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4.5 - i brevetti presso l’ufficio degli stati uniti

Il sistema brevettuale degli Stati Uniti si è mantenuto costante negli anni, anche se alcune riforme istituzionali, come quella che ha fatto sì che le spese per la valutazione delle domande siano direttamente sostenute dagli inven-tori, hanno secondo alcuni contribuito a rendere l’Ufficio brevettuale più incline a concedere brevetti. È stato anche più volte sostenuto che nel corso degli anni il sistema brevettuale ha fin troppo ampliato la sua competenza, accogliendo anche invenzioni meno tecniche, come ad esempio algoritmi

Lerner, 2004). Ciò nonostante, l’ufficio brevettuale statunitense, lo United States Patent and Trademark Office, è molto attraente per gli inventori e le imprese giacché offre protezione in un grande mercato senza che sia neces-sario, come invece accade con i brevetti registrati presso l’Ufficio europeo, richiedere poi l’estensione nei paesi membri (si veda Box 4.1). Questo rende i brevetti registrati presso l’USPTO da sempre un buon indicatore per con-frontare le prestazioni tecnologiche tra paesi.

La mappa dei brevetti mondiali che emerge è parzialmente diversa da quella emersa dai dati dell’UEB (Tabella 4.4). Innanzi tutto per il numero assoluto di domande presentate: esse sono addirittura più del triplo rispetto a quelle presentate presso l’UEB. A questo dato contribuisce, prima di tutto, un gran-dissimo numero di domande di inventori ed imprese americane nel proprio paese, una quota che accentra quasi la metà delle domande totali. Inoltre, va considerato che le università statunitensi hanno una propensione a bre-vettare assai superiore a quelle europee. Anche il Giappone ha una netta e maggiore propensione a brevettare negli Stati Uniti piuttosto che in Europa, ed emerge come il secondo paese. La Corea del Sud ha un numero di brevetti assai superiore di quelli registrati presso l’UEB. La stessa Germania presenta un numero di domande di brevetto maggiore presso gli Stati Uniti che presso l’Ufficio Europeo e lo stesso vale per tutti i paesi europei.

La prima questione da porsi è dunque come mai il sistema brevettuale sta-tunitense sia ancor oggi più attraente di quello europeo, certamente per paesi “terzi” quali il Giappone, la Corea del Sud e la Cina, ma anche per gli stessi paesi europei. Una risposta è senz’altro da ricercare nei costi molto più elevati associati all’UEB, che scoraggia gli inventori ad utilizzarlo a meno che non ci sia una certa garanzia che le invenzioni abbiano un ritorno economico. La conseguenza, quindi, è che molte invenzioni non sono brevettate presso l’UEB anche quando sono invece brevettate presso l’USPTO. D’altro canto, si può supporre che le invenzioni registrate presso l’UEB, proprio perché pre-ventivamente selezionate dagli inventori e dalle imprese, abbiano maggiori possibilità di diventare innovazioni e di avere un impatto economico. Una seconda ragione è associata al fatto che gli Stati Uniti sono il centro della concorrenza globale, e che la loro economia domestica è fortemente incen-trata sui settori ad elevata intensità di R&S (Moncada-Paterno-Castello et al., 2010; Veugelers e Cincera, 2010). Questo non solo genera un elevato nu-mero di invenzioni brevettate dall’interno del paese, ma anche l’effetto di indurre le imprese a tutelare le proprie invenzioni in quel mercato.

Si evidenzia anche una tendenza all’aumento dei brevetti più accentuato di quanto accaduto presso l’Ufficio europeo: in quindici anni le domande di brevetto sono addirittura raddoppiate. Da segnalare il numero di brevetti registrati dai paesi asiatici: oltre il Giappone e la Corea del Sud, la Cina si posiziona al quinto posto dopo la Germania. Il numero di domande di bre-vetto presentate dall’Italia sono solo lievemente superiori a quelle presen-tate presso l’Ufficio europeo.

tabella 4.4 - Domande di brevetto depositate presso l’USPTO, principali paesi industrializzati, 2000-15

2000 2005 2010 2015 Tasso di crescita 2000-2015

Stati Uniti 164.795 207.867 241.977 288.335 75%

Giappone 52.891 71.994 84.017 86.359 63%

Corea del Sud 5.705 17.217 26.040 38.205 570%

Germania 17.715 20.664 27.702 30.016 69% Cina 469 2.127 8.162 21.386 4.460% Regno Unito 7.523 7.962 11.038 13.296 77% Francia 6.623 6.972 10.357 12.327 86% Svezia 2.825 2.243 3.840 5.159 83% Svizzera 2.233 2.447 4.017 5.118 129% Paesi Bassi 2.289 3.188 4.463 5.113 123% Italia 2.704 2.993 4.156 4.839 79% Spagna 549 701 1.422 1.671 204% Totale 295.926 390.733 490.226 589.410 99%

Fonte: elaborazione IRPPS-CNR su dati USPTO.

Nota: Il paese di origine è basato sulla residenza del primo inventore firmatario della domanda di brevetto.

La Tabella 4.5 riporta il numero di domande di brevetti per abitante. Il dato per gli Stati Uniti non è direttamente confrontabile con gli altri paesi proprio perché per gli inventori e le imprese americane si tratta del proprio mercato domestico. Ma è senz’altro significativo constatare l’alta intensità di due paesi asiatici quali la Corea del Sud e il Giappone, al di sopra di tutti i paesi europei. Solamente la Svizzera e la Svezia hanno una intensità inventiva comparabile. Tutti gli altri paesi europei hanno una intensità sostanzial-mente inferiore, dimostrando come la generazione di tecnologia si stia sempre più spostando verso Est. La Cina, nonostante l’impressionante tasso di crescita, ha ancora una bassa intensità di brevetti per abitante.

tabella 4.5 - Domande di brevetto ogni 100.000 abitanti depositate presso l’USPTO, principali paesi industrializzati, 2000-15

2000 2005 2010 2015

Stati Uniti 58,4 70,3 78,2 89,7

Corea del Sud 12,1 35,8 52,7 75,5

Giappone 41,7 56,3 65,6 68,0 Svizzera 31,1 32,9 51,3 61,8 Svezia 31,8 24,8 40,9 52,6 Germania 21,5 25,1 33,9 36,7 Paesi Bassi 14,4 19,5 26,9 30,2 Regno Unito 12,8 13,2 17,6 20,4 Francia 10,9 11,0 15,9 18,5 Italia 4,7 5,2 7,0 8,0 Spagna 1,4 1,6 3,1 3,6 Cina 0,0 0,2 0,6 1,6

Fonte: elaborazione IRPPS-CNR su dati USPTO.

Nota: Il paese di origine è basato sulla residenza del primo inventore firmatario della domanda di brevetto.

La Figura 4.7 riporta le tendenze per i maggiori paesi europei. Anche negli Stati Uniti, si conferma la grande presenza della Germania. Tuttavia, il nu-mero di brevetti presentati dal Regno Unito è, anche se di poco, superiore a quello della Francia: i legami linguistici, culturali e, soprattutto, commer-ciali tra Stati Uniti e Regno Unito trovano conferma anche nelle scelte ope-rate dagli inventori. Per quanto riguarda l’Italia, e nonostante il tasso di cre-scita nei quindici anni considerati, essa rimane ancora lontana.

figura 4.7 - Domande di brevetto depositate presso l’USPTO dai principali paesi europei, 2000-15 0 10.000 20.000 30.000 40.000 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015

Francia Germania Italia Spagna Regno Unito

Fonte: elaborazione IRPPS-CNR su dati USPTO Database.

Nota: Il paese di origine è basato sulla residenza del primo inventore firmatario della domanda di brevetto.

La Tabella 4.6 riporta la percentuale delle domande di brevetto presso l’U-SPTO. Stati Uniti, paesi europei e Giappone vedono ridurre la propria quota, principalmente per via dell’ingresso della Cina e del marcato sviluppo della Corea del Sud. La quota dell’Italia è in tutto il periodo considerato inferiore all’1% del totale, con una riduzione dallo 0,9% allo 0,8%.

tabella 4.6 - Percentuale delle domande di brevetto presso gli Stati Uniti 2000-15

2000 2005 2010 2014 2015

USA 55,7 53,2 49,4 49,3 48,9

Giappone 17,9 18,4 17,1 15,0 14,7

Corea del Sud 1,9 4,4 5,3 6,3 6,5

Germania 6,0 5,3 5,7 5,2 5,1 Cina 0,2 0,5 1,7 3,1 3,6 Regno Unito 2,5 2,0 2,3 2,3 2,3 Francia 2,2 1,8 2,1 2,1 2,1 Svezia 1,0 0,6 0,8 0,9 0,9 Svizzera 0,8 0,6 0,8 0,8 0,9 Paesi Bassi 0,8 0,8 0,9 0,9 0,9 Italia 0,9 0,8 0,8 0,8 0,8 Spagna 0,2 0,2 0,3 0,3 0,3

Fonte: elaborazione IRPPS-CNR su dati USPTO.

Nota: Il paese di origine è basato sulla residenza del primo inventore firmatario della domanda di brevetto.

Box 4.2 - Innovazione non tecnologica, il caso del design industriale

I brevetti sono un indicatore che misura principalmente la componente tecno-logica dell’innovazione. Tuttavia, esistono altre tipologie di innovazione, non tecnologica, che giocano un ruolo rilevante nelle prestazioni innovative e nella competitività dei paesi. Tra questi, di particolare rilievo per il caso italiano è l’innovazione nel design industriale, la quale, sebbene interagisca fortemente con la componente tecnologica delle imprese, viene definita non tecnologica; in quanto tale, le statistiche sui brevetti non ne riflettono l’importanza (Filip-petti, 2011). In questo ambito, le registrazioni di design europee (Community Design Registration) contribuiscono ad integrare le informazioni fornite dalle statistiche brevettuali. I Community Design sono diritti di proprietà intellettuale che si richiedono presso l’Ufficio dell’Unione europea per la proprietà intellet-tuale, e proteggono una innovazione di design (quindi l’estetica di un prodotto) nell’Unione Europea.

Di seguito si riportano i community design in valore assoluto e rapportati alla popolazione nel 2016 per i maggiori paesi europei. Sia in valore assoluto sia nel rapporto alla popolazione l’Italia è il secondo paese europeo dopo la Germania. In particolare, alle 15,7 registrazioni dell’Italia ogni 100 mila abitanti

corrispon-dono le 18,1 registrazioni della Germania, mentre il Regno Unito e la Francia sono al di sotto delle 8.

Le statistiche EUROSTAT consentono di fare uno zoom sul territorio a livello provinciale. Nella classifica delle prime dieci, Milano è in seconda posizione in Europa, seconda solo a Parigi, per numero assoluto di registrazioni, mentre al sesto posto si trova Treviso, seguita da Udine e Perugia rispettivamente all’ot-tavo e nono posto. Rispetto al caso dei brevetti, l’ottima performance

dell’I-talia in questo caso riflette la forte presenza dell’industria idell’I-taliana nei settori

manifatturieri tipici del Made in Italy (mobili e arredi, illuminazione, cappe da cucina, etc.), caratterizzati da una componente tecnologica non comparabile con i settori hi-tech, ma che presentano tuttavia forti connotazioni innovative trainate da una tradizionale vocazione del design industriale.

figura 4.8 - Registrazioni di design comunitario, 2017, in valore assoluto e ogni 100 mila abitanti, principali paesi europei

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