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2. Anomalie del pezzo principale della coda, che può essere:

1.2 L’astore (Accipiter gentilis) 1 Distribuzione e sistematica

1.2.3. Biologia ed ecologia

L’astore abitualmente vive nei boschi di latifoglie, conifere o misti, e i nidi sono solitamente posti sui versanti nord nella parte centrale della chioma. Negli ultimi decenni la specie ha iniziato a colonizzare anche ambienti urbani di tutta l'Europa (Rutz et al., 2006) e attualmente occupa l'intera gamma degli habitat (Altenkamp, 2002; ; Rutz ,2001; Würfels, 1999). Comunemente gli astori e altri rapaci nidificano gli uni vicini agli altri (Reynolds e Wight, 1978).

L’astore è una specie stanziale ad eccezione degli individui nidificanti nelle quote più alte, che possono compiere migrazioni verticali durante l’inverno in coincidenza con una minore disponibilità di prede (Spagnesi et al., 2004). I giovani tendono a spostarsi più lontano rispetto agli adulti, e i giovani maschi tendono a spostarsi maggiormente rispetto

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alle femmine, mentre i maschi adulti sono più sedentari rispetto alle femmine. La maggior parte delle coppie ritorna nei territori di nidificazione da marzo (Dewey et al., 2003; Roberson, 2001; Reynolds e Wight, 1978; Beebe, 1974; Zirrer, 1947) ai primi di aprile (Dewey et al., 2003; McGowan, 1975).

La costruzione del nido è operata dal maschio. E’ stato osservato che i maschi più giovani hanno un tasso più elevato di fallimento rispetto ai più anziani (Totrupp Nielsen et al.,2003). Anche se l’astore solitamente utilizza lo stesso nido per diversi anni nell’areale di nidificazione è possibile trovare da uno a otto nidi alternativi posizionati mediamente a 400 metri l’uno dall’altro (Dewey et al., 2003; Woodbridge e Detrich, 1994; Reynolds et al., 1994). Il fallimento della nidificazione può essere dovuto a vari fattori, quali: disturbo umano, deforestazione (Hoglund, 1964; Hennessy, 1978; Buhler et al., 1987); predazione da parte del gufo reale (Bubo bubo) che nel corso di diverse notti consecutive può mangiare l’intera covata di astori (Tella e Manosa, 1993); predazione delle aquile reali che uccidono gli astori in svernamento (Squires e Ruggiero, 1995); intemperie (Hennessy, 1978; Boal et al.,2002) e scarsità di cibo.

Beier e Drennan (1997) e Drennan e Beier (2003), nei loro studi, sono giunti alla conclusione che gli astori non selezionano le aree di foraggiamento in base all'abbondanza di prede, ma piuttosto in base alla densità degli alberi, in quanto le caratteristiche morfologiche ed il comportamento della specie sono adatti per la caccia in foreste mature moderatamente dense. L’astore è un predatore opportunista e la tipologia di preda varia a seconda della stagione, della zona e della disponibilità. Tra gli alimenti principali troviamo piccoli o medi mammiferi come scoiattoli, conigli, lepri. (Squires e Reynolds, 1997). Tuttavia gli uccelli come cornacchie, colombi, colombacci, allocco, gufo comune, gheppio, e galliformi di grandi dimensioni (come il gallo cedrone) sono le sue prede preferite e costituiscono il 60% della sua dieta. Raramente si nutre di rettili ed insetti. In periodi dove la disponibilità di prede è minore è in grado di adattarsi perfettamente alla disponibilità di cibo nutrendosi anche di qualche carogna. La preda viene attaccata con le zampe e uccisa. Gli artigli del primo e secondo dito sono molto forti e vengono infilzati nell’animale finché questo non smette di muoversi. Una volta catturata la preda, le carcasse vengono divorate a terra (Figura 15) o sopra i rami più bassi degli alberi, tranne che nel periodo di riproduzione, dove tutte le prede vengono consumate direttamente nelle vicinanze del nido (Venditti, 2007). L’astore ha un territorio di caccia molto ampio, e la distanza alla quale cacciano i maschi dai loro nidi dipende dall’ habitat, dalla grandezza dell’areale di

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nidificazione, e dalla densità di prede (US Fish and Wildlife Service, 1998). Nelle aree dove è presente con molti individui l’astore è in grado di regolare le popolazioni delle sue prede (Tornberg, 2001).

Figura 15: terzuolo di astore su cornacchia

Gli astori iniziano la loro attività riproduttiva in un età compresa tra 1 e 4 anni (Fischer,

1983; Cramp e Simmons, 1980; Glutz et al., 1971). I rituali del corteggiamento degli astori possono variare a secondo della territorialità. Gli individui stanziali avviano il corteggiamento all'inizio della stagione, e molto prima rispetto ai migranti (Dewey et al., 2003).

L'accoppiamento è breve ma con una frequenza elevata (Moller, 1987, Palmer, 1988) e il momento della giornata in cui sono stati registrati un numero maggiore di accoppiamenti è il mattino. I due sessi hanno ruoli distinti durante la stagione riproduttiva. I maschi si occupano di procurarsi il cibo per loro e per le femmine che si occupano della cova delle uova e della cura dei piccoli.

Gli astori effettuano un’unica covata l’anno (Glutz et al., 1971) producendo una quantità di uova che varia da 2 a 5 che vengono covate per 34-36 giorni (Arcioni, 2010).

Le uova (Figura 16) hanno una forma leggermente ellittica (Palmer, 1988) La schiusa delle uova all’interno della stessa covata avviene in modo asincrono (Kenward, 2006).

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I due sessi hanno ruoli distinti nell’ accudire i piccoli: mentre il maschio si occupa della caccia e quindi di reperire il cibo, la femmina trascorre la maggior parte del suo tempo all'interno o vicino al nido ed è l'unica responsabile dell'alimentazione e del riscaldamento dei piccoli (Figura 17) (Squires e Reynolds, 1997; Kenward, 2006). Le femmine sono estremamente aggressive nel difendere i nidi dagli intrusi.

Il periodo neonatale è molto importante in quanto è quello durante il quale i giovani imparano a cacciare e difendersi (Reynolds et al., 1992). Quando i piccoli diventano indipendenti e iniziano ad alimentarsi da soli, si sviluppa rapidamente tra i membri della covata una gara per l'accesso al cibo. In genere i giovani astori di maggiori dimensioni hanno accesso al cibo prima di quelli più piccoli. Dopo aver trascorso più di un mese nel nido, i piccoli iniziano a volare ad una età di 44-46 giorni (Kenward et al., 1993). Durante

Figura 16: Uova di astore deposte dalle femmine allevate presso il Centro “European Falcons”

Figura 17: Femmina di astore che si occupa del piccolo presso il Centro “European Falcons”

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il periodo in cui i piccoli dipendono ancora dalle cure parentali le loro attività sono concentrate vicino ai nidi, ma con il passare del tempo iniziano ad allontanarsi sempre dippiù (Kennedy e Ward; 2003; Kennedy et al., 1994; Kenward et al., 1993; Zachel, 1985). In questo periodo gli adulti possono continuare a nutrire i piccoli ma portando loro la preda lontano dal nido. Dopo l'involo i fratelli di entrambi i sessi spesso rimangono insieme, in gruppo coeso, nei pressi del nido fino alla dispersione (Kenward et al., 1993 a; Reynolds e Wight, 1978). L’area post-involo è molto importante in quanto viene utilizzata dai genitori per insegnare ai piccoli le tecniche di difesa dai predatori e per fornire loro le prede su cui apprendere le opportune competenze per la caccia. Quindi quest’area viene utilizzata dalla famiglia dalla nascita dei piccoli fino a che i giovani non diventano completamente autonomi (Kennedy et al., 1994; Reynolds et al., 1992). Il numero dei piccoli nati che raggiungono l’involo aumentano gradualmente fino a raggiungere un picco massimo intorno al 6°-7° anno di età della femmina, dopodiché è stato osservato un declino (Sæther, 1990). Una possibile spiegazione a questo fenomeno potrebbe essere che con l’avanzare dell’età le femmine acquisiscono maggiori competenze nel procurarsi il cibo (Wunderle, 1991). La capacità riproduttiva ed il tasso di crescita sono influenzate notevolmente anche dalla qualità del territorio: habitat eterogenei e qualitativamente migliori, contribuiscono ad innalzare questi due parametri. Byholm et al., (2007) hanno dimostrato che coppie di astori presenti in territori qualitativamente migliori producono più prole rispetto a coppie presenti in zone aride. Anche le variazioni annuali delle condizioni climatiche possono influenzare la produttività e altri parametri demografici (Elkins, 1983).

Gli astori, al di fuori della stagione riproduttiva, sono animali schivi e solitari e non accettano che altri individui invadano i loro spazi. Durante la migrazione possono essere osservati con altri rapaci ma questa interazione non viene considerata come un comportamento sociale. I membri di una coppia durante l’inverno non interagiscono tra loro dal momento che spesso utilizzano aree di svernamento diverse. Dopo l’involo i piccoli di una stessa covata rimangono uniti vicino al nido (Kenward et al., 1993 a; Reynolds and Wight, 1978)