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CAPITOLO IV Italia anni Duemila

4.4 Blauer Hase

Blauer Hase nasce nel 2007 dall'incontro di alcuni giovani studenti del corso triennale in

Arti Visive presso lo IUAV di Venezia. Mario Ciaramitaro, Riccardo Giacconi, Giulia Marzin e Daniele Zoico condividono la volontà di creare un collettivo e di unire gli interessi di ognuno per un progetto comune. Il collettivo nasce con l'intento di proporre nuove forme sperimentali di produzione e di fruizione.

Hic sunt Leones (2007) è la loro prima mostra, fortemente connotata in base al luogo che la

ospita, Ca' Corniani degli Algarotti, un palazzo storico veneziano, disabitato da anni, che solo l'anno dopo sarà restaurato. Il titolo si riferisce infatti alle terre inospitali e non ancora esplorate sulle cartine delle antiche mappe latine. L'impossibilità di modificare gli spazi e di allestire l'ambiente secondo la libertà espressiva ha indotto gli artisti ad approfittare della storia del palazzo, dei suoi oggetti, della sua antichità per evocare dei racconti che partissero dal presente e lambissero le origini del palazzo. La forma della mostra si articola in base agli oggetti già presenti nell'abitazione e l'apporto del collettivo è stato piuttosto quello di firmare l'allestimento degli spazi, di per sé altamente narrativi.

Nel 2008, il collettivo diventa borsista presso gli atelier della Fondazione Bevilacqua La Masa, esperienza attraverso cui il collettivo ha modo di partecipare ad alcune mostre vestendo i panni non soltanto degli artisti, ma anche dei curatori, oltre che allestitori e critici: «Ci siamo appropriati di un “territorio” a metà tra i curatori e gli artisti, dove la nostra attenzione si focalizza spesso su come accogliere il pubblico e con cosa invitarlo a confrontarsi. In questo senso desideriamo che l’attenzione non sia né su di noi come artisti, né sulle scelte che facciamo come curatori, ma sulla situazione stessa, sull’evento»470.

Nel corso della residenza alla Bevilacqua La Masa, i Blauer Hase hanno dato vita a

Forniture Music (2009), un progetto espositivo che indaga la dimensione domestica degli

interventi artistici e la possibilità di entrare in relazione con luoghi altamente caratterizzati. In occasione dell'esposizione dei lavori, il gruppo presenta anche un libro che reca la medesima titolazione471: non si tratta di un catalogo della mostra ma di uno strumento per

la ricerca. Attraverso le interviste del collettivo a importanti figure del panorama artistico

470 VIRGA M.G., Intervista al collettivo Blauer Hase, 2013 in http://www.balloonproject.it/intervista-al- collettivo-blauer-hase/

471 Cfr. http://www.blauerhase.com/index.php/textspubli/furniture-music-/, per una consultazione diretta e completa del volume

internazionale, tra gli altri Gillo Dorfles, Stefano Boeri, Eva Marisaldi, Hans Ulrich Obrist, le voci del contemporaneo raccontano della produzione di oggetti in spazi domestici, da oggetti di design a forme di esposizione ibride.

Parallelamente allo studio e al lavoro in occasione di Forniture Music, gli artisti intraprendono un progetto ambizioso: intitolato Rodeo (2009), figura come una serie di eventi espositivi, svolti una volta al mese per un anno. Il progetto è costruito come una sorta di investigazione sulla natura dell'esposizione, spingendo all'estremo alcune variabili. L'ispirazione viene fatta derivare dal film The five obstruction (2003) di Lars von Trier e Jørgen Leth. Il caso cinematografico in cui il regista detta delle regole di produzione e di ripresa ferree, è traslato da Blauer Hase nel contesto artistico. Rodeo può definirsi come un progetto sperimentale, la cui struttura è in continuo divenire, mentre la forma prende avvio in base alle caratteristiche che le vengono imposte e alle variabili che le succedono. Le dodici piccole mostre che Palazzo Carminati ospita per un anno intero nella propria sede, coinvolgono moltissimi artisti e curatori, ai quali Blauer Hase chiede di intervenire attivamente nello spazio con la pretesa che essi seguano regole loro imposte. Nell'ultimo intervento, è il collettivo che si occupa di seguire tutte le regole che le rispettive figure coinvolte nei mesi dettano loro. Ospitato nella sede milanese di Viafarini, l'evento finale di

Rodeo regolamenta le labili soglie su cui il gruppo decide di stabilizzarsi, tra una pratica

curatoriale inusuale e un ruolo artistico che di per sé sarebbe per loro limitante.

Tra il 2010 e il 2015, Blauer Hase comincia una pubblicazione che, nel corso di cinque anni, raccoglie un numeroso gruppo di artisti da tutto il mondo chiamati a confrontarsi sul tema del paesaggio. La rivista, intitolata appunto Paesaggio, è curata dal collettivo senza però alcun loro apporto saggistico: essa riflette la predisposizione del gruppo a miscelare il compito della curatela e quello dell'aspirazione artistica. I numeri, che si succedono negli anni, raccolgono i saggi di quegli artisti, in alcuni casi anche non più in vita, che si sono confrontati con lo spazio naturale, senza alcun contributo visivo472.

Attualmente, il collettivo è impegnato nelle edizioni di Helicotrema, un festival sonoro che presenta le opere di artisti e autori internazionali. Affascinati dalla possibilità di traslare il circuito di fruizione cinematografica in fruizione sonora, Helicotrema si sviluppa in differenti sessioni di ascolto collettivo. Curato in collaborazione con Giulia Morucchio, il

472 Tutti i numeri della rivista sono consultabili online all'indirizzo web

festival si pone l'obiettivo di riscoprire, in maniera anacronistica, i momenti conviviali di ascolto, come succedeva nei primi decenni delle trasmissioni radiofoniche. Con l'avvento della televisione e la diffusione di questa nelle case di tutti, si sono persi quei momenti di convivialità che Helicotrema si pone di riproporre sotto forma di un'indagine contemporanea: «In che modo le modalità di ascolto collettivo possono essere riattivate nella società contemporanea? Come può essere declinato lo spazio per tale ascolto?

Helicotrema intende riflettere sulla morfologia stessa di questo ascolto, in una nuova forma

di fruizione che non coincida con la forma concerto e che sia più vicina alla forma della proiezione cinematografica»473. La prima edizione del festival si tiene nella cornice

veneziana della Serra dei Giardini durante la metà di giugno 2012, mentre la seconda è ospitata l'anno seguente all'Auditorium Parco della Musica di Roma, grazie alla collaborazione con il MACRO. In quella sede, il festival si svolge nell'arco di alcuni giorni e viene declinato in sessioni di ascolto che portano alla discussione e all'interazione dei partecipanti. In collaborazione con Rai Radio 3, una parte delle sessioni audio viene trasmessa radiofonicamente, ottenendo così una vasta eco nazionale. In collaborazione con Rai Radio 3, il collettivo presenta la terza edizione del festival a Milano, presso Viafarini DOCVA e Care of DOCVA, presso l'Istituto dei Ciechi di Milano e la Fonderia Artistica Battaglia. Come nelle precedenti edizioni, anche in questa numerosissimi sono i contributi degli artisti, tanto che il Festival continuerà a ripetersi nel 2015 e 2016, toccando differenti luoghi della penisola. La programmazione si arricchisce, oltre alle sessioni di ascolto, anche di «percorsi auditivi in cui si alternano opere sonore, audiodrammi, audioteatro, radiodocumentari, paesaggi sonori, poesia sperimentale e vari formati basati su una componente acustica»474.

473 BLAUER HASE, Helicotrema, 2012 in http://www.blauerhase.com/index.php/project/helicotrema/

474 TARSI P., Tutte le forme dell'audio in «Artribune» 24.09.2015 in

http://www.artribune.com/tribnews/2015/09/tutte-le-forme-dellaudio-al-via-a-mestre-il-festival- helicotrema-che-da-questanno-diventa-itinerante-e-punta-su-firenze-e-venezia/