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Bovini da carne

Nei risultati delle aziende specializza- te in allevamento di bovini da carne, Germania e Spagna si collocano ai due estremi. In termini di composizio- ne della PL, le aziende tedesche regi-

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strano una quota elevata per i consu- mi intermedi e per gli ammortamenti e di conseguenza la quota residua di PN è inferiore alla media UE e quasi la metà di quella spagnola. Le azien- de italiane e francesi sono invece maggiormente in linea con il dato medio europeo, anche se nelle italiane gli ammortamenti pesano quasi la metà rispetto alle francesi. La voce relativa all’alimentazione del bestia- me riveste particolare rilievo nelle aziende iberiche e in quelle italiane, dove rappresenta i tre quarti del tota- le dei consumi intermedi, mentre le altre voci risultano sempre inferiori al 5%. Nelle aziende tedesche e francesi, invece, gli alimenti zootecnici pesano all’incirca un quarto (27% e 22%, rispettivamente); fra le altre spese rivestono una discreta rilevanza le voci che compongono i costi generali di produzione con quote comprese tra il 9% e il 19%.

Per quanto riguarda le prestazioni di terra e lavoro, le aziende spagnole manifestano una minore efficienza

Aziende specializzate in allevamento di bovini da carne: risultati aziendali medi in euro (media triennale 1999-2001)

PL/UL VA/UL PL/SAU VA/SAU

Francia 57.450 27.678 1.052 507

Germania 60.122 23.972 1.822 726

Italia 42.629 20.371 1.927 921

Spagna 24.302 11.999 632 312

UE 38.620 17.799 1.064 490

Fonte: elaborazioni su dati UE-RICA, Commissione Europea, DG AGRI.

51,8 16 32,2 60,1 17,7 22,2 52,2 8,7 39,1 50,6 5,8 43,6 53,9 14,7 31,4 Francia Germania Italia Spagna UE

Consumi intermedi Ammortamenti Prodotto netto aziendale Aziende specializzate in allevamento di bovini da carne: risultati aziendali medi in euro (media triennale 1999-2001)

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economica registrando, per tutti e quattro gli indicatori in esame, valori ben inferiori a quelli medi europei. Le aziende italiane conseguono risultati superiori alla media, mostrando una migliore prestazione degli indici rela- tivi alla terra rispetto a quelli relativi al lavoro. La più alta disponibilità di manodopera per unità di superficie (0,045 UL/ha, 0,028 nella UE) e la minore estensione (32 ha, 48 nella UE) spiegano le differenze di perfor- mance dei due fattori di produzione delle aziende nazionali. Le aziende italiane registrano un carico di bestia- me pari a 1,35 UBA/ha, mentre quel- le tedesche raggiungono 1,5 UBA/ha con un rapporto UL/ha di solo 0,02. Per quanto riguarda l’incidenza dei contributi pubblici sui risultati di gestione, è da rilevare che in quelle italiane i sussidi pesano meno della metà di quanto accade nel resto del- l’UE: solo il 10% contro un dato medio europeo del 22%. Fra le voci di aiuto pubblico, a livello di media europea, spiccano i sussidi specifici

per gli allevamenti da carne (17% della PL) seguiti dai pagamenti com- pensativi (3% della PL).

Ovicaprini

L’allevamento specializzato di ovica- prini nella UE è caratterizzato da un’eterogeneità di strutture e di risul- tati economici nei diversi paesi. In ter- mini di composizione percentuale del- la PL, si evidenzia una similarità fra le aziende di Italia e Spagna e una diversità tra queste e quelle francesi e inglesi; nelle prime i consumi inter- medi e gli ammortamenti hanno un peso ben inferiore alla media europea, mentre nelle seconde entrambe le voci assorbono una quota molto consisten- te del valore della produzione. I due estremi si raggiungono in Spagna e Regno Unito: il prodotto netto rappre- senta più della metà della PL (56%) nelle aziende iberiche, mentre in quel- le inglesi solo un quarto. Anche la composizione dei consumi intermedi appare sostanzialmente diversa nei

due gruppi di paesi: in Italia e in Spa- gna le spese per l’alimentazione del bestiame rappresentano più dei due terzi (67% e 72%, rispettivamente) mentre sono circa un terzo negli altri due paesi (32% in Francia, 31% nel Regno Unito), dove la manutenzione ordinaria di edifici e macchine, il con- toterzismo, e le altre spese generali di produzione assorbono quote superiori alla media UE.

Gli indicatori di produttività di terra e lavoro riflettono le diverse dotazioni strutturali: le aziende italiane risulta- no molto efficienti nell’uso della superficie ma non nell’impiego di lavoro; viceversa, le aziende britanni- che. Queste ultime hanno un’estensio- ne media di oltre 200 ettari contro un dato medio europeo di circa 65; le aziende nazionali invece risultano sot- todimensionate: poco meno di 36 ettari. Opposta la dotazione di lavoro: solo 0,008 UL/ha nel Regno Unito, contro una media UE di 0,022 ed un dato italiano di 0,036. La densità di allevamento, invece, è molto simile in

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tutti i paesi considerati, oscillando tra un minimo di 0,66 UBA/ha nelle aziende britanniche ad un massimo di 0,76 in quelle francesi e spagnole, con le aziende italiane in posizione inter- media (0,71). Differente risulta il gra- do di specializzazione: nel Regno Uni- to, i capi ovicaprini rappresentano il 63% del bestiame aziendale, mentre in Spagna tale quota sale all’85%. Rilevante appare il contributo dei sus- sidi pubblici al valore della produzio- ne: 20% nella UE, con punte del 33% nel Regno Unito. Le aziende italiane appaiono invece meno abili nel cattu- rare risorse pubbliche (solo il 7% del- la PL). Al livello europeo il peso mag- giore è da ascriversi ai sussidi specifi- ci per l’allevamento ovicaprino (12%), seguono i premi per i capi bovini da carne (circa il 5,8%) e i pagamenti compensativi (1,8%).

Aziende specializzate in allevamento di ovicaprini: risultati aziendali medi in euro (media triennale 1999-2001)

PL/UL VA/UL PL/SAU VA/SAU

Francia 43.081 19.060 960 425

Italia 28.165 16.304 1.021 591

Spagna 39.726 23.808 868 520

Regno Unito 49.364 16.076 371 121

UE 31.629 15.125 705 337

Fonte: elaborazioni su dati UE-RICA, Commissione Europea, DG-AGRI.

55,8 18,9 25,4 42,1 10,7 47,2 40,1 3,9 56,0 67,4 16,1 16,4 52,2 11,7 36,1 Francia Italia Spagna Regno Unito UE

Consumi intermedi Ammortamenti Prodotto netto aziendale Aziende specializzate in allevamento di ovicaprini: risultati aziendali medi in euro (media triennale 1999-2001)

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Granivori

Il livello di disaggregazione dei dati UE-RICA permette di analizzare le caratteristiche strutturali e i risultati economici delle aziende specializzate in allevamento di specie granivori, senza però poter distinguere gli alleva- menti di avicoli (da carne e da uova) da quelli di suini (a ciclo chiuso e a ciclo aperto). Queste due tipologie di allevamento sono accomunate da una elevata specializzazione, da un alto grado di intensivizzazione e da cicli produttivi molto veloci, caratteristiche che si evidenziano nella composizione percentuale della PL: i consumi inter- medi pesano in media due terzi con punte di oltre il 70% in Francia; gli ammortamenti rappresentano media- mente circa l’8%; di conseguenza il PN oscilla fra poco meno del 20% in Francia, a circa il 33% in Italia e Spa- gna, mentre la Germania con poco più del 26% si posiziona vicino al dato medio europeo. La composizione dei consumi intermedi delle aziende spe- cializzate in granivori appare simile

Aziende specializzate in allevamento di granivori: risultati aziendali medi in euro (media triennale 1999-2001)

PL/UL VA/UL PL/SAU VA/SAU

Francia 156.299 43.593 10.370 2.892

Germania 116.616 42.925 6.397 2.355

Italia 155.547 58.807 22.871 8.647

Spagna 109.160 39.679 14.595 5.305

UE 144.561 48.182 12.834 4.278

Fonte: elaborazioni su dati UE-RICA, Commissione Europea, DG-AGRI.

72,1 9,0 18,9 63,2 10,6 26,2 62,2 4,1 33,7 63,7 3,4 32,9 66,7 7,9 25,5 Francia Germania Italia Spagna UE

Consumi intermedi Ammortamenti Prodotto netto aziendale Aziende specializzate in allevamento di granivori: risultati aziendali medi in euro (media triennale 1999-2001)

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fra i diversi paesi: la voce principale è rappresentata dalle spese per l’acqui- sto di alimenti zootecnici, il cui peso oscilla fra l’83% in Spagna e il 55% in Germania, con la media UE pari al 72%. Nelle aziende tedesche il peso delle altre voci risulta più elevato, spe- cialmente per l’energia (8% contro una media UE del 5%), per la manu- tenzione ordinaria di macchine ed edi- fici (7% contro una media comunita- ria del 4%) e per gli altri costi genera-

li di produzione (11% a fronte di un dato medio europeo del 6%). Per quanto riguarda gli indicatori di performance di terra e lavoro, spicca il caso della Germania le cui aziende risultano meno efficienti rispetto agli altri partner nell’uso di entrambi i fat- tori di produzione. Concorrono a spie- gare i risultati non competitivi delle aziende tedesche la maggiore dimen- sione fisica, la minore densità di bestiame per unità di superficie e la

più alta disponibilità di manodopera per capo. Le aziende italiane manife- stano una migliore prestazione della risorsa terra rispetto al lavoro, regi- strando comunque valori superiori alla media UE in tutti gli indicatori considerati. Infine, si registra il peso pressoché trascurabile dei contributi pubblici sul valore della PL: media- mente il 3% con un minimo pari all’1% nelle aziende spagnole e un massimo del 5% in quelle tedesche.

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