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Larghero, medico e teologo morale, e Giuseppe Zeppegno, teologo morale perfezionato in bioetica. La peculiare interdisciplinarietà che caratterizza la ricerca bioetica è resa evidente dai preziosi contributi di Carla Corbella, Franco Ciravegna, Mariella Lombardi Ricci, Pier Giuseppe Montaneri e Mario Rossino, una diversità discipli- nare che, come afferma Mons. Elio Sgreccia nella Presentazione, «non ha impedito di dare ai vari apporti una unità» (p.11). Al di là delle specifiche discipline, infatti, «Persona e bioetica devo rappresentare - secondo Enrico Larghero - un binomio inscindibile e costituire un dualismo dialogico e sinergico in grado di superare i pre- giudizi, i particolarismi, i confini ideo- logici, culturali,religiosi e statuali» (p.15).

Il volume è diviso in due parti: la prima, intitolata Bioetica fondamenta- le (pp.17-118), è una vera e propria introduzione alla bioetica. La seconda, invece, è una analisi approfondita

della Bioetica medica (pp. 118-238). Un glossario dei principali termini bioetici chiude il volume e rende più agevole la lettura di tutti coloro che, pur non essendo addetti ai lavori, vogliono comunque avvicinarsi e approfondire le problematiche che oggi riguardano la bioetica.

La tesi che viene sostenuta nei diversi ambiti disciplinari è che «L’unica bioetica di cui si avverte la necessità è quella centrata sul persona- lismo ontologicamente fondato che, pur non rinnegando la qualità della vita, ne afferma al contempo la sua inviolabilità e indisponibilità» (p. 15). L’approccio storico alla bioetica (cfr. 27-43), ad opera di Franco Ciravegna, si interroga sulla necessità di far riferimento al nuovo termine

bioetica per analizzare questioni

ampiamente considerate in filosofia, teologia, medicina e diritto. Dal primo modello bioetico di W. R. Potter alla strutturazione della bioetica come disciplina ad opera di A. Hellengers, dall’affermarsi della bioetica in Europa al costante dibattito in ogni singolo Stato, emergono sempre più differenze di impostazioni, metodolo- gie e orizzonti di senso: il pluralismo

RECENSIONI

Enrico Larghero, - Giuseppe Zeppegno (a cura di),

Bioetica e Persona

Edizioni Camilliane, Torino 2009, pp. 238

obbliga a mettere in gioco la propria visione del mondo; la scelta tra i vari orizzonti non può essere arbitraria perché solo «l’orizzonte più ampio che proclama e tutela il diritto alla vita rende credibili tutte le iniziative della vita sociale a servizio dell’umana con- vivenza» (p. 41). La consapevolezza che l’uomo non potrà mai conoscere tutta la verità del mondo e sul mondo non deve far credere che essa sia irrag- giungibile: conclude Ciravegna affer- mando che «Le varie questioni stimo- lano non solo a non rinunciare alla ricerca, ma invitano a cercare delle vie di fronte ad alcuni quesiti impegnativi, ai quali non è possibile dare una rispo- sta qualsiasi, ma ragionata e pensata soprattutto di fronte al pluralismo di approcci che interpella ogni scelta concreta e alla valenza sociale del pen- siero bioetico» (p. 43).

Dal punto di vista teologico Mario Rossino, Teologo Morale e Presidente del Master in Bioetica della Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale, analizza l’apporto che il Magistero Cattolico e la Sacra Scrittura hanno offerto al dibattito bioetico (pp. 45- 74). Sin dal Pontificato di Pio XII, infatti, possiamo ritrovare un partico- lare interesse per la bioetica sotto il profilo strettamente medico. Tra i documenti più significativi Rossino analizza l’Enciclica Humanae Vitae, la Dichiarazione sull’aborto procurato “Quaestio de abortu procurato”, la Dichiarazione sull’eutanasia “Iura et

bona”, la “Donum Vitae” sul rispetto

della vita umana nascente e sulla dignità della procreazione, la Carta

degli operatori sanitari, la Veritatis

Splendor ed infine l’Evangelium Vitae.

Per Rossino gli interventi Magisteriali hanno come fine in primo luogo «lo sforzo di offrire al progresso biomedi- co una cultura che metta al centro la persona e porti a scelte della, per la persona e degne della persona» e in secondo luogo il fatto che «questa attenzione nei confronti della persona non trova la sua ragion d’essere solo nel dato di fede e nell’applicazione della legge divina» poiché «è frutto di una riflessione razionale sulla vita umana e sulla liceità degli interventi in campo biomedico» (p. 60). All’interno degli interventi Magisteriali è possibi- le riscontrare, inoltre, i contributi alla bioetica che riguardano i problemi della tutela e della salvaguardia del creato. Non va dimenticato, a tal pro- posito, il Messaggio per la Giornata della Pace 1990 di Giovanni Paolo II, nel quale il Pontefice afferma che la Pace è messa in pericolo sia dalla corsa agli armamenti sia dalla «mancanza di rispetto per la natura» che comporta un «disordinato sfruttamento delle risorse e […] deterioramento della qualità della vita» poiché l’inquina- mento è una mancanza di rispetto per la vita di ogni essere vivente. Rossino conclude il suo saggio affermando che «sarebbe un vero guaio se tutta la riflessione cattolica in campo bioetico si riducesse all’insegnamento del Magistero», ma va riconosciuto che «il Magistero ha dato e sta dando un con- tributo tempestivo, coerente, ricco e stimolante alla bioetica che ponga al centro della sua attenzione il bene

della persona umana» (p. 74).

Ricercando i fondamenti filosofici e antropologici della bioetica, Carla Corbella, si colloca apertamente su un piano meta-bioetico passando in ras- segna le varie proposte bioetiche che sono emerse nella ricerca del bene del- l’uomo: le teorie utilitaristiche, le teo- rie contrattualistiche, le teorie liberali e infine la prospettiva personalista. L’Autrice si interroga sul «perché ci si

deve comportare così rispetto alle

molte possibilità di azione che l’odier- no sviluppo della scienza e della tec- nologia permettono» (p.76). Questa domanda pone una questione sulle premesse di ogni ragionamento prati- co e quindi una riflessione sul bene da perseguire. Questa indagine, però, non può prescindere dalla ricerca sulla persona domandandosi chi è persona. Le risposte sono state molto diverse: in ogni caso, secondo Corbella «pro- prio il disaccordo su ciò che si debba intendere con la nozione di persona è stato e sta alla base delle gravi forme di discriminazione tra gli uomini». (p.89) La riflessione che scaturisce dall’indagine sulla persona mostra come coloro che pensano che si possa

diventare persona, ritenendo che l’es-

ser persona sia un attributo dell’essere umano, determinano una discrimina- zione: non vi è più una uguale dignità tra gli esseri umani; nel momento in cui non si è persone ma ci si diventa occorre andare a cercare, in fattori biologici o addirittura contingenti, le proprietà che caratterizzano la perso- na. La fallacia di questa impostazione appare evidente rileggendo le conclu-

sioni a cui arriva H.T. Hengelart: «i feti, infatti, i ritardati mentali gravi e malati o feriti in coma irreversibile sono umani ma non sono persone. Sono membri della specie umana ma di per sé non hanno lo status di mem- bri della comunità morale laica» (cit. a p. 85); escludere da questa grande famiglia i più deboli e gli indifesi dimostra che il prezzo da pagare è fin troppo esoso.

Una questione sempre attuale riguarda la complessità della comuni- cazione di notizie scientifiche ad un pubblico di non specialisti. Prendendo in esame la mediazione di un giornalista che riporta gli sviluppi di una ricerca scientifica, Mariella Lombardi Ricci mostra come, non potendo trasformare un articolo di giornale in una in una relazione scien- tifica, «la notizia è ridotta all’osso, mentre si lascia spazio a speranze spesso mal formulate, dove i rischi spariscono a tutto vantaggio dei bene- fici, in un discorso in cui di scientifica- mente corretto resta ben poco» (p. 104). Prendendo in esempio le cellule staminali, infatti, sono innumerevoli i casi in cui non viene specificata la pro- venienza delle suddette cellule, tutto ciò a scapito non solo dell’informazio- ne, ma anche di coloro che, rimanen- do parzialmente informati, non hanno la possibilità di cogliere l’abissale dif- ferenza, etica e scientifica, tra una cel- lula staminale embrionale e una cellu- la staminale proveniente dal cordone ombelicale o dal tessuto ematico.

Il dibattito bioetico aumenta note- volmente, rimarcando i solco delle