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DELL’USO DEL SUOLO

MACROCATEGORIE DI USO DEL SUOLO AGGREGATE

Territori artificializzati Territori agricoli Art Agr Nat Acq

Tabella 2.4 – Sintesi dell’aggregazione delle classi di uso del suolo Regione Emilia-Romagna 1976, 1994 e 2003 in Macrocategorie di Uso del Suolo Aggregate (MUSA) di 1° e 2° livello (fonte: Regione Emilia- Romagna)

Inoltre è stato utilizzato il database inerente il Piano di Tutela delle Acque della Regione Emilia-Romagna.

2.3

– INDICI DI SOSTENIBILITA’

La necessità di conoscenza dei processi e di sintesi dell‟informazione in campo ambientale ha portato a costruire insiemi di indici e indicatori ormai consolidati. Le due principali funzioni degli indicatori, dettate proprio dalle loro caratteristiche, sono:

1. diminuire il numero di parametri necessari a fornire una “fotografia” precisa ed esauriente di una condizione; di conseguenza, la dimensione di un insieme di indicatori e l‟entità del dettaglio fornito devono necessariamente essere limitati: un insieme costituito da un grande numero di indicatori tenderebbe a disturbare l‟informazione che si desidera fornire; d‟altro canto, troppo pochi indicatori, o perfino un solo indicatore, possono essere insufficienti a fornire tutta

79 l‟informazione necessaria che riguarda il tema; inoltre, i problemi metodologici connessi con la pesatura degli indici tendono a divenire più grandi ad un livello più elevato di aggregazione;

2. facilitare la comunicazione dell‟informazione costituita dai risultati delle misure o dai parametri; a causa di questa semplificazione e dell‟adattamento alle necessità dei fruitori, gli indicatori non sempre sono tenuti a soddisfare precisi criteri scientifici per dimostrare le concatenazioni causali.

Gli indicatori di sostenibilità permettono di confrontare i livelli di qualità ambientale con gli obiettivi di sviluppo sostenibile, la valutazione del reale valore delle risorse naturali, al di là di quello loro assegnato dal mercato, e la determinazione di un valore di prelievo degli stock di risorse che non superi la velocità di riproduzione delle stesse. Tramite gli indicatori di sostenibilità è possibile confrontare il valore dei sistemi naturali ed umani e dei loro prodotti, così da determinarne l‟importanza relativa ed il contributo al benessere complessivo ed alla sostenibilità della biosfera. Questa tipologia di indicatori fonda le sue basi sulla teoria generale dei sistemi e sull‟integrazione di principi economici, ecologici e termodinamici.

L‟indice viene definito come “un insieme di parametri o indicatori aggregati o pesati” (OCSE).

Attraverso l‟utilizzo dei seguenti indici, si sono voluti valutare lo stato del territorio e del paesaggio, la biodiversità, la funzionalità e la resilienza degli ecosistemi, nonché gli impatti ambientali.

1. Indice di Sprawl (Marotta et al., 2008): valuta l‟impatto dell‟artificializzazione del territorio.

2. Landscape Development Intensity Index, LDI (Brown e Vivas, 2005): misura l‟impatto delle attività antropiche sul paesaggio.

3. Indice Bioterritorial Capacity, BTC (Biopotenzialità Territoriale; Ingegnoli, 1993; Ingegnoli e Pignatti, 2007): fornisce una valutazione dello stato degli ecosistemi e della loro resilienza.

4. Indice di Percolazione (Farina, 1998): misura la connettività e la frammentazione del paesaggio.

5. Indice Faunistico cenotico Medio, IFM (Santolini e Pasini, 2007): fornisce una stima della biodiversità.

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Tutti gli indici vengono valutati su diverse scale temporali per valutare il cambiamento del territorio nel tempo.

L'importanza di definire degli indici di salute dell‟ecosistema diviene una chiave della valutazione ambientale (Costanza, 1992; De Leo e Levin, 1997). Gli indici sono stato descritti ed identificati, nonché sono definite le loro necessarie proprietà: gli indici utilizzati, sono tra quelli più indicati per la misura della salute degli ecosistemi (Jørgensen e Nielsen, 1998; Jørgensen et al., 2005).

Al fine di valutare la sostenibilità dei rapporti tra l'uomo e l'ecosistema, un concetto base è la valutazione della salute dell'ecosistema. Costanza (1992) riassume il concetto di salute dell'ecosistema come segue:

i. omeostasi.

ii. assenza di malattia. iii. diversità o complessità. iv. stabilità o resilienza.

v. vigore o possibilità di crescita.

vi. equilibrio tra le componenti dei sistemi.

Costanza (1992) propone un indice di salute globale dell'ecosistema:

dove:

– HI è l'indice di salute dell'ecosistema, – V è il vigore,

– R è la resilienza, – è l'organizzazione.

Kay e Schneider (1992) utilizzano il termine di "integrità dell'ecosistema" per riferirsi alla capacità di un ecosistema di mantenere la sua organizzazione. La definizione precedente comprende anche la presenza di più ampie funzioni essenziali e gli attributi chiave che sostengono i sistemi della vita (Rapport, 1989; Costanza, 1992; Rapport et al., 1998). La principale difficoltà nell'uso degli ecosistemi concetto di valutazione della salute degli

81 ecosistemi è la mancanza di standard da seguire al fine di valutare le condizioni degli ecosistemi. Haskell, Norton e Costanza (1992) concludono che "non vi è chiara concezione del termine" e fanno notare come, sia la salute degli ecosistemi sia l'integrità ecologica "non sono mai stati definiti abbastanza bene per renderli utili" nei documenti di politica ambientale.

La letteratura offre una vasta gamma di definizioni della salute dell'ecosistema, e al fine di questa tesi è possibile semplificare dividendole in 3 diverse categorie:

1. salute ecologica come parametro olistico dell'integrità del sistema in un quadro sistemico (Rapport, et al., 1998; Jørgensen et al., 2005).

2. salute ecologica come "salute e benessere" e naturalità (Kay, 1993; Ingegnoli, 2002), ma da un altro punto di vista De Leo e Levin (1997) respingono le definizioni di integrità basate sulla natura e riconoscono che esistono molteplici definizioni del termine.

3. salute ecologica come Stato e relazione tra le componenti del paesaggio (Farina, 2000a, 2000b).

Un certo numero di articoli sono dedicati a quello che si crede essere un parametro misurabile olistico che riflette la salute dell'ecosistema e che consente di stimare i danni di origine antropica. Molte funzioni degli ecosistemi sono state proposte come obiettivo: ascendenza, emergia, la massimizzazione del flusso di energia, la minimizzazione dell'entropia, ecc. Tra queste, l'emergia è ampiamente usata (Odum, 1996; Brown e Ulgiati, 1997, 1999). Valori basati sull'emergia sono stati calcolati per varie tipologie di ecosistema, di benefici sociali e di prodotti economici supportati da ecosistemi terrestri ed acquatici; gli stessi indici e indicatori sono utilizzati per ottenere i valori dei servizi ecosistemici su base emergetica (Brown e Bardi, 2001). L'emergia è definita come tutta l'energia disponibile che è stato utilizzata in un lavoro o in un prodotto, ed è espressa in unità di un determinato tipo di energia (Odum, 1996). E' dimostrato che l'exergia ha buone basi teoriche di termodinamica, una stretta relazione alla teoria dell'informazione, forte correlazione con altre funzioni obiettivo e relativa facilità di calcolo (Jørgensen, 2002a). Jørgensen (2006a) propone tre indicatori termodinamici olistici: eco-exergia, exergia specifica e la capacità tampone, per coprire le proprietà essenziali di salute dell'ecosistema. Vi sono molti casi di studio su questo (ad esempio, Pérez-España e Arreguín-Sánchez,

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1999a, 1999b, 1999c; Jørgensen, 2000; Fabiano et al., 2004). In Jørgensen, Costanza e Xu (2005) sono riportate varie applicazioni a sistemi marini e costieri.

L'importanza di una definizione chiara e misurabile di resistenza, resilienza, salute dei geosistemi e degli ecosistemi, in un approccio di "indicatori all'interno del paesaggio", è diventata fondamentale per fornire approfondimenti inerenti gli studi sulle dinamiche dei sistemi (Farina, 2006), e per prevedere come il sistema possa rispondere ad impatti diretti e / o alle variazioni delle condizioni di contorno (Zurlini et al., 2006).

Jørgensen et al. (2005) dividono gli indicatori e indici della salute dell'ecosistema in 8 livelli:

I. Indicatori di presenza e assenza di specie. II. Indicatori del rapporto tra classi di organismi. III. Indicatori di concentrazione di composti chimici. IV. Indicatori di concentrazione di tutto il livello trofico.

V. Tassi di processo come indicatori.

VI. Indicatori compositi o indici che descrivono le proprietà (energia, struttura, selezione e omeostasi).

VII. Indici olistici delle proprietà degli ecosistemi (resilienza, resistenza). VIII. Indici olistici delle proprietà termodinamiche.

Indici e indicatori possono essere classificati in 6 gruppi basati sull'approccio, dal riduzionismo all'olismo:

1. Indici basati su specie Indicatrici. 2. Indici basati su strategie ecologiche. 3. Indici basati su valori di diversità.

4. Indicatori basati sulla biomassa e l'abbondanza di specie. 5. Indici che integrano tutta l'informazione ambientale. 6. Indici olistici