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La Biopotenzialità Territoriale (Biological Territorial Capacity, BTC) fornisce una misura delle soglie di metastabilità di un sistema paesistico, dove per metastabilità si intende una “condizione soddisfacente di equilibrio dinamico tra i processi naturali e le azioni umane a scarso impatto ambientale”. Le trasformazioni su larga scala sono difficili da misurare, anche in un paesaggio, ed in molti casi non è possibile valutare se il cambiamento sia positivo o meno. Può tuttavia essere possibile valutare se i cambiamenti in atto stiano, o meno, portando il paesaggio ad un punto di instabilità, misurandone proprio la

85 metastabilità. Il raggiungimento di una determinata soglia di metastabilità significa un cambiamento nella tipologia di paesaggio. Pertanto la Biopotenzialità Territoriale quantifica la dinamica del paesaggio nel tempo, valutandone la metastabilità. Per arrivare ad un dato territoriale complessivo, è necessario misurare la metastabilità di ogni elemento paesistico presente, in modo da considerare la complementarietà di ognuno rispetto all‟insieme. Mettendo in relazione la biomassa con le capacità omeostatiche degli ecosistemi, la Biopotenzialità Territoriale contribuisce a misurare la capacità degli ecosistemi stessi di conservare e massimizzare l‟impiego di energia (Ingegnoli, 1993; Ingegnoli e Pignatti, 2007).

In senso scientifico la BTC è basata sui seguenti principi (Ingegnoli, 1993): i. il concetto di stabilità resistente (resistance stability);

ii. i principali tipi di ecosistemi della biosfera e loro dati metabolici, che sono biomassa, produzione primaria lorda, respirazione.

I valori indicativi di BTC sono stati calcolati sulla media degli elementi paesistici tipici dell‟Europa centro-meridionale, attraverso sperimentazioni e misurazioni di laboratorio (Figura 2.5). L‟unità di misura della BTC è un‟unità energetica, normalmente in calorie: Mcal * m-2 * anno-1. Qui, per motivi di coerenza con altri indici (LDI), useremo come unità di misura MJ * m-2 * anno-1.

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Figura 2.5 – Valori tipici di BTC per gli elementi del paesaggio dell’Europa centro-meridionale (Fonte: Ingegnoli, 1993)

La BTC quindi è fondamentalmente una funzione di stato, che dipende principalmente dai sistemi vegetali e dal loro metabolismo, e permette di confrontare sia qualitativamente sia quantitativamente ecosistemi e paesaggi. Attraverso l'uso di questo indicatore, alle varie scale temporali d'indagine, si arriva a definire il campo di esistenza nel quale rientra il suo valore ottimale ai fini dell'equilibrio del sistema paesistico considerato. Il confronto tra i valori relativi alla situazione esistente, quelli alle soglie storiche precedenti ed alcuni standard riferiti ai vari tipi di paesaggio, permette di evidenziare deficit e anomalie, per poi dimensionare gli elementi paesistici in funzione delle necessità ambientali riscontrate. Il

dati in Mcal * m-2 * anno-1

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campo di esistenza individua quindi alcuni obiettivi utili nella

progettazione/riqualificazione ambientale e contiene parametri di riferimento per la pianificazione delle trasformazioni paesistiche.

Formula per il calcolo:

dove:

con:

– R = respirazione,

– PG = produzione primaria lorda, – B = biomassa,

– dS/S = R/B = tasso di mantenimento della struttura.

Il fattore ai misura il grado di capacità metabolica relativa ai principali ecosistemi, mentre bi misura il grado di mantenimento degli stessi ecosistemi. i è il pedice che indica il tipo di ecosistema, all‟interno dei principali ecosistemi della biosfera (Ingegnoli, 1993).

2.3.4 – Percolazione

Sono stati definiti i campi di variabilità dell‟uso del suolo per l‟identificazione automatica degli elementi costitutivi della rete ecologica e dei numerosi ostacoli alla continuità ambientale presenti nell‟area di studio (Farina, 1998).

Il risultato dell‟applicazione di questo modello è costituito dalla Carta della Percolazione dell‟area di studio. La funzionalità di questa rete ecologica è stata verificata facendo riferimento alla cosiddetta "teoria della percolazione" (Forman, 1995).

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Per l‟analisi la soglia critica è del 59,28% al di sotto del quale il sistema considerato non è percolante. Gli elementi di naturalità non sono quindi sufficienti ad assicurare gli spostamenti delle comunità animali all‟interno del sistema ambientale.

I modelli di percolazione possono essere di due tipi:

1. semplificato attraverso l‟uso di modelli neutri, che non considerano un organismo specifico – con il suo eco-field e la sua percezione dell‟ambiente – ma solo dei tipi di ecosistema con una certa potenzialità di sopravvivenza per una specie caratteristica di un habitat (Figura 2.6);

2. specie-specifico, che considera i vari tipi di habitat di una specie e la compatibilità e possibilità differente di essere attraversate di ciascuna patch.

Figura 2.6 – Semplificazione di un paesaggio in patch percolanti e non percolanti (Fonte: Farina, 2004)

La percolazione, in ecologia del paesaggio, è la capacità di una specie di attraversare un mosaico paesistico composto da un gruppo di patch. Alcune patch possono essere attraversate, altre non sono attraversabili. Qui considereremo un modello semplificato, basato su gli habitat permeabili per una specie animale teorica legata alle aree naturali presenti. Nell‟analisi sono stati considerati diversi gradi di percolazione, e poi sono stati assegnati a questi dei livelli di soglia che dividono le aree percolanti da quelli non percolanti.

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2.3.5 – Indice Faunistico cenotico Medio, IFM

La ricerca faunistica applicata alla valutazione ambientale ha portato all‟individuazione di metodi standardizzati per l‟utilizzo di indici ecologici basati su gruppi funzionali di animali (mammiferi, uccelli, ecc.) o gruppi focali capaci di indicare il grado di complessità degli ecosistemi terrestri. L‟applicazione del metodo basato sull‟Indice Faunistico cenotico Medio (IFM) consente di stimare, per ciascuna tipologia ambientale presente in una determinata area di studio e in relazione al suo stato di conservazione attuale, il potenziale grado di ricettività nei confronti della fauna; questo viene valutato attraverso l‟esame della bibliografia esistente e di opportuni rilievi sul campo (Santolini e Pasini, 2007). La classe degli Uccelli, in particolare, presenta generalmente un elevato numero di specie potenzialmente presenti sul territorio ed è considerata un ottimo indicatore in grado di comprendere pressoché tutte le diverse esigenze delle zoocenosi.

La valutazione tramite l‟indice IFM, quindi, consente di descrivere la potenzialità dei diversi elementi del paesaggio individuati come habitat per il supporto di determinate specie animali. Dall'analisi faunistica delle tipologie vegetazionali caratterizzanti il paesaggio si ottiene una carta del valore faunistico potenziale dove vengono riportate con diversi colori le classi relative alla capacità ricettiva faunistica potenziale per ciascuna delle patch individuate nell‟area di studio.

2.3.6 – Attribuzione dei coefficienti per il calcolo dei valori degli