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Bioedilizia e innovazione energetica nei comuni italiani: Rapporto ONRE 2011 e

Secondo lo European Insulation ManufacturersAssociation (EURIMA), il 40% del consumo energetico in Europa è imputabile al consumo proveniente dagli edifici ad uso residenziale e terziario dovuto al riscaldamento invernale e al condizionamento estivo. Come si evince dal grafico seguente, l’Italia è il paese europeo con la maggiore perdita di energia nel patrimonio edilizio. Sempre secondo lo studio, il costo dell’energia dispersa da pareti e tetti corrisponderebbe a 270 miliardi di euro/anno.

Grafico 1: Perdita di energia totale all’anno imputabile agli immobili (2005) Fonte: Primo rapporto ONRE (dati Eurima)

La più significativa spinta nella direzione dell’innovazione energetica in edilizia è stata impressa dall’Unione Europea, che negli ultimi dieci anni ha discusso e approvato diversi ambiziosi provvedimenti che sono stati alla base della legislazione nazionale e regionale in materia. I contenuti delle Direttive sono

92 stati recepiti in Italia attraverso diversi provvedimenti che si sono succeduti in questi anni mentre altri dovranno essere approvati per completare la piena applicazione di quanto previsto da Bruxelles.

La Direttiva 2002/91 /CE, recepita in Italia dal D.Lgs. 1 92/2005, ha avviato un processo che ha portato ad una maggiore consapevolezza di quanto il settore dell’edilizia debba migliorare i propri standard e possa contribuire alla diminuzione delle emissioni climalteranti.

Un’ulteriore novità, sicuramente la più importante per i contenuti e le scadenza che fissa, è quella della nuova Direttiva Europea 2010/31/EU che promuove il miglioramento della prestazione energetica degli edifici. Nel provvedimento si prevede una metodologia per il calcolo delle prestazioni energetiche degli edifici e delle unità immobiliari che gli Stati membri sono tenuti ad applicare in conformità a quanto indicato nell'allegato I della direttiva, e che dovranno essere rivisti a scadenze regolari di massimo anni. La direttiva stabilisce che gli Stati provvedano affinché entro il 31 Dicembre 2020 tutti gli edifici di nuova costruzione siano “edifici a energia prossima allo zero”, in cui il fabbisogno energetico molto basso o quasi nullo sia coperto in misura molto significativa da energia da fonti rinnovabili, compresa quella prodotta in loco o nelle vicinanze; mette l’accento anche sulle possibilità di favorire l’efficienza energetica degli edifici mettendo a disposizione misure di incentivazione che potranno variare da Paese a Paese.

Di recente adozione il “Decreto Romani”, DL 28 del 2011, che diventerà attuativo dal 1 Giugno 2012. Con questo provvedimento infatti i nuovi edifici e nei casi di ristrutturazioni, sarà obbligatorio in tutto il territorio nazionale fare ricorso all'energia rinnovabile almeno per il 50% dei consumi previsti per l'acqua calda sanitaria. In aggiunta sarà obbligatorio soddisfare sempre da fonti rinnovabili la somma di parte dei consumi previsti per l'acqua calda sanitaria, il riscaldamento e il raffrescamento. Oltre alle rinnovabili termiche il Decreto stabilisce vincoli importanti anche per la parte elettrica dei fabbisogni degli

93 edifici. Sarà infatti obbligatorio installare impianti da fonti rinnovabili proporzionalmente alla grandezza dell’edificio. Inoltre per tutti gli edifici pubblici gli obblighi vengono incrementati del 10%.

Analizzando la legislazione introdotta nelle diverse Regioni italiane, emergono le notevoli differenze oggi esistenti riguardo al tema dell’innovazione energetica in edilizia.

I Comuni italiani in cui vengono realizzati edifici sostenibili sono in continuo aumento: è quanto si evince dal Rapporto 2011 dell’Onre (Osservatorio nazionale regolamenti edilizi per il risparmio energetico), di recente divulgazione, a cura di Legambiente e Cresme26. Sono infatti 839 le realtà locali che hanno deciso negli ultimi cinque anni di modificare i propri regolamenti edilizi per inserire nuovi criteri al fine di migliorare prestazioni energetiche e qualità del costruito.

Un trend in costante crescita (erano 705 comuni nel 2010, 557 nel 2009): nei primi 9 mesi del 2011 sono ben 134 le nuove amministrazioni che sono intervenute sui regolamenti edilizi. Nelle zone in cui la normativa in vigore richiede questi strumenti innovativi vivono complessivamente oltre 20 milioni di cittadini, in città grandi e piccole.

Ai fini dello studio sono stati inclusi diversi parametri: isolamento termico, utilizzo di fonti rinnovabili, efficienza energetica degli impianti, orientamento e schermatura degli edifici, materiali da costruzioni locali e riciclabili, risparmio idrico e recupero acque meteoriche, isolamento acustico, permeabilità dei suoli e effetto isola di calore. Inoltre, da quest’anno sono stati inseriti come indicatori anche le prestazioni dei serramenti, la contabilizzazione del calore e la certificazione energetica.

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94 Secondo il rapporto, sono i Comuni del Centro - Nord quelli in cui vigono i regolamenti edilizi più attenti all'eco-compatibilità (223 in Lombardia, 121 in Emilia Romagna, 87 in Veneto e 64 in Piemonte), ma sono in aumento le best practices anche al Sud e nelle isole, in particolare in Campania, Puglia e Sardegna. Tra le normative regionali più significative, si deve ricordare quella del Trentino Alto Adige, che stabilisce la classe energetica B come quella minima obbligatoria per tutti i nuovi edifici, pena varie sanzioni, quella dell'Emilia Romagna, che prevede obblighi per l’installazione di solare termico e fotovoltaico e per l’allacciamento a reti di teleriscaldamento, nonché limiti di trasmittanza per i nuovi edifici, e quelle della Lombardia e del Piemonte che prescrivono l'impiego di fonti rinnovabili ai fini della produzione di acqua calda sanitaria ed introducono controlli e sanzioni per la certificazione energetica, oltre alla schermatura delle superfici vetrate nei nuovi edifici ed ai limiti di trasmittanza delle pareti.

Al fine di promuovere l’avvicinamento degli operatori del settore edilizio alla direttiva europea 2010/31/EU sull’efficienza energetica degli edifici, alcune organizzazioni internazionali appartenenti a sei diversi paesi europei – Germania, Francia, Italia (Ance e UCV), Lituania, Romania e Spagna – hanno dato vita alla prima piattaforma on-line sull’edilizia sostenibile. Il progetto europeo Construction 21 partirà nel 2012 e permetterà ai professionisti di accedere a informazioni e assistenza pratica dedicata alle prestazioni energetiche e ambientali. Questa iniziativa avrà l’obiettivo di promuovere un sistema di concorrenza nel mercato basato sulle analisi dei costi e di creare una comunità di tecnici specializzati a livello comunitario.

E’ previsto che il progetto C21, finanziato dalla campagna Intelligent Energy for Europe, sia esteso all’intera Unione Europea entro il 2013, permettendo a tutti i 27 Stati membri di accedere a un patrimonio comune di idee, progetti e soluzioni. Nell’ambito del progetto saranno inoltre promossi seminari e

95 convegni finalizzati allo scambio di conoscenze e al confronto tra le diverse esperienze su scala internazionale.