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Il BPR: nascita e definizione di Business Process Reengineering

2 Il metodo di disegno dei processi: Il BPR

2.1 Il BPR: nascita e definizione di Business Process Reengineering

BPR o Business Process Reengineering è un termine coniato nel 1984 da Michael Hammer docente del MIT di Boston e successivamente diffusosi grazie alle pubblicazioni di Rummler, Brache, Short e Davenport. Con questo termine si vuole indicare una tecnica di gestione aziendale, che prevede la reingegnerizzazione dei business process, ossia il rinnovamento radicale dei processi per migliorare le performance aziendali, in base al valore percepito dal cliente. È un intervento di tipo top-down indotto dall’information technology (IT).

Il motivo che spinse Hammer a studiare questa tecnica di ridisegno dei processi, la ritroviamo all’interno del suo articolo “Reengineering Work: Don't Automate, Obliterate"35. Lo studioso spiega che moltissime aziende non sono pronte per operare in un contesto dinamico, nonostante abbiano effettuato ingenti investimenti in tecnologia per automatizzare e migliorare i processi. A testimonianza di ciò vi sono i deludenti risultati ottenuti dalle imprese in questione, che hanno applicato la tecnologia per migliorare dei processi già esistenti senza sradicare le loro inefficienze di fondo.

In realzione a ciò, Michael Hammer (1990) suggerisce che

“It is time to stop paving the cow paths. Instead of embedding outdated processes in silicon and software, We Should obliterate them and start over. We should "reengineer" our businesses: use the power of modern

information technology to radically redesign our business processes in order to Achieve dramatic Improvements in Their performance.”.

Con questa affermazione lo studioso ha accusato i manager di aver usato ICT per questioni sbagliate quali l’automazione di attività che non generavano valore per l’azienda e che invece andavano eliminate. La propagazione del BPR è stata accentuata essenzialmente da due motivi: da un lato la forte competitività che si era creata dal dopoguerra, aveva portato le aziende a doversi reinventare, migliorando il servizio clienti e riducendo i costi, in modo da rimanere competitive sul mercato; in secondo luogo, le innumerevoli pubblicazioni dedicate a questo argomento avevano portato le imprese di consulenza ad elaborare dei progetti incentrati sul BPR, che poi sarebbero stati adottati dalle aziende private anglosassoni .

La prima definizione di BPR è quella di Hammer e Champy (1993) secondo cui il "Business Process Reengineering is the fundamental rethinking and radical redesign of business process to achieve dramatic improvement in critical contemporary measures of performance such as cost, quality, service and speed"36

All’interno di questo concetto troviamo alcune parole chiavi37

come:

- fundamental rethinking: il ripensamento dei processi dev’esser “di fondo” ossia cominciare da un “foglio bianco” senza nulla di stabilito. Si deve partire da ciò che un’azienda “dovrebbe fare “ o “deve essere” e solo dopo si pensa al “come” farlo.

- radical redesign: si ha una reinvenzione del modo di lavorare, senza considerare metodi e procedure usate a posteriori.

- dramatic: la reingegnerizzazione punta a miglioramenti di tipo radicale e non incrementale. Si ha un vero e proprio “scossone” rispetto al passato.

- process: ossia quell’insieme di attività che prende uno o più tipi di input e ne crea degli output che hanno un valore per il cliente (Hammer e Champy

36 Hammer e Champy (1993:32) 37 Hammer e Champy (1993)

(1993)). Il manager non deve focalizzarsi sulla singola fase/attività ma è responsabile dell’intero processo.

Il manager d’azienda, nel attivare un sistema di BPR deve concentrarsi sul “come e perché fa ciò che fa”. Questo permette di individuare le ipotesi su cui si regge l’organizzazione e distinguere quali di esse sono obsolete, e quindi devono essere eliminate, a scapito di nuove misure radicali. Il reengineering dev’essere impiegato per attuare dei miglioramenti radicali nel modo di operare di un’organizzazione, senza considerare le precedenti strutture, funzioni e flussi operativi che la riguardavano. Il BPR viene adottato per ridisegnare interi processi e non singoli compiti o attività che la compongono. Questo perché l’intervento su singole fasi può portare dei benefici ma se il processo è di per sé inefficiente, permarranno comunque dei deficit nelle performance finale. Perciò si deve intervenire sul ripensamento dell’intero processo, adottando una visione cross funzionale, che permette di massimizzare i benefici ottenibili.

Come ricordato all’inizio di questo paragrafo, altri autori si sono espressi su questo argomento. Tra questi troviamo Dixon38 che nel 1994 si esprime sul concetto di BPR, definendo il reengineering come

“a radical or breakthrough change in a business process. Reengineered process designs seek dramatic orders of magnitude, as distinguished from incremental, improvement in business value. Key value creation processes involving manufacturing operations include order fulfillment (the customer supply chain process), product development, order creation (selling and configuration), and customer service (post product delivery processes)”.

Allo stesso modo, anche Thomas H. Davenport39, si è pronunciato sul significato del reengineering, dando una definizione che si discosta in parte dalla teoria del cambiamento radicale, per abbracciare quella del Business Process Redesign. Con questo concetto lo studioso ha voluto definire

38 Dixon et al (1994). 39 Davenport T. H. (1993).

“the analysis and design of workflows and processes within and between organisations. Business activities should be viewed as more than a collection of individual or even functional tasks; they should be broken down into processes that can be designed for maximum effectiveness, in both manufacturing and service environment”.

Il BP Redesign prevede una combinazione tra cambiamento radicale, miglioramento contino (ad esempio con il Continuous Process Improvement (CPI) e il Total Quality Management (TQM)) e stadi di controllo, abbandonando l’idea di dover “cancellare” ciò che già esiste per ridisegnare un processo completamente nuovo. A tal proposito lo studioso ritiene che in tutto ciò, un ruolo molto rilevante sia ricoperto dalla tecnologia