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Calcolo del numero previsto di incidente dai dati di conflitto

Per quanto riguarda gli incidenti, affinché si acquisiscano maggiori informazioni sulle loro cause, bisogna che si valuti la loro fase pre-impatto.

Questo è uno dei problemi più evidenti, poiché le teorie legate a queste fasi, sono verificate in modo empirico, e per limitate proporzioni, in quanto gli incidenti sono degli eventi rari.

Esiste, quindi, una vera e propria carenza di dati obbiettivi che riguardano la fase pre- impatto.

In questa prospettiva la cosa più naturale da fare è quella di procedere per tentativi cercando di identificare eventi che abbiano stesse caratteristiche, e tra questi quali si verificano più frequentemente rispetto agli altri. Ma anche questo presenta i suoi svantaggi. Per ottenere un numero consistente di dati osservati relativi ad incidenti bisogna condurre indagini per diversi anni.

In una valutazione basata su un lungo periodo di osservazione, potrebbe accadere che le condizioni generali cambino nel tempo, facendo entrare in gioco fattori diversi da quelli di interesse immediato. I flussi dei veicoli e i volumi di traffico cambiano, così come il generale comportamento dell’utente.

Quanto detto ci fa arrivare alla conclusione che l’utilizzo di incidenti con il proposito di diagnosticare le condizioni della circolazione presenta dei problemi non facilmente superabili, legati alla possibilità di non essere osservati in modo sistematico.

Uno dei concetti fondamentali su cui è basata la TCT è, che i conflitti gravi dovrebbero riflettere la probabilità di collisione, quindi l’utilizzo di livelli di uniforme gravità porta fondamentali miglioramenti alla validità della tecnica.

L’applicazione del concetto dell’ “uniform severity level” è stata considerata in molte ricerche che riguardavano lo studio delle relazioni tra conflitti e incidenti.

Attraverso le analisi dei dati relativi ad incidenti ed ai dati relativi ai conflitti è possibile dedurre una relazione tra i due eventi iniziando a confrontare la fase finale di entrambi gli eventi. Hydén [2] suggerisce l'importanza di stabilire come gli incidenti ed i conflitti seri siano correlati. Un'ipotesi di fondo in quella che Hydén ha chiamato il metodo di prima generazione, ha suggerito che la variazione nel rapporto fra gli incidenti ed i conflitti potrebbe essere spiegata da un certo numero di variabili e che in seguito al raggruppamento dei dati in conformità con queste variabili si poteva trovare un valore reale nel rapporto fra i conflitti e gli incidenti gravi per ogni gruppo. È importante dare risalto al fatto che Hydén ha considerato non soltanto gli incidenti segnalati dalla polizia, ma anche incidenti con danni materiali per gli scopi di calcolo dei “fattori di conversione". E’ stata usata una metodologia di regressione per determinare i fattori che influenzano la variazione nel rapporto fra gli incidenti ed i conflitti.

Lo stesso Hyden nel 1987 [2] ha svolto uno studio partendo dai dati relativi a 312 incidenti, che ha confrontato a dati relativi a 761 conflitti elaborando importanti considerazioni su fattori come velocità del conflitto, distanza dal punto di collisione, tipo di manovra evasiva e tipo di utente della strada coinvolto, aggiungendo, inoltre, a questi dati interviste fatte alle vittime degli incidenti e misure dirette effettuate sulla scena dell’incidente. Questo studio ha condotto alla conclusione che conflitti e incidenti sono basati su un processo comune e che entrambi presentano delle fondamentali similitudini. Inoltre, lo stesso Hyden suggerisce che gli incidenti possono considerarsi come tipi di conflitti, pertanto le distribuzioni di gravità di conflitti e incidenti dovrebbero essere combinate tra loro per ottenere una stima più attendibile della distribuzione dei conflitti.

Per esprimere tale calcolo, aggiunge Hyden, il numero relativo di conflitti e incidenti deve essere corredato da una serie di informazioni come periodo di osservazione o registrazione e caratteristiche del sito in cui sono accaduti.

Questi dati dovrebbero essere utilizzati per determinare la probabilità che un conflitto di una determinata gravità conduca a degli incidenti con feriti registrati dalle forze dell’ordine.

Il modello statistico proposto da Hydén per i fattori di conversione è il seguente:

) , ( , ) , , ( , 0 0 i i i i i i i A P y osservati conflitti di numero B P x registrati incidenti di numero

λ

π

λ

∈ ⋅ ⋅ ⋅ ∈ ⋅ ⋅ ⋅

Dove: xi rappresenta il numero di incidenti registrati, yi rappresenta il numero di conflitti osservati. Per xi, il Po rappresenta un processo di Poisson con frequenza di conflitto definita dal λi ed il prodotto dei flussi d'intersezione determinati da Bi e un fattore di πi che specifica la probabilità che l'elemento i provocherà un incidente. Per yi, il Po rappresenta un processo di Poisson con frequenza di conflitto definita dal λi ed il prodotto dei flussi d'intersezione determinati da Ai.

Hydén [2]ha confrontato i risultati di un certo numero di studi pre-post intrapresi su intersezioni su cui erano state introdotte misure di sicurezza (segnali stradali e percorsi ciclabili).

Questo confronto rivela una sovrastima considerevole del numero di incidenti. Questi risultati sono attribuiti alle differenze nel periodo di osservazione dei conflitti e alla loro rappresentatività del numero di incidenti valutato annualmente a scopi di calcolo.

Allo stesso modo si è trovato che il periodo di tempo immediatamente prima e subito dopo l'introduzione di una misura di sicurezza risulta inadeguato all’analisi.

Hydén ha suggerito anche che gli incidenti fossero un tipo di conflitto (secondo la definizione fatta) e quindi che le distribuzioni di severità dei conflitti e degli incidenti potrebbero coincidere per produrre una valutazione uniforme per la distribuzione di probabilità che avvenga un conflitto.

In una tal distribuzione, la coda più a destra rappresenta la zona dei casi di incidente. Le valutazioni basate sui dati raccolti hanno evidenziato che si presenta un evento di incidente circa ogni 5000 ore di conflitti osservati che rendono le valutazioni nella zona descritta prima molto difficile.

Figura 0.6. Rapporto fra il conflitto e le frequenze relative di incidente per la zona di severità[2]

Hydén sostiene quindi che le distribuzioni proporzionali di conflitti e di incidenti per la zona di severità potrebbero essere usate come base per individuare una relazione fra la somma di incidenti e conflitti in numero assoluto. Questi dati potrebbero essere usati per derivare la probabilità che un conflitto di una severità particolare conduca a incidenti seri.

Nei casi studiati da Hydén, questi valori di probabilità hanno indicato chiaramente un elevato livello di rischio potenziale per gli utenti vulnerabili (ciclisti e pedoni). Questi risultati suggeriscono che gli approcci futuri per la predizione del numero di incidenti basati sui conflitti osservati dovranno considerare le frequenze di severità dove un numero più alto di conflitti severi suggeriscono un elevato rischio di incidenti che coinvolgono feriti.