fascismo e modernizzazione delle periferie. Tuttavia non sempre ciò avveniva. Non di rado i
podestà, espressione delle tradizionali élites dominanti, non rispondevano alle nuove esigenze.
Da un lato, in quanto coinvolti nei fenomeni di beghismo, come attesta la prassi diffusa delle
denunzie anonime, generalmente per tutelare interessi personali; ma anche perché non sempre
apparivano dotati della necessaria preparazione e della sensibilità per adempiere ai nuovi
compiti che il regime esigeva da loro. Chi dimostrava di non possedere tali requisiti, vedeva
in genere concludersi prematuramente la propria esperienza podestarile, come peraltro sembra
attestare l’elevata alternanza di podestà e commissari prefettizi in precedenza evidenziata.
Significativo a questo proposito è quanto accade in alcuni dei più piccoli centri della
provincia. Così, ad esempio, a Ficulle, Enrico Maravalle, podestà dal 1935 ma dimessosi nel
236 ACS, MI, DGAC, DAGR, Podestà e Consulte municipali, b. 278, f. 30 “Terni”, Lettera del prefetto di Terni al ministero dell’Interno, Direzione generale amministrazione civile, 13 febbraio 1935; Relazione del prefetto di Terni al Gabinetto del ministro dell’Interno e alla Direzione generale amministrazione civile, 20 agosto 1937; Lettera del prefetto di Terni al ministero dell’Interno, Direzione generale amministrazione civile, 30 aprile 1936. Molti degli interventi promossi dall’amministrazione comunale guidata da Pianetti, furono strettamente funzionali alla costruzione del nuovo palazzo del Governo: così il rinnovo di piazza Tacito, destinata a diventare la maggiore della città, e dell’adiacente quartiere Battisti; il riammodernamento della rete idrica e fognaria della zona; la pavimentazione della piazza; la costruzione di una fontana monumentale, per la cui realizzazione il podestà bandì un concorso nazionale e nominò una commissione presieduta dall’architetto Marcello Piacentini; ma anche il contributo per la costruzione della nuova sede della Banca d’Italia e del Consiglio provinciale dell’Economia. Sull’insieme degli interventi promossi dal podestà Pianetti cfr. Giorgini, La città e la Provincia, in Covino (a cura di), Dal decentramento all’autonomia, cit., pp. 181-202.
1937, non soltanto si dimostrava assenteista, recandosi in Comune «solo
poche volte al
mese», ma, come emerge da una relazione ispettiva, «sia per la sua l’età avanzata come per lo
spirito poco realizzatore, non ha corrisposto alle aspettative della popolazione e alle esigenze
del Comune»
238. A Torre Orsina, sino al 1927 autonoma e in seguito accorpata a Terni,
nell’estate del 1929 un esposto indirizzato a Mussolini descriveva una situazione di «assoluto
abbandono», che contraddiceva con la volontà dell’«illuminato Governo» fascista volta ad
assicurare alla popolazione rurale un «moderno tenore di vita» e, soprattutto, «una coscienza
rurale in contrapposto al dannoso, invadente fenomeno dell’urbanesimo». La denuncia non
era però accolta dal prefetto Borri, che non le dava credito e rivendicava invece quanto fatto
dall’amministrazione comunale ternana per il piccolo centro della Valnerina
239. Peraltro,
quanto emerge dalle relazioni del servizio ispettivo della prefettura di Terni, con riferimento
al triennio 1931-1933, sembra delineare, sebbene in maniera non esaustiva, una situazione
generale nel complesso non soddisfacente: contrassegnata dalla presenza di numerose carenze
nei servizi pubblici, da ritardi nella realizzazione dei lavori necessari, da inefficienze e
irregolarità contabili negli uffici amministrativi dei Comuni, da deficit nei bilanci, imputabili
molto spesso, come visto, da mancanza di interesse, volontà e competenza
240. Se alla prova
238 L’ispezione aveva accertato «l’insufficienza dell’approvvigionamento idrico» e la necessità di interventi per il completamento della fognatura e la «dotazione di locali più idonei per le scuole delle frazioni». ACS, MI, DGAC, DAGR, Podestà e Consulte municipali, b. 277, f. 13 “Ficulle”, Estratto della nota inviata dalla prefettura di Terni al ministero dell’Interno, 15 luglio 1936; Estratto della nota inviata dalla prefettura di Terni al ministero dell’Interno, 15 marzo 1937.
239 Si denunciava, tra l’altro, come fosse «trascurata l’igiene; sospesi lavori di evidente indispensabilità quali la fognatura e il mattatoio […]»; si evidenziava la mancanza del «servizio telefonico […] l’impianto elettrico è ridotto in condizioni da non poter funzionare […] delle strade interne sono divenute impraticabili per il difetto di manutenzione e altrettanto si verifica per le strade esterne». A fronte di una richiesta di chiarimenti da parte del ministero dell’Interno, il prefetto rispondeva sottolineando l’impegno profuso dal Comune di Terni, impegnatosi per far fronte «alle necessità dei servizi pubblici, lasciati in abbandono dalle Amministrazioni locali», intervenendo in diversi ambiti (fognature, acquedotto, edilizia scolastica, sanità pubblica). Rilevava poi polemicamente che «il ristrettissimo numero degli abitanti della Frazione induce a concludere che essi devono così ritenersi notevolmente beneficiati». Ivi, f. 30 “Terni”, Esposto dei cittadini di Torre Orsina al duce, 14 giugno 1929; Relazione del prefetto di Terni al ministero dell’Interno, Direzione generale amministrazione civile, 4 settembre 1929.
240 Così a Parrano, nel 1933, il problema più urgente appariva quello dell’approvvigionamento idrico. Senza un acquedotto la fornitura d’acqua era «disimpegnata in maniera insufficiente e discontinua». Si attingeva infatti a due sorgenti di proprietà del principe Ruspoli, a cui il Comune pagava un canone. Una situazione pressoché analoga era quella di Lugnano in Teverina e Giove, sprovvisti di fognature e farmacia. La maggioranza dei Comuni della provincia aveva inoltre problemi di bilancio, con deficit più o meno significativi. Così a Baschi, Penna in Teverina, Montegabbione e Giove, nel corso del 1931 le amministrazioni comunali, nel tentativo di riequilibrare i bilanci in deficit, avevano aumentato le tasse, applicando «la sovrimposta fondiaria sino al 3° limite» e imponendo le «aliquote massime e le addizionali previste dall’art. 256 del T.U. per la Finanza locale», senza però riuscire a raggiungere il pareggio di bilancio. ACS, MI, DGAC, Divisione Seconda, Amministrazioni comunali e provinciali, b. 2435, f. 79 “Servizio ispettivo. Relazioni mensili 1931-1933”, Relazione riassuntiva del Servizio ispettivo della prefettura di Terni al ministero dell’Interno, Direzione generale dell’amministrazione civile, 29 novembre 1933; Relazione riassuntiva del Servizio ispettivo della prefettura di Terni al ministero dell’Interno, Direzione generale dell’amministrazione civile, 8 luglio 1933; Relazione