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CAPITOLO 7: INQUADRAMENTO TERRITORIALE

8. CAPITOLO 8: EVENTUALI CRITICITA’ ED OPERE DI MITIGAZIONE

Con abbagliamento visivo si intende la compromissione temporanea della capacità visiva dell’osservatore a seguito dell’improvvisa esposizione diretta ad una intensa sorgente luminosa. L’irraggiamento globale è la somma dell’irraggiamento diretto e di quello diffuso, ossia l'irraggiamento che non giunge al punto di osservazione seguendo un percorso geometricamente diretto a partire dal sole, ma che viene precedentemente riflesso o scomposto. Il fenomeno di abbagliamento può essere pericoloso nel caso in cui l’inclinazione dei pannelli (tilt) e l’orientamento (azimuth) provochino la riflessione in direzione di strade provinciali, statali o dove sono presenti attività antropiche. Considerata la tecnologia costruttiva dei pannelli di ultima generazione, che riducono al minimo la componente di luce riflessa, nonchè il tipo di orientamento dei tracker ì, si può affermare che non sussistono fenomeni di abbagliamento sulla viabilità esistente, nonché su qualsiasi altra attività antropica. Per quanto riguarda il possibile fenomeno di abbagliamento, è noto che gli impianti che utilizzano l’energia solare come fonte energetica presentano possibili problemi di riflessione ed abbagliamento, determinati dalla riflessione della quota parte di energia raggiante solare non assorbita dai pannelli: si può tuttavia affermare che tale fenomeno è stato di una certa rilevanza negli anni passati soprattutto per l’uso dei cosiddetti “campi a specchio” o per l’uso di vetri e materiali di accoppiamento a basso potere di assorbimento, ed è stato registrato esclusivamente per le superfici fotovoltaiche “a specchio” montate sulle architetture verticali degli edifici. Inoltre i nuovi sviluppi tecnologici per la produzione delle celle fotovoltaiche fanno sì che, aumentando il coefficiente di efficienza delle stesse, diminuisca ulteriormente la quantità di luce riflessa (riflettanza superficiale caratteristica del pannello), e conseguentemente la probabilità di abbagliamento.

Esempio di Inserimento tracker su terreno non erboso

In linea generale ai fini della Mitigazione visiva , Il campo verrà piantumato lungo il perimetro, secondo lo schema riportato negli elaborati grafici di progetto. Tale misura ha diversi scopi:

 Aspetti naturalistici, in quanto a livello locale si protegge un’area delimitandola e garantendo un periodo di stabilità di almeno vent’anni, con prosecuzione dello sviluppo della microfauna locale;

 Aspetti paesistici, poiché attraverso la riduzione dell’impatto visivo dei pannelli e ricreando elementi paesistici praticamente scomparsi a causa della forte industrializzazione dell’agricoltura. In tal senso la microfauna potrà svilupparsi in maniera libera senza alcun disturbo dal ciclo delle coltivazioni;

 Aspetti agronomico, siccome la piantumazione utilizza solo essenze arboree e arbustive autoctone;

 Aspetti di sicurezza, dato che attraverso quest’opera si eliminano i rischi di abbagliamento in particolare per i recettori sensibili (come ad esempio veicoli in movimento);

 Aspetti legati all’impatto acustico, in quanto la piantumazione riveste anche l’importante ruolo di proteggere l’area interna dal vento, eliminando il problema del rumore provocato dal passaggio dell’aria tra le file di pannelli.

Esempio opere di mitigazione area moduli FV

Render esempio opere di mitigazione area cabina consegna

Di seguito dettagliate le principali criticità naturalistico/ambientali tenute in considerazione per il corretto inserimento nel territorio dell’impianto fotovoltaico:

 Si è rilevato che nell'area di intervento ricadono un piccolo invaso artificiale e due impluvi naturali (uno immissario del laghetto, ubicato nella particella 199 ed in parte costituente il confine occidentale della particella 36; l'altro attraversante la particella 36 provenendo dal ponticello posto sulla SS 119); tali ambienti rivestono interesse naturalistico per i nuclei di vegetazione riparia presenti e per la fauna delle zone umide, e svolgono altresì la funzione di corridoi di connessione tra aree di interesse naturalistico;

 L’area di intervento ricade in una zona interessata dalle direttrici di migrazione dei rapaci, così come evidenziato dalla cartografia sui corridoi ecologici allegata al Piano di Gestione del SIC, ed in relazione alle quali appare necessario mantenere uno spiccato carattere di seminaturalità;

 L’impianto ricade in aree limitrofe (buffer) al SIC ITA 10022 "Complesso dei Monti di Santa Ninfa -Gibellina e Grotta di Santa Ninfa"

Ciò detto verranno pertanto seguite le seguenti prescrizioni, già descritte nel Prot. 089 rn/sni rilasciato in Palermo, il 01/06/2010 dalla Regione Siciliana Assessorato Territorio e Ambiente Riserva Naturale Integrale GROTTA DI SANTA NINFA:

- La fascia alberata di 10 m dovrà sarà estesa lungo tutto il perimetro del laghetto (quindi anche lato interno della proprietà), in modo da costituire una fascia di vegetazione naturale ripariale arborea caratteristica del SIC costituita da pioppo nero, salice pedicellato, olmo minore, rovo e tan1erice africana, avendo cura di mantenere l'integrità della fascia di canneto esistente, con la densità di impianto già prevista in progetto e nel rapporto 1/1 tra specie arboree/arbustive;

- Il tratto di impluvio immissario del laghetto che attraversa la particella 199 sarà sottratto ad ogni intervento e va rinaturalizzato per una fascia di 5 m per sponda, attraverso la piantumazione di specie tipiche della vegetazione ripariale autoctona del SIC ( olmo minore, frassino meridionale, omiello, alloro, tamerice africana, rovo) con la densità di impianto già prevista in progetto;

- Lungo il tratto di impluvio che costituisce il confine occidentale della particella 36 non si procederà ad alcuna modifica dell'impluvio, arretrando eventualmente la recinzione in calcestruzzo; la prevista fascia di vegetazione di 10 m dovrà essere costituita dalle seguenti specie tipiche della vegetazione ripariale autoctona del SIC (olmo minore, frassino meridionale, omiello, alloro, tamerice africana, rovo) con la densità di impianto già prevista in progetto;

- Sarà mantenuto l'impluvio naturale che ha inizio nel ponticello di attraversamento della SS 119 e attraversa in direzione NE-SO la particella 36 e dovrà provvedersi alla sua rinaturalizzazione per una fascia di 5 m per sponda attraverso la piantumazione di specie tipiche della vegetazione ripariate autoctona ( olmo minore, frassino meridionale, orniello, alloro, tamerice africana, rovo) con la densità di impianto già prevista in progetto;

- La fascia perimetrale a verde dell'ampiezza di 30 m lungo la SS119 sarà realizzata estendendo i nuclei di olmo già presenti ed utilizzando inoltre le seguenti specie: olmo minore, bagolaro, leccio, olivastro, biancospino, fillirea, lentisco, alatemo, mirto, carrubbazzo, rosa canina, rovo con la densità di impianto già prevista in progetto e nel rapporto 1/3 tra specie arboree/arbustive;

- Le rimanenti fasce perimetrali a verde dovranno essere realizzate utilizzando le seguenti specie:

carrubo, leccio, bagolaro, olivastro, fillirea, lentisco, alatemo, teucrium, mirto, carrubbazzo con la densità di impianto già prevista in progetto e nel rapporto 1/3 tra specie arboree/arbustive;

- Al fine di garantire sin da subito l'effetto schermante di mitigazione e di rinaturalizzazione delle fasce a verde da impiantare, gli esemplari di arbusti dovranno avere un' altezza minima di 50 cm e gli alberi di 200 cm e dovranno essere impiantati con distribuzione naturaliforme.

All’interno degli elaborati grafici vengono meglio evidenziate tali prescrizioni.

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