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7. ODP SITE 1264

7.2 Biostratigrafia del Site 1264

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quinqueloba e G. praebulloides, taxa appartententi al Cluster 2 A il cui significo paleoclimatico-oceanografico risulta essere poco chiaro.

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Figura 7.8: curve di abbondanza % di taxa (vs. mcd) significativi in termini biostratigrafici, bioeventi zonali e addizionali individuati e interpretazione biozonale adottando la zonazione di Wade et al. (2011) mod. Berggren et al. (2018).

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Tabella 7.2: eventi zonali e addizionali (in rosso) individuati nell’analisi biostratigrafica qualitativa e quantitativa ad alta risoluzione; confronto biostratigrafico con quelli dello Shipboard Scientific Party (Zachos et al., 2004), confronto biocronologico con le datazioni in Wade et al. 2011. B=Bottom, T=Top, AB=Acme Beginning, AE=Acme End, *1 Shipboard Scientific Results, Zachos et al. (2004) *2 Berggren et al. (2018).

ha portato a tenerle separate (criterio tassonomico di Blow, 1969) e ad individuare il B di P. mayeri ad una profondità media di 205,74 mcd che approssima il B di P.

siakensis del nostro studio.

B di T. sicanus (3 aperture): tale evento addizionale è stato individuato ad una profondità media di 206,51 mcd (=16,929 Ma).

AB di Paragloborotalia bella: la base dell’intervallo di Acme è posta ad una profondità media di 206,19 mcd (=16,85 Ma). Tale intervallo di Acme non è stato individuato in Zachos et al. (2004) o per la bassa risoluzione stratigrafica combinata con la rarità delle forme o per un diverso concetto tassonomico applicato da questi autori che, probabilmente, hanno incluso le forme identificate nel nostro studio come P. bella nel taxon Paragloborotalia mayeri.

Top (T) Catapsydrax dissimilis: lungo il record stratigrafico questo taxon risulta essere raro, con abbondanza percentuale compresa tra 0% e 1,32%

(=207,02 mcd; 17,056 Ma), e presenta una distribuzione discontinua. Il T è stato individuato nelle analisi quantitative ad una profondità media di 205,38 mcd (=16,658 Ma) in un livello stratigrafico più basso di 1,80 mcd di quello individuato da Zachos et al. (2004). La diversa posizione stratigrafica del T di C. dissimilis nei due studi può essere legata ad un diverso concetto tassonomico applicato per l’identificazione di questo taxon che in questo studio è la presenza di almeno due

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aperture infrasuturali mentre in Zachos et al. (2004) è probabilmente la presenza di una sola. Questa supposizione si basa sull’assenza del riconoscimento in Zachos et al. (2004) di C. unicavus (una apertura), identificato nel nostro studio nell’intervallo stratigrafico superiore al T di C. dissimilis e che probabilmente viene fatto rientrare da Zachos et al. (2004) nella variabilità di C. dissimilis (C. dissimilis dissimilis Blow e Banner con un’apertura infrasuturale), estendendo così verso l’intervallo stratigrafico superiore al nostro T di C. dissimilis la presenza di questo taxon

B di Globorotalia archeomenardii: la comparsa di G. archeomenardii è stata individuata nelle analisi qualitative alla profondità di 204,16 mcd (=16,438 Ma) in un livello stratigrafico più basso di 2,65 mcd di quello individuato da Zachos et al.

(2004). La differente posizione stratigrafica di questo evento nei due studi può essere legata ad un’applicazione soggettiva del concetto tassonomico di G.

archeomenardii. Nel lineage evolutivo Globorotalia praescitula-Globorotalia archeomenardii (Kennett & Srinivasan, 1983) si identifica la G. archeomenardii quando le forme osservate acquisiscono una carena delicata che, risalendo stratigraficamente, diviene sempre più visibile. E’ probabile che Zachos et al. (2004) abbiano individuato questo evento in una forma dalla carena ben più evidente rispetto a quella richiesta in questo studio e perciò ponendo l’evento di comparsa in una posizione stratigrafica più elevata.

Acme End (AE) di Paragloborotalia bella: l’AE di questo taxon è stato individuato ad una profondità di 203,45 mcd (=16,281 Ma).

AE Paragloborotalia siakensis: questo evento è stato individuato ad una profondità di 202,37 mcd (=16,089 Ma) in un livello stratigrafico più basso di 57,66 mcd rispetto al AE di P. siakensis di Zachos et al. (2004). Tale discrepanza nella posizione stratigrafica è legata al diverso concetto tassonomico applicato nell’identificazione di questo taxon (vedere “Appendice 1”, vedi trattazione AB di P.

siakensis).

B di Praeorbulina curva: lungo il range stratigrafico le forme appartenenti al genere Praeorbulina sono rare presentando distribuzione continua nelle analisi quantitative a partire dal B di P. curva (Praeorbulina datum in accordo con Blow,1956;1969) individuato in un livello stratigrafico più alto di 3,91 mcd rispetto

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alla comparsa di Praeorbulina sicana De Stefani, 1952 (P. datum di Zachos et al., 2004 in accordo con Jenkins et al., 1981).

B di Praeorbulina glomerosa s.s.: evento biozonale individuato ad una profondità di 197,89 mcd (=15,295 Ma), in un livello stratigrafico più alto di 2,2 mcd di quello di Zachos et al. (2004). Questa discrepanza potrebbe essere legata ad un diverso concetto morfologico di passaggio P. curva/P. glomerosa s.s. portando ad identificare in Zachos et al. (2004) come P. glomerosa s.s. forme definite in questo studio di transizione tra P. curva e P. glomerosa s.s.

B di Praeorbulina circularis: bioevento individuato a profondità di 197,3 mcd (=15,178 Ma) in un livello stratigrafico più alto di 0,02 mcd rispetto a B di P.

circularis di Zachos et al. (2004). Lo stesso posizionamento stratigrafico supporta l’idea che il concetto tassonomico del questo taxon risulta essere corrispondente nei due studi.

B di Globorotalia praemenardii: bioevento individuato ad una profondità di 196,87 (=15,104 Ma), in un livello stratigrafico più basso di 11,22 mcd di quello di Zachos et al. (2004). Questa notevole discrepanza di posizione stratigrafica evidenzia come l’attribuzione di quei caratteri morfologici che segnano lo step G.

archeomenardii/G. praemenardii sia soggettiva. In questo studio tali caratteri consistono nell’acquisizione di un profilo più lobato, di una carena più evidente e di suture limbate sul lato spiralato e nell’incremento delle dimensioni del guscio. Con molta probabilità Zachos et al. (2004) hanno posto l’evento di comparsa in un campione (1264 B 18HCC, profondità media 185,65 mcd, 13,950 Ma) dove questi caratteri si verificano in uno stadio evolutivo più avanzato. Questa discrepanza conferma la necessità di adottare un concetto tassonomico più esteso e di creare un gruppo tassonomico “Globorotalia carenate” (Globorotalia archeomenardii + Globorotalia praemenardii) per le analisi quantitative.

B di Orbulina suturalis: lungo il range stratigrafico le forme appartenenti al genere Orbulina sono rare, presentando un’abbondanza percentuale compresa tra 0% e 2,15% (=187,98; 13,752 Ma), ed hanno una distribuzione pressoché continua a partire dalla prima comparsa individuata ad una profondità di 195,57 mcd

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(=14,851 Ma) in una posizione stratigrafica più alta di 0,21 mcd rispetto a quello di Zachos et al .(2004).

Non sono stati individuati i seguenti bioeventi:

B e T di Globigerinatella insueta s.s: lungo il record stratigrafico le forme appartenenti al genere Globigerinatella presentano un rigonfiamento variabile della bulla “like-chamber”, a generare un aspetto subsferico del guscio e una serie di aperture infrasuturali, ma senza mai evidenziare l’apertura areale che segna il passaggio da Globigerinatella sp. Pearson, 1995 a Globigerinatella insueta s.s..

Globigerinatella sp. non è stata identificata in Zachos et al. (2004) probabilmente perché lungo il lineage evolutivo Globigerinita/Globigerinatella sp. (Blow, 1959) il carattere morfologico di passaggio al genere Globigerinatella, dato dall’entità di rigonfiamento della bulla, risulta essere applicabile soggettivamente (vedere

“Appendice 1”) portando probabilmente Zachos et al. (2004) a classificare come appartenenti al genere Globigerinita forme ritenute in questo studio appartenenti al genere Globigerinatella.

7.2.1 Biozonazione e biocronologia del Site 1264

Sulla base degli eventi biozonali individuati e applicando la biozonazione di Wade et al. 2011 (modificata da Berggren et al. 2018) e la nomenclatura di Berggren & Pearson (2005), questo studio ha portato a individuare le seguenti biozone (Figura 7.8).

ZONA M3 (PARS): Globigerinatella sp./Catapsydrax dissimilis Concurrent-range Zone.

Osservazioni: la base di questa biozona, data dalla comparsa di Globigerinatella sp, non è stata individuata poiché in base alla biocronologia di Wade et al. (2011), questo dovrebbe verificarsi in un intervallo stratigrafico più basso di quello studiato. Il tetto di questa biozona, dato dalla scomparsa di Catapsydrax dissimilis (=205,38 mcd; 16,658 Ma), risulta più recente di 0,882 Ma di quello di Wade et al. (2011) (riferibile all’evento identificato in Pearson & Chaisson, 1997 nel Site 925, probabilmente 1) per la difficoltà di individuare una forma discontinua e rara con analisi qualitative a più bassa risoluzione in Pearson & Chaisson 1997 e/o 2) un diverso modello di età adottato per gli studi biostratigrafici nei due Site e/o 3) per una variazione delle condizioni

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paleoclimatiche/paleoceanografiche che hanno portato la scomparsa di C. dissimilis prima nel Site 925 e successivamente nel Site 1264.

In questa zona ricadono 1) Tc di G. zealandica (=207,6 mcd; 16735 Ma); 2) B di G.

miozea (=207,17 mcd; 17,09 Ma); 3) AB di Paragloborotalia siakensis (=206,89 mcd;

17,025 Ma); 4) il B di Trilobatus sicanus (3 aperture) (=206,51 mcd; 16,929 Ma) e 5) AB di Paragloborotalia bella (=206,19 mcd; 16,85 Ma).

ZONA M4 (Globigerinoides bisphericus Partial-range Zone):

Osservazioni: per questa biozona è stata individuata la base, data dalla scomparsa di Catapsydrax dissimilis, mentre il tetto, dato dalla comparsa di Praeorbulina sicana (Praeorbulina datum in Wade et al., 2011) non è stato individuato poiché in questo studio si segue il concetto tassonomico di Praeorbulina datum di Blow (1956,1969) corrispondente a Praeorbulina. curva.

SUBZONA M5A (Praeorbulina sicana Lowest-Occurrence Subzone).

Osservazioni: la base di questa subzona, data dalla comparsadi Praeorbulina sicana, non è stata identificata. Il tetto, dato dalla comparsa di Praeorbulina glomerosa s.s (=197,89 mcd; 15,295 Ma) risulta essere più recente di 0,975 Ma di quello in Wade et al. (2011) (riferibile all’evento individuato in Pearson & Chaisson, 1997 nel Site 925 probabilmente 1) per la difficoltà nell’individuare questo taxon a distribuzione discontinua, raro e suscettibile alla dissoluzione con analisi qualitative a più bassa risoluzione in Pearson & Chaisson 1997 e/o 2) un diverso modello di età adottato per gli studi biostratigrafici nei due Site e/o 3) condizioni paleoclimatiche/paleoceanografiche che hanno portato alla sua comparsa successiva nei Site 925.

Tra la base della Zona M4 e il tetto della Subzona M5A ricadono 1) il B di Globorotalia archeomenardii (qualitative analysis) (=204,16 mcd; 16,438 Ma), 2) AE di Paragloborotalia bella (=202,37 mcd; 16,089 Ma); 3) AE di Paragloborotalia siakensis (=202,37 mcd;

16,089 Ma); 4) B di Praeorbulina curva (=198,31 mcd; 15,396 Ma) SUBZONA M5B: Praeorbulina glomerosa Lowest-Occurrence Subzone.

Osservazioni: il tetto di questa subzona, dato dalla comparsa di Orbulina suturalis (=195,57 mcd; 14,851 Ma), risulta più recente di 0,249 Ma di quello di Wade et al. (2011) (riferibile all’evento datato in Berggren et al. 1995a, DSDP Leg 73-Walvis Ridge)

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probabilmente 1) per un diverso modello di età adottato negli studi biostratigrafici nei due Leg/Site e/o 2) per la difficoltà nell’individuare questo taxon discontinuo, raro e suscettibile alla dissoluzione.

All’interno di questa biozona ritroviamo 1) il B di P. circularis (197,3 mcd; 15,178 Ma), 2) il B di G. praemenardii (=196,87 mcd; 15,104 Ma).

ZONA M6 (PARS): Orbulina suturalis Lowest-occurance zone

Osservazioni: di questa zona, la cui base è data da B di O. suturalis, non è stato individuato il tetto dato dalla prima comparsa di Globoralia (Fohsella). peripheroacuta.

poiché sono state individuate solo forme di transizione a G. peripheroacuta. All’interno di questa zona ritroviamo il B di Orbulina cf. universa (193,21 mcd; 14,476 Ma).

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