AUDIZIONE IN TERZA COMMISSIONE CON RAPPRESENTANTI ASSOCIAZIONI, ATC, ASSESSORE CECCHINI SU QUESTIONE PAS-SAGGIO FUNZIONI PROVINCE-REGIONE E PROBLEMATICHE GENERALI SETTORE
Confronto a tutto campo sulle problematiche della caccia in Umbria, con particolare riferimen-to alle questioni relative al passaggio delle fun-zioni dalle Province alla Regione, quello che si è svolto nella riunione di ieri della Terza Commis-sione, presieduta da Attilio Solinas. Vi hanno partecipato i rappresentanti delle associazioni (Alessandro Barbino-Federcaccia, Emanuele Bennati-Arcicaccia, Stefano Tacconi-Libera Cac-cia, Giuliano Sorbaioli-Urca (Unione regionale cacciatori Appennino), Marcello Spigarelli-Coordinamento squadre cinghiale, Francesco Ragni e Massimo Mantovani-Enalcaccia, Igor Cruciani Atc1, Fausto Cambiotti Atc2), e l’assessore regionale Fernanda Cecchini.
Perugia, 11 dicembre 2015 - Confronto a tutto campo sulle problematiche della caccia in Um-bria, con particolare riferimento alle questioni relative al passaggio delle funzioni dalle Province alla Regione, quello che si è svolto nella riunione di ieri della Terza Commissione, presieduta da Attilio Solinas. Vi hanno partecipato i rappresen-tanti delle associazioni (Alessandro Barbino-Federcaccia, Emanuele Bennati-Arcicaccia, Ste-fano Tacconi-Libera Caccia, Giuliano Sorbaioli-Urca (Unione regionale cacciatori Appennino), Marcello Spigarelli-Coordinamento squadre cin-ghiale, Francesco Ragni e Massimo Mantovani-Enalcaccia, Igor Cruciani Atc1, Fausto Cambiotti Atc2), e l’assessore regionale Fernanda Cecchini.
In apertura della riunione, il presidente Solinas ha spiegato che scopo dell’incontro era quello di offrire un’ulteriore occasione di confronto su un tema “che appassiona ed è fortemente sentito da molti umbri, su un’attività sportiva e ricreativa che ha ricadute importanti anche anche su am-biente e cultura. Le problematiche generali del comparto faunistico-venatorio – ha sottolineato - possono trovare una soddisfacente e condivisa soluzione, attraverso una seria e accurata con-certazione tra istituzioni, mondo venatorio e a-gricolo. La Terza Commissione – ha assicurato Solinas - vuol contribuire appunto alla costruzio-ne di questo processo offrendo un ulteriore tavo-lo istituzionale di confronto, e queltavo-lo di oggi è il primo di una serie di incontri che organizzeremo per affrontare, in maniera soddisfacente per tut-ti, le delicate questioni che ci aspettano da qui al 2016 per costruire la nuova programmazione faunistico- venatoria”. Tra le numerose questioni emerse nel corso dell’incontro quella relativa alla attuale fase di trasferimento delle funzioni vena-torie dalle Province alla Regione, soprattutto in relazione alla gestione amministrativa e alle fun-zioni svolte dalla polizia provinciale. E poi ancora i danni della fauna selvatica; la necessità di ade-guare norme e regolamenti regionali ai cambia-menti in atto nella pratica venatoria e nel quadro
ambientale-agricolo; le difficoltà gestionali degli Atc (Ambiti territoriali di caccia) legate anche alla diminuzione delle risorse conseguenti al calo del numero dei cacciatori. Segnalata la necessità di regolamentare in maniera sempre più appropria-ta la caccia al cinghiale e agli altri ungulati: per qualificare sempre questa pratica specializzata;
per ciò che riguarda la gestione delle carni, sotto il profilo dei controlli sanitari e considerando an-che le opportunità commerciali an-che si possono sviluppare intorno a ciò; in relazione al conteni-mento e alla gestione ambientale della specie per concorrere a limitare i danni in agricoltura e sull’ambiente. Altra questione posta la necessità di procedere ad accurate verifiche e controlli delle attività delle aziende faunistico venatorie, prima di procedere al rinnovo delle autorizzazio-ni. Obiettivo di tutti “gestire” il cambiamento in atto nel settore, generazionale, culturale e nor-mativo, mantenendo quella che è la caratteristica della pratica della caccia in Italia, definita “aperta e democratica, parte anche dell’identità cultura-le”, qualificando sempre più ambiente e fauna selvatica, incentivando per quanto riguarda que-sto aspetto l'allevamento e la reintroduzione sul territorio di fauna stanziale. Alle sollecitazioni e alle questioni poste dai rappresentanti del mondo venatorio l’assessore Fernanda Cecchini ha forni-to assicurazioni circa la fase di passaggio delle funzioni da Province a Regione, assicurando che non si produrranno vuoti funzionali nella gestione e nelle attività di controllo e polizia venatoria. In questo senso ha spiegato che 26 dipendenti ad-detti alla gestione amministrativa del settore sono stati trasferiti dalle Province alla Regione per la gestione della caccia amministrativa, per-sone e sedi sono quindi ad oggi quelle attuali per garantire la continuità delle prestazioni. Cecchini ha posto inoltre la necessità di rivedere nel corso del 2016 la normativa relativa alla caccia, per adeguarla ai cambiamenti in atto, anche in rela-zione alle funzioni degli Atc, sottolineando l’opportunità di cogliere l’occasione della fase attuale per una rivisitazione del quadro comples-sivo del settore faunistico-venatorio. Oltre al presidente Solinas erano presenti all'audizione i consiglieri Rometti (SeR), Squarta (FDI), Ricci e De Vincenzi (Ricci presidente), Nevi (FI), Smac-chi e Brega (PD), Fiorini (Lega Nord). FOTO ACS:
https://goo.gl/mNvJQA
QUESTION TIME (3): “FUTURO CENTRI DI RIPRODUZIONE FAUNA SELVATICA DI SAN VITO (TR) E TORRE CERTALTA (PG)” - A GUASTICCHI (PD) RISPONDE ASSESSORE CECCHINI “TAVOLO DI CONFRONTO PER NUOVA CONVENZIONE”
Perugia, 15 dicembre 2015 – “Impegno della Regione per il mantenimento dell'esistenza dei centri di riproduzione della fauna selvatica di San Vito, in provincia di Terni e di Torre Certalta, in provincia di Perugia, istituendo un tavolo tecnico che consenta di ragionare sul futuro di tali centri
e sulla loro mission”. È quanto chiede, con una interrogazione a risposta immediata illustrata oggi in Aula, il consigliere regionale Marco Vinicio Guasticchi (PD-vicepresidente dell'Assemblea legislativa) aggiungendo che “la questione ri-guarda anche i centri per la fauna ittica di San-t'Arcangelo e di Borgo Cerreto. Sono centri di produzione ancora in attività e serve un imme-diato intervento per stipulare una convenzione con le Province per tutelare almeno lo status quo. Con la trasformazione delle Province e il relativo trasferimento del personale 'non strate-gico' la preoccupazione è che si possa rischiare che tali centri vengano chiusi o fortemente depo-tenziati. La produzione di selvaggina era il fiore all'occhiello delle due province dell'Umbria e con-sentiva anche un controllo scientifico degli ani-mali da reintrodurre in natura, evitando di acqui-starli in allevamenti italiani ed esteri. La mission di queste strutture potrebbe essere modificata, orientandola su un allevamento teso alla ricerca dei ceppi autoctoni delle specie di fagiani, starne, pernici e lepri. Ciò comporterebbe l'utilizzo di personale specializzato, che oggi è presente.
Distoglierlo equivale a creare confusione e danni.
Credo che questi centri debbano essere gestiti insieme anche all'azienda faunistico-venatoria di Pietralunga per consentire loro un futuro”. L'as-sessore Fernanda Cecchini, nella sua risposta, ha ricordato che “il centro di Torre Certalta è passa-to dal primo di dicembre, insieme alle funzioni della caccia, alla Regione, mentre San Vito era già di proprietà della Regione e gestito con una convenzione tra Regione, Atc e Agenzia per la forestazione. La stessa convenzione, che scade il 31 dicembre, prevede un tavolo di confronto per individuare le modalità di gestione sia di San Vito che di Torre Certalta. In questi primi giorni c’è stato il passaggio delle funzioni e del personale dalla provincia in Regione. In primo luogo ab-biamo tenuto conto della messa in sicurezza del personale. Non tutto il personale è transitato sotto la 'Caccia e Pesca' ma ad altri servizi. A-desso valuteremo, attraverso convenzioni o co-mandi, di restituire quell’agibilità e logistica per-ché i centri possano funzionare. I due centri de-vono garantire la qualità anche attraverso ricerca per la difesa della fauna autoctona e perché que-sta sia già abbaque-stanza abituata a vivere il territo-rio. Anche per i centri ittogenici stiamo lavorando per garantire la qualità ma con attenzione alla sostenibilità economica. Per l'azienda di Pietra-lunga c'è in atto una procedura di bando per la gestione, che deve essere migliorata”. Nella re-plica Guasticchi si è detto soddisfatto augurando-si che “ci sarà modo di approfondire l’argomento nel tempo con nuovi elementi”.
QUESTION TIME (5): “CHIARIMENTI SU CALENDARIO VENATORIO E DIRETTIVE UE”
- FIORINI (LEGA) INTERROGA, CECCHINI:
“CHIUSURE ANTICIPATE SOLO SE VALE AN-CHE PER GLI ALTRI PAESI UE, L'ITALIA GIÀ LO FA PRIMA DEGLI ALTRI”
Perugia, 15 dicembre 2015 – Il consigliere della Lega Nord Emanuele Fiorini ha interrogato, du-rante la seduta odierna di question time, l'asses-sore Fernanda Cecchini per avere chiarimenti sul calendario venatorio circa “la durata della caccia alle specie tordo bottaccio, cesena e beccaccia compatibilmente con i limiti imposti dalle diretti-ve europee e alle contestazioni nei confronti del-l'Italia per la chiusura il 31 gennaio in quanto non compatibile con nidificazione e riproduzione di tali specie, fermo restando che la magistratura ha ritenuto legittimo l'operato delle Regioni”.
“Abbiamo approvato la chiusura a fine gennaio come l'anno scorso – ha risposto Cecchini – per-ché l'Unione europea chiede di dimostrare con dati scientifici e tecnici la difformità dei calendari e noi lo abbiamo fatto, fornendo dati sull'abbon-danza della popolazione venatoria e anche se-guendo la specie beccaccia, per scoprire che se ne va a marzo. Inoltre abbiamo dato disponibilità a chiudere il 20 gennaio nel momento in cui gli altri Paesi europei che sono simili a noi come clima e territorio, facciano lo stesso, dal momen-to che ci risulta che Spagna e Francia chiudono la seconda decade di febbraio e la Grecia addirittu-ra la terza. Sia quindi pretesa da tutti una chiu-sura anticipata e non solo dall'Italia. Abbiamo quindi chiesto al Governo italiano di farsi autoriz-zare dalla Commissione europea un accordo di-verso, basato non tanto sulla chiusura ma en-trando nel merito delle diversità da regione a regione”. Il consigliere Fiorini ha replicato dicen-do di ritenersi “abbastanza soddisfatto” della risposta ricevuta.
“RILANCIO DELL'AZIENDA FAUNISTICO-VENATORIA DI PIETRALUNGA ANCHE IN CHIAVE SVILUPPO TURISTICO” - GUASTIC-CHI (PD): “SIA COINVOLTO IL COMUNE”
Perugia, 16 dicembre 2015 - “L'azienda faunisti-co-venatoria di Pietralunga di proprietà della Regione diventi il fulcro di un progetto più ampio che coinvolga l'amministrazione comunale di Pietralunga, anche per il rilancio del turismo sul territorio”. Il consigliere regionale Marco Vinicio Guasticchi (PD-vicepresidente dell'Assemblea legislativa), continua a chiedere una valorizza-zione delle aziende faunistico venatorie, come ha fatto anche nell'ultima seduta di question time in Aula http://goo.gl/nXFIzD, interrogando l'asses-sore Cecchini sul futuro dei centri di riproduzione faunistica di San Vito, in provincia di Terni, e di Torre Certalta (Pg). Per Guasticchi “l'attività ve-natoria e la gestione della caccia non possono essere separate da una strategia sinergica tra istituzioni e imprenditoria turistica, che dell'a-zienda faunistica di Pietralunga potrebbe benefi-ciare per rilanbenefi-ciare l'economia del territorio. A questo proposito chiedo che il bando in corso venga sospeso per integrarlo con ulteriori garan-zie che tutelino la proprietà pubblica e coinvolga-no anche l'amministrazione comunale di
Pietra-Caccia/pesca
lunga, già all'avanguardia nel valorizzare il pro-prio territorio con progetti di alto spessore mora-le, come per i terreni confiscati alla mafia, e di altrettanto spessore turistico ed economico”.
“PROROGARE I DECRETI DI NOMINA DELLE GUARDIE VENATORIE VOLONTARIE” - MO-ZIONE DI ROMETTI (SR)
Il capogruppo regionale dei Socialisti e Riformi-sti, Silvano Rometti, ha presentato una mozione nella quale chiede di “prorogare i decreti di no-mina delle guardie venatorie volontarie, in sca-denza il 31 dicembre 2015, fino al 31 marzo 2016”. Per Rometti il rischio è che “non si riesca-no a mantenere operative le funzioni di vigilanza e controllo”.
Perugia, 23 dicembre 2015 - “Prorogare i decreti di nomina delle guardie venatorie volontarie, in scadenza il 31 dicembre 2015, fino al 31 marzo 2016 e mantenere operative le funzioni di vigi-lanza e controllo”. È quanto chiede in una mozio-ne il capogruppo dei Socialisti e Riformisti, Silva-no Rometti. Nell'atto si ricorda “la disponibilità manifestata dalle associazioni venatorie provin-ciali dopo la richiesta a loro fatta dall'Ambito Territoriale di Caccia Perugia 2 di una collabora-zione con le proprie guardie volontarie per il con-trollo di operazioni come il lancio di animali sul territorio libero, la cattura all’interno delle zone di ripopolamento e cattura, nonché per effettuare prelievi selettivi di cinghiali, volpi, corvidi e nu-trie”. Inoltre Rometti sottolinea come “le guardie venatorie volontarie sono nominate con decreto della Provincia per un periodo di due anni e che tali decreti, per la maggior parte delle guardie, sono in scadenza il prossimo 31 dicembre 2015.
Le procedure per il rinnovo delle nomine delle guardie hanno coinvolto, fino ad oggi, una plura-lità di istituzioni come la Provincia, la Questura e la Procura della Repubblica. Quindi non si potrà provvedere al rinnovo entro la scadenza. Il ri-schio, però, è che nelle zone di ripopolamento e cattura dall'inizio del prossimo anno sarà possibi-le catturare possibi-le possibi-lepri senza i necessari controlli”.
QUESTION TIME (5): “COMUNE PERUGIA DISATTENDE PROSPETTIVE TRACCIATE DA 'FONDAZIONE PERUGIASSISI 2019'” - A LEONELLI, SOLINAS (PD) E ROMETTI (SER) RISPONDE L'ASSESSORE CECCHINI “L'AU-TONOMIA VA RISPETTATA”
Perugia, 1 dicembre 2015 - “La Giunta regionale dica quali iniziative intende adottare per verifica-re se l'utilizzo del milione di euro assegnato dal ministero della Cultura al Comune di Perugia, quale città finalista di 'Capitale europea della cultura', avvenga in coerenza con le finalità sot-tese agli investimenti effettuati dalla Regione per finanziare detta candidatura e con le prospettive tracciate dalla 'Fondazione PerugiAssisi 2019', anche al fine di coinvolgere tutti i soggetti che hanno contribuito all'elaborazione del progetto vincitore del titolo di Capitale italiana della cultu-ra per la città di Perugia”. Con queste parole il consigliere Attilio Solinas (Pd) ha illustrato l'in-terrogazione firmata anche dal capogruppo del Pd Giacomo Leonelli e dal capogruppo dei Socia-listi e riformisti Silvano Rometti. Solinas ha ag-giunto che “l'Amministrazione perugina ha igno-rato i progetti elaborati dalla Fondazione, at-tuando una scelta discrezionale e non partecipa-ta, ipotizzando una serie di interventi culturali completamente diversi, senza coinvolgere in al-cun modo i soggetti che avevano promosso la candidatura e ottenuto il titolo di Capitale italiana della cultura, poiché prevede l’impiego del finan-ziamento ministeriale una tantum, anche con una rievocazione storica discutibile di Braccio Fortebracci”. L'assessore Fernanda Cecchini ha risposto spiegando che “l'insieme delle azioni a cui avevano lavorato il comune di Perugia, la Regione Umbria e le associazioni coinvolte ave-vano la finalità di costruire percorsi che avessero durata nel tempo. La Regione aveva partecipato fin da subito alla Fondazione mettendo a disposi-zione 600mila euro e questi sono stati propedeu-tici alle iniziative che hanno portato Perugia a capitale italiana della cultura. A me sfugge oggi in che modo siano stati investiti questi fondi. Ma l'autonomia dell'Amministrazione comunale va rispettata. Mi pare che le risorse non siano state spese nello spirito richiamato dell'interpellante per dare seguito al lavoro fatto dal 2011 a oggi.
Sarà mio impegno confrontarsi con il Comune di Perugia per cercare di portare avanti il lavoro insieme e capire per quali iniziative siano state utilizzate le risorse, anche nell'ottica di un buon vicinato”. Nella replica Giacomo Leonelli ha detto che “nessuno accusa il Comune di Perugia di essere scappato con il bottino. Certo un maggior rispetto istituzionale la Regione se lo sarebbe aspettato. Anche perché il milione di euro è un 'premio di consolazione' raggiunto anche grazie al contributo regionale. Sarebbe stato rispettoso e utile decidere insieme come investire quel premio. Nel rispetto dell'autonomia dell'ammini-strazione perugina va verificata la spesa”.