• Non ci sono risultati.

Campagna europea sulla manutenzione sicura

Nel documento Rapporto Annuale Regionale 2009 (pagine 76-86)

77

Campagna europea sulla manutenzione sicura

Campagna europea sulla manutenzione sicura

79

Sezione 3

Monografie

81 3.1 La trasferibilità dei metodi di valutazione ergonomica:

uno studio sperimentale col software ERA

Raffaele d’Angelo1, Erminia Attaianese2, Gabriella Duca2, E. Russo1

1INAIL Campania – ConTARP - 2LEAS Laboratorio di Ergonomia Applicata e Sperimentale – Università Federico II di Napoli

Abstract

Per sua natura, l’ergonomia richiede che la valutazione dell’adeguatezza delle postazioni di lavoro avvenga sulla base delle caratteristiche specifiche dei compiti lavorativi svolti dall’operatore, osservati nelle specifiche condizioni operative in cui l’attività viene condotta.

Tali peculiarità pongono il problema della disponibilità di strumenti standardizzati per la valutazione ergonomica a fronte dell’ampia variabilità del set di parametri ergonomici effettivamente significativi ai fini di ciascuna valutazione. Il tema risulta significativo specialmente nel contesto italiano, dove le competenze professionali in ergonomia non sono formalmente codificate e, pertanto, la configurazione di metodi standardizzati di valutazione deve garantire semplicità di impiego e affidabilità dei risultati indipendentemente dal livello di conoscenze o esperienze specifiche in ergonomia del valutatore. Il trasferimento di modelli e conoscenze fra settori diversi è una pratica diffusa e spesso incoraggiata in tutti i settori disciplinari, e lo studio dell’applicabilità di tale pratica ai metodi di valutazione ergonomica risulta particolarmente opportuno. In questo scenario può apparire interessante la sperimentazione sul campo delle potenzialità derivanti dal trasferimento di metodi di valutazione ergonomica dall’ambito operativo per il quale sono

stati costruiti ad altri.

Si deve rilevare, infatti, che né il panorama internazionale dei prodotti on the shelf sul mercato, né il panorama scientifico-sperimentale offrono, ad oggi, soluzioni applicabili in contesti indifferenziati. Ciò, perché le valutazioni ergonomiche sono l’esito dell’analisi delle interazioni/interferenze che, nell’attività lavorativa, si instaurano fra le caratteristiche personali dell’operatore, gli obiettivi del suo compito lavorativo e il contesto tecnico-organizzativo, così che il giudizio sulle condizioni ergonomiche offerte da una data postazione di lavoro dipende non soltanto dal valore rilevato per ciascun singolo parametro, ma dal peso relativo che questo assume nello specifico contesto operativo.

Di conseguenza, appare utile verificare con sperimentazioni sul campo quali siano gli aspetti invarianti, e quindi trasferibili da un settore ad un altro, dei metodi di valutazione ergonomica e quali siano, invece, gli aspetti della valutazione che devono essere costruiti o ridefiniti caso per caso affinché l’applicazione dei metodi ad un settore diverso abbia, comunque, esiti affidabili. Il full paper illustra metodi e risultati dello studio sperimentale sul trasferimento del metodo di valutazione ergonomica delle postazioni di lavoro in ambiente metalmeccanico implementato nel software ERA – Ergonomic Risk Assessment alla valutazione delle condizioni ergonomiche delle postazioni di lavoro a VDT di back-office (laboratori di ricerca e uffici …).

Introduzione

Per sua natura, l’ergonomia richiede che la valutazione dell’adeguatezza delle postazioni di lavoro avvenga sulla base delle caratteristiche specifiche dei compiti lavorativi svolti dall’operatore, osservati nelle specifiche condizioni operative in cui l’attività viene condotta.

Tali peculiarità pongono il problema della disponibilità di strumenti standardizzati per la valutazione ergonomica a fronte dell’ampia variabilità del set di parametri ergonomici effettivamente significativi ai fini di ciascuna valutazione. Il tema risulta significativo specialmente nel contesto italiano, dove le competenze professionali in ergonomia non

sono formalmente codificate e, pertanto, la configurazione di metodi standardizzati di valutazione deve garantire semplicità di impiego e affidabilità dei risultati indipendentemente dal livello di conoscenze o esperienze specifiche in ergonomia del valutatore. Il trasferimento di modelli e conoscenze fra settori diversi è una pratica diffusa e spesso incoraggiata in tutti i settori disciplinari, e lo studio dell’applicabilità di tale pratica ai metodi di valutazione ergonomica risulta particolarmente opportuno. In questo scenario può apparire interessante la sperimentazione sul campo delle potenzialità derivanti dal trasferimento di metodi di valutazione ergonomica dall’ambito operativo per il quale sono stati costruiti ad altri campi di applicazione. Si deve rilevare, infatti, che né il panorama internazionale dei prodotti on the shelf sul mercato, né il panorama scientifico-sperimentale offrono, ad oggi, soluzioni applicabili in contesti indifferenziati.

Ciò perché le valutazioni ergonomiche sono l’esito dell’analisi delle interazioni/interferenze che, nell’attività lavorativa, si instaurano fra le caratteristiche personali dell’operatore, gli obiettivi del suo specifico compito lavorativo e il particolare contesto tecnico-organizzativo, così che il giudizio sulle condizioni ergonomiche offerte da una data postazione di lavoro dipende non soltanto dal valore rilevato per ciascun singolo parametro di controllo, ma dal peso relativo che questo assume nello specifico contesto operativo. Di conseguenza, appare utile verificare quali siano gli aspetti invarianti, e quindi trasferibili da un settore ad un altro e quali siano, invece, quegli aspetti della valutazione che devono essere predisposti ex-novo o ridefiniti caso per caso affinché l’applicazione dei metodi di valutazione ergonomica in un settore diverso da quello originario fornisca, comunque, esiti affidabili.Il contributo illustra uno studio sui criteri trasferibilità del metodo di valutazione ergonomica delle postazioni di lavoro in ambiente metalmeccanico implementato nel software ERA – Ergonomic Risk Assessment, alla valutazione delle condizioni ergonomiche delle postazioni di lavoro a VDT di back-office, nelle attività terziarie.

La valutazione delle postazioni di lavoro metalmeccaniche col sw ERA

Il software ERA è un sistema interattivo che, a partire dall’'esecuzione informatizzata della task analysis dell'attività lavorativa, considera e valuta, in maniera integrata, il peso e il livello di gravità dei diversi fattori lavorativi sulle condizioni ergonomiche della postazione di lavoro. Il sistema, inoltre, è stato progettato considerando il suo uso da parte di utenti non esperti in ergonomia, offrendo un approfondito sistema di help contestuali ed una guida al software interattiva finalizzata a fornire i concetti e tecniche principali dell’ergonomia.

Fig. 1 – Screen shot della task analysis informatizzata

Una delle caratteristiche di ERA è, dunque, la possibilità di applicare la principale tecnica per l'analisi e la progettazione ergonomica: la task analysis. La task analysis, o analisi dei compiti, è la procedura attraverso la quale, con l’osservazione diretta, si identificano la sequenza delle azioni richieste all’operatore nell'uso dell'oggetto o del sistema da

83 progettare o valutare. Le informazioni necessarie per eseguire una task analysis sono riferite in prima persona all'utente, e sono relative alle modalità d'impiego, alle posture e ai movimenti che egli compie, e in generale alle condizioni di utilizzo del sistema analizzato.

ERA esegue la valutazione delle condizioni ergonomiche in una data postazione, rispetto alle condizioni ergonomiche di riferimento, in rapporto allo svolgimento della specifica attività lavorativa.

− condizioni ambientali e organizzative di svolgimento del compito.

Il software è costituito da un data base di descrittori delle condizioni ergonomiche, che devono essere opportunamente selezionati dal valutatore. Sulla base delle opzioni selezionate, ERA elabora il livello di rispetto delle condizioni ergonomiche e suggerisce l’applicazione dei metodi di valutazione del rischio biomeccanico, anche questi in forma informatizzata, più opportuni per il caso. Infatti, se le risposte alle diverse domande relative alla descrizione delle azioni elementari rappresentano modalità di esecuzione delle azioni potenzialmente rischiose a causa del sovraccarico biomeccanico agli arti superiori, vengono attivati i trigger che guidano l’utente all’applicazione di uno o più metodi di valutazione del rischio presenti in ERA: OCRA, NIOSH, Strain Index, Liberty Mutual Material Handling Tables.

L’utente esperto potrà inoltre selezionare manualmente l’opzione per la valutazione interattiva del rischio con ulteriori metodi (RULA, HAL). Il sistema ERA formula la valutazione delle condizioni ergonomiche relativamente alla postazione nel suo complesso ed alle singole azioni individuate nella task analysis. ERA presenta il livello di adeguatezza delle condizioni ergonomiche della postazione è espresso rispetto alle singole categorie di indicatori definite, nonché rispetto al complesso delle condizioni ergonomiche di riferimento.

Fig. 2 – Screen shot della valutazione delle condizioni ergonomiche

Dalla lettura delle prestazioni ergonomiche della postazione effettuata con l’applicazione del software ERA, è possibile individuare gli aspetti del contesto lavorativo che risultano maggiormente critici, che presentano, cioè, un elevato indice di rischio per sovraccarico biomeccanico, sui quali risulta opportuno l'intervento di miglioramento. Nel caso del miglioramento delle condizioni di lavoro in alcune linee produttive dello stabilimento industriale Indesit Company S.p.A. di Teverola (CE), il software ERA ha consentito di

verificare l’adeguatezza di una serie di interventi di miglioramento precedentemente individuati.

L’attività di validazione condotta ha confermato la capacità di ERA di elaborare dati sulla postazione di lavoro metalmeccanica con criteri coerenti con quelli adottati degli esperti del dominio, rendendo accessibile questo know-how anche a valutatori con basso livello di esperienza in ergonomia, o poco pratici nell’applicazione dei metodi analitici di valutazione del rischio per sovraccarico biomeccanico degli operatori.

Criteri di trasferibilità per l’applicazione del sw ERA nella valutazione delle postazioni di lavoro a VDT

Lo studio della trasferibilità del sistema ERA dal settore metalmeccanico a quello del lavoro d’ufficio nell’ambito del terziario è stato condotto analizzando, in prima battuta, gli aspetti di natura fisica, organizzativa e psico-sociale che maggiormente incidono sulle condizioni ergonomiche offerte dalla postazione di lavoro, rilevandone affinità e differenze in rapporto al contenuto delle mansioni nei due settori. In un secondo momento, si è posta attenzione ai descrittori impiegati da ERA per i tre aspetti citati, valutando se essi sono in grado di rappresentare tutti i fattori che incidono sulla qualità ergonomica della postazione a VDT. In particolare, è stata considerata l’esaustività e significatività dei descrittori individuati per la postazione metalmeccanica per effettuare l’analisi dei compiti, la valutazione dei rischi biomeccanici e delle condizioni ergonomiche con esiti affidabili.

Fig. 3 – Percentuali dei descrittori delle condizioni ergonomiche per categorie

Si consideri, infatti, che nel lavoro metalmeccanico grande attenzione è riservata alla descrizione dei movimenti e degli sforzi, e dunque agli aspetti fisici del lavoro alla postazione mentre, per quanto attiene alle attività svolte al VDT, queste componenti risultano meno significative, nel senso che i segmenti corporei interessati nell’esecuzione dei compiti riguardano solo alcuni limitati distretti corporei, che compiono un range di movimenti piuttosto ridotto. Pertanto le check-list dei descrittori forniti da ERA risultano piuttosto ridondanti, per quanto riguarda la descrizione degli aspetti fisici di una postazione di lavoro a VDT; per le stesse ragioni, i metodi di valutazione del rischio biomeccanico non risultano totalmente trasferibili.

Al contrario, per quanto riguarda gli aspetti ambientali, cioè di natura fisico-tecnica, si nota che i descrittori adeguati all’analisi del contesto lavorativo nel settore metalmeccanico risultano insufficienti se riferiti al lavoro al VDT, dove l’incidenza di aspetti connessi al comfort visivo, acustico e termo-igrometrico assumono un’importanza cruciale.

Per quanto attiene alla descrizione degli aspetti legati alle componenti psico-cognitive e all’errore umano, i descrittori impiegati per l’osservazione della postazione di lavoro di tipo

85 metalmeccanico risultano, anche in questo caso, piuttosto limitati, con una netta prevalenza di indicatori, ancora una volta, di natura prevalentemente fisica (difficoltà connesse alla richiesta di eccessiva precisione dei movimenti fini richiesti, possibili difetti di produzione, etc).

Fig. 4 – Trasferibilità dei descrittori delle condizioni ergonomiche per categorie

Di contro, nel lavoro al VDT, gli aspetti legati alla possibilità di descrivere il carico mentale dell’operatore e il suo livello di motivazione e coinvolgimento assumono grande importanza, in termini di possibilità di rilevare e assicurare i livelli di attenzione e concentrazione richiesti dal compito, il grado di motivazione, il senso di soddisfazione rispetto al riconoscimento del lavoro svolto, etc. Pertanto, è opportuno sottolineare che la valutazione ergonomica di una postazione di lavoro al VDT non può essere effettuata esclusivamente sulla base del rispetto dei requisiti stabiliti oggi dalla legge e dalle prassi che ne conseguono, poiché essi contemplano prevalentemente caratteristiche fisico-dimensionali di una parte delle attrezzature che la costituiscono, con superficiali accenni alle condizioni ambientali e senza alcun riferimento agli aspetti che attengono al

“contenuto” del lavoro, e dunque alla tipologia dei compiti svolti dall’operatore anche grazie al VDT, nel suo contesto di utilizzo.

Fig. 5 – Sintesi della trasferibilità dei descrittori delle condizioni ergonomiche presenti in ERA

Si rende evidente che nel lavoro al VDT si trascura di solito di considerare il ciclo lavorativo e dunque, in altri termini, il processo organizzativo/produttivo/lavorativo a cui appartiene la mansione di cui la postazione al VDT è lo strumento, cosa che, al contrario, è prassi considerare nelle postazioni appartenenti a linee produttive cosiddette hard.

Conclusioni

Le categorie generali dei descrittori che ERA individua per la valutazione dell’ergonomia della postazione di lavoro di tipo metalmeccanico sono valide anche per le postazioni al VDT, specie nella valutazione di postazioni al VDT appartenenti a processi di lavoro con procedure molto brevi, ripetitive e standardizzate.

Il sistema però, così come si presenta, non è integralmente trasferibile perché il peso assegnato alle singole variabili che descrivono gli aspetti di ergonomia fisica, organizzativa, degli strumenti e degli aspetti psicosociali nel lavoro di tipo metalmeccanico, non corrisponde a quello che tali aspetti assumono nel lavoro al videoterminale. Un ulteriore risultato derivante dall’applicazione di ERA a postazioni di questo tipo ha consentito di evidenziare, nella valutazione delle condizioni ergonomiche, la rilevanza degli aspetti “di processo” legati al contenuto dei compiti svolti dagli operatori a VDT, rispetto al ruolo assegnato alle caratteristiche fisiche dei dispositivi tecnologici e degli arredi utilizzati nella postazione, elementi questi solitamente enfatizzati nei protocolli di valutazione correntemente in uso.

Bibliografia

AA.VV.: Hard facts about soft machines, Taylor & Francis, 1994.

American Conference of Governmental Industrial Hygienists, Threshold Limit Value® (TLV®) for Hand Activity, 2001

Attaianese E., Attaianese L., d’Angelo R., Mura P., Disturbi e patologie muscolo-scheletriche in industria metalmeccanica complessa, in Giornale Italiano di Medicina del Lavoro ed Ergonomia, Aprile–Giugno, 28(2) pg. 182-184, Atti del 28° International Congress on Occupational Health (ICOCH), 11-16 giugno Milano.

Attaianese E., Duca G., Manuale di raccomandazioni ergonomiche per le postazioni di lavoro metalmeccaniche, Fridericiana, Napoli, 2008,

Corlett E. N., Clark T. S., The ergonomics of workspaces and machines: A design manual, Taylor & Francis, NY, USA, 1995.

E. N. Corlett, J. R. Wilson, Evaluation Of Human Work: A Practical Ergonomics Methodology, Taylor&Francis, 1995

Helander M., A guide to the ergonomics of manufacturing, Taylor & Francis, NY, USA, 1995.

Ilo, Ergonomic Check Points, International Labour Office Geneva, 1999.

K. Brookhuis, A. Hedge, H. W. Hendrick, E. Salas, N. Stanton, Handbook of Human Factors and Ergonomics Methods, Taylor&Francis, 2004

L. K. Ainsworth, B. Kirwan , A Guide To Task Analysis: The Task Analysis Working Group Taylor&Francis, 1992

Panero J., Zelnik M., Spazi a misura d’uomo, BE-MA Editrice, Milano, 1983.

Russo E., D’Angelo R., Attaianese E., Duca G., Attaianese L, Valutazione del rischio di sovraccarico biomeccanico degli arti superiori nell’industria metalmeccanica complessa: software Ergonomic Risk Assessment, in atti del Congresso Nazionale SIMLII 2008, Palermo 17-20 Novembre 2008

Nel documento Rapporto Annuale Regionale 2009 (pagine 76-86)

Documenti correlati