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DECRETO SALVA BANCHE: “LA DECISIONE DELLA COMMISSIONE UE HA IMPEDITO IL

Nel documento Caccia/pesca (pagine 46-49)

Economia/lavoro

DECRETO SALVA BANCHE: “LA DECISIONE DELLA COMMISSIONE UE HA IMPEDITO IL

RICORSO A FONDO DEPOSITI, MA LA PAR-TITA NON È FINITA” - IN PRIMA COMMIS-SIONE AUDIZIONE BANCA D'ITALIA E ABI In riunione congiunta, i consiglieri regionali di Prima e Seconda commissione hanno ascoltato ieri pomeriggio in audizione, convocata per sape-re “come ha vigilato la Banca d'Italia sul caso Banca Etruria e come Abi Umbria stia monitoran-do la situazione”, il direttore della Banca d'Italia Marco Ambrogi e il presidente di Abi Umbria, Pietro Buzzi. È emerso che adesso Banca d'Italia ha potere di rimozione, mentre prima veniva consentito solo il commissariamento.

Perugia, 18 dicembre 2015 – Si è tenuta ieri po-meriggio l'audizione in prima commissione del direttore regionale della Banca d'Italia, Marco Ambrogi, e del presidente di Abi Umbria, Pietro Buzzi, sollecitata dai consiglieri regionali della Lega Nord (Mancini e Fiorini) e del Movimento 5 stelle (Liberati e Carbonari) in seguito alla crisi delle quattro banche popolari che ha comportato la perdita del valore di azioni e obbligazioni su-bordinate di migliaia di risparmiatori umbri, oltre che di altre regioni. Ha preso parte ai lavori an-che la presidente dell'Assemblea legislativa, Do-natella Porzi, sottolineando la “delicatezza di una vicenda che riguarda diverse migliaia di cittadini umbri”. E' stato il direttore della filiale umbra della Banca d'Italia, Marco Ambrogi, a spiegare la situazione ai consiglieri della prima e della seconda commissione presenti: “Dal crac della Lehmann Brothers in America – ha detto - è ini-ziata una profonda crisi economica che ha co-stretto i governi di molti Paesi ad intervenire con soldi pubblici. Il sistema bancario italiano ha ret-to meglio di altri, sono state acquisite aziende in crisi, è stato favorito il sistema mutualistico e sono stati lasciati in pace i correntisti. Nel caso oggi in questione, con le quattro banche popolari in crisi profonda, la soluzione scelta è stata il salvataggio interno a carico degli azionisti secon-do un ordine decrescente di rischiosità dei titoli, prima le azioni poi le obbligazioni subordinate. Le regole attuali consentirebbero, fino al mese di gennaio 2016, di ricorrere a fondi di risoluzione

finanza

nazionali, anche se servirebbe un versamento integrativo straordinario perché sono incapienti.

Il problema è che serve il parere vincolante della Commissione Europea, che ha consentito il ricor-so ricor-solo dopo l'operazione su azioni e obbligazioni subordinate. Il governo italiano voleva interveni-re con fondi di tutela, come accaduto in passato, ma la Commissione europea ha obiettato che ciò avrebbe significato mettere in moto aiuti di Sta-to. Praticamente non possiamo più assumere decisioni sul nostro sistema bancario, lo fa la Banca centrale europea. E da gennaio 2016 la situazione sarà peggiore perché in caso di ulte-riori dissesti bancari, oltre ai subordinati saranno colpite le azioni ordinarie e i depositi sopra i 100mila euro. Ci siamo trovati ad essere uno dei pochi Paesi che non ha usufruito di aiuti di Stato significativi e anche il primo a sperimentare le nuove regole”. I consiglieri regionali della prima e della seconda commissione, riunite in seduta congiunta, hanno quindi posto le domande ad Ambrogi e Buzzi: Marco Squarta (FDI) ha chiesto se ci sono in Umbria altri istituti bancari che cor-rono il rischio di fare la stessa fine di Banca Etru-ria; Valerio Mancini (Lega) ha chiesto “perché, dal momento che Banca d'Italia aveva già com-missariato gli istituti in difficoltà, gli è stato con-cesso di operare in piena autonomia, addirittura di concedere mutui previa acquisto di obbligazio-ni subordinate”. Claudio Ricci (Rp) ha chiesto se

“vi era un dato umbro sulle sofferenze non co-perte da accantonamenti e, nel caso vi sia stata inadeguatezza da parte di chi lavora agli sportelli o comunque un problema di front office, se Ban-kitalia pensa di mettere un osservatorio sugli sportelli per correggere certi comportamenti”.

Maria Grazia Carbonari (M5s) ha chiesto infor-mazioni sui controlli che vengono effettuati: “se la revisione e il controllo funzionassero, la quan-tità di sofferenze non coperte sarebbe venuta fuori, ma le stesse società di revisione dicono che si controlla il 2 per cento e spesso chiudono un occhio. Il gap informativo è stato enorme, se i direttori di banca avessero spiegato che c'era un rischio enorme, tanti non avrebbero investito”.

Andrea Liberati (M5s) ha chiesto “come sta an-dando la vigilanza sugli istituti bancari in soffe-renza e se ci sono meno rischi per i correntisti”, inoltre ha chiesto informazioni circa la “nuova normativa sui prestiti sociali e sulle cooperative che si comportano da banche”, per sapere “in che modo possano essere tutelati i correntisti di queste cooperative e che cosa può fare la Banca d'Italia”. Infine, il presidente della prima com-missione, Andrea Smacchi (PD), ha chiesto in-formazioni anche su altri istituti di credito che, pur non avendo la sede in Umbria, “hanno acqui-sito clientela grazie al risparmio degli umbri, come Veneto Banca nella fascia appenninica o la Popolare di Vicenza”. “Per quanto riguarda gli altri istituti – ha risposto il direttore della Banca d'Italia – non posso dire. Ci sono imprese in sof-ferenza e a fronte di ciò la vigilanza che noi con-duciamo prevede che ci sia una copertura. Nel caso, abbiamo commissariato gli amministratori,

sono state emesse le più pesanti sanzioni. Quan-do abbiamo avuto il fumus di qualcosa di diverso abbiamo informato la magistratura. Il problema delle sofferenze è ampio e blocca il sistema del credito. Da tempo è in corso la creazione di una 'bad bank' dove collocare le sofferenze ma viene richiesto di svalutare l'8 per cento, mentre qui gli imprenditori non sono falliti, sono in difficoltà. Le sofferenze vanno valutate al costo immediato di realizzo. Il rapporto sofferenze e impieghi è del 21 per cento, due punti in più della media nazio-nale (19 per cento), e rappresenta un onere che blocca la normale erogazione. Abbiamo assistito a due recessioni e perso il 10 per cento del Pil, con una crisi che è ancora in corso, nonostante barlumi di ripresa, e si riversa sulle banche. La decisione della Commissione europea che ci ha impedito di fare ricorso al fondo depositi previsto per legge è incredibile, ma la partita non è finita, si continua a giocare. Il fondo è dei privati, di banche che versano e decidono cosa farci. Per quanto riguarda la condotta di Banca d'Italia – ha proseguito il direttore – nessuno può sospet-tare che sia stata fraudolenta. Le obbligazioni subordinate non sono un animale strano ma un prodotto consentito, vanno prese da chi è in gra-do di comprendere l'investimento. Noi non vigi-liamo sulla somministrazione di titoli a privati cittadini. Se ci sono state truffe siamo in regime di diritto. Anche 600 impiegati hanno obbligazio-ni subordinate, non possiamo escludere che le argomentazioni possano essere state persuasive.

In ogni caso non si vendono allo sportello, c'è una chiamata telefonica”. Al presidente Smacchi, che ha chiesto un quadro della situazione relativo agli istituti bancari presenti in Umbria, ha rispo-sto il presidente dell'Abi Umbria, Pietro Buzzi:

“Più di metà mercato è composto dai gruppi San Paolo e Unicredit, poi vengono altri istituti che hanno basi solide. Sono stati erogati 21 miliardi di credito all'economia, più o meno il Pil della regione, e dopo 4 o 5 anni con il segno meno, quest'anno si registra un segno positivo. Il si-stema bancario umbro impiega più di quello che raccoglie con depositi e conti correnti. Le soffe-renze ammontano a 4 miliardi. I conferimenti sono 15 miliardi. Un sistema complessivamente solido”. “Per quanto riguarda Banca Etruria e le altre coinvolte nel problema di cui stiamo parlan-do – ha aggiunto il presidente dell'Abi – la situa-zione è grave, anche se è stata salvaguardata una fetta ancora più grande e si stanno indivi-duando meccanismi che consentano di porre rimedio, soprattutto nei casi di comportamenti non lineari. Vedremo le decisioni del governo, se metterà a disposizione un fondo limitato. E' inte-ressata a livello nazionale una platea di 10mila 500 persone, con 340 milioni di euro in totale, che incidono sull'Umbria all'incirca per un am-montare di 27 milioni di euro. I cittadini che si sentono vittime di comportamenti commerciali scorretti possono ricorre alla magistratura, il governo sta mettendo in campo ogni strumento per fare in modo che i casi individuali possano essere esaminati nel più breve tempo possibile,

attraverso sistemi di arbitrato o di conciliazione”.

“Sulle sofferenze – ha puntualizzato il dottor Passarelli (Banca d'Italia) – la percentuale di copertura è vicina al 60 per cento, tramite ac-cantonamenti. La vigilanza di Banca d'Italia su Banca Etruria – ha aggiunto - durava da due anni. Si tratta di gestire una situazione comples-sa, di una banca con miliardi di attivo. Ora ab-biamo il potere di rimozione, mentre prima veni-va consentito solo il commissariamento, che però non è la panacea che risolve tutti i problemi”.

foto Acs audizione Banca d'Italia e Abi:

https://goo.gl/kgXpLo

informazione

IN ONDA IL NUMERO 372 DI “TELECRU” - NOTIZIARIO TELEVISIVO DELL'ASSEMBLEA LEGISLATIVA DELL’UMBRIA

Perugia, 4 dicembre 2015 – In onda TeleCru, il notiziario settimanale dell'Assemblea legislativa dell'Umbria, ogni settimana sulle televisioni locali e in rete sul sito istituzionale e su Youtube con le principali notizie dell’Assemblea legislativa. I servizi della puntata numero 372: mozione a tutela dei risparmiatori dalle conseguenze del decreto salva banche; inquinamento dei fiumi Marroggia, Clitunno, Timia e Teverone; pedaggio per i camion sulla E 45; innalzamento dei canoni concessori per le società che sfruttano l'acqua pubblica; Piano trasporti 2014-2024; presentato il volume di Domenico Sorrentino "Laudato sì - Dal cantico di frate sole all'enciclica di Papa Fran-cesco”. TeleCRU è un notiziario settimanale cura-to dall’Ufficio stampa, con la collaborazione del Centro video. Viene messo in onda dalle emitten-ti televisive locali con i seguenemitten-ti orari: RtuAque-sio, venerdì 4 dicembre ore 20.00, sabato 5 di-cembre ore 21.00; Tef-Channel sabato 5 dicem-bre alle ore 18.00, lunedì 7 dicemdicem-bre ore 12.00;

Umbria Uno sabato 5 dicembre ore 20.10, mar-tedì 8 dicembre ore 12.15; Rete Sole, marmar-tedì 8 dicembre ore 20.30, giovedì 10 dicembre ore 23.50; TRG, sabato 5 dicembre ore 21.00, lunedì 7 dicembre ore 14.30; TeleGalileo, martedì 8 dicembre ore 13.30, mercoledì 9 dicembre ore 17.20; UmbriaTv, sabato 5 dicembre ore 19.35, mercoledì 9 dicembre ore 11.45; TevereTv, saba-to 5 dicembre ore 18.30, martedì 8 dicembre ore 18.00; Tele Umbria Viva, martedì 8 dicembre ore 19.50, mercoledì 9 dicembre ore 13.50.

ONLINE IL MENSILE “ACS 30 GIORNI”, NO-VEMBRE 2015 - SU WWW.ALUMBRIA.IT DI-SPONIBILI INOLTRE LANCI QUOTIDIANI, IMMAGINI, RASSEGNA STAMPA E SETTIMA-NALI TELEVISIVI

Perugia, 10 dicembre 2015 – Tutta l'attività di informazione istituzionale prodotta dall'Ufficio stampa dell'Assemblea legislativa dell'Umbria nel mese di novembre 2015, attraverso l'Agenzia Acs, è disponibile nel mensile online “Acs 30 giorni”. La pubblicazione, in formato pdf, può essere scaricata dal sito istituzionale (http://goo.gl/0au3kb). Sul sito dell'Assemblea legislativa (http://www.alumbria.it/), all'interno dello spazio “informazione e web tv”, è inoltre possibile guardare le trasmissioni televisive rea-lizzate dall'Ufficio stampa e dal Centro video del-l'Assemblea legislativa: il settimanale di appro-fondimento “Il Punto” e il settimanale “Telecru”.

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