Anche in Berryway - progetto vo-luto e realizzato da quattro azien-de, tra cui RK Growers e Ortofruit Italia, che garantisce piccoli frutti 12 mesi all’anno - aleggia un cer-to ottimismo sul setcer-tore, sebbene non manchino le incognite detta-te da pandemia, caro energia e materie prime, guerra.
Carlo Lingua, presidente del Con-sorzio, conferma uno scenario fa-vorevole con un mercato pronto ad accogliere più volumi: “Gli spazi per aumentare i consumi ci sono tutti: parliamo di prodotti che fanno bene alla salute, sono facili da mangiare e attirano an-che i giovani”. Il gruppo è al
lavo-ro su nuove varietà di mirtilli, more, lamponi e fragole puntan-do ad un ulteriore miglioramento delle qualità organolettiche dei prodotti. “Lavoriamo per imple-mentare il livello qualitativo ga-rantendo frutta di fascia pre-mium grazie a un’attività costan-te su gusto, shelf life e pezzatura”.
Il gruppo punta in particolare su tre regioni italiane: Puglia con 20
ettari, Calabria con 4 ettari (ma in crescita) e Sicilia, dove si sta defi-nendo un progetto per 20 ettari di piantagioni. “Il piano è di arri-vare a 200 ettari in alcuni anni”.
A queste tre aree si aggiunge quella “storica” del Piemonte, do-ve sono confermati i 150 ettari di mirtilli e i 70 di lamponi.
Per quanto riguarda la stagione,
“chi ha lavorato e lavora sulla qualità e sulle nuove varietà può guardare con fiducia al futuro. La produzione nazionale è in cresci-ta e il posizionamento sul merca-to dei piccoli frutti risente di una concorrenza sempre più dettata da quotazioni e da operatori non coinvolti nella produzione che non soffrono se i prezzi non co-prono i costi”.
“La disgregazione dell’offerta è tale che alcuni clienti non fanno che aspettare il prezzo più basso”, osserva Lingua. “Il consumatore, se messo in condizione di
sceglie-F FOCUS PRODOTTO
PICCOLI FRUTTI
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www.corriereortofrutticolo.it marzo 2022re, può optare per un prodotto premium ma, purtroppo, nella GDO regna un po’ di confusione.
Va riconosciuto tuttavia che alcu-ne insegalcu-ne stanno lavorando be-ne in questa direziobe-ne, offrendo una gamma molto ampia di refe-renze che permette al consumato-re di sceglieconsumato-re. Mele e pomodori ci insegnano che è possibile seg-mentare l’offerta, a beneficio di tutti”.
Non mancano tuttavia le proble-matiche, a partire dalla scarsa di-sponibilità di manodopera: “Il problema è generale, non riguar-da solo l’Italia e si farà sempre più sentire”. Inevitabile poi citare l’aumento dei costi delle materie prime, “a tutti i livelli”, dice Lin-gua: “Imballaggi, fertilizzanti, fi-tosanitari, elettricità ma anche i materiali per le coperture di pro-tezione per la produzione. Note-vole incremento anche per il ga-solio utilizzato sia per la
produ-zione che per il trasporto dei pro-dotti nelle varie destinazioni”.
Sul fronte della sostenibilità, l’im-prenditore puntualizza che “i pro-dotti non sono mai stati così sani, domani lo saranno ancora più di oggi e dopodomani saranno an-cora più sani del giorno prima”.
Per quanto riguarda la guerra, per Lingua è ancora difficile valu-tare il suo reale impatto sul mer-cato interno e su quello interna-zionale: “La produzione extra eu-ropea destinata alla Russia que-st’anno invaderà i nostri Paesi, quindi potrà appesantire la ven-dita. Con una situazione simile la preoccupazione è grandissima.
C’è il rischio che l’intero settore salti. La politica dovrebbe fare meno demagogia ed essere più preparata. Lo stesso, in molti ca-si, vale per gli organismi di cate-goria. Dobbiamo pensare al futu-ro e pfutu-rogettare cosa vogliamo es-sere tra 10, 15 e 20 anni”.
PICCOLI FRUTTI
re, può optare per un prodotto premium ma, purtroppo, nella GDO regna un po’ di confusione.
Va riconosciuto tuttavia che alcu-ne insegalcu-ne stanno lavorando be-ne in questa direziobe-ne, offrendo una gamma molto ampia di refe-renze che permette al consumato-re di sceglieconsumato-re. Mele e pomodori ci insegnano che è possibile seg-mentare l’offerta, a beneficio di tutti”.
Non mancano tuttavia le proble-matiche, a partire dalla scarsa di-sponibilità di manodopera: “Il problema è generale, non riguar-da solo l’Italia e si farà sempre più sentire”. Inevitabile poi citare l’aumento dei costi delle materie prime, “a tutti i livelli”, dice Lin-gua: “Imballaggi, fertilizzanti, fi-tosanitari, elettricità ma anche i materiali per le coperture di pro-tezione per la produzione. Note-vole incremento anche per il ga-solio utilizzato sia per la
produ-zione che per il trasporto dei pro-dotti nelle varie destinazioni”.
Sul fronte della sostenibilità, l’im-prenditore puntualizza che “i pro-dotti non sono mai stati così sani, domani lo saranno ancora più di oggi e dopodomani saranno an-cora più sani del giorno prima”.
Per quanto riguarda la guerra, per Lingua è ancora difficile valu-tare il suo reale impatto sul mer-cato interno e su quello interna-zionale: “La produzione extra eu-ropea destinata alla Russia que-st’anno invaderà i nostri Paesi, quindi potrà appesantire la ven-dita. Con una situazione simile la preoccupazione è grandissima.
C’è il rischio che l’intero settore salti. La politica dovrebbe fare meno demagogia ed essere più preparata. Lo stesso, in molti ca-si, vale per gli organismi di cate-goria. Dobbiamo pensare al futu-ro e pfutu-rogettare cosa vogliamo es-sere tra 10, 15 e 20 anni”.
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www.corriereortofrutticolo.it marzo 2022Sant’Orsola lancia il lampone Re-siduo Zero, prodotto dalla società cooperativa agricola trentina: “È il primo in Italia ed è certificato”, assicurano dall’azienda di Pergi-ne Valsugana.
“Un gustoso frutto clean ricco di sapore, in linea con l’elevato standard di qualità tipico e tradi-zionale dell’azienda produttrice”, aggiungono. “Il lampone RZ Sant’Orsola è totalmente italia-no, ottenuto esclusivamente dal-la varietà Lagorai Plus, di pro-prietà e brevettata ad uso esclusi-vo dei soci della cooperativa. È certificato CSQA e dunque alla raccolta non può essere rilevata la presenza di prodotti fitosanita-ri, nel pieno rispetto di quanto previsto dal disciplinare del CSQA”.
Dal mese di aprile è sugli scaffali della grande distribuzione orga-nizzata e nei migliori negozi di ortofrutta della penisola: “Sarà disponibile nel tradizionale cesti-no coperchiato in materiale rici-clato e riciclabile, nelle pratiche confezioni da 125 grammi. Dopo il mirtillo RZ lanciato lo scorso anno, Sant’Orsola allarga ora la famiglia con il lampone, ma con-tinuerà a proporre novità esclusi-ve al mercato e ai consumatori”.
Il lampone RZ della cooperativa viene coltivato dai soci in alcuni territori particolarmente vocati del Sud, in Sicilia ed in Calabria, su una ventina di ettari dove i metodi di produzione sono total-mente rispettosi della natura e seguono rigidi protocolli di lotta integrata.
I soci sanno che difendere la na-tura garantisce la qualità. Con-cetto sviluppato dal direttore ge-nerale della società cooperativa Matteo Bortolini alla presenta-zione del nuovo RZ. “Questo lam-pone è frutto della naturale evo-luzione della nostra visione
com-plessiva. I nostri piccoli frutti a residuo zero non sono l’unico obiettivo della società cooperati-va, ma una naturale evoluzione che si sviluppa in molteplici dire-zioni. E rappresentano un suc-cesso indiscutibile vista l’ottima accoglienza riservata l’anno scor-so al nostro primo mirtillo RZ”.
Il lampone RZ è il risultato di 15 anni di ricerche effettuate nel campo sperimentale aziendale attivo sull’altopiano trentino del-la Vigodel-lana, i cui risultati sono trasferiti ai soci produttori che li praticano nei campi di loro pro-prietà.
“Produrre il lampone RZ ha ri-chiesto la somma di molte com-petenze acquisite dall’intero staff di ricercatori e sperimentatori della società agricola guidati da Gianluca Savini, responsabile del gruppo assistenza, tecnica, ricer-ca e sviluppo. La varietà Lagorai Plus è stata scelta tra le numero-sissime esistenti al mondo
per-ché prodotta e sperimentata in cooperativa, resistente e mag-giormente adattabile”.
“Il residuo zero è una modalità di frontiera avanzata”, conclude Sant’Orsola. Garantisce la insus-sistenza di residui da fitofarmaci nel frutto in vendita ovvero la sua salubrità. La produzione di que-sto tipo di lampone rispetta quanto previsto dal DDTP 021-5 del 03/11/2016 ed è certificata da CSQA, ente accreditato e ricono-sciuto dal Ministero delle politi-che agricole, alimentari e foresta-li. CSQA esercita la leadership nazionale nel settore agricoltura ed è il primo ente italiano accditato nel food. Certifica che il re-siduo di fitofarmaci nel lampone residuo zero è inferiore al limite minimo quantificabile ovvero è inferiore a 0,01 parti per milione, secondo metodi standard euro-pei di misura praticati, ricono-sciuti e validati dalle autorità competenti”. (e.z.)