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La campagna elettorale profilata

Capitolo III – Dinamiche del mandato in Internet: opportunità di disintermediazione e nuove forme di dominio

2. Una sfera pubblica frammentata: fake news e propaganda elettorale profilata sui social network

2.2. La campagna elettorale profilata

L’utilizzo dei social per l’informazione e la propaganda politica è stato sfruttato anche da alcuni politici, che – con l’aiuto di aziende come Cambridge Analytica – usano i dati dei cittadini per profilarli e mandare una propaganda mirata655. Infatti, attraverso i social si possono inviare messaggi tagliati non solo sulla categoria demografica – cioè sul distretto congressuale, sugli interessi, sui dati demografici o su combinazioni di questi dati656 – ma addirittura sui caratteri delle singole persone657, ricostruiti in base ai loro comportamenti658. Questo consente anche di capire che effetto ha avuto la propaganda, in quanto rende possibile tracciare e contare i click dell’elettore sull’inserzione659. In buona sostanza, quindi, le campagne elettorali stanno utilizzando le stesse strategie proprie della

654 E. Newland – C. Nolan – C. Wong – J. York, Account Deactivation and Content Removal:Guiding

Principles and Practices for Companies and Users, The Berkman Center for Internet & Society and

The Center for Democracy & Technology, September 2011, in

http://cyber.harvard.edu/sites/cyber.harvard.edu/files/Final_Report_on_Account_Deactivation_and_Content _Removal.pdf, pp. 16 ss.

655 H. Grassegger – M. Krogerus, The Data That Turned the World Upside Down, in

Motherboard.vice.com, 28/1/2017, in https://motherboard.vice.com/en_us/article/mg9vvn/how-our-likes- helped-trump-win.

656

H. Davies – D. Yadron, How Facebook tracks and profits from voters in a $10bn US election, in

TheGuardian.com, 28/1/2016, in http://www.theguardian.com/us-news/2016/jan/28/facebook-voters-us- election-ted-cruz-targeted-ads-trump.

657

R. Booth, Facebook employs ex-political aides to help campaigns target voters, in TheGuardian.com, 8/5/2017, in https://www.theguardian.com/technology/2017/may/08/facebook-political-aides-campaigns-

target-voters; Politics by numbers, in TheEconomist.com, 26/3/2016, in

http://www.economist.com/news/special-report/21695190-voters-america-and-increasingly-elsewhere-too- are-being-ever-more-precisely; D. Patterson, Election Tech: Why social media is more powerful than

advertising, in TechRepublic.com, 31/5/2016, in http://www.techrepublic.com/article/election-tech-why- social-media-is-more-powerful-than-advertising/.

658 S. Issenberg, Cruz-Connected Data Miner Aims to Get Inside U.S. Voters' Heads, in Bloomberg

Politics, 12/11/2015, in http://www.bloomberg.com/politics/features/2015-11-12/is-the-republican-party-s- killer-data-app-for-real-. Come spiega il fondatore di TargetPoint, un’importante impresa che si occupa di trattamento di dati per le campagne conservatrici: «Microtargeting is trying to unravel your political DNA, the more information I have about you, the better». I sistemi sono in grado di raggruppare le persone in target

clusters, con nomi come Flag and Family Republicans o Tax and Terrorism Moderates: D. O'Sullivan, The RNC Files: Inside the Largest US Voter Data Leak, in UpGuard.com, 26/6/2017, in https://www.upguard.com/breaches/the-rnc-files.

659

175 pubblicità commerciale, che viene presentata al singolo utente in modo personalizzato in base ai dati raccolti.

Queste tecniche sono state usate non solo nel voto referendario per la Brexit e nelle presidenziali degli Stati Uniti del 2016, ma anche in altri casi: ad esempio, se ne sono avvalsi Ted Cruz per le primarie del partito repubblicano negli USA660, J. Trudeau in Canada661 e diversi candidati alle Presidenziali francesi del 2017 e alle relative primarie662.

Questo fenomeno si inserisce in una tendenza più generale della rete, che va verso il mutamento della sfera pubblica663. Quest’ultima, originariamente era concepita come unitaria, ma oggi si va frammentando in comunità di affini e persino in base ai singoli soggetti. Di conseguenza, genera un problema rispetto al criterio della responsabilità politica del candidato, in quanto quest’ultima si basa anche sulla possibilità di controllare l’esercizio del mandato in rapporto alle promesse elettorali. Infatti, se un candidato riesce a mostrare in qualche modo volti diversi a diversi elettori, diviene sempre più difficile per il corpo elettorale organizzare forme di controllo che oltrepassino quella individuale. Di conseguenza, anche se vi è ancora chi dubita della reale capacità ‘manipolativa’ di queste tecniche664, questo non elimina il danno alla correttezza dell’informazione, in quanto il fatto stesso che quest’ultima sia resa in modo diverso ai singoli soggetti è in sé rischioso per la formazione di una sfera pubblica democratica.

Inoltre, è difficile controllare l’effettivo rispetto da parte del candidato delle regole che riguardano le campagne elettorali. Questo è particolarmente evidente se si pensa ai cd.

dark post – che Facebook chiama unpublished post – i quali sono visibili solo a

destinatari con caratteristiche specifiche, non hanno link permanenti, non restano sulla pagina di chi li ha pubblicati e spariscono quando il destinatario dell’annuncio fa scorrere

660 S. Issenberg, Cruz-Connected Data Miner Aims to Get Inside U.S. Voters' Heads, cit.; K.P. Vogel – T.

Parti, Cruz partners with donor's 'psychographic' firm, in Politico.com, 7/7/15, in http://www.politico.com/story/2015/07/ted-cruz-donor-for-data-119813#ixzz3yibXaK74. The Guardian ha rivelato a dicembre che la campagna di Cruz ha pagato almeno $750,000 a un’azienda di consulenza con esperienza nella raccolta di dati psicologici da decine di migliaia di profili Facebook: H. Davies – D. Yadron,

How Facebook tracks and profits from voters in a $10bn US election, cit.

661 Politics by numbers, cit.

662 A. Gorius, Ces logiciels qui promettent l'Élysée, in LesEchos.fr, 2/9/2016, in

https://www.lesechos.fr/02/09/2016/LesEchosWeekEnd/00043-010-ECWE_ces-logiciels-qui-promettent-l- elysee.htm#clRM3R2foew6WgkL.99.

663 D. Cardon, La démocratie Internet. Promesses et limites, Seuil et La République des Idées, Paris,

2010.

664 M. Schwartz, Facebook Failed to Protect 30 Million Users from Having their Data Harvested by

Trump Campaign Affiliate, in TheIntercept.com, 30/3/2017, in https://theintercept.com/2017/03/30/facebook- failed-to-protect-30-million-users-from-having-their-data-harvested-by-trump-campaign-affiliate/; S. Issenberg, Cruz-Connected Data Miner Aims to Get Inside U.S. Voters' Heads, in Bloomberg Politics, cit.; H. Davies – D. Yadron, How Facebook tracks and profits from voters in a $10bn US election, cit.

176 la pagina665. Del resto, dal momento che i politici sfruttano gli stessi sistemi delle campagne pubblicitarie commerciali, Facebook applica il medesimo regime di segretezza: dettagli come il numero di utilizzatori che hanno cliccato, l’impatto per categorie demografiche, il grado di apparizione delle pubblicazioni, il denaro investito, etc., restano noti solo a Facebook e al cliente che ordina la campagna. Eppure, su altre piattaforme, come, ad esempio, in televisione, questi stessi messaggi sarebbero soggetti a specifiche prescrizioni di trasparenza666.

Certamente, le esigenze di regolazione delle campagne elettorali in rete sono differenti da quelle offline. Normalmente, queste ultime si basano sulla necessità di assicurare un’equa ripartizione di uno spazio di visibilità limitato, come quello della radiotelevisione o dei muri per attaccare manifesti. In questo caso, invece, in teoria l’uso di un mezzo social da parte di un candidato non impedirebbe l’uso da parte di un altro667. Di conseguenza, il problema si sposta dall’oggettiva limitatezza delle frequenze alla possibilità di ottenere uno spazio di visibilità all’interno delle poche piattaforme che detengono l’oligopolio dell’informazione668.

Oppure, si ritiene che il web sia uno strumento più democratico perché il costo delle pubblicità sarebbe molto più basso che in tv669: un Commissario repubblicano della Federal Election Commission ha affermato che la campagna su Internet è in sé più meritocratica, perché sul web le idee ben espresse potrebbero trovare spazio senza barriere di costo670. Questo, però, è quanto meno opinabile, se si guarda alle modalità di circolazione delle informazioni in rete. Infatti, nell’Internet dominato dalle grandi imprese commerciali non

665 D. Ingram, Facebook to keep wraps on political ads data despite researchers' demands, in

Reuters.com, 22/6/2017, in http://www.reuters.com/article/us-usa-politics-facebook- idUSKBN19D1CN?feedType=RSS&feedName=technologyNews; R. Staglianò, «Così, con i social network,

abbiamo fatto vincere Donald Trump», in Repubblica.it/Venerdì, 7/2/2017, in

http://www.repubblica.it/venerdi/reportage/2017/02/07/news/cambridge_analytica_trump_alexander_nix_fa cebook-157788266/.

666 A. Orsini, Facebook ne veut pas dévoiler les secrets des publicités politiques ciblées, in

Numerama.com, 22/6/2017, in http://www.numerama.com/politique/269624-facebook-ne-veut-pas-devoiler- les-secrets-des-publicites-politiques-ciblees.html; D. Ingram, Facebook to keep wraps on political ads data

despite researchers' demands, cit.

667 B. Biersack, How the Internet could democratize campaign spending, in WashingtonPost.com,

9/8/2016, in https://www.washingtonpost.com/news/in-theory/wp/2016/08/09/how-the-internet-could- democratize-campaign-spending/?utm_term=.8b4c36a551e7.

668 O. Pollicino, La prospettiva costituzionale sulla libertà d’espressione nell’era di Internet, cit., pp. 49-

50.

669 Ivi.

670 R. Gebelhoff, How will the Internet change political advertising?, in WashingtonPost.com, 8/8/2016,

in https://www.washingtonpost.com/news/in-theory/wp/2016/08/08/how-will-the-internet-change-political- advertising/?utm_term=.2cae81a1b528.

177 c’è molto di spontaneo nell’attivismo delle campagne elettorali: anche i nuovi sistemi di pubblicità online hanno bisogno, oggi, di ingenti risorse per assumere tecnici migliori, pagare per i sondaggi e comprare inserzioni di propaganda su Facebook671.

In ultima istanza, quindi, il problema si riduce ancora una volta a una questione di uguaglianza sostanziale tra le piattaforme e all’interno delle piattaforme. Infatti, se la propaganda mirata fosse inserita in un circuito paritario di reciproco controllo, si potrebbe dare ragione a chi afferma che il targeting sia un bene per il diritto di informare672 e di essere informati673, in quanto garantirebbe un’offerta informativa migliore in rapporto alle esigenze di ciascuno. Tuttavia, questo sarebbe vero se il rapporto fosse biunivoco, e vi fosse un coinvolgimento attivo del pubblico, anche marginalizzato, e quindi l’analisi dei dati fosse fatta solo con il desiderio, il consenso e, idealmente, la partecipazione degli individui osservati674; inoltre, sarebbe necessaria una data science uguale e contraria, volta a controllare il potere675. In caso contrario, la profilazione non ha nulla di diverso da una sorveglianza, che – come si diceva – finisce per influire sulle libertà anche politiche di ciascuno. Proprio per questo l’Open Data Institute ha chiesto ai candidati nelle elezioni UK di pubblicare informazioni sui candidati e di chiarire come i dati personali sono utilizzati per le campagne676.

Addirittura, si è notato che, in assenza di controlli, la pubblicità mirata potrebbe degenerare in fake news677, in quanto produce dei messaggi che non hanno un’ampia

671

Politics by numbers, cit.; B. Biersack, How the Internet could democratize campaign spending, cit.

672

R. Gebelhoff, How will the Internet change political advertising?, cit.

673 Cfr. anche Jim Gilliam, fondatore e chief executive di NationBuilder (cit. in N. Corasaniti – R. Shorey,

Millions of Voter Records Posted, and Some Fear Hacker Field Day, in The New York Times, 30/12/2015, in http://www.nytimes.com/2015/12/31/us/politics/voting-records-released-privacy-

concerns.html?partner=rss&emc=rss): «From our perspective, it is extremely important for campaigns to be

able to know who can vote for them, and be able to do legitimate outreach and engagement. That’s the point of the democratic process: that you can talk to voters»; R. Capocelli, Nix, il cervello della campagna

elettorale di Trump: “Grazie ai big data sappiamo cosa vogliono i cittadini”, in LaStampa.it, 8/9/2016, in http://www.lastampa.it/2016/09/08/esteri/nix-il-cervello-della-campagna-elettorale-di-trump-grazie-ai-big- data-sappiamo-cosa-vogliono-i-cittadini-lrAlMRFbISjIOoAWcoNgwL/pagina.html.

674 J. Bates, Towards a critical data science – the complicated relationship between data and the

democratic project, in blogs.lse.ac.uk, 13/1/2016, in http://blogs.lse.ac.uk/europpblog/2016/01/13/towards-a- critical-data-science-the-complicated-relationship-between-data-and-the-democratic-project/.

675 Ivi.

676 J. Tennison, Open letter to political parties: publish data on candidates and be open about how you

use personal data, in TheOdi.org, 10/5/2017, in https://theodi.org/blog/open-letter-to-political-parties- publish-data-on-candidates-and-be-open-about-how-you-use-personal-data.

178 visibilità e che non vengono verificati678. Non è un caso, infatti, che la proposta di legge francese sulle fake news prevedeva, tra le varie misure, requisiti di trasparenza riguardo «l’identità e la qualità della persona fisica o morale così come, eventualmente, di quella per conto della quale ella dichiara di agire, che versa alla piattaforma una remunerazione in contropartita della promozione di contenuti di informazione»679, ma anche «l’ammontare delle remunerazioni ricevute in cambio della promozione di contenuti di informazione, così come l’identità delle persone fisiche o giuridiche dalle quali le hanno ricevute quando questo ammontare è superiore a una soglia fissata per decreto»680. Come si accennava, anche l’High Level Group incaricato dalla Commissione UE ha sottolineato che un impegno delle piattaforme a condividere i propri dati sui sistemi di circolazione delle informazioni in rete può consentire alle organizzazioni di fact-checking di verificare l’efficacia delle misure messe in campo681.

Anche in questo caso, quindi, viene in evidenza un utilizzo ineguale della rete, in cui il discrimine è il possesso dei dati. A monte, infatti, la vicenda di Cambridge Analytica, come la conosciamo, non sarebbe stata possibile se non vi fosse stata una piattaforma, come Facebook, capace di raccogliere dati di innumerevoli utenti. Per dare conto di questa affermazione, sembra opportuno ricostruire la questione di fatto da cui è nato lo scandalo.

Trump per la sua campagna si è avvalso di Cambridge Analytica682, branca di un

military contractor, denominato Strategic Communication Laboratories (SCL), il quale

aveva sviluppato in altri ambiti algoritmi per svolgere una comunicazione mirata683. Quest’ultima si è avvalsa dei dati raccolti dalla Global Science Research (GSR), fondata da Aleksandr Kogan684.

678 Id., Le Royaume-Uni appelle Facebook à redoubler d’efforts contre les fake news avant les

législatives, in Numerama.com 26/4/2017, in http://www.numerama.com/tech/252445-le-royaume-uni- appelle-facebook-a-redoubler-defforts-contre-les-fake-news-avant-les-legislatives.html.

679 Proposition de loi relative à la lutte contre les fausses informations, cit., art. 1 680 Ivi.

681 Independent High Level Group on Fake News and Online Disinformation, A multi-dimensional

approach to disinformation, cit., pp. 22-24.

682 M. Schwartz, Facebook Failed to Protect 30 Million Users from Having their Data Harvested by

Trump Campaign Affiliate, cit.

683 H. Grassegger – M. Krogerus, The Data That Turned the World Upside Down, cit.

684 H. Davies, Ted Cruz using firm that harvested data on millions of unwitting Facebook users, in

TheGuardian.com, 11/12/2015, in http://www.theguardian.com/us-news/2015/dec/11/senator-ted-cruz- president-campaign-facebook-user-data; R. Staglianò, «Così, con i social network, abbiamo fatto vincere

Donald Trump», cit.; H. Grassegger – M. Krogerus, La politica ai tempi di Facebook, in Internazionale,

179 Quest’ultimo si è ispirato al lavoro svolto dal laboratorio Cavendish dell’Università di Cambridge, noto per i suoi studi cd. ‘psicometrici’685. Gli studiosi di questo Centro avevano chiesto a un certo numero di persone di rispondere a un quiz di personalità su Facebook686, domandando al tempo stesso il consenso alla cessione dei dati contenuti nei propri profili687. In questo modo, gli algoritmi hanno potuto utilizzare i like e i post per allenare i modelli statistici a predire tipi di personalità688: i risultati dei questionari sul carattere dell’individuo venivano confrontati con i dati relativi all’uso di Facebook per rilevare alcune correlazioni. Queste ultime potevano anche corrispondere a collegamenti impossibili da ricostruire attraverso la logica, ma comunque statisticamente corretti: ad esempio, l’indagine ha mostrato che i maschi che mettevano un like a una pagina di filosofia tendevano a essere introversi689. In effetti, il modello sviluppato era in grado, con centocinquanta like di predire alcuni comportamenti di una persona meglio dei suoi genitori e con trecento like meglio del compagno o della compagna690. Oggi questi dati si arricchiscono con informazioni sempre più numerose, date dal numero di foto profilo postate, dal numero di contatti o dal sensore di movimento del telefono691.

Kogan intendeva usare le informazioni a fini commerciali, ma si è visto negare il consenso dell’Università692. Di conseguenza, ha cercato di replicare la base di dati, lanciando una propria app con un test di personalità693, la quale chiedeva nome, sesso e attività di chi rispondeva, nonché quelli di tutti i loro amici694. Successivamente, a metà del 2014, Facebook ha annunciato una nuova politica nei confronti delle app, assicurandosi che esse chiedessero solo i dati effettivamente utilizzati per prestare il servizio. Tuttavia,

685 R. Staglianò, «Così, con i social network, abbiamo fatto vincere Donald Trump», cit.

686

S. Issenberg, Cruz-Connected Data Miner Aims to Get Inside U.S. Voters' Heads, cit.; H. Grassegger – M. Krogerus, La politica ai tempi di Facebook, cit.

687 H. Grassegger – M. Krogerus, The Data That Turned the World Upside Down, cit. 688 S. Issenberg, Cruz-Connected Data Miner Aims to Get Inside U.S. Voters' Heads, cit.

689

H. Grassegger – M. Krogerus, La politica ai tempi di Facebook, cit.; Id., The Data That Turned the

World Upside Down, cit.

690 R. Staglianò, «Così, con i social network, abbiamo fatto vincere Donald Trump», cit. 691 H. Grassegger – M. Krogerus, The Data That Turned the World Upside Down, cit.

692 M. Schwartz, Facebook Failed to Protect 30 Million Users from Having their Data Harvested by

Trump Campaign Affiliate, cit.; H. Grassegger – M. Krogerus, The Data That Turned the World Upside Down, cit.

693 R. Staglianò, «Così, con i social network, abbiamo fatto vincere Donald Trump», cit.; H. Davies, Ted

Cruz using firm that harvested data on millions of unwitting Facebook users, cit..

694 M. Schwartz, Facebook Failed to Protect 30 Million Users from Having their Data Harvested by

180 ha dato un anno di tempo per adattarsi, e in quel tempo GSR ha avuto la possibilità di assumere ancora altre informazioni695.

In realtà, Kogan non ha trafugato i dati, ma ne ha fatto un abuso, in quanto egli sarebbe stato autorizzato a usarli solo per scopi di ricerca696. Questa ricostruzione, che inizialmente era solo un sospetto, è stata confermata da un analista di Cambridge Analytica, che come

whistleblower ha raccontato e dato prova del fatto che l’azienda attraverso Facebook ha

potuto disporre di email, fatture, contratti e trasferimenti bancari di più di 50 milioni di persone, per la maggior parte votanti negli USA697. Wylie ha mostrato anche una lettera con cui i legali di Facebook in agosto 2016 gli chiedevano di distruggere i dati in suo possesso raccolti da GSR, ma poi si sono accontentati di una semplice dichiarazione di aver cancellato le informazioni, e non hanno notificato il breach né ai governi né agli interessati698.

Oltre a Facebook, che rappresenta forse la fonte principale, Cambridge Analytica si avvale di data broker di scala globale, per acquistare una serie di dati di fonti diversi: registri anagrafici e automobilistici, informazioni sugli acquisti, dati delle tessere omaggio, iscrizioni ai club699...

Questo rende chiaro che a monte del problema della propaganda elettorale profilata vi è anche il tema della privacy, intesa come capacità di ciascuno di tenere sotto controllo la circolazione delle proprie informazioni personali. Anzi, sembra che questo scandalo, incidendo sulle pubbliche elezioni, renda particolarmente evidente come oggi il diritto alla riservatezza possa essere difficilmente inteso nell’ambito di una relazione ‘da uno a uno’, tra il titolare dei dati e colui che li tratta. Infatti, se la cessione di dati di ciascuno influisce sulla totalità della sfera pubblica, sarebbe più corretto iniziare a concepire la privacy come un diritto di autodeterminazione collettiva, come si spiegherà meglio nel paragrafo 4.

In questo senso, il discorso è sensibilmente diverso negli USA e nell’Unione Europea. Infatti, negli Stati Uniti è relativamente semplice vendere e comprare dati, tanto è vero che

695 H. Davies, Ted Cruz using firm that harvested data on millions of unwitting Facebook users, cit.; M.

Schwartz, Facebook Failed to Protect 30 Million Users from Having their Data Harvested by Trump

Campaign Affiliate, cit.

696 C. Cadwalladr – E. Graham-Harrison, Revealed: 50 million Facebook profiles harvested for