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La chiave di volta: i Regolamenti edilizi sostenibili

Il regolamento edilizio è lo strumento urbanistico che norma a livello comunale le modalità costruttive dell’edificazione, garantendo il rispetto delle normative tecnico-estetiche, igienico-sanitarie, di sicurezza e vivibilità degli immobili e delle pertinenze degli stessi. La regolamentazione degli aspetti urbanistico- edilizi, in Italia, è storicamente ricondotta a due strumenti tra loro complementari: il Regolamento edilizio (che derivava dai preesistenti regolamenti d'ornato di epoca pre-unitaria) e le norme tecniche d'attuazione del Piano regolatore generale. Con l'art. 33 della legge 17 agosto 1942, n. 1150 (legge urbanistica) furono definiti i contenuti e le regole di integrazione con il P.R.G.. Oggi il regolamento edilizio è disciplinato, in via ordinaria, dall'art. 4 del DPR 380/2001 (Testo Unico dell’Edilizia).27

Le amministrazioni comunali hanno piena discrezionalità nella formazione che è limitata solo da specifiche norme statali e regionali che dettano i principi generali formativi. Il regolamento edilizio è obbligatorio per tutti i Comuni. Nonostante ciò, alcuni piccoli comuni sono tutt'ora sprovvisti di Piano Regolatore Generale e/o Regolamento Edilizio.

Il T.U. sull’edilizia dispone infatti che i “Comuni, nell’ambito della propria autonomia statutaria e normativa”, emanano il Regolamento edilizio che deve contenere “la disciplina delle modalità costruttive, con particolare riguardo al rispetto delle normative tecnico estetiche, igienico sanitarie, di sicurezza e vivibilità degli immobili e delle pertinenze degli stessi” (art. 4 T.U.).

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96 Così, mentre il Piano Regolatore Comunale effettua la suddivisione in zone del territorio comunale, il regolamento edilizio disciplina le modalità costruttive, disponendo in particolare in ordine: alle altezze, alle distanze dei fabbricati, all’ampiezza dei cortili e degli spazi interni, all’aspetto dei fabbricati, ecc.. Il Piano Regolatore Generale è lo strumento urbanistico che classifica tutto il territorio comunale, fissando le normative generali applicabili ai diversi interventi possibili sia a livello territoriale che edilizio, imponendo limiti e condizioni di uso alla proprietà privata dei suoli e degli edifici, al fine di garantire la funzione sociale della proprietà medesima di cui all’art. 42 della Cost. Tale piano è finalizzato ad assicurare la migliore composizione urbanistica dei singoli insediamenti e ad indicare la futura configurazione del territorio del Comune, in relazione alle peculiari condizioni dell’ambiente ed alle esigenze della popolazione, nel rispetto della normativa di settore vigente.

Il Regolamento Edilizio costituisce la norma più significativa per definire le modalità e le prassi con le quali realizzare costruzioni e ristrutturazioni degli edifici, oltre a determinare caratteristiche minime e massime degli edifici si stabiliscono le procedure burocratiche da seguire e contestualmente i costi e i tempi associati. Si tratta senza dubbio della norma più vicina ai cittadini. Il Regolamento è la “cinghia di trasmissione” delle leggi nazionali e regionali che normano l’attività edilizia.

Attualmente sono due le prassi seguite dalle Regioni e Provincie italiane per indirizzare i Comuni nella realizzazione dei regolamenti edilizi:

- “Regolamento Edilizio Tipo”; - “Criteri” o “Linee Guida”.

I regolamenti edilizi comunali sono una leva fondamentale per promuovere e realizzare politiche ambientali e energetiche innovative. Questi strumenti comunali rappresentano oggi sempre più uno snodo fondamentale del processo edilizio, perché qui convergono aspetti tecnici e procedurali, attenzioni e

97 interessi e qui si incrociano le competenze in materia di urbanistica, edilizia ed energia, di Stato, Regioni e Comuni.

In considerazione dell’importanza che il Regolamento Edilizio Comunale può avere, quale strumento urbanistico strategico ed efficace, nell’avviare politiche di sostenibilità ambientale, molte province italiane si sono orientate nel definire delle linee guida per l’efficienza energetica e la sostenibilità ambientale nei regolamenti edilizi dei comuni. È questo il caso delle Provincie di Milano, di Como, di Lecco, di Rovigo, e tante altre. D’altro canto alcune regioni italiane hanno definito un proprio Regolamento edilizio tipo; è il caso della Regione Marche, del Piemonte, dell’Umbria, dell’Emilia Romagna, etc. questi ultimi, però, non affrontano l’argomento della sostenibilità degli edifici o della loro efficienza energetica, a differenza delle linee guida provinciali.

Un Regolamento Edilizio Sostenibile è un regolamento che affronta direttamente e concretamente il tema dell’efficienza energetica nell’edilizia e che promuove l’impiego di soluzioni sostenibili con gli strumenti propri del regolamento (vincoli, controlli, incentivi e disincentivi).

1.7.1 L’inattività della Regione Sicilia

Il Rapporto 2011 dell’Onre propone un’analisi dei provvedimenti nazionali e regionali dal quale si comprendono le difficoltà attuali di un Paese che su questi temi mostra ancora una realtà a macchia di leopardo, in particolare rispetto all’esistenza di un riferimento normativo e nelle indicazioni che riguardano le prestazioni energetiche degli edifici e lo sviluppo delle fonti rinnovabili.

Nella cartina generale del rapporto 2011, le Regioni che hanno le leggi più mature dal punto di vista dell’obbligo dell’efficienza energetica, fonti rinnovabili e certificazione energetica, sono tutte concentrate al Nord, con la piacevole eccezione della Puglia al Sud, e poi il resto delle regioni che oscillano tra leggi più o meno restrittive, ad esclusione della Sicilia dove un evidente

98 colore bianco ne attesta l’alterità e l’inattività rispetto il resto delle realtà nazionali.

Il commento del rapporto è lapidario. “La cartina dell’Italia riassume i provvedimenti regionali in materia di sostenibilità in edilizia, mostrando chiaramente le diversità presenti in Italia ed al tempo stesso fa emergere con forza quanto questo tema sia ormai considerato in tutte le aree del nostro Paese, Sicilia esclusa”.

Osservando gli ultimi provvedimenti normativi della Regione, possiamo renderci conto della scarsa attività delle Regione, che risulta ancor molto indietro rispetto agli strumenti e alle pratiche messe in atto dalle altre regioni. Tuttavia negli anni 2010-2011 sono stati emanati alcuni provvedimenti, come ad esempio il Decr. Ass. del 03.03.2011 recante “Disposizioni in materia di certificazione energetica degli edifici nel territorio della Regione siciliana”, che ha stabilito che fino all’emanazione di una specifica normativa regionale in materia, nel territorio siciliano si applicano le disposizioni nazionali dettate dal D. Lgs. n. 192/2005, e il Piano Casa Legge regionale 23 marzo 2010, n.6 “Norme per il sostegno dell’attività edilizia e la riqualificazione del patrimonio edilizio”. In attuazione dell’intesa Stato Regioni dell’anno scorso, il piano casa si propone il sostegno al settore edile e la riqualificazione del patrimonio esistente attraverso interventi di messa in sicurezza e l’utilizzo di fonti di energia rinnovabile nel rispetto del contesto storico e architettonico.

La Sicilia è stata l’ultima Regione a varare il Piano Casa che ha previsto una serie di azioni finalizzate a:

- sostenere la messa in sicurezza;

- ridurre il rischio sismico e idrogeologico;

- riqualificare il patrimonio edilizio esistente dal punto di vista della qualità architettonica e dell’efficienza energetica, mediante l’utilizzo delle fonti di energia rinnovabile e delle tecniche costruttive della

99 bioedilizia, coerentemente con le caratteristiche storiche, architettoniche, paesaggistiche e ambientali ed urbanistiche delle zone ove tali immobili sono ubicati.