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La biblioteca di Leone XII

Roberto Regoli

Poco dopo l’elezione a papa del cardinale Annibale della Genga (fig. 1), il periodico Le Constituionnel di domenica 12 ottobre 1823 riportava sulle sue pagine la notizia che il nuovo pontefice aveva «la più bella biblioteca di Roma»1. Si tratta di un giornale che non è per niente papalino, essendo essenzialmente legato alle dottrine politi-che costituzionali, vicino agli ambienti liberali, bonapartisti e pure anticlericali. Non si è dunque di fronte a un caso di piaggeria.

La biblioteca personale del cardinale divenuto papa non è stata ancora oggetto di studio. Non possediamo i cataloghi librari delle di-verse fasi della costituzione della biblioteca, ma solamente quello ul-timo, compilato alla morte del papa (1829) e attualmente conservato nell’archivio di famiglia a Spoleto2, che rientra appieno nei cosiddetti

«inventari post mortem»3, assai utilizzati come fonti per lo studio sulla circolazione della cultura scritta in età moderna. Non possiamo per-tanto compiere una riflessione sulla stratificazione libraria, secondo gli interessi del prelato marchigiano, così come si è potuto compiere per il contemporaneo cardinale Ercole Consalvi (1757-1823)4.

1 «il a, dit-on, la plus belle bibliothèque de Rome». Le Constitutionnel, 12 ottobre 1823, p. 4. La fonte è un’altra pubblicazione le Tablettes universelles, n. 45, 11 ottobre 1823, p. 6.

2 Elenco per la spedizione, [Roma 1829], in Archivio privato Pucci della Genga, Spo-leto, busta XXIII, fascicolo 58. Ringrazio Franca Persichetti Ugolini per la possi-bilità della consultazione del fondo.

3 M.I. Palazzolo, Introduzione. Le raccolte librarie private nel Settecento romano,

“Roma moderna e contemporanea”, 4/3 (1996), p. 565.

4 Cfr. R. Regoli, Ercole Consalvi. Le scelte per la Chiesa, Roma, Ed. Pontificia Univer-sità Gregoriana, 2006, (Miscellanea Historiae Pontificiae, 67), 131-135; Idem, La biblioteca del cardinale Ercole Consalvi (1757-1824). Gli inventari della raccolta dei libri poetici, “Neoclassico”, 29 (2006), pp. 114-137.

Fig. 1 - P. Mercuri (dis.), L. Barocci (inc.), Ritratto di Leone XII, acquaforte, 1824

Le biblioteche ecclesiastiche del primo Ottocento

Per quanto riguarda gli studi sulle biblioteche papali del periodo della Restaurazione, dobbiamo costatarne l’esiguità. Se si hanno al-cuni studi sulla biblioteca di Pio VII5 e appena uno su quella di Pio VIII6, questi non sono esaustivi o comunque di ampio respiro. Anche intorno alla biblioteca di Pio VI, papa sotto il quale si formarono i pontefici della prima metà dell’Ottocento, non è attestato un

interes-5 A. Campana, Biblioteche della provincia di Forlì, in Tesori delle biblioteche d’Italia, vol. I. Emilia-Romagna, a cura di D. Fava, Milano, Hoepli, 1932, pp. 81-130 (ho visto l’estratto, Le biblioteche della provincia di Forlì, pubblicato nel 1931 con nu-merazione autonoma delle pagine: sulla Piana, ivi pp. 28-30); D. Gnola, La bi-blioteca piana, in Pio VII papa benedettino nel bicentenario della sua elezione. Atti del congresso storico internazionale, Cesena-Venezia, 15-19 settembre 2000, a cura di G. Spinelli, Cesena, 2003 (Italia benedettina, 22), 683-688; M.T. Dazzi, La Piana, “La Romagna”, 14 (1923), pp. 362-377 (in parte ripubblicato in: M.T.

Dazzi, La Piana, in  Nel primo centenario della morte di Pio VII, Ravenna, Scuola Tipografica Salesiana, 1923, pp. 74-82); D. Fava, Papi romagnoli bibliofili, “Atti e Memorie della R. Deputazione di Storia Patria per l’Emilia e la Romagna”, 7 (1941-1942), pp. 215-227 (sulla Piana, ivi pp. 222-227); Idem, La biblioteca di papa Pio VII, “Accademie e biblioteche d’Italia”, 16 (1942), pp. 257-267; L. Bal-dacchini, Incunaboli e cinquecentine in Romagna. La Biblioteca Piana e la Biblioteca del Seminario di Sarsina, Manziana, Vecchiarelli, 1996, pp. 11-49; F. Lollini, La miniatura nei codici della Piana, in Due Papi per Cesena. Pio VI e Pio VII nei docu-menti della Piancastrelli e della Malatestiana, a cura di P. Errani, Bologna 1999, pp.

327-344; D. Gnola, I manoscritti della Biblioteca Piana, in Due Papi per Cesena cit., pp. 223-321; Idem, La biblioteca di Pio VII, in Il libro in Romagna. Produzione, com-mercio e consumo dalla fine del secolo XV all’età contemporanea. Convegno di studi (Cesena, 23-25 marzo 1995), vol. 2, a cura di L. Baldacchini e A. Manfron, Firen-ze, Olschki, 1998, pp. 697-712; A. Manfron, «Sua Beatitudine, intenta sempre alla speciale protezione delle arti». La tutela del patrimonio artistico fra erudi-zione, diritto e antiquaria, vista anche attraverso la Biblioteca di Pio VII, in Due Papi per Cesena cit., pp. 367-382; C. Semeraro, Biblioteche papali e Restaurazione (1775-1823). Contributo per la ricostruzione del patrimonio librario di Pio VI e Pio VII, in Super fundamentum Apostolorum. Studi in onore di S. Em. il Cardinale A.M.

Javierre Ortas, a cura di A. Amato – G. Maffei, Roma, LAS, 1997, pp. 273-313.

6 D. Fioretti, Note sulla biblioteca e gli interessi culturali di Francesco Saverio Ca-stiglioni, in La Religione e il Trono. Pio VIII nell’Europa del suo tempo, Convegno di Studi, Cingoli 12-13 giugno 1993, a cura di S. Bernanrdi, La Fenice, Roma 1995, pp. 103-117.

se consistente7. Per questo periodo storico non si possono neanche menzionare molti lavori sulle raccolte librarie dei prelati8, come pure dei porporati. Al di là dei già accennati studi sulla biblioteca di Con-salvi, se ne possono citare pochi altri relativi ai cardinali Francesco Saverio de Zelada (1717-1801)9, Henry Benedict Stuart duca di York (1725-1807)10 e Francesco Bertazzoli (1754-1830)11. Una considera-zione a parte merita il cardinale Stefano Borgia (1731-1804)12, noto

7 M. Ceresa, Una biblioteca nella rivoluzione: i resti della biblioteca di Pio VI, in Due Papi per Cesena cit., pp. 213-221; L. Pepe, Daunou, Monge e la dispersione della biblioteca di Pio VI, in Pio VI Braschi e Pio VII Chiaramonti. Due Pontefici cesenati nel bicentenario della Campagna d’Italia. Atti del Convegno internazionale, mag-gio 1997, CLUEB, Bologna 1998, pp. 165-212; Semeraro, Biblioteche papali e Restaurazione (1775-1823) cit., pp. 273-313; A. Zavatti, Storia di una biblioteca papale, Tipografia A. Bettini, Cesena 1933. È da consultare per il Settecento il volume tematico della rivista “Roma moderna e contemporanea”, 4 (1996) ver-tente su Le raccolte librarie private nel Settecento romano.

8 S. Pagano, La biblioteca di un ecclesiastico illuminista: Francesco Antonio Vitale (1724-1803), “Roma moderna e contemporanea”, 4 (1996), pp. 595-616.

9 Si ricorda il lavoro sulla biblioteca del cardinale de Zelada presente in: G. Mer-cati, Note per la storia di alcune biblioteche romane nei secoli XVI-XIX, Città del Vaticano 1952.

10 M. Buonocore, La biblioteca del cardinale H. Stuart duca di York dal codice Vatica-no LatiVatica-no 15169, Biblioteca Apostolica Vaticana, Città del VaticaVatica-no 2007 (studi e testi, 440); M. Buonocore – G. Cappelli (a cura di), La Biblioteca del Cardinale.

Enrico Benedetto Clemente Stuart Duca di York a Frascati 1761-1803, Gangemi Edi-tore, Roma 2008.

11 S. Medri, La biblioteca del cardinale Francesco Bertazzoli, Centro Comune, Lugo 2004; al cui interno vi è il saggio di I. Pagani, I libri del Cardinale. Percorso biblio-grafico per una mostra, pp. 43-76.

12 P. Orsatti, Il fondo Borgia della Biblioteca Vaticana e gli studi orientali a Roma tra Sette e Ottocento, Biblioteca Apostolica Vaticana,  Città del Vaticano 1996; M.

Nocca (a cura di), Le quattro voci del mondo: arte, culture e saperi nella collezione di Stefano Borgia 1731-1804, Giornate Internazionali di Studi, Velletri, Palazzo Comunale - Sala Tersicore, 13-14 maggio 2000, Electa, Napoli 2001; G. Grana-ta – M.E. Lanfranchi, La biblioteca del cardinale Stefano Borgia (1731-1804), Bulzoni, Roma 2008; P. Buzi, Catalogo dei manoscritti copti Borgiani conservati presso la Biblioteca Nazionale “Vittorio Emanuele III” di Napoli. Con un breve profilo scientifico di Stefano Borgia e Georg Zoega e una breve storia della formazione della collezione Borgiana, Scienze e Lettere, Roma 2009; P. Buzi, Stefano Borgia’s

Cop-bibliofilo, che per la sua erudizione non può essere proposto quale caso esemplare di studio, tanto è vero che sulle sue raccolte librarie la produzione storiografica è significativa.

Gli elenchi della raccolta libraria di Leone XII

Per compiere uno studio sulla biblioteca personale di Leone XII è possibibile impiegare due fonti. Il già citato catalogo manoscritto del-la biblioteca personale del papa, compidel-lato a seguito deldel-la sua morte (1829) e corrispondente al contenuto librario, ordinato in casse, che viene consegnato alla famiglia di Annibale della Genga, e un elenco a stampa di libri della medesima raccolta messi in vendita dagli eredi, a circa 3 anni dalla morte del papa (fig. 2)13.

Gli elenchi librari indicano solo il risultato finale di tante acqui-sizioni e doni, cioè sono prive di un criterio di manifestazione reale degli interessi del possessore secondo uno sviluppo storico. Non si è nella condizione di poter determinare quali libri siano stati acquisiti e quali siano la risultanza di doni. La difficoltà si accresce dopo l’ele-zione pontificia (settembre 1823), perché indubbiamente aumenta-no i donativi e risulta più difficile rintracciare i reali interessi del pon-tefice. Un possibile spartiacque, potrebbe essere proprio l’avvenuta elezione. I libri editi precedentemente possono essere giunti anche prima dell’elezione e dunque indicare un certo interesse da parte del possessore. Stiamo però in una situazione d’incertezza e d’ipotesi di lavoro, che appaiono realmente fragili. Il reale interesse si può sco-prire per altre strade. Ad esempio nella corrispondenza privata. Nel 1816, infatti, l’allora porporato Annibale chiedeva al suo segretario, Paul Du Mont, che si trovava a Roma, di mandargli il Don Chisciotte

tic manuscripts collection and the “strange case” of the Borgiano copto fund in the Vatican Library, in Coptic treasures from the Vatican Library. A selection of Coptic, Copto-Arabic and Ethiopic manuscripts. Papers collected on the occasion of the Tenth International Congress of Coptic Studies (Rome, September 17th-22nd, 2012), Biblioteca Apostolica Vaticana, Città del Vaticano 2012, pp. 21-26; L. Bo-navita, Il cardinale Stefano Borgia. Un erudito del Settecento tra cultura e religione, Edicampus, Roma 2014.

13 Catalogo della biblioteca della s. memoria di Papa Leone XII della Genga, 2 vol., Giun-ghi e Comp., Roma 1832.

Fig. 2 - Catalogo della biblioteca della santa memoria di papa Leone XII, Roma 1832, vol I, frontespizio

«che bramavo per divertirmi un momento con un certo medico che viene da me, senza curarmi»14. Cerca il volume nella traduzione ita-liana o anche in quella francese, presente nella sua biblioteca roma-na15. Da qui scopriamo che non aveva dimestichezza con lo spagnolo.

Ritorna sul volume anche in altra corrispondenza16: gli doveva stare veramente a cuore, tanto che già nel 1815 aveva utilizzato il protago-nista del volume quale termine di paragone di riflessioni politiche17. Il suo interesse librario rientrava nel gusto dell’epoca. Infatti, Giaco-mo Leopardi a Roma nel 1822 si dedicava alla medesima lettura18. Va fatto notare che Don Chisciotte non si ritrova né tra i libri consegnati agli eredi alla sua morte, né tra quelli messi in vendita nel 1832.

Purtroppo non sempre si riescono ad individuare tali percorsi let-terari personali del porporato, per cui bisogna passare ad altro ap-proccio per tentare di comprendere l’interesse del possessore.

Al di là del discrimine temporale dell’elezione, che come si è detto non è facilmente ponderabile, l’attenzione viene qui posta unicamen-te ai libri che rientrano nel unicamen-tema dell’antico, secondo le esigenze del presente volume. Si tratta di un tema centrale per la cultura

dell’epo-14 Lettera di Annibale della Genga a Paul Du Mont, Spoleto 21 dicembre 1816, in Archivio Segreto Vaticano, Segreteria di Stato, Spogli di curia, busta 2A, f.52.

Ringrazio Ilaria Fiumi Sermattei per la segnalazione.

15 Lettera di Annibale della Genga a Paul Du Mont, Spoleto 11 gennaio 1817, in Archivio privato Pucci della Genga, Spoleto, Carteggio Annibale della Genga, bu-sta XXIX. Ringrazio Ilaria Fiumi Sermattei per la segnalazione dei documenti presenti in questo fondo archivistico.

16 Lettera di Annibale della Genga a Gaetano Ricciotti, Spoleto 11 gennaio 1817, in Archivio privato Pucci della Genga, Spoleto, Carteggio Annibale della Genga, busta XXIX.

17 Il prelato pone un paragone tra Robinson Crusoe/Napoleone e Don Chisciotte/

Murat. Lettera di Annibale della Genga ad Ortensia Olivieri, agosto 1815, in Ar-chivio privato Benigni Olivieri, Fabriano, parzialmente trascritta in A.M. Scia-manna, Nuovi documenti intorno al pontificato di Leone XII, tesi di laurea Univer-sità di Genova, relatore prof. Raffaele Belvederi, aa. 1981-1982, vol. I, p. 230. La biblioteca del papa attesta un interesse per Crusoe: D. Defoe, Robinson Crusoé, trad. de l’anglais par De Montreille, Londres 1767.

18 N. Bellucci – L. Trenti (a cura), Leopardi a Roma, Electa, Milano 1998, pp. 76 e ss.

ca, che rientra nel costante confronto tra “antico” e “moderno”, que-stione politica, religiosa e culturale. Annibale della Genga è “antico” o

“moderno” per le sue letture?

Indubbiamente il giovane Annibale forma inizialmente il proprio gusto alla scuola del padre Ilario, del quale si conserva un inventa-rio post mortem della sua biblioteca19. Si tratta di una raccolta ridotta (diverse decine di volumi), principalmente teologico-spirituale, ma pure poliedrica, con opere che saranno anche presenti in quella del figlio Annibale. Si pensi alla produzione del predicatore gesuita Paolo Segneri, un autore di best seller dell’epoca moderna, ai testi di san Francesco di Sales o all’Imitazione di Cristo attribuito a Tommaso da Kempis, i cui volumi non mancano nelle biblioteche degli aristocra-tici e degli alti prelati dell’epoca (come in quella di Consalvi). L’elenco potrebbe essere molto più lungo, soprattutto nelle scansie dei libri spirituali. A livello dei classici, nella biblioteca di Ilario si trovano le epistole di Cicerone e testi di Giulio Cesare. Tutte le opere sono indi-cate in lingua italiana. Non appare che il possessore leggesse in altre lingue, a differenza di Annibale, che possiede libri non solo in italia-no, ma anche in latiitalia-no, francese, inglese, spagnolo e tedesco (molti in quest’ultima lingua a testimonianza del suo lungo soggiorno in Europa centrale quale nunzio apostolico).

Se spostiamo l’attenzione alla raccolta di Annibale, si rimane col-piti dall’estensione numerica delle opere, ben 3.171, senza qui com-putare i volumi delle singole pubblicazioni. A confronto la biblioteca del padre impallidisce. Non tutti i libri vengono venduti dalla fami-glia. Infatti, il lotto di vendita del 1832 riguarda poco più di 2.500 titoli, rimanendone esclusi circa 700 (già venduti, donati ad amici o conservati in famiglia?).

Per il presente saggio, ci soffermiamo principalmente (ma non esclusivamente) sulla lista del 1832, che nella descrizione libraria è più puntuale, in qualche modo completa, sebbene non sempre

coe-19 Inventario de’ Beni ritrovati dopo la morte del Sig.r Conte Ilario della Genga, 2 agosto 1767 e dal Medesimo già posseduti, in Archivio provato Pucci della Genga, Spo-leto, b. XXIX, fasc. 444. Sulla più ampia biblioteca di famiglia: M. Vermicelli, L’Ottocento in biblioteca. La collezione privata Fiumi Sermattei della Genga, Assisi, Accademia Properziana del Subasio, 2005.

rente20. Ad esempio, appare l’utile indicazione dei libri sottoposti a censura, cioè presenti nell’indice dei libri proibiti21. Indicazione che segue quanto deciso proprio durante il pontificato leonino, secondo l’editto del cardinale vicario di Roma, Placido Zurla22. A volte vi sono dei riferimenti lacunosi a singole opere e per quanto riguarda i titoli di opere in lingua non italiana, propriamente tedesca, è valido ciò che si è scritto a suo tempo per la bibioteca del cardinale Stuart: «viene quasi sempre presentata una sommaria traduzione italiana risolta in poche parole»23.

Gli interessi di Annibale della Genga sono vari e vasti. A volte ve-ramente curiosi. La sua biblioteca contempla molte raccolte di atti dei pontefici, molti libri di storia24, particolarmente di storia dei con-cili e storia religiosa (diversi testi del gesuita Daniello Bartoli sulla storia della Compagnia di Gesù), numerosi volumi sulle leggi canoni-che, tante pubblicazioni di teologia, particolarmente quelle ecclesio-logiche e apologetiche, come anche morali. È interessato al

riformi-20 Nei rimandi librari del presente saggio ci adattiamo alla formulazione descrittiva di tale lista, anche là dove emergono delle incoerenze linguistiche o parzialità di informazioni bibliografiche. I nomi degli autori sono stati resi in lingua volgare.

21 «Li Libri contrasegnati con la + croce in principio dell’articolo, non si rilasce-ranno se non a chi esibirà l’opportuna licenza di poterli leggere, e ritenere alla persona deputata a tal effetto dal R.mo P. Maestro del S. Palazzo Apostolico, e ne rilascerà ricevuta». Catalogo della biblioteca della s. memoria di Papa Leone XII della Genga, vol. 1, p. 2.

22 Editto del cardinale Placido Zurla, 18 agosto 1825, titolo III, §5: «I libri, ed altri oggetti immorali così assegnati non potranno essere venduti neppure nelle ven-dite all’anzione, se non che a persone, le quali riportino licenza dal P. Maestro del S. Palazzo di poterli comprare, ed in caso di contravvenzione li compratori saran-no soggetti alla confisca dell’opera, e li Venditori alla sospensione dall’esercizio di loro Professione per un mese».

23 M. Buonocore, Introduzione, in La Biblioteca del Cardinale cit., p. 18.

24 Ad esempio, per la storia antica: C. Guischardt, Memoires militaires, sur les Grecs et le Romanise ou l’on a fidélement retabli sur le texte de Polybe et de Tacticiens-grecs et latins etc, Haye 1758, 2 vol.; L.S. Le Nain de Tillemont, Histoire des Empe-reurs, Bruxelles 1707-1739, tom. 6, vol. 16.

smo ecclesiale25. Probabilmente a causa della sua missione in Europa centrale, della Genga possiede non pochi volumi sulla possibilità di riportare i protestanti alla Chiesa cattolica26. Diverse pubblicazioni hanno a che fare con gli ebrei. Il suo percorso biografico si manifesta in alcuni volumi, che ricordano le sue missioni diplomatiche realiz-zate (nei paesi tedeschi)27 o possibili (in Russia)28, come il servizio da cardinale vicario di Roma29. Inoltre, emerge un interesse su singoli libri della Sacra Scrittura, sia dell’Antico che del Nuovo Testamento (Giobbe, Cantico dei Cantici, Daniele, ecc.). Con sorpresa si trovano anche testi di fisica, chimica, geometria, matematica, ingegneria, me-dicina, sull’impiego del pepe nero e addirittura sul magnetismo30 e sulla magia31. Meno sorpresa crea un settore librario dedicato all’agri-coltura e all’allevamento, che appare coerente agli interessi personali e della sua famiglia (fig. 3)32. Riguardo alla sua passione per le piante,

25 Pio V, Constitutiones, literae et decreta ejus mandato editu, Romae 1573; C. Bor-romeo, regole della Congregazione e scuole della Dottrina cristiana della città, dioce-si e provincia di Milano, Milano 1782 (anche un testo in francese del Borromeo).

26 Possiede anche un volume sui valdesi: J. Leger, Histoire general des Eglises evan-geliques des Vallus de Piemont, ou Vaudoises, Leyde 1669.

27 M. Goldast, Scriptores rerum Alamannicarum, edit. III cura Hen. Christ. Sen-ckenberg, Francofurti 1730, t. 3, vol. 1; J.G. Wachter, Glossarium Germanicum, continens origines et antiquitates totius linguae Germanicae, Lipsiae 1737, 2 vol.;

J.G. Meusel, Historische Literatur, Erlangen 1781-1784, 8 vol.; W. Heinsius, Al-lgemeines Bucher-Lexikon, Leipzig 1793-1798, 3 vol.

28 Mémoires secrets sur la Russie, et particulièrment sur la fin du régne de Catherine II et le commencement de celui de Paul I, Amsterdam 1800, 4 vol.; C. de Recheberg, Les Peuples de la Russie, ou description des meurs usages et costumes des diverses nations de l’Empire de Russie, accompagnée des figures colorées, Paris 1812, 2 vol. Quest’ultimo volume è di pregio perché ha avuto una tiratura limitata di 80 esemplari, inviati alla principali corti e personaggi d’Europa.

29 G. Ponzetti, Elenchus vicariorum Urbis, apud Lazzarinos, Romae 1797.

30 S. Barlocci, Saggio di elettromagnetismo, stamperia di Filippo e Nicola de Roma-nis, Roma 1826.

31 Esattamente 2 copie di F. M. Renazzi, de Sortilegio et magia, Fratres Coletii, Ve-nezia 1792.

32 P.L. de Vallemont, Couriositez de la nature et de l’arte de la vegetation, ou

l’agri-Fig. 3 - V. Dandolo, Sulla pastorizia, sull’agricoltura e su varj oggetti di pubbli-ca economia, Milano 1806, frontespizio

si trova attestato almeno un erbario antico33. La curiosità naturalisti-ca ci fa scoprire legami impensati34, che gli permettono di custodire volumi di autori, che ad una lettura superficiale potrebbero apparire molto distanti da lui, come nel caso del napoleonide Luciano (fig. 4).

culture, et le jardinage dans leur perfection, Bruxelles 1734, 2 vol.; Dictionnaire uni-versel d’agriculture et de jardinage de fauconnerie, chasse, pêche, cuisine et menage, Paris 1751, 2 vol.; N.M. Nicolaj, De’ bonificamenti delle terre pontine lib. IV, nella stamperia Pagliarini, Roma 1800 [2 copie]; Idem, Memorie, leggi ed osservazioni sulle campagne di Roma, Roma 1803, 3 vol.; V. Dandolo, Sulla pastorizia, sull’a-gricoltura e su varj oggetti di pubblica economia, presso Pirotta e Maspero stampa-tori-librai, Milano 1806; Idem, Notizie relative alle pecore di Spagna. Aggiuntavi La maniera di coltivare l’erba medica di P. Parravicini, presso Pirotta e Maspero stampatori-librai, Milano 1809; M. Losana, Delle malattie del grano in erba non curate, o ben conosciute, dalla stamperia di Pietro Barbiè, Carmagnola 1811; Z.

Betti, Memoria sopra l’uso e l’utilità del pettine da mietere, e trebiare ad tratto il riso, s.l. s.d. (ante 1782); G.B. Masetti, Sulle ruote idrauliche, molini da grano, e moli-ni da pestare, Bologna 1826; G. Astolfi, Breve istruzione intorno alla coltura del riso chiamato secco o chinese, tip. Marsigli, Bologna 1827; Congregazione del Censo, Tavole di ragguaglio delle misure agrarie dello Stato Pontificio, Stamperia della Rev. Cam. Apost., Roma 1828, 9 vol. L’interesse coinvolge anche i periodici:

Rivista trimestrale delle arti agrarie, Bologna 1828.

33 Erbario manoscritto, antico, che apparteneva a Gerardo Cybo.

34 C.L. Bonaparte, American Ornithology, Philadelphia 1825 [2 copie]; Idem, Spec-chio comparativo delle Ornitologie di Roma e Filadelfia, Pisa 1827.

Fig. 4 - C.L. Bonaparte, American Ornithology, Philadelphia 1825, tavola

Gli interessi classici di Leone XII

Indubbiamente Annibale della Genga è stato formato seguendo i canoni della cultura classicista della propria epoca, declinati secondo

Indubbiamente Annibale della Genga è stato formato seguendo i canoni della cultura classicista della propria epoca, declinati secondo