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La Calabria che resiste : dal mandato del sindaco antimafia di Rosarno Peppino Lavorato ai principi dell’accoglienza diffusa

soprusi, razzismo e mafiosità

4.7 La Calabria che resiste : dal mandato del sindaco antimafia di Rosarno Peppino Lavorato ai principi dell’accoglienza diffusa

del comune di Riace.

Dal 1994 al 2003, Rosarno ha vissuto un lungo periodo di cambiamento, è la stagione della cosiddetta “Primavera rosarnese” che ha un principale protagonista: il sindaco Peppino Lavorato. Egli riuscì a risultare eletto dopo una agguerrita campagna politica contro la ‘ndrine locali259.

L’elezione a sindaco260 rappresentò per il leader antimafia una rivincita contro la

‘ndrangheta, che già in passato aveva cercato di sopraffare la voglia di cambiamento di Lavorato e dell’intera sezione Pci locale: l’atto più crudele è stato l’assassinio, l’11 giugno 1980, del giovane segretario del partito Peppe Valarioti, compagno di lotte di

Lavorato, giugno del 1980. Appena si insedia, Lavorato (già ex deputato) dà immediatamente dei segnali

inequivocabili alle cosche: con il comune che torna ad essere di tutti, e non più luogo di intrighi e favori malavitosi. Ricordiamo a riguardo almeno due cambiamenti epocali: il comune di Rosarno si

259 Che reagirono brutalmente, sommergendo di fuoco la cittadina non appena il neosindaco fu eletto: ci furono addirittura cinquantanove attentati in una notte, con fucili mitragliatori che spararono

all’impazzata contro negozi, portoni di abitazioni e sui vetri del palazzo comunale.

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costituì parte civile in un processo di mafia261 ; fu uno dei primi comuni a utilizzare per

la collettività i beni confiscati alle ‘ndrine262. Ma anche altre iniziative minori dimostrano la ferma volontà di non sottostare alle leggi

imposte dalla ‘ndrangheta: si pensi al premio Valarioti263 , che con Lavorato divenne

l’occasione, ogni anno, di parlare di antimafia nella piazza principale del piccolo paese. Premio che, come osservato da Lavorato anche nell’intervista, andava consegnato alla comunità africana nel 2008: per evidenziare la loro ribellione ai soprusi ‘ndranghetisti

con una denuncia immediata. Sin dagli arrivi dei primi braccianti immigrati, Lavorato ha colto il nesso esistente tra

lotta antimafia e solidarietà necessaria a costoro, che divennero l’anello più debole della

catena agrumaria, principale risorsa economia del territorio. Pur constatando i limiti che un piccolo comune ha nel risolvere problematiche di rango

sovracomunale264, ha cercato in tutti i modi di tutelare i migranti, già all’epoca

ipersfruttati e vittime di richieste estorsive, e sovente di violenza gratuita. Difatti, i primi attentati nei confronti dei migranti risalgono addirittura al 1990, quando un giovane magrebino viene gambizzato; episodi analoghi si verificano l’anno successivo. Nel 1992 due giovani africani vengono uccisi a colpi di pistola, dramma che si ripete nel 1996. Da li in poi, in un crescendo di violenza sino alla rivolta del 2010 (Mostaccio,2012). Il suo appoggio ai migranti negli anni dei suoi mandati a sindaco sono dimostrati in

innumerevoli manifestazioni ed in iniziative: difatti, insieme all’apporto

dell’associazionismo laico e cattolico, il comune si impegnò per dare accoglienza, con politiche di sostegno, e facendo pressione sulle istituzioni regionali e nazionali affinché affrontassero strutturalmente lo sfruttamento della campagne del Mezzogiorno. Ma tante sono anche le occasioni organizzate per far sentire i migranti parte di una comunità: si pensi alla festa della “Fratellanza universale umana” che, il 6 gennaio, era l’occasione di incontro in piazza Valarioti tra autoctoni e migranti: l’obbiettivo di

261 Ottenne in quell’occasione corposo risarcimento.

262 Pochi giorni dopo che il sindaco annunciò tale azione antimafia, contro la facciata del municipio vengono sparati numerosi colpi di Kalashnikov.

263 Già istituito nel 1990, con il fine di premiare personaggi locali che si fanno apprezzare per la tenace lotta antimafia.

264 Lavorato (intervista): perché l’amministrazione comunale può fare pochissimo, se no qualche

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iniziative del genere era costruire un dialogo tra rosarnesi cittadini onesti265 e

migranti266. Visto l’eccezionale lavoro di Lavorato, non sono in pochi ad evidenziare

come dal 2003, Rosarno abbia fatto dei passi indietro, testimoniati da uno scioglimento di un consiglio comunale per infiltrazione mafiosa e dall’ aggravarsi della condizione

già precaria dei migranti stagionali (Magro- Chirico,2010). A 60 km di distanza da Rosarno, situa il piccolissimo comune di Riace, che appare agli

occhi di molti il luogo dove avviene la realizzazione degli ideali di solidarietà e di accoglienza propri di Lavorato. Piccolo borgo reggino internazionalmente conosciuto dal 1972 quando ivi vennero

ritrovati di due statue bronzee di epoca greca, oggi noti come “ i bronzi di Riace”. Ma più recentemente, il comune di Riace è mediaticamente sponsorizzato per un altro

evento tutt’altro che secondario: si contraddistingue dal 2004 per ottime politiche di

accoglienza ai migranti267 . Principale artefice della rinascita di Riace è il sindaco

Domenico Lucano. Riace è stato anche il primo comune calabrese inserito nel circuito di Re.co.sol (rete dei

comuni solidali). A riguardo, utile è la spiegazione fornita dal responsabile Re.co.sol

Calabria, Giovanni Maiolo268(intervista):

La rete dei comuni è un associazione di circa 300 enti locali, comuni prevalentemente, ed è nata in Piemonte, per fare cooperazione decentrata con il sud del mondo: con piccoli progetti e pochissimi fondi. Ad es. se un comune decide di destinare mille euro, messo in rete, e insieme ad altri fondi di comuni si costituisce un fondo comune destinato a piccoli progetti ma aventi un notevole impatto sulla qualità della vita delle persone a cui il progetto è destinato. In Calabria è arrivata tramite il progetto di Riace, è nata una collaborazione strettissima con il sindaco Lucano.

Il sistema di accoglienza di Riace si basa sullo SPRAR (Sistema di protezione per

richiedenti asilo e rifugiati)269 . A livello territoriale, gli enti locali che aderiscono alla

265 Numerosi cittadini onesti: non è un caso infatti che dopo il primo mandato Lavorato rivinse con una schiacciante vittoria l’elezione del 1998.

266 Purtroppo, alla fine del secondo mandato di Lavorato (2003) la ricorrenza di questa festa venne meno.

267 Un altro comune calabrese che dedica particolare attenzione all’accoglienza dei migranti è Acquaformosa, in provincia di Cosenza.

268 Responsabile Re.co.sol nella Locride.

153 rete SPRAR garantiscono interventi di “accoglienza integrata”, che superano la sola distribuzione di vitto e alloggio, e comportano un ventaglio molto più ampio di servizi e opportunità: si prevedono infatti misure di informazione, assistenza e orientamento attraverso la costruzione di percorsi individuali di inserimento nel tessuto socio-economico.

Concettualizzando, lo SPRAR270 si propone due obbiettivi principali: offrire misure di

assistenza e di protezione al singolo beneficiario; favorire il processo di integrazione del

migrante attraverso l’acquisizione di una ritrovata autonomia. A Riace, l’accoglienza integrata, attraverso il lavoro di valide associazioni come

l’associazione “Città futura” , “Real Riace” e “Riace accoglie”, sembra ormai da anni aver portato dei benefici ai migranti che nel corso del tempo ne hanno beneficiato ma

anche e soprattutto alla cittadina stessa. Difatti, la grande emigrazione verso il Nord271,

durante il boom economico degli anni sessanta-settanta, rendeva la cittadina reggina, come tanti altri piccoli centri dell’entroterra calabrese, sempre più spopolata, tanto da

apparire a fine degli anni ’90 quasi deserta. La rinascita, nel vero senso della parola, di Riace avviene proprio sul finire del 1998,

con lo sbarco di curdi e iracheni: circa centro profughi giunti furono la possibilità di far ripartire un’intera comunità.

L’idea da seguire è ben espressa da Lucano, in diverse occasioni, con la frase

Riempire gli spazi vuoti: il sindaco in tal modo evidenzia un processo di trasformazione

del territorio, con il recupero del borgo medievale attraverso la riparazione e l’utilizzo

delle costruzioni attuali272. Pertanto, adesso in un paese prima spopolato rifioriscono le

botteghe, e l’economia locale, attraverso il lavoro dei migranti, rinasce. Ciò è dovuto anche ad un’accoglienza senza alcuna remora da parte degli autoctoni, tanto che

oggigiorno Riace è “il comune dell’accoglienza” per eccellenza273 , nonostante qualche

inconveniente di percorso ma che non è dovuto ad eventuali conflitti culturali tra popolazione nativa e migranti, bensì al ritardo del stanziamento dei fondi spettanti per i

270 Si badi che costituisce una rete di “seconda accoglienza” destinata ai richiedenti e ai titolari di protezione internazionale. Esso non è dunque finalizzata come i CDA o i CARA ad un’assistenza immediata delle persone che arrivano sul territorio italiano.

271 Il paese era passato nel giro di pochi anni da 3.000 a 1.500 abitanti, ma ciò che preoccupava era l’andamento inarrestabile dell’emigrazione.

272 Anche la scuola, grazie ai bambini migranti ha riaperto i battenti.

273 Un bellissimo cortometraggio (“Il volo”), girato a Riace da Wim Wenders evidenzia lo spirito che anima questo piccolo borgo reggino.

154 migranti274 . Questa ed altre esperienze sono fatti tangibili che possono rappresentare uno stimolo per un paese, l’Italia, sempre più multietnico.

4.8 Conclusioni