunto le loro

attuali forme in risposta sia all’ambiente naturale sia ad impulsi di tipo economico, sociale, amministrativo o religioso. Questa tipologia di paesaggio riflette il processo evolutivo e può essere “relitto o fossile” il cui processo ha subito un’interruzione o “continuativo” ovvero un paesaggio in cui l’evoluzione continua proprio perché il paesaggio mantiene un ruolo attivo nella società contemporanea;

3. Paesaggi culturali associativi che presentano una forte associazione tra elementi religiosi artistici e culturali con quelli naturali (in questa categoria le tracce di cultura materiale possono anche essere assenti).

Non sono stati formulati dei criteri specifici per questa tipologia ma ci si rifà a quelli culturali, già esistenti, poiché si tratta appunto di beni afferenti a questa categoria123.

In questo modo la categoria mista – che già non vantava grande successo – viene oscurata dal Paesaggio Culturale. Anche per questo motivo nel 1999 le Guidelines al paragrafo 42 ricordano come possano coesistere le due tipologie di beni: “The existence of a category of "cultural

landscape", included on the World Heritage List on the basis of the criteria set out in paragraph 24 above, does not exclude the possibility of sites of exceptional importance in relation to both cultural and natural criteria continuing to be included. In such cases, their outstanding universal significance must be justified under both sets of criteria124.” Nel 2005 si assiste

all’ultima modifica testuale in riferimento ai beni misti, al paragrafo 46 si legge: che per essere

123 Per un approfondimento della tematica si rimanda a: P. J. FOWLER, World Heritage Cultural Landscapes. 1992-

2002, UNESCO, Paris, 2003.

124 Operational Guidelines for the Implementation of the World Heritage Convention, WHC-99/2, March 1999.

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definiti beni misti devono soddisfare una parte o tutte le definizioni fornite per entrambe le categorie - culturale e naturale - espresse agli articoli 1 e 2 del testo convenzionale125.

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