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La Bioetica come nuova materia?

La Bioetica a scuola

4.1 La Bioetica come nuova materia?

“Is bioethics a discipline?”193 si chiedeva nel 1998 l‟eticista clinico Albert

R.Jonsen.

Effettivamente, il problema relativo allo statuto epistemologico della Bioetica si impone immediatamente nel momento in cui si profili la possibilità di trovarle uno spazio all‟interno dell‟istituzione scolastica. Si tratta di una vera e propria disciplina, cioè di una materia d‟insegnamento e di studio? Oppure non è autonoma e rappresenta una branca di un‟altra disciplina? O, ancora, è un campo problematico in cui convergono più discipline? Di conseguenza, occorre inserirla nel curriculum scolastico come nuovo insegnamento, affianco a quelli già presenti, oppure deve essere trattata all‟interno di uno di questi ultimi? Quale delle materie già presenti può accoglierla opportunamente al proprio interno?

Le risposte a queste domande sono diverse ed è di primaria importanza considerare quali siano le più plausibili.

Fondamentale è chiedersi come la Bioetica sia arrivata ad ottenere la propria importanza a livello istituzionale (per esempio, a vedersi dedicati corsi all‟università e diventare oggetto di studio nei luoghi accademici). Jonsen si occupa di questo, in relazione alla situazione americana, nel suo The Birth of Bioethics, nel capitolo intitolato “Bioethics As a

Discourse”194: la Bioetica è nata come un discorso, una conversazione aperta a partecipanti con diversi interessi, con lo scopo di risolvere

193

JONSEN, A.R., The Birth of Bioethics, Oxford University Press 1998, p.325. 194

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problemi pratici195. In particolare, i primi dialoghi di stampo bioetico sono quelli che avvenivano fra medico e paziente e fra sperimentatore e soggetto sottoposto a sperimentazione196. Il discorso sulla Bioetica è, poi, entrato nelle aule delle scuole mediche197, inizialmente sulla base degli interessi del singolo docente198, in seguito diventando un vero e proprio campo di specializzazione filosofica199. Anche negli ospedali la sua voce trova forma istituzionale nella realtà dei comitati etici200, incaricati di riflettere sugli aspetti etici implicati nelle decisioni sanitarie. Al di fuori delle strutture ospedaliere si consolida l‟attività dell‟„eticista clinico‟, occupato nel mostrare e criticare le decisioni cliniche, appunto 201 . Il passo successivo a questa progressiva istituzionalizzazione della Bioetica è stato quello di renderla disponibile, soprattutto attraverso i mass media202, al grande pubblico, coinvolto in prima persona nelle decisioni riguardanti la vita e la morte203 e che si è reso attivo partecipante anche tramite la formazione di movimenti d‟opinione come quelli dei diritti dei pazienti e dei diritti delle donne204. È evidente che la Bioetica si è configurata, fin dai suoi inizi, come discorso pubblico.

195 Ivi, p.353. 196 Ibidem. 197 Ivi, p.358. 198 Ivi, p.360. 199 Ivi, p.362. 200 Ibidem. 201 Ivi, p.366. 202 Ivi, p.371. 203 Ivi, p.367. 204 Ivi, p.368.

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Cosa si può dire, invece, della Bioetica come disciplina? Se per „disciplina‟

si intende “un corpo di materiale che può essere insegnato”205

, la Bioetica lo è stata fin dai suoi inizi206; se, però, si intende in senso stretto “un corpo coerente di principi e metodi appropriati all‟analisi di un preciso oggetto”207

, occorre notare che la Bioetica non fa uso di una metodologia ben determinata, né ha alle sue spalle una teoria unica e predominante, ma più teorie etiche. Inoltre, si presenta come un “mélange di discipline”208, filosofia, medicina e scienze naturali in prima battuta, poi diritto, antropologia, teologia.

Jonsen cerca di rendere conto della doppia natura della Bioetica –

discorso pubblico e insieme disciplina accademica – definendola una

“mezza-disciplina” 209

, il che ci mostra come il suo inquadramento epistemologico sia tutt‟altro che facile.

Se si guarda alla situazione italiana è soltanto a livello universitario che si trova la Bioetica come insegnamento a sé stante. Maggiore spazio le è dedicato nell‟area filosofica, all‟interno della quale esistono non solo corsi attivati per le Lauree triennale e specialistica, ma anche Master di I e II livello. Tuttavia, numerosi sono i corsi di Laurea il cui piano di studi presenta un insegnamento di Bioetica o, comunque, la trattazione di tematiche bioetiche, anche se all‟interno di un insegnamento con altra dicitura: principalmente, per l‟area medico-scientifica Medicina e le

205

Ivi, p.345, traduzione mia. 206 Cfr, par.3.4.

207

JONSEN, A.R., op.cit., p.345, traduzione mia. 208

Ivi, p.342, traduzione mia. 209

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Professioni sanitarie, Biologia e Biotecnologie, Veterinaria e affini, mentre per le altre aree Giurisprudenza, Scienze sociali e Scienze della formazione.

La Bioetica trova, quindi, riconoscimento istituzionale a livello universitario: come potrebbe trovarne anche nella scuola?

C‟è accordo unanime fra gli studiosi che si sono espressi in merito a questa possibilità nel ritenere che non debba essere inserita come nuova

materia di insegnamento210. Per citare alcuni pareri autorevoli, Lecaldano

non ritiene necessario “introdurre una specifica materia della Bioetica nelle scuole”211; Deiana la ritiene “non una disciplina autonoma ma un‟area di

intersezione tra diverse discipline articolata e flessibile”212

, mentre Manti, più cautamente, pensa che non sia “strettamente necessaria l‟istituzione di un insegnamento ad hoc, proprio perché va valorizzata, anche dal punto

di vista dell‟apprendimento, la peculiare caratterizzazione

interdisciplinare”213. A questo proposito Torrigiani sottolinea il fatto che “la

Bioetica richiede un insieme di competenze e conoscenze (scientifiche, tecniche, socio-antropologiche, filosofiche) che difficilmente possono essere ricondotte ad un solo insegnamento”214

, motivo per cui, secondo Maria Antonella Arras, “non dovrebbe essere intesa come materia

210

Come precedentemente accennato, cfr. par.3.5. 211

LECALDANO, E., L‟argomento del „pendio scivoloso‟ e l‟insegnamento della bioetica, in Bioetica. Rivista Interdisciplinare, 2/2000, p.297.

212

DEIANA, G., Bioetica cattolica e bioetica laica nella scuola, in Bioetica. Rivista

Interdisciplinare, 3-4/2010, p.623.

213

MANTI, F., La bioetica tra ricerca e didattica, in Scuola e città, 4/2001, p.93. 214

TORRIGIANI, I., Filosofia e bioetica: la didattica del caso, in Scuola e città, 4/2001, p.102.

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specifica, ma considerata parte integrante di diverse discipline […] per la realizzazione di un progetto educativo globale”215

. De Zan, oltre a registrare il fatto che la Bioetica non ha “status di disciplina nelle secondarie, tranne rarissimi casi di corsi sperimentali”216

, aggiunge di non credere “utile che lo abbia: proprio per la sua natura eminentemente disciplinare e in fieri”, sarebbe “più consona una sua presenza diffusa in più ambiti disciplinari”217

. Lecaldano si dedica anche alla ricerca di ragioni contro “un insegnamento dell‟etica come materia esclusiva”218

, fra cui la possibilità dell‟“effetto controproducente di allontanare i giovani dalla stessa individuazione di uno spazio nella loro vita per valori etici”219

, in quanto “un insegnamento più o meno obbligatorio finirebbe con il presentare l‟assunzione dei valori etici sotto una veste coattiva”220

e

risulterebbe “pericolosamente predicatorio e moralistico” 221

, qualora tendesse a dimostrare “la centralità e l‟ineliminabilità nella visione del mondo di tutti”222 dell‟etica, dato che questa è soltanto “un‟opzione

accanto ad altre”223

. Deiana, invece, interpreta positivamente il ruolo dell‟etica, giungendo, comunque, alla stessa conclusione quando scrive che “l‟educazione ai valori […] non può essere un‟esclusiva di alcune

215

ARRAS. M.A., Informazione sanitaria e utilità dell‟insegnamento della bioetica, in

Scuola e città, 4/2001, p.130.

216

DE ZAN, M., Come progettare corsi di bioetica per docenti, in Scuola e città, 4/2001, pp.138-9.

217

Ivi, p.139.

218 LECALDANO, E., Quale insegnamento per l‟etica?, in DEIANA, G. e D‟ORAZIO, E., a cura di, Bioetica ed etica pubblica, Unicopli, Milano 2001, p.50.

219 Ibidem. 220 Ibidem. 221 Ivi, p.51. 222 Ibidem. 223 Ibidem.

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materie e di alcuni docenti: tutti nella scuola hanno una responsabilità educativa”224

.

Filosofia

Alla luce di quanto detto si può sostenere che l‟insegnamento di Filosofia225 sia il più adatto per fare da guida nella gestione di temi bioetici rispetto ad altre discipline. Lo si dimostra considerando il fatto che la Bioetica è quella branca della riflessione etica (quindi, filosofica) che si occupa dei fenomeni legati alla biomedicina e alle biotecnologie; proprio per questa sua natura è necessario evitare il rischio che “perda qualsiasi contatto con l‟etica teorica e la Filosofia”226

.

Neri individua due argomenti a favore del “ruolo privilegiato che la Filosofia può rivendicare”227

nel processo formativo che vede coinvolta la Bioetica: il primo si appella al fatto che “l‟educazione al pensare fornita dalla Filosofia ha un carattere „basilare‟ e, soprattutto, una grande flessibilità e spendibilità rispetto a quello „specialistico‟ che altre discipline possono fornire”228; il secondo fa notare che “la Filosofia è l‟unica forma di

sapere che si pone questioni di senso e di valore”229 e che non sia connotato dal punto di vista religioso. La pensa in modo analogo anche Luigi Alici, secondo il quale, “per la sua singolare vocazione, la Filosofia

224

DEIANA, G., L‟alternativa etica, in DEIANA, G. e D‟ORAZIO, E., a cura di, Bioetica ed

etica pubblica, Unicopli, Milano 2001, p.93.

225

Qualora sia presente (nei Licei); per gli Istituti, la secondaria inferiore e la primaria, occorre fare un discorso diverso, cfr. par.4.7 e Appendice A.3.

226

TORRIGIANI, I., op.cit., p.102. 227

NERI, D., L‟etica e la filosofia nei processi formativi della nuova scuola secondaria, in DEIANA, G. e D‟ORAZIO, E., a cura di, Bioetica ed etica pubblica, Unicopli, Milano 2001, p.25.

228

Ibidem. 229

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può costituire un luogo elettivo di ricerca, di sintesi e di progettualità”230

nel campo delle questioni bioetiche.

Sergio Labate ricorda che “la Filosofia non parte da concetti ma da questioni. Il suo metodo è interrogativo, in prima battuta”231

. La Bioetica ha come oggetto proprio le questioni sollevate dall‟innovazione scientifica e tecnologica riguardo alla vita.

Il principale compito della Filosofia in questo campo è quello della chiarificazione del panorama concettuale e terminologico delle diverse teorie etiche in gioco. Si pensi, per esempio, alla parola „persona‟ e alle sue varie definizioni, sulle quali la riflessione filosofica può far luce, indicandone le possibilità interpretative e le conseguenti ricadute sul piano etico232.