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“Il capitalismo, così inteso, si autoalimenta grazie alla propria capacità di inglobare ogni cosa e trasformarla in merce (persino la solidarietà) E' un ciclo perpetuo composto da microframmenti d

lavoro, prodotti da attori intercambiabili. Mentre il capitale, quindi è un flusso continuo, il

lavoratore è intermittente. (…) Il lavoratore deve rappresentare un frammento indistinto ed allo

stesso tempo saper essere originale: deve dimostra edi avere qualcosa in più degli altri e di

pretendere qualcosa in meno.”

23 “E- (…) Le Onlus non credo si interessino veramente a chi sta lavorando al momento per loro.

Loro dicono fateci lavorare, fateci guadagnare, perché devono vivere, è un po' come se avessero fatto il patto col diavolo, non perché sono cattive, perché gli viene proposta una pubblicità a costo zero, cioè il fatto che se noi facciamo pubblicità, e non firmiamo contatti, la Onlus non guadagna, però non ci perde, se invece noi firmiamo un contratto, allora le Onlus riescono a inviarci dei soldi, ci pagano ma questo a loro non gli importa, cioè di pagarci, perché in questo caso loro vengono pagate molto di più, cioè al lavoro c'è lo stesso esempio. Cioè se noi guadagnamo 10 oggi, allora la loro azienda guadagna 100 domani, quindi non gli importa di darci questi 10 oggi, se noi sappiamo che entro tot tempo faranno 100, quindi molto di più.

Z- E l'agenzia quanto guadagna in tutto questo?

23 Salvatore Cavalleri, La Fatica di essere creativi, in L'inutile Fatica soggettività e disagio psichico nell'ethos capitalistico contemporaneo, Milano, Mimesis, 2016, p. 47.

E- Ah bella domanda, bella domanda, bisognerebbe arrivare al vertice per capire quanto guadagna. Quello che so è che è un lavoro molto piramidale, cioè senza mezzi termini, chi sta sopra mangia da tutti quelli sotto, quindi chi sta più sotto, è un po' come se fosse un altro piccolo governo, se io guadagno dieci, so che due vanno al capo mio, e due di quel capo mio, vanno magari al capo di quell'associazione italiana, quindi è tutto un.. praticamente chi sta più in alto guadagna su chi, normale, si fa quei... cioè si può dire?

Z- Certo!

E- Si fa quei 100, 200 euro al mese. Z- Lavorando .. sei ore al giorno.

E- Lavorando di più... perché considera ti fai 5 giorni lavorativi, non è vero perché se ne fanno molti di più, addirittura i primi tempi lavoravo sette giorni a settimana compresa la domenica, quindi non è vero che si lavora 5 giorni a settimana...

Z- E per quanto tempo hai lavorato 7 giorni su 7?

E- Ho lavorato 7 giorni a settimana per il primo mese, perché volevo imparare, e volevo dare il massimo, addirittura mi è capitato una settimana 7 giorni senza pause, senza stop e la settimana dopo di nuovo 6, quindi diciamo la media era 6 a settimana.

Z- Senza nessun rimborso, trasporti...

E- Senza nessun rimborso e quella settimana, quel mese tra l'altro, non firmando contratti, ho dato la bellezza di quasi 24 giorni lavorativi, con un guadagno di praticamente 100 euro. Senza contare che, una cosa che poi me ne sono accorto solo dopo, mi hanno, una delle poche firme che ero riuscito a farmi fare, ha fatto la recessione e quindi mi hanno levato anche gli altri soldi (risate).

Z- Ah fantastico! (…)

Z- E' volontariato.

E- Letteralmente è volontariato, non perché loro ti sfruttano, cioè te lo dicono prima, tu lo firmi, lo sai, se non firmi non guadagni, però... sai anche che è un bel peso non poter guadagnare e addirittura anche andarci a rimettere, perché se non si è un minimo bravi e soprattutto se lo si fa part time, e io di persone ne ho conosciute e ci vai a rimettere. Che poi tante cose, per esempio i biglietti, le cose, ti dicono che c'è il rimborso, però a volte arriva dopo un mese, e quindi …

Z- Non ammortizzi mai..

E- Non ammortizzi mai, perché … se tu esci fuori, vai a lavorare una mezza giornata e ti vuoi comprare un panino, una mezza giornata considera che io conto anche le ore che tu impieghi per stare sui mezzi, perché la gente magari non lo fa, eh dici lavori quattro ore, sì ma se io ci impiego due ore per viaggiare, le quattro ore di lavoro che uno dice non sono nulla, diventano otto ore, otto ore sono un'intera giornata, e tu l'hai buttata, e se sei studente è importante tenere il conto di queste ore è essenziale, quindi sono .. un totale di una mezza giornata saranno 6 ore lavorative, circa, più facciamo finta un'ora e mezza e un'ora e mezza diventano 9 ore, che ti levi a una giornata, e sarebbe comunque mezza giornata di lavoro. Se sono 9 ore e se tu ti paghi i biglietti da solo, e il pranzo, perché c'è magari chi vorrebbe mangiare, c'è chi ha smesso come

me...

Z- Di mangiare?

E- Sì, ma veramente! Se vuoi lo racconto, a un certo punto ho smesso di pranzare e ci stavo andando in perdita coi pagamenti, e mi stavo arrabbiando con me stesso, perché quando non riesci a firmare, sei di cattivo umore, vorresti mangiare qualcosa a pranzo. Io non è che dico tanto, quei 2 euro e 50, quei 3 euro di panino della Conad, insomma una miseria. Anche perché non è un pranzo, ma te lo fai bastare, ma dopo quattro giorni che non guadagni quei 2 euro e mezzo si accumulano insieme e visto che non hai soldi per comprarteli a un certo punto ho smesso anche di pranzare. Quindi mi svegliavo alle 6 del mattino per andare a lavorare, e rimanevo fino alle otto di sera senza pranzo, qualcosa a colazione a casa mia la prendevo, però non essendo uno che faceva colazione.. insomma...”24

Da questo lungo estratto dell'intervista a Enea emergono alcuni interessanti elementi che svilupperò