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Bianchetti e Nizzoli: Mostra del Tessile Artificiale, Roma, 1937.

Mostra del Tessile Nazionale, Roma, 1937.

67. Bianchetti e Nizzoli: Mostra del Tessile Artificiale, Roma, 1937.

servando questa piccola installazione, composta da una serie di cerchi sovrapposti verticalmente, si notano delle forti assonanze con una delle strutture pubblicitarie che qualche anno più tardi verrà eseguita per la Chatillon, alla fiera campionaria di Milano nel 1940. L’intervento di Pea e Faludi interessa una sezione piut- tosto ampia della mostra e non passa inosservata nell’articolo di Agnoldomenico Pica sulle pagine di Casabella7 nel 1938. Bianchetti invece viene incaricato di realizzare più di una sezi- one della mostra e sembra avere un ruolo rilevante rispetto a Pea in questa occasione. Lavora molto per la sezione dedicata ai lanieri e realizza degli allestimenti di “gusto elevato” anche se in alcuni frangenti “l’abbondanza di materiale, dà l’impressione di dominare, anziché di essere dominata, donde un tal quale senso di disordine”.8 A collaborare con Bianchetti ci sono Sal- vatore Fancello, che si è occupato di realizzare dei manichini in gesso, e Costantino Nivola, che invece ha realizzato alcuni pannelli. Dalle foto pubblicate da Casabella si può apprendere però che Bianchetti in questa sezione abbia collaborato con molti altri progettisti, primo tra tutti Giuseppe Pagano con il quale realizza lo stallo “Rivetti” di Biella, con al fianco sempre Fancello e Nivola. Compaiono anche il nome di Munari, Ricas, Spreafico e Buffoni, che presumibilmente hanno realizzato tutte le compo- sizioni grafiche per gli allestimenti di Bianchetti. Particolarmente interessante e bella è l’invenzione di Buffoni per la presentazi- one delle lane Borgosesia: un grande pupazzo di lana dentro un complicato astrolabio di fili metallici. Sullo sfondo, sempre ad opera di Buffoni, una serie di schermi raffiguranti forme astratte che assumono in virtù del colore e della composizione “riflessi di calore umano che ne giustificano la coerenza anche sul piano dell’arte”.

Tra tutti però, l’intervento di Bianchetti con Marcello Nizzoli nella sezione dedicata ai coloranti nazionali è sicuramente quello più di “tono elevato, di gusto controllato e di aspetto impressionante”9. Noto soprattutto poiché citato nelle pubblicazioni monografiche su Nizzoli10, è risultato un lavoro non facile a causa delle dimen- sioni assai vaste dell’ambiente e dell’eccessiva altezza rispetto alla strettezza della pianta. È noto l’interesse di Nizzoli nella fo- tografia e lo si ritrova proprio in questa realizzazione, soprattutto la cultura di Moholy-Nagy11 di cui vengono rilette le esperienze fotografiche degli anni del Bauhaus, evidenti soprattutto nella schematizzazione degli strumenti usati nella chimica e sospesi al soffitto. Analizzando le fotografie originali, conservate tutt’oggi nell’archivio storico CASC di Parma, si nota che la sala è stata costruita come un gioco d’inganni: “i condotti che chiudono ot- ticamente la fuga della sala diventano un omaggio al Melotti as- tratto di questi anni, che è ripreso anche nella grande struttura appoggiata alla parete”12, struttura che verrà riproposta in altre occasioni da Bianchetti e Pea, come nella mostra dei tessuti a Bari del 1939 o ancora nello stand Isotta Fraschini alla fiera campionaria di Milano lo stesso anno, anche Nizzoli lo riproporrà nell’allestimento del ’38 per la XIX Fiera di Milano. Questa gi-

7 Pica Agnoldo, “Mostra del tessile a Roma” in Casa-

bella n 121, gennaio 1938.

8 Ibidem. 9 Ibiem.

10 Cfr op. cit. Celant G. pp 50-51,

AAVV Marcello Nizzoli, Electa, Milano, 1990 pp 270- 276.

11 László Moholy-Nagy è stato un artista ungherese

esponente del Bauhaus. Ha lavorato come pittore, architetto e designer. Per lui la fotografia ha rappre- sentato un momento importante del suo percorso creativo. La fotografia rappresentava per l’artista un- gherese, al di là del suo valore artistico, un sistema per affinare e potenziare lo sguardo “in termini di spazio e tempo”.

12 Quintavalle Arturo (introduzione di) Marcello Niz-

zoli, Electa, Milano 1990.

69-70. Bianchetti e Buffoni: Mostra del Tes-

sile Artificiale, Roma, 1937.

72. Bianchetti e Nizzoli: Mostra del Tessile Artificiale, Roma, 1937.

gigantesca curva plastica per la quale passano nastri colorati, lin- eari, fotografici e cromatici, assume un alto valore suggestivo, in- sieme alle vetrine utilizzate per l’esposizione che oltre ad essere elementi decorativi diventano anche strutturali. Questo pannello curvilineo sottolinea molto la rigidità della fuga prospettica delle vetrine ed è un elemento molto importante per i due progettisti, che viene infatti documentato ampiamente fotograficamente. La sala sembra essere stata suddivisa a metà, formando un lungo corridoio. Su uno dei due lati si presentano degli elementi in ferro a supporto per le stoffe e le vetrine industriali espositrici che sembrano avere delle assonanze con lo stile progettuale di Luciano Baldessari.13 Sull’altro lato l’immediata presentazione della struttura che volutamente evidenzia gli impianti tecnici di- venendo parte fondamentale della stessa decorazione.

Sul fondo della sala è esposta una grande statua dell’Autarchia, ad opera dello scultore Carlo Conte, e anch’essa assume nel contesto un alto valore suggestivo. L’illuminazione potrebbe presumibilmente essere stata studiata e realizzata da Bianch- etti, presenta caratteristiche studiate con piena “consapevolezza creativa” e stabilisce un diretto rapporto con la grande curva dell’allestimento da cui viene riflessa e diffusa in tutto l’ambiente. Inoltre, anche se dalle foto in bianco e nero risulta difficile da percepire, sono state posizionate delle luci colorate che di notte cambiano ritmicamente il colore e il tono della sala, e quindi dalla sua fronte vetrata “giungono a dare un’aura di leggenda al pa- diglione e, per essere questo centrale, a tutta la mostra”.14 Il contributo di Nizzoli a questa realizzazione è stato d’indubbia importanza, soprattutto per le invenzioni e le composizioni gra- fiche: “ sono importanti le invenzioni di Nizzoli alla Mostra del tessile del 1937 a Roma dove il progettista vuole collegare in- sieme il modello parigino dello spazio dipinto (Arp e Mirò) con le geometrie del Bauhaus utilizzate per l’esposizione e con certe soluzioni alla Melotti per la forma al fondo a fianco della immag- ine bianca della Nike-Italia autarchica”.15

Sala delle produzioni chimiche nel Padiglione Monte-