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COMUNE DI SANTA NINFA PROVINCIA DI TRAPANI (TP) INQUADRAMENTO TERRITORIALE ED IMPATTO AMBIENTALE DELL OPERA LOCALITA SOCIETA RICHIEDENTE

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COMUNE DI SANTA NINFA

PROVINCIA DI TRAPANI (TP)

REALIZZAZIONE IMPIANTO FOTOVOLTAICO DA 4995,6 kW DENOMINATO

“RAMPINZERI” CON ANNESSO IMPIANTO DI RETE PER LA CONNESSIONE CON E-DISTRIBUZIONE, SECONDO LE SPECIFICHE TECNICHE

DESCRITTE NELLA S.T.M.G. n° GOAL 9956

INQUADRAMENTO TERRITORIALE ED IMPATTO AMBIENTALE DELL’OPERA

LOCALITA’ COMUNE DI S.NINFA (TP), LOC. RAMPINZERI

SOCIETA’ RICHIEDENTE GREEN SIX S.R.L. via A.Righi n°7, 37135, Verona (VR), P.IVA 04548750233

COORDINATE GEOGRAFICHE 37°43’27.03’’N 12°54’36.1’’E

ESTREMI CATASTALI Foglio 33 particelle 128 (ex. 1) e 36 e foglio 29 particella 199 DATA REDAZIONE ELABORATO 02/04/2018

PROGETTAZIONE Dott. Ing. Daniele Lucchi – Ordine Ing. Verona N°4751-A

REV. 0

SVILUPPOTECNICO MANNI ENERGY s.r.l. Via Augusto Righi n°7 Verona (VR)

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CONTENUTI

1. CAPITOLO 1: PREMESSA 1.1. STATUS AUTORIZZATIVO

2. CAPITOLO 2: NORMATIVA GENERALE

3. CAPITOLO 3: QUADRO LEGISLATIVO NAZIONALE E SOVRANAZIONALE IN MATERIA DI TUTELA AMBIENTALE

4. CAPITOLO 4: SOGGETTO TITOLARE, GENERALITA’

4.1 FINALITA’ DELL’OPERA

5. CAPITOLO 5: ARCHITETTURA DELL’IMPIANTO: MODULI FOTOVOLTAICI E STRUTTURE 5.1 SISTEMI DI CONVERSIONE DELL’ENERGIA

6. CAPITOLO 6: PRINCIPALI OPERE IMPIANTISTICHE E CIVILI 7. CAPITOLO 7: INQUADRAMENTO TERRITORIALE

7.1 PIANO PAESAGGISTICO DEGLI AMBITI 2 E 3 RICADENTI NELLA PROVINCIA DI TRAPANI 7.2 PIANO STRALCIO DI BACINO PER L'ASSETTO IDROGEOLOGICO (P.A.I.)

7.3 PIANO STRALCIO DI BACINO PER L'ASSETTO IDROGEOLOGICO (P.A.I.) 7.4 CARTA DEL VINCOLO IDROGEOLOGICO

8. CAPITOLO 8: EVENTUALI CRITICITA’ ED OPERE DI MITIGAZIONE

9. CAPITOLO 9: LE FASI DEL CICLO DI VITA DELL’IMPIANTO: “FASE DI CANTIERE”

10. CAPITOLO 10: LE FASI DEL CICLO DI VITA DELL’IMPIANTO: “FASE DI ESERCIZIO”

11. CAPITOLO 11: LE FASI DEL CICLO DI VITA DELL’IMPIANTO: “FASE DI DECOMMISSIONING”

12. CAPITOLO 12: ANALISI DEGLI ALTRI IMPATTI

13. CAPITOLO 13: VALUTAZIONI FINALI

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1. CAPITOLO 1: PREMESSA

La presente relazione descrive le opere, l’inquadramento territoriale, urbanistico ed ambientale/paesaggistico per l’installazione e messa in esercizio di un Impianto Fotovoltaico da 4995,6 kWp connesso alla R.T.N. finalizzato alla produzione di energia elettrica. L’impianto verrà installato nel territorio comunale di Santa Ninfa (TP) in “Località Rampinzeri”

Il territorio e l’ambiente recettori, vengono considerati come beni preziosi in prestito, da restituirsi integri e produttivi una volta ultimato il virtuoso ciclo di produzione di energia rinnovabile. Al fine di rendere possibile tale obiettivo, viene esaminato in fase progettuale ogni aspetto correlabile con i rischi di indurre o agevolare processi di desertificazione, di sottrarre suolo e foraggiamento per la fauna selvatica, di perturbare le peculiarità del paesaggio agrario tipico dell’area.

Le scelte progettuali sono orientate al rendere “retrofit” ogni componente e/o parte dell’impianto rendendo agevole, laddove possibile, il recupero e riciclo delle materie prime utilizzate.

Per un più corretto inserimento dell’impianto nel paesaggio agrario, oltre alle scelte già indicate, viene realizzata una fascia arborea perimetrale di ambientazione con specie autoctone arboree e arbustive poste anche in prossimità della recinzione per celarne la presenza e rendere invisibile l’area d’impianto.

La tecnologia con cui saranno realizzati gli impianti si contraddistingue sia per l’affidabilità durante l’esercizio che per un basso intervento per attività di manutenzione e d’ispezione programmate, nonché un rapido e facile recupero delle aree al fine vita degli stessi. Lo Studio Ambientale è basato sull'analisi degli elementi fondamentali (progetto e caratteristiche del sito) attraverso i quali si è pervenuto alla formulazione e alla valutazione dei possibili effetti che la realizzazione del progetto può avere sugli elementi fisici del territorio e sulle caratteristiche peculiari dell'ambiente circostante. Gli elementi esaminati per verificare la compatibilità ambientale del progetto riguardano, quindi, le caratteristiche fisiche del sito e le caratteristiche tecnologiche dell’impianto al fine di determinare le potenziali interconnessioni dello stesso con l'ambiente.

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1.1. STATUS AUTORIZZATIVO

Quale ulteriore premessa risulta doveroso riassumere l’iter autorizzativo e realizzativo seguito dal presente impianto.

Di fatto nel 2008 la soceità Medy Energy aveva iniziato le attività autorizzative dell’impianto chiedendo agli enti coinvolti di esprimere i propi pareri di competenza. Ai fini della prosecuzione dell’iter istruttorio, ai sensi dell’art. 12 del D.Lgs.387/2003, è stata protocollata richiesta di conferenza dei servizi con n° prot. 275 del 07/01/2008. Sempre in tale anno, a causa delle modifiche normative, introdotti in termini di incentivazione ecc……, le attività di sviluppo sono state sospese. Tuttavia considerando l’attuale ruolo che le energie rinnovabili hanno raggiunto nel panorama Nazionale e considerate le attuali condizioni di mercato, il progetto “attualizzato” secondo le nuove tecnologie, risulta essere fattibile e pertando la società GreenSix Srl è subentrata al precedente sviluppatore per completare il percorso autorizzativo per l’impianto in esame.

Per quello che riguarda lo sviluppo dell’iter di connessione alla RTN dell’impianto, Medy Energy aveva richiesto ed accettato preventivo per la connessione alla rete avente codice GOAL_9956. Enel Distribuzione aveva inoltre provveduto ad inoltrare la S.T.M.G. e successivamente ad approvare in via definitiva il progetto delle opere di rete, cosi come riportato negli elaborati a margine della presente relazione.

Nel corso dell’anno 2018 Medyenergy ha provveduto a volturare in favore della Green Six S.R.L. la richiesta di connessione tramite specifico inoltro documentale all’indirizzo PEC: produttori@pec.e-distribuzione.it; dunque la società Green Six S.R.L. si identifica come produttore e responsabile della connessione.

Con l’invio della presente relazione si procede parallelamente ad inoltrare richiesta di aggiornamento dei Nulla osta già richiesti o emissione dei nuovi NullaOsta/autorizzazioni necessarie.

Al fine di portare a compimento quanto finora descritto, la società Green Six S.R.L. ha dato mandato alla Manni Energy S.R.L. di redarre gli elaborati progettuali ed amministrativi riferiti all’opera tecnologica in oggetto, e di curarne gli apsetti interlocutori con gli enti pubblici/privati coinvolti, a cura e firma del proprio direttore Tecnico Ing. Daniele Lucchi. Si sottolinea infine che l’aggiornamento progettuale che ne deriva non comporta varianti sostanziali ne alle soluzioni tecniche di connessione, ne al Lay-out generale dell’impianto. Non si prevedono inoltre variazioni sull’area totale dell’impianto grazie all’adozione di moduli fotovoltaici ad alta efficienza.

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2. CAPITOLO 2: NORMATIVA GENERALE

 Decreto Legislativo n. 504 del 26-10-1995, aggiornato 1-06-2007: Testo Unico delle disposizioni legislative concernenti le imposte sulla produzione e sui consumi e relative sanzioni penali e amministrative.

 Decreto Legislativo n. 387 del 29-12-2003: attuazione della direttiva 2001/77/CE relativa alla promozione dell'energia elettrica prodotta da fonti energetiche rinnovabili nel mercato interno dell'elettricità.

 Legge n. 239 del 23-08-2004: riordino del settore energetico, nonché delega al Governo per il riassetto delle disposizioni vigenti in materia di energia.

 Decreto Legislativo n. 192 del 19-08-2005: attuazione della direttiva 2002/91/CE relativa al rendimento energetico nell'edilizia.

 Decreto Legislativo n. 311 del 29-12-2006: disposizioni correttive ed integrative al decreto legislativo 19 agosto 2005, n. 192, recante attuazione della direttiva 2002/91/CE, relativa al rendimento energetico nell'edilizia.

 Decreto Legislativo n. 115 del 30-05-2008: attuazione della direttiva 2006/32/CE relativa all'efficienza degli usi finali dell'energia e i servizi energetici e abrogazione della direttiva 93/76/CEE.

 Decreto Legislativo n. 56 del 29-03-2010: modifiche e integrazioni al decreto 30 maggio 2008, n. 115.

Decreto del presidente della repubblica n. 59 del 02-04-2009: regolamento di attuazione dell'articolo 4, comma 1, lettere a) e b), del decreto legislativo 19 agosto 2005, n. 192, concernente attuazione della direttiva 2002/91/CE sul rendimento energetico in edilizia.

 Decreto Legislativo n. 26 del 2-02-2007: attuazione della direttiva 2003/96/CE che ristruttura il quadro comunitario per la tassazione dei prodotti energetici e dell'elettricità.

 Decreto Legge n. 73 del 18-06-2007: testo coordinato del Decreto Legge 18 giugno 2007, n. 73.

Decreto 2-03-2009: disposizioni in materia di incentivazione della produzione di energia elettrica mediante conversione fotovoltaica della fonte solare. Legge n. 99 del 23 luglio 2009: disposizioni per lo sviluppo e l'internazionalizzazione delle imprese, nonchè in materia di energia.

 Legge 13 Agosto 2010, n. 129 (GU n. 192 del 18-8-2010): Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 8 luglio 2010, n. 105, recante misure urgenti in materia di energia. Proroga di termine per l'esercizio di delega legislativa in materia di riordino del sistema degli incentivi. (Art. 1-septies - Ulteriori disposizioni in materia di impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili).

 Decreto legislativo del 3 marzo 2011, n. 28: Attuazione della direttiva 2009/28/CE sulla promozione dell'uso dell'energia da fonti rinnovabili.

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 Decreto legge del 22 giugno 2012, n. 83: misure urgenti per la crescita del Paese. Legge 11 agosto 2014, n. 116: conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 24 giugno 2014, n. 91, recante disposizioni urgenti per il settore agricolo, la tutela ambientale e l'efficientamento energetico dell'edilizia scolastica e universitaria, il rilancio e lo sviluppo delle imprese, il contenimento dei costi gravanti sulle tariffe elettriche, nonche' per la definizione immediata di adempimenti derivanti dalla normativa europea. (GU Serie Generale n.192 del 20-8-2014 - Suppl. Ordinario n. 72).

 Decreto Ministero dello sviluppo economico del 19 maggio 2015 (GU n.121 del 27-5-2015):

approvazione del modello unico per la realizzazione, la connessione e l'esercizio di piccoli impianti fotovoltaici integrati sui tetti degli edifici.

 Sicurezza D.Lgs. 81/2008: (testo unico della sicurezza): misure di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro e succ. mod. e int. DM 37/2008: sicurezza degli impianti elettrici all’interno degli edifici.

 Ministero dell’interno "Guida per l’installazione degli impianti fotovoltaici" - DCPREV, prot.5158 - Edizione 2012. "Guida per l’installazione degli impianti fotovoltaici" - Nota DCPREV, prot.1324 - Edizione 2012. "Guida per l’installazione degli impianti fotovoltaici" - Chiarimenti alla Nota DCPREV, prot.1324 "Guida l’installazione degli impianti fotovoltaici – Edizione 2012".

 Decreto Presidente della Regione Sicilia 18 luglio 2012, n. 48 : Disposizioni sull'autorizzazione di impianti a fonti rinnovabili

 Decreto Presidente Regione Sicilia 26 aprile 2012, n. 38: Uffici competenti e tempi massimi di conclusione di vari procedimenti in materia di energia

 Lr Sicilia 12 maggio 2010, n. 11 :Disposizioni programmatiche e correttive per l'anno 2010 - Stralcio - Fondo di garanzia per installazione di impianti fotovoltaici e delega in materia di Linee guida regional

 Decreto presidente regione Sicilia 9 marzo 2009 : Emanazione Dgr 3 febbraio 2009, n. 1 - Approvazione del Piano energetico regionale e Linee guida autorizzazioni impianti a fonti rinnovabili

 Decreto Legislativo 22 gennaio 2004, n. 42 Codice dei beni culturali e del paesaggio, ai sensi dell’articolo 10 della legge 6 luglio 2002, n. 137 (G.U. n. 45 del 24 febbraio 2004, s.o. n. 28)

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3. CAPITOLO 3: QUADRO LEGISLATIVO NAZIONALE E SOVRANAZIONALE IN MATERIA DI TUTELA AMBIENTALE

La convenzione internazionale di Ramsar sulle zone umide

In data 2 Febbraio 1971 è stata stipulata la “Convenzione relativa alle zone umide di importanza internazionale soprattutto come Habitat degli uccelli acquatici” più comunemente nota come “Convenzione di Ramsar”; a tale conven zione può aderire senza limiti di tempo qualsiasi membro dell’Organizzazione delle Nazioni Unite oppure di una delle sue agenzie specializzate oppure dell’Agenzia internazionale sull’energia atomica oppure Parte contraente dello statuto della Corte Internazionale di Giustizia.

La direttiva comunitaria uccelli

La Direttiva Comunitaria n. 409 del Consiglio delle Comunità Europee del 2 Aprile 1979 concerne la conservazione di tutte le specie di uccelli viventi allo stato selvatico nel territorio europeo degli Stati membri al quale si applica il trattato. Essa si prefigge la protezione, le gestione e la regolazione di tali specie e ne disciplina lo sfruttamento. Essa si applica agli uccelli, alle uova, ai nidi e agli habitat.

La direttiva comunitaria habitat

La Direttiva n. 43 del Consiglio delle Comunità Europee del 21 Maggio 1992 è relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e delle faune selvatiche. Ai sensi dell’Articolo 2 della presente Direttiva, scopo principale è quello di contribuire a salvaguardare la biodiversità mediante la conservazione degli habitat naturali, nonché della flora e della fauna selvatiche del territorio europeo degli Stati membri ai quali si applica il trattato.

Le misure adottate a norma della suddetta direttiva sono intese ad assicurare il mantenimento o il ripristino, in uno stato di conservazione soddisfacente, degli habitat naturali e delle specie di fauna e flora selvatiche di interesse comunitario.

Legge quadro sulle aree protette (L. n° 394 /91)

La Legge Nazionale n. 394 del 06/12/1991 detta “Legge quadro sulle aree protette” oltre alla classificazione dei parchi naturali regionali individua i principi fondamentali per l’istituzione e la gestione delle aree naturali e protette.

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Vincoli idrogeologici (L. n° 3267/23)

I vincoli idrogeologici sono espressi dal R.D. n° 3267 del 30/12/1923 che prescrive le limitazioni d’uso delle aree vincolate ai fini di non turbarne l’assetto idrogeologico, ed in particolare tendono a conservare o migliorare l’assetto dei versanti caratterizzati da dissesto o da una elevata sensibilità.

Le attività di controllo del territorio e le procedure autorizzative per le aree vincolate dal 3267/23 sono di competenza degli Ispettorati Ripartimentali delle Foreste con giurisdizione provinciale in virtù della delega che la Regione Sicilia ha ricevuto per esercitare le funzioni dello Stato per la protezione delle risorse idriche.

La legge prevede limitazioni nelle opere e nel taglio di vegetazione nelle aree vincolate, perciò qualsiasi opera da realizzarsi in un’area vincolata deve essere preventivamente autorizzata dall’Ispettorato Ripartimentale competente.

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4. CAPITOLO 4: SOGGETTO TITOLARE, GENERALITA’

La società GREEN SIX S.R.L. che si qualifica quale Soggetto Titolare e Soggetto Responsabile dell’impianto ha sede legale in via A.Righi n°7, 37135, Verona (VR), P.IVA 04548750233 ed è legalmente rappresentata da Enrico Frizzera, nato a Verona il 29/11/1963, CF: FRZNRC63S29L781J. L’impianto è progettato per funzionare in parallelo alla rete di distribuzione elettrica, cedendo totalmente alla rete l’energia prodotta.

L’impianto in genere e tutte le apparecchiature utilizzate sono conformi alle prescrizioni degli enti di riferimento (E-Distribuzione, TERNA, UTF, ecc...) competenti per territorio ed ai quali ci si rivolge direttamente per assumere tutti i dati tecnici necessari per la corretta conduzione dei lavori.

Vista aerea Impianto

In particolare, il sito di installazione, ricadente nel territorio del comune di Santa Ninfa (TP), risulta individuato nella Carta Tecnica Regionale nelle Sezioni 618030, 618040 ed è Censito al Catasto dei terreni del Comune di Santa Ninfa al foglio 33 particelle 128 (ex.1) e 36 e foglio 29 particella 199.

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Vista aerea dettaglio Impianto

Lo stesso terreno è nella disponibilità del Sig. Scurto Giuseppe nato a San Miniato (PI) il 05/06/1949 CF:

SCRGPP49H05I046S, in quanto proprietaro degli stessi terreni. Ai fini del rilascio del titolo autorizzativo e della messa in esercizio del suddetto impianto fotovoltaico sono stati sottoscritti i diritti di superficie in favore della Società Green Six, a seguito di subentro al contratto di Diritto di Superficie già sottoscritto dalla Società Medienergy SpA , con sede in Calatafimi Segesta (TP) , SS 113 km 344,400 , Piva: 02290700810, per i terreni appena menzionati, oltre alle eventuali servitù essenziali per la connessione e gli accessi.

Maggiori dettagli sono disponibili nel piano particellare e nella documentazione sottoscritta fra le parti, regolarmente registrata presso l’Agenzia delle Entrate.

L’impianto Fotovoltaico verrà allacciato alla rete di Distribuzione MT con tensione nominale di 20 kV tramite linea dedicata da stallo MT in cabina primaria S. Ninfa. Tale soluzione prevede l'inserimento di una cabina di consegna ubicata nel comune di Santa Ninfa, sul terreno contraddistinto dal mappale del foglio n. 33 particelle 1, collegata alla nuova linea MT dedicata con l'interposizione di un tratto di linea in cavo interrato per una lunghezza complessiva di 0,1 km.] Il collegamento realizzato avrà le seguenti caratteristiche:

 Tensione nominale: 20kV

 Corrente massima di esercizio del collegamento: 145 A

 Formazione dei conduttori: 3x1x185 AL

 Profondità di posa: > 1,20 m

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Posizione Impianto e posizione Stazione Consegna

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Area Impianto e sue pertinenze

Area Impianto e sue pertinenze

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Area Impianto e sue pertinenze

Area Impianto e sue pertinenze

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Area Impianto e sue pertinenze

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4.1 FINALITA’ DELL’OPERA

Scopo dell’intero impianto è produrre energia elettrica valorizzandola attraverso il Market Parity, un meccanismo che consente la vendita di energia sulla borsa elettrica ad un prezzo inferiore a quella prodotta dalle fonti convenzionali. Il regime di Market Parity presuppone quindi non la realizzazione di impianti in autoconsumo, e neanche di impianti in ritiro dedicato, ma l’accesso diretto al mercato elettrico e la competizione diretta con le fonti convenzionali su questo stesso mercato. Trattasi dunque di una sfida innovativa in un sistema, quello italiano, che già da anni non prevede più incentivi. La centrale fotovoltaica non è quindi associata ad alcun tipo di utenza, ma vende direttamente sul mercato elettrico generale.

Si sottolinea, infatti, in data 6 luglio 2013 è terminato il Conto Energia, introdotto in Italia con la Direttiva comunitaria per le fonti rinnovabili (Direttiva 2001/77/CE), recepita con l’approvazione del Decreto legislativo 387 del 2003. Questo meccanismo, premiava con tariffe incentivanti l’energia prodotta dagli impianti fotovoltaici per un periodo di 20 anni, ed è diventato operativo con l’entrata in vigore dei Decreti attuativi del 28 luglio 2005 e del 6 febbraio 2006 (Primo Conto Energia) e s.m.i. che hanno introdotto il sistema di finanziamento in conto esercizio della produzione elettrica, sostituendo i precedenti contributi statali a fondo perduto destinati alla messa in servizio dell’impianto. L'incentivo consisteva in un contributo finanziario per kWh di energia prodotta per un periodo di tempo (fino a 20 anni), variabile a seconda della dimensione o della tipologia di impianto e fino a un tetto massimo di MWp di potenza complessiva generata dai suddetti impianti. Tra il 2008 ed il 2015 il mercato del Fotovoltaico ha assistito ad un crollo dei prezzi del fotovoltaico mediamente di oltre il 60%. Questo a fronte di un calo dei costi di produzione di circa il 70%, in larga parte attribuibile sia al prezzo del Silicio sia all’introduzione di sistemi di produzione fortemente automatizzati che garantiscono una più alta velocità di fabbricazione . Parallelamente sono stati introdotti sul mercato moduli fotovoltaici ad alta efficienza che consentono di ottenere una maggiore potenza nominale a parità di ingombro (ad esempio moduli oltre 345Wp su superfici inferiori ai 2mq)

Visto che tale diminuzione dei costi d’impianto e l’aumento dell’efficienza dei moduli fotovoltaici, da soli non consentono di effettuare un investimento con tassi di rendimento (IRR) utili a giustificarne i costi d’investimento , si rende necessario aumentare ulteriormente la produzione (aumento dei kWh prodotti per ogni kWp installato) montando delle strutture con inseguitore monoassiale in grado di integrarsi perfettamente con ogni tipo di tecnologia fotovoltaica utilizzata nella realizzazione di impianti

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5. CAPITOLO 5: ARCHITETTURA DELL’IMPIANTO: MODULI FOTOVOLTAICI E STRUTTURE

L’impianto fotovoltaico è costituito da N° 14.480 moduli fotovoltaici Jinko Solar Si-Poly 345PP 72DV da 345W/cad. disposti su N° 362 supporti dedicati orientabili (tracker monoassiali). Si tratta di strutture innovative caratterizzate da un inseguitore monoassiale che orienta i moduli in funzione della posizione del sole, garantendo cosi un aumento della producibilità di oltre il 30%.

Layout impianto su ortofoto con dettaglio fasce di rispetto e fasce di mitigazione

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Inquadramento con fasce di rispetto

Dettaglio Moduli fotovoltaici

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Dettaglio prestazioni moduli fotovoltaici FV

I tracker monoassiali sono costituiti da stutture a telaio metallico, in acciaio zincato a caldo, costituito da pali infissi nel terreno e da una trave di collegamento suepriore rotante ove sono fissati i pannelli fotovoltaici. Non sono pertanto previste fondazioni in calcestruzzo o di tipo invasivo.

Le strutture sono dimensionate per supportare i carichi trasmessi dai panneli e le sollecitazioni esterne a cui sono sottoposti (vento, neve,…..)

Tali strutture innovative, utilizzano il sistema di backtracking che controlla e assicura che una serie di pannelli non ombreggi gli altri pannelli adiacenti quando l'angolo di elevazione del sole è basso nel cielo, all'inizio o alla fine della giornata. L’auto-ombreggiamento automatico tra le file dei tracker potrebbe, infatti, potenzialmente ridurre l'output del sistema (produzione globale annuale).

Per l’impianto in oggetto verranno utilizzati i tracker ad inseguimento monoassiale.La configurazione della struttura tracker è: 2 file x 20 pannelli/cad. in disposizione verticale, secondo le dimensioni sotto riportate

 L'altezza minima da terra a 60 ° è di 0,5 m

 L'altezza massima da terra a 60 ° è di 3,9 m

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 L'altezza da terra in posizione orizzontale 2,31 m

 L'angolo di rotazione è +/- 60 °

 Temperatura di funzionamento: - 30 ° C / + 65 ° C

 Corrosione della classe ambientale: C2

Dimensioni inseguitori monoassiali: Vista Laterale

Dimensioni inseguitori monoassiali: Vista frontale

Ogni fila è dotata di un attuatore lineare e un clinometro elettronico. L'attuatore lineare viene mosso da un motore 12 Vdc con un assorbimento di corrente di 10 A. Il motore è un motore a corrente continua ad alta efficienza, a basso riscaldamento, senza condensatore elettrolitico. Nella versione cablata, l'alimentazione del tracker è monofase 230 AC. La classe di isolamento è: Classe II.

Il controllo del dispositivo elettronico, è una scheda elettronica protetta da una scatola di materiale resistente ai raggi UV, grado IP 65. Ogni unità di controllo è concepita per gestire 4 tracker. I tracker lavorano tramite un

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algoritmo che fornisce una fase di backtracking mattutino da 0° a + 55° e analogamente a fase di backtracking serale da -55° a 0°. Il sistema calcola l'angolo ottimale evitando l'ombreggiatura dei pannelli. Durante la fase centrale "Tracking Diretto" da + 55 ° a -55 °, il sistema insegue l’angolo ottimale per il tracker con un errore massimo uguale al valore impostato. Il controllo opera per preservare la vita delle spazzole del motore e la vita dei relè e garantire il numero di fermate necessarie durante la vita utile dell'impianto. È possibile modificare e impostare i parametri di controllo per adattare il sistema alle caratteristiche del sito locale e per ottimizzare la produzione di energia solare. La soluzione di supporto per la posizione dell'attuatore è realizzata con boccola in bronzo a basso attrito, fissata da dadi su un supporto in acciaio. I perni di rotazione sono realizzati in acciaio inossidabile. L'accoppiamento dei materiali è esente da corrosione elettrochimica. La soluzione costruttiva della struttura del tracker consente l'installazione su un suolo con pendenza al 10%, l'asse di rotazione è molto vicino all'asse del baricentro della struttura. Ciò consente di ridurre la coppia sulla struttura e il carico sull'attuatore. Il dimensionamento torsionale della struttura è realizzato al fine di evitare fenomeni di instabilità dovuti all’aumento del coefficiente "fattore di forma".

 Il materiale dei poli è acciaio S 355 JR

 Il materiale della parte di giunzione e del supporto del cuscinetto è in acciaio S 355 JR e S 275 JR

 Il materiale del tubo è S 275 JR

 Per gli arcarecci il materiale è acciaio S 235 JR

 Installazione Tolleranza verticale +/- 20 mm

 Installazione Tolleranza orizzontale +/- 30 mm

La protezione superficiale avviene mediante zincatura a caldo secondo la norma UNI-EN-ISO1461, con spessore rivestimento di zinco 55 μm. La categoria di corrosione ambientale è C2 con riduzione spessore massimo di zinco di 0,7 μm / anno. Con questa riduzione dello spessore la durata prevista è di 55 / 0,7 = 78 anni.

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Dimensioni inseguitori monoassiali: Vista Laterale (backtracking a 0°)

Il fissaggio dei pannelli fotovoltaici viene eseguito con viti in acciaio inossidabile e rondella in acciaio inossidabile per evitare fenomeni di corrosione. Le fondazioni sono realizzate con sistema di martellatura o, dove non possibile, preforatura + martellatura. I pali sono realizzati in acciaio S 355 JR più adatto per essere martellato senza deformazioni, la profondità delle fondamenta è di 2 m.

Fotoinserimento inseguitori nel contesto ambientale

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5.1 SISTEMI DI CONVERSIONE DELL’ENERGIA

I moduli fotovoltaici vengono connessi ad inverter di stringa, quantificati in N° 36 Inverters di tipo INGETEAM INGECON SUN 3Play TL (110 kW a 440V) serie PRO (o similari) per il parallelo fra le stringhe, la conversione DC/AC, il monitoraggio della produzione con diagnostica delle eventuali anomalie. La versione PRO comprende: Sezionatore DC, connettori FV ad innesto rapido (tipo Weidmüller PV-Stick), fusibili DC (1,500 V su polo positivo), misura correnti di stringa, scaricatori di sovratensione DC e AC tipo 2.

 Efficienza massima: 98,8%.

 Funzione LVRT (Low Voltage Ride-Through) integrata.

 Regolazione potenza reattiva.

 Potenza nominale di uscita garantita fino a 50°C

 Grado di protezione IP65 per installazione in esterno.

 Compatibile con software Cloud Connect esterno.

 Comunicazione Ethernet e Wi-Fi integrata.

 Webserver integrato.

 4 ingressi digitali e 2 uscite digitali.

 Portale web INGECON® SUN Monitor per il monitoraggio degli impianti FV.

 Polarità inversa.

 Sovratensioni DC tramite scaricatori Tipo 2.

 Sovratensioni AC tramite scaricatori Tipo 2.

 Cortocircuiti e sovraccarichi in uscita.

 Sistema anti-isola con disconnessione automatica.

 Guasti di isolamento.

 Interfaccia di comunicazione RS485.

 Centralina INGECON® SUN Weather-Box per misurazione e registrazione dei dati meteo.

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L’inverter INGECON SUN 3Play TL è progettato per impianti commerciali e per sistemi decentralizzati di medie e grandi dimensioni ed è in grado di erogare una potenza massima di 110 kW (se connesso a una rete 440 Vac) con dimensioni compatte e un peso di 75 kg. Tramite comunicazione wireless integrata, l'intero impianto può essere avviato e controllato senza la necessità di cablaggi. Le interfacce di comunicazione Ethernet e Wi- Fi standard, insieme alla funzione webserver integrata nell'inverter, consentono la massima rapidità e semplicità di messa in servizio e supervisione dell'impianto da remoto tramite smartphone, tablet o laptop.

Inoltre, l'inverter è compatibile con software esterno Cloud. Connect. Il quadro di parallelo inverter, il Trafo BT/MT in Olio, ed il sistema di Protezione di interfaccia (Cei 0-16) all’interno del quadro di parallelo MT (QPMT) saranno alloggiati all’interno di apposite cabine, a loro volta messe in parallelo all’interno della cabina di consegna del Distributore.

In via preliminare si prevede l’utilizzo di n.2 cabine monoblocco di trasformazione di tipo Ingeteam Skid Station 2200, o in alternativa si prevede l’utilizzo di cabine prefabbricate allestite con le apparecchiature necessarie alla trasformazione e protezione della rete. La cabina di consegna, descritta nel dettaglio nei successivi capitli, sarà di tipo prefabbricato modello P57 .

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6. CAPITOLO 6: PRINCIPALI OPERE IMPIANTISTICHE E CIVILI

Per l’impianto in oggetto sono previste cabine monolitiche auto-portanti in cemento armato trasportabili su camion in un unico blocco già assemblate ed allestite delle apparecchiature elettromeccaniche di serie (inclusi inverter e trafo). Verranno appoggiate su basamenti di tipo prefabbricato e saranno totalmente recuperabili a fine vita dell’impianto. Le cabine saranno realizzate in calcestruzzo vibrato confezionato con cemento ad alta resistenza adeguatamente armato con pareti internamente ed esternamente trattate con un rivestimento murale plastico idrorepellente. L'elemento di copertura sarà provvisto di un manto impermeabilizzante ricoperto da scaglie di ardesia con funzione protettiva e riflettente dei raggi solari. La cabina di conversione/trasformazione ha una struttura idonea ad ospitare e proteggere:

 La ricezioni cavi di sottocampo;

 Quadro servizi ausiliari per l’alimentazione in bassa tensione ed in corrente continua del sistema di acquisizione dati, servizi interni (illuminazione, antincendio ecc.), ausiliari inverter, alimentazione elettrica di emergenza (UPS) per i servizi essenziali d’impianto in caso di fuori servizio della rete di collegamento;

 Quadro UTF per la misura del’energia prodotta;

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 Trasformatore elevatore BT/MT completo di accessori;

 Scomparti MT di protezione trafo.

Il progetto prevede per le linee elettriche conduttori di tipo idoneo per le tre sezioni d’impianto (continua, alternata bassa tensione, alternata media tensione) in rame o in alluminio. Il dimensionamento delle condutture è a norma CEI e la scelta del tipo di cavi è armonizzata anche con la normativa internazionale. L’esperienza costruttiva ha consentito l’individuazione di tipologie di cavi (formazione, guaina, protezione ecc.) che garantiscono una durata di esercizio ben oltre la vita dell’impianto anche in condizioni di posa sollecitata.

Sia il sistema di distribuzione della sezione in corrente continua che quello lato BT della sezione in corrente alternata saranno del tipo IT (flottante senza punti a terra) con protezione da primo guasto con relè di isolamento elettrico. Le masse metalliche saranno collegate all’impianto di terra di protezione realizzando una protezione dai contatti indiretti. La protezione contro i contatti diretti sarà assicurata dalla scelta di moduli fotovoltaici in classe II certificata (senza messa a terra della cornice), dai cablaggi con cavi in doppio isolamento (isolamento delle parti attive) e dall’utilizzo di involucri e barriere secondo la normativa vigente. La viabilità di interna verrà assicurata dall’apertura di piste carrabili in sterrato opportunamente stabilizzato e rinforzate a mezzo di geogriglia strutturale. Sarà realizzata una stradina bianca (circa 3,5 m di larghezza) per l’ispezione dell’area lungo tutto il perimetro dell'impianto, lungo gli assi principali e per l’accesso alle piazzole delle cabine.

Le opere viarie saranno costituite da uno scavo di pulizia del terreno, per uno spessore di venti centimetri ed infine dalla fornitura e posa in opera di brecciolino opportunamente costipato per uno spessore di dieci centimetri.

L’accesso al sito avviene dalla strada principale SS119 Gibellina-Partanna attraverso un cancello metallico opportunamente dimensionato per garantire l’accesso e la manovra ai mezzi pesanti. Varcato l’ingresso si accede ad un ampio piazzale che in fase di cantiere sarà destinato allo scarico e alla manovra del materiale da costruzione e tecnologico impiegato nella realizzazione dell’opera.

Lungo tutto il perimetro dell’impianto e prevista la realizzazione di una recinzione in pannelli del tipo Keller (maglia 44x44 mm, altezza 1.920 mm, montanti con interasse 2.000 mm), con elementi verticali di sostegno in acciaio. Per consentire l’accesso al sito alla fauna selvatica è previsto un varco (passaggio eco faunistico) della larghezza di 20 cm, ogni 10 m di recinzione. Tale misura è prevista al fine di mitigare l’impatto sulla fauna selvatica presente nell’area.

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Dettagli Inserzione recinzione perimetrale

Sempre lungo il perimetro del recinto verrà realizzata una ”fascia arborea” esterna di ambientazione, per l’inserimento paesaggistico dell’opera e l’incremento delle dotazioni ecologiche del territorio. La larghezza della

“fascia” è mediamente 10 m e consente oltre alla piantumazione degli alberi e di specie arbustive per nascondere la recinzione.

L’intera area sarà dotata di un sistema di sicurezza che permetterà la videosorveglianza dell’impianto da una postazione remota. Saranno installate tante telecamere per quanto necessario a videosorvegliare l’intera area, inviando tutti i segnali ad un apparecchio di sicurezza, dotato di ingressi e uscite video, collegato ad una console di comando e visualizzazione su monitor.

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Tali videocamere verranno installate tramite staffaggi sui pali di illuminazione notturna del campo fotovoltaico, presenti con un passo di 40m e dotati di lampade LED da almeno 100W/cad. Tali lampade avranno una durata non inferiore a 50.000 ore ed una temperatura di colore non superiore a 3000K. Lungo la fascia perimetrale del campo scorreranno le dorsali di alimentazione sia del sistema di videosorveglianza che dell’impianto di illuminazione con presenza di pozzetti di ispezione e derivazione per ogni palo.

Nei pressi dell’ingresso al campo è presvista l’installazione di un locale tecnico adibito a guardiania, utilizzato sia come locale d’appoggio durante le fasi di installazione sia come base per le successive operazioni di manutenzione programmata.

In un altro locale tecnico, avviene la gestione dei dati di produzione delle stringhe e dello stato degli attuatori elettromeccanici dei tracker, rilevandone anomalie o malfunzionamenti in genere.

Entrambi i locali tecnici monoblocco sono caratterizzati da una struttura robusta in quanto possono essere accoppiati tra loro, hanno pareti in pannelli sandwich spessori variabili da 40-50-60 mm, pavimenti in multistrato marino 18 mm, serramenti in alluminio e PVC bianco in vetrocamera,, impianto elettrico con tubazioni a vista o canalina battiscopa, ed hanno dimensioni variabili a seconda delle esigenze e possibilità di inserimento di servizi igienici.

Tipologico: Locale Guardiania o Locale tecnico gestione Inseguitori

La realizzazione del progetto, prevede in generale il posizionamento di cabinati, quadri elettrici e vie cavi, oltre alla messa in opera dei pannelli fotovoltaici stessi: sarà quindi necessaria la realizzazione di opere civili modeste, tra cui scavi per la posa di condutture interrate per il collegamento elettrico dei pannelli fotovoltaici ai

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quadri e alle cabine inverter. Per quanto riguarda i rifiuti, si sottolinea che in questa fase è prevista la produzione di rifiuti principalmente dovuta ai materiali di imballaggio della componentistica dell’impianto. Tali rifiuti saranno smaltiti in pieno rispetto della normativa vigente.

La realizzazione del progetto, prevede, come già accennato, il posizionamento di cabinati, quadri elettrici e vie cavi, oltre alla messa in opera dei pannelli fotovoltaici stessi: sarà quindi necessaria la realizzazione di opere civili, tra cui scavi per la posa di condutture interrate per il collegamento elettrico dei pannelli fotovoltaici ai quadri e alle cabine inverter.

Per quanto riguarda i rifiuti, si sottolinea che in questa fase è prevista la produzione di rifiuti principalmente dovuta ai materiali di imballaggio della componentistica dell’impianto. Tali rifiuti saranno smaltiti in pieno rispetto della normativa vigente.

Le principali lavorazioni che saranno realizzate consistono in:

 Sfalcio vegetazione e preparazione superficie con rimozione di asperità naturali affioranti.

 Compattazione del terreno nelle aree dedicate alla viabilità interna.

 Formazione viabilità interna in strato di brecciolino compattato lungo l’intero perimetro dell’Impianto e nei suoi assi principali per le esigenze di sicurezza e manutenzione.

 Realizzazione di recinzione infissa con pali.

 Allestimento area cantiere con moduli prefabbricati e bagni chimici.

 Scavi a sezione obbligata e reinterri per i cavidotti di impianto e trincee per la posa di condutture interrate.

 Platee per cabine di campo e cabine di consegna

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CAPITOLO 7: INQUADRAMENTO TERRITORIALE

L’impianto ricade nel territorio del Comune di Santa Ninfa, che fu fondata nel 1605 da Luigi Arias Giardina, il quale, con benestare del Re Filippo III, cominciò ad urbanizzare il paese con strade e costruzioni di edifici civili e religiosi. Il paese fu costruito con assi viari concentrici che convergono nella piazza centrale. Nel corso degli anni successivi, vennero costruiti edifici quali: il palazzo Baronale, l'Ospedale, la chiesa di Sant'Orsola, la chiesa di Sant'Anna ed il Convento del terz'ordine di San Francesco, la chiesa Madre (la Cattedrale del paese) e le Carceri. Nel 1615, dopo la fondazione dell'Arcipretura di Santa Ninfa, il paese fu dichiarato Feudo Baronale.

Da quel momento in poi, e nei secoli successivi, il feudo passò di famiglia in famiglia, arricchendo sempre di più il paese con nuove costruzioni.

Numerosi reperti archeologici testimoniano che il territorio di Santa Ninfa, è di interesse archeologico. In località

"Finestrelle" la presenza ancora visiva di una necropoli SICANA, alle pendici dell'omonimo monte, ha ridato alla luce alcuni reperti di manufatti in coccio di una primitiva popolazione del IV secolo a.C. Detto sepolcreto dona il nome alla montagna (in dialetto "finestreddi": in tal modo gli autoctoni indicano le tombe rupestri che, viste da lontano, assumono le sembianze di tante minuscole finestre).

Il paese di Santa Ninfa fu colpito dal disastroso terremoto della Valle del Belice, il 15 gennaio 1968. La scossa fu del 9° grado della scala Mercalli causando crolli in tutto il paese. Molte abitazioni, infatti erano costruite con tecniche strutturali molto scadenti: Tufo e malta, in assenza totale di strutture in cemento armato; per cui il paese fu quasi completamente distrutto. Con le scosse successive di assestamento crollarono strade, ponti, tralicci della corrente elettrica e telefoniche, isolando il paese per diverso tempo.

Dopo molti anni, il paese fu completamente ricostruito con abitazioni antisimiche, conservando idealmente la struttura urbanistica dell'antico paese. Il patrimonio artistico del paese di Santa Ninfa. Delle chiese preesistenti al terremoto (chiesa Madre, chiesa della Madunnuzza, del Purgatorio, della Badia, di San Francesco, di San Vito, di Sant’Anna), sono state restaurate soltanto la chiesa del Purgatorio e della Badia, mentre la Madrice, la chiesa della Madunnuzza e quelle di San Francesco e di San Vito sono state demolite a causa dei gravi danni subiti durante l’evento sismico del 1968. Il vecchio Castello di Rampinzeri, a denominazione “castello”, per ciò che riguarda la grande masseria di Rampinzeri, è impropria, non essendo questo munito di fortificazioni.

Nell’accezione comune il grande baglio viene chiamato così a causa delle trasformazioni subite nell’800, che lo hanno reso castelletto neogotico dall’interessante bicromia, e dalla storia importante che tale costruzione

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svolge nella genesi di Santa Ninfa. Edificato sulle vestigia dell’edificio sorto ad inizio ‘600, il baglio subì numerose trasformazioni nel corso del ‘700 ed ‘800. Di questo Castello si fa accenno nel romanzo del principe Giuseppe Tommasi di Lampedusa “Il Gattopardo”, dove viene impropriamente definito “fondaco”.

Nel territorio di Santa Ninfa è stata istituita nel 1995 la Riserva Naturale Integrata "Grotta di Santa Ninfa" che tutela sia gli ambienti ipogei della Grotta di Santa Ninfa, ricchi di splendide concrezioni gessose e carbonatiche ed attraversati dal torrente sotterraneo, che l’ampia Valle cieca del Biviere, una vallata di origine carsica caratterizzata da interessanti aspetti di vegetazione naturale: la profumata gariga a timo arbustivo, ricca di orchidee selvatiche; la vegetazione rupestre tipica delle ripide pareti gessose; la fitta e rigogliosa vegetazione ripariale sul fondo umido e fresco del vallone, con pioppi, allori, salici ed olmi.

Nell’area protetta e nell’intero comprensorio sono diffuse suggestive ed imponenti formazioni carsiche superficiali di notevole interesse geologico: le doline, conche chiuse formate dallo scioglimento delle rocce ad opera dell’acqua piovana; gli inghiottitoi, stretti imbuti che convogliano le acque piovane nel sottosuolo, contribuendo alla formazione delle grotte; i karren, piccole scanalature sulle trasparenti e candide rocce gessose.

Le principali arterie per raggiungere il territorio comunale, sono rappresentate dalle SS119, SS118 e le relative diramazioni:

Principali arterie di collegamento

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Collegamento Palermo -Santa Ninfa

Collegamento Trapani-Santa Ninfa

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Collegamento Trapani-Santa Ninfa

Posizionamento Impianto su CTR

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Posizionamento Impianto su Aree SIC e ZPS

7.1 PIANO PAESAGGISTICO DEGLI AMBITI 2 E 3 RICADENTI NELLA PROVINCIA DI TRAPANI

La Regione Siciliana, sulla base delle indicazioni espresse dalle Linee Guida del Piano Territoriale Paesistico Regionale, ha proceduto alla pianificazione paesaggistica ai sensi del D.lgs. 42/04 e s.m.i., su base provinciale secondo l’articolazione in ambiti regionali così come individuati dalle medesime Linee Guida.

Il Piano Paesaggistico degli Ambiti 2 e 3 ricadenti nella provincia di Trapani “Area della Pianura costiera occidentale - Area delle colline del trapanese” interessa il territorio dei comuni di: Alcamo, Campobello di Mazara, Castelvetrano, Erice, Gibellina, Marsala, Mazara del Vallo, Paceco, Partanna, Petrosino, Poggioreale, Salaparuta, Salemi, Santa Ninfa, Trapani, Vita.

Il Piano Paesaggistico degli Ambiti 2-3 ricadenti nella Provincia di Trapani è redatto in adempimento alle disposizioni del D.lgs. 22 gennaio 2004, n.42, così come modificate dal D.lgs. 24 marzo 2006, n.157, D.lgs. 26 marzo 2008 n. 63, in seguito denominato Codice, ed in particolare all’art.143 al fine di assicurare specifica considerazione ai valori paesaggistici e ambientali del territorio attraverso:

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 l’analisi e l’individuazione delle risorse storiche, naturali, estetiche e delle loro interrelazioni secondo ambiti definiti in relazione alla tipologia, rilevanza e integrità dei valori paesaggistici;

 prescrizioni ed indirizzi per la tutela, il recupero, la riqualificazione e la valorizzazione dei medesimi valori paesaggistici;

 l’individuazione di linee di sviluppo urbanistico ed edilizio compatibili con i diversi livelli di valore riconosciuti.

Le Linee Guida del Piano Territoriale Paesaggistico Regionale, approvate con D.A. n.6080 del 21.05.1999, e l'Atto di Indirizzo dell’Assessorato Regionale per i Beni Culturali ed Ambientali e per la Pubblica Istruzione, adottato con D.A. n.5820 dell’08/05/2002, hanno articolato il territorio della Regione in ambiti territoriali individuati dalle stesse Linee Guida.

Per ciascun ambito, le Linee Guida definiscono i seguenti obiettivi generali, da attuare con il concorso di tutti i soggetti ed Enti, a qualunque titolo competenti:

 stabilizzazione ecologica del contesto ambientale, difesa del suolo e della biodiversità, con particolare attenzione per le situazioni di rischio e di criticità;

 valorizzazione dell’identità e della peculiarità del paesaggio, sia nel suo insieme unitario che nelle sue diverse specifiche configurazioni;

 miglioramento della fruibilità sociale del patrimonio ambientale, sia per le attuali che per le future generazioni.

Tali obiettivi generali rappresentano la cornice di riferimento entro cui, in attuazione dell’art. 135 del Codice, il Piano Paesaggistico definisce per ciascun ambito locale, successivamente denominato Paesaggio Locale, e nell'ambito della propria competenza di tutela paesaggistica, specifiche prescrizioni e previsioni coerenti con gli obiettivi di cui alle LL.GG., orientate:

 al mantenimento delle caratteristiche, degli elementi costitutivi e delle morfologie dei beni sottoposti a tutela, tenuto conto anche delle tipologie architettoniche, nonché delle tecniche e dei materiali costruttivi;

 all'individuazione delle linee di sviluppo urbanistico ed edilizio compatibili con i diversi livelli di valore riconosciuti e con il principio del minor consumo del territorio, e comunque tali da non diminuire il pregio paesaggistico di ciascun ambito, con particolare attenzione alla salvaguardia dei siti inseriti nella lista del patrimonio mondiale dell’UNESCO e delle aree agricole;

 al recupero e alla riqualificazione degli immobili e delle aree compromessi o degradati, al fine di reintegrare i valori preesistenti, nonché alla realizzazione di nuovi valori paesaggistici coerenti ed

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integrati e all'individuazione delle misure necessarie ad assicurare uniformità nelle previsioni di pianificazione e di attuazione dettate dal piano regionale in relazione ai diversi ambiti che lo compongono; d) all'individuazione di altri interventi di valorizzazione del paesaggio, anche in relazione ai principi dello sviluppo sostenibile.

Area Impianto Impianto su PTPR Regione Sicilia

7.2 PIANO STRALCIO DI BACINO PER L'ASSETTO IDROGEOLOGICO (P.A.I.)

Con il Piano per l’Assetto Idrogeologico viene avviata, nella Regione Siciliana, la pianificazione di bacino, intesa come lo strumento fondamentale della politica di assetto territoriale delineata dalla legge 183/89, della quale ne costituisce il primo stralcio tematico e funzionale.

Il Piano Stralcio per l’ Assetto Idrogeologico, di seguito denominato Piano Stralcio o Piano o P.A.I., redatto ai sensi dell’art. 17, comma 6 ter, della L. 183/89, dell’art. 1, comma 1, del D.L. 180/98, convertito con modificazioni dalla L. 267/98, e dell’art. 1 bis del D.L. 279/2000, convertito con modificazioni dalla L. 365/2000, ha valore di Piano Territoriale di Settore ed è lo strumento conoscitivo, normativo e tecnico-operativo mediante il quale sono

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pianificate e programmate le azioni, gli interventi e le norme d’uso riguardanti la difesa dal rischio idrogeologico del territorio siciliano.

Il P.A.I. ha sostanzialmente tre funzioni:

 La funzione conoscitiva, che comprende lo studio dell’ambiente fisico e del sistema antropico, nonché della ricognizione delle previsioni degli strumenti urbanistici e dei vincoli idrogeologici e paesaggistici;

 La funzione normativa e prescrittiva, destinata alle attività connesse alla tutela del territorio e delle acque fino alla valutazione della pericolosità e del rischio idrogeologico e alla conseguente attività di vincolo in regime sia straordinario che ordinario;

 La funzione programmatica, che fornisce le possibili metodologie d’intervento finalizzate alla mitigazione del rischio, determina l’impegno finanziario occorrente e la distribuzione temporale degli interventi.

Posizionemanto Impianto su Carta rischio geomorfologico e idraulico

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7.3 CARTA DEL VINCOLO IDROGEOLOGICO

Tale carta rappresenta le aree della regione sottoposte a vincolo idrogeologico normato con il Regio Decreto n. 3267 del 30 dicembre 1923 e con il Regio Decreto n. 1126 del 16 maggio 1926. Il decreto del 1923 prevede il rilascio di nulla osta e/o autorizzazioni per la realizzazione di opere edilizie, o comunque di movimenti di terra, che possono essere legati anche a utilizzazioni boschive e miglioramenti fondiari, richieste da privati o da enti pubblici.

Posizionemanto Impianto su Carta rischio idrogeologico

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8. CAPITOLO 8: EVENTUALI CRITICITA’ ED OPERE DI MITIGAZIONE

Con abbagliamento visivo si intende la compromissione temporanea della capacità visiva dell’osservatore a seguito dell’improvvisa esposizione diretta ad una intensa sorgente luminosa. L’irraggiamento globale è la somma dell’irraggiamento diretto e di quello diffuso, ossia l'irraggiamento che non giunge al punto di osservazione seguendo un percorso geometricamente diretto a partire dal sole, ma che viene precedentemente riflesso o scomposto. Il fenomeno di abbagliamento può essere pericoloso nel caso in cui l’inclinazione dei pannelli (tilt) e l’orientamento (azimuth) provochino la riflessione in direzione di strade provinciali, statali o dove sono presenti attività antropiche. Considerata la tecnologia costruttiva dei pannelli di ultima generazione, che riducono al minimo la componente di luce riflessa, nonchè il tipo di orientamento dei tracker ì, si può affermare che non sussistono fenomeni di abbagliamento sulla viabilità esistente, nonché su qualsiasi altra attività antropica. Per quanto riguarda il possibile fenomeno di abbagliamento, è noto che gli impianti che utilizzano l’energia solare come fonte energetica presentano possibili problemi di riflessione ed abbagliamento, determinati dalla riflessione della quota parte di energia raggiante solare non assorbita dai pannelli: si può tuttavia affermare che tale fenomeno è stato di una certa rilevanza negli anni passati soprattutto per l’uso dei cosiddetti “campi a specchio” o per l’uso di vetri e materiali di accoppiamento a basso potere di assorbimento, ed è stato registrato esclusivamente per le superfici fotovoltaiche “a specchio” montate sulle architetture verticali degli edifici. Inoltre i nuovi sviluppi tecnologici per la produzione delle celle fotovoltaiche fanno sì che, aumentando il coefficiente di efficienza delle stesse, diminuisca ulteriormente la quantità di luce riflessa (riflettanza superficiale caratteristica del pannello), e conseguentemente la probabilità di abbagliamento.

Esempio di Inserimento tracker su terreno non erboso

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In linea generale ai fini della Mitigazione visiva , Il campo verrà piantumato lungo il perimetro, secondo lo schema riportato negli elaborati grafici di progetto. Tale misura ha diversi scopi:

 Aspetti naturalistici, in quanto a livello locale si protegge un’area delimitandola e garantendo un periodo di stabilità di almeno vent’anni, con prosecuzione dello sviluppo della microfauna locale;

 Aspetti paesistici, poiché attraverso la riduzione dell’impatto visivo dei pannelli e ricreando elementi paesistici praticamente scomparsi a causa della forte industrializzazione dell’agricoltura. In tal senso la microfauna potrà svilupparsi in maniera libera senza alcun disturbo dal ciclo delle coltivazioni;

 Aspetti agronomico, siccome la piantumazione utilizza solo essenze arboree e arbustive autoctone;

 Aspetti di sicurezza, dato che attraverso quest’opera si eliminano i rischi di abbagliamento in particolare per i recettori sensibili (come ad esempio veicoli in movimento);

 Aspetti legati all’impatto acustico, in quanto la piantumazione riveste anche l’importante ruolo di proteggere l’area interna dal vento, eliminando il problema del rumore provocato dal passaggio dell’aria tra le file di pannelli.

Esempio opere di mitigazione area moduli FV

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Render esempio opere di mitigazione area cabina consegna

Di seguito dettagliate le principali criticità naturalistico/ambientali tenute in considerazione per il corretto inserimento nel territorio dell’impianto fotovoltaico:

 Si è rilevato che nell'area di intervento ricadono un piccolo invaso artificiale e due impluvi naturali (uno immissario del laghetto, ubicato nella particella 199 ed in parte costituente il confine occidentale della particella 36; l'altro attraversante la particella 36 provenendo dal ponticello posto sulla SS 119); tali ambienti rivestono interesse naturalistico per i nuclei di vegetazione riparia presenti e per la fauna delle zone umide, e svolgono altresì la funzione di corridoi di connessione tra aree di interesse naturalistico;

 L’area di intervento ricade in una zona interessata dalle direttrici di migrazione dei rapaci, così come evidenziato dalla cartografia sui corridoi ecologici allegata al Piano di Gestione del SIC, ed in relazione alle quali appare necessario mantenere uno spiccato carattere di seminaturalità;

 L’impianto ricade in aree limitrofe (buffer) al SIC ITA 10022 "Complesso dei Monti di Santa Ninfa - Gibellina e Grotta di Santa Ninfa"

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Ciò detto verranno pertanto seguite le seguenti prescrizioni, già descritte nel Prot. 089 rn/sni rilasciato in Palermo, il 01/06/2010 dalla Regione Siciliana Assessorato Territorio e Ambiente Riserva Naturale Integrale GROTTA DI SANTA NINFA:

- La fascia alberata di 10 m dovrà sarà estesa lungo tutto il perimetro del laghetto (quindi anche lato interno della proprietà), in modo da costituire una fascia di vegetazione naturale ripariale arborea caratteristica del SIC costituita da pioppo nero, salice pedicellato, olmo minore, rovo e tan1erice africana, avendo cura di mantenere l'integrità della fascia di canneto esistente, con la densità di impianto già prevista in progetto e nel rapporto 1/1 tra specie arboree/arbustive;

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- Il tratto di impluvio immissario del laghetto che attraversa la particella 199 sarà sottratto ad ogni intervento e va rinaturalizzato per una fascia di 5 m per sponda, attraverso la piantumazione di specie tipiche della vegetazione ripariale autoctona del SIC ( olmo minore, frassino meridionale, omiello, alloro, tamerice africana, rovo) con la densità di impianto già prevista in progetto;

- Lungo il tratto di impluvio che costituisce il confine occidentale della particella 36 non si procederà ad alcuna modifica dell'impluvio, arretrando eventualmente la recinzione in calcestruzzo; la prevista fascia di vegetazione di 10 m dovrà essere costituita dalle seguenti specie tipiche della vegetazione ripariale autoctona del SIC (olmo minore, frassino meridionale, omiello, alloro, tamerice africana, rovo) con la densità di impianto già prevista in progetto;

- Sarà mantenuto l'impluvio naturale che ha inizio nel ponticello di attraversamento della SS 119 e attraversa in direzione NE-SO la particella 36 e dovrà provvedersi alla sua rinaturalizzazione per una fascia di 5 m per sponda attraverso la piantumazione di specie tipiche della vegetazione ripariate autoctona ( olmo minore, frassino meridionale, orniello, alloro, tamerice africana, rovo) con la densità di impianto già prevista in progetto;

- La fascia perimetrale a verde dell'ampiezza di 30 m lungo la SS119 sarà realizzata estendendo i nuclei di olmo già presenti ed utilizzando inoltre le seguenti specie: olmo minore, bagolaro, leccio, olivastro, biancospino, fillirea, lentisco, alatemo, mirto, carrubbazzo, rosa canina, rovo con la densità di impianto già prevista in progetto e nel rapporto 1/3 tra specie arboree/arbustive;

- Le rimanenti fasce perimetrali a verde dovranno essere realizzate utilizzando le seguenti specie:

carrubo, leccio, bagolaro, olivastro, fillirea, lentisco, alatemo, teucrium, mirto, carrubbazzo con la densità di impianto già prevista in progetto e nel rapporto 1/3 tra specie arboree/arbustive;

- Al fine di garantire sin da subito l'effetto schermante di mitigazione e di rinaturalizzazione delle fasce a verde da impiantare, gli esemplari di arbusti dovranno avere un' altezza minima di 50 cm e gli alberi di 200 cm e dovranno essere impiantati con distribuzione naturaliforme.

All’interno degli elaborati grafici vengono meglio evidenziate tali prescrizioni.

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9. CAPITOLO 9: LE FASI DEL CICLO DI VITA DELL’IMPIANTO: “FASE DI CANTIERE”

Per ciascuna componente ambientale vengono di seguito analizzati i principali elementi di criticità riscontrabili in fase di cantiere, in fase di esercizio e in fase di dismissione (decommissioning) dell’Impianto. Nel dettaglio:

Sottrazione di suolo

L’impatto sulla componente ambientale è causato dalle azioni necessarie all’installazione ed al montaggio delle componenti di impianto ed alla realizzazione delle opere di connessione elettrica. Tali interventi non muteranno i lineamenti geomorfologici delle aree interessate dall’intervento ed il materiale di risulta, ove non reimpiegato, sarà adeguatamente smaltito. Inoltre, al fine di proteggere dall’erosione le superfici nude ottenute con l’esecuzione degli scavi, si darà luogo ove possibile ad un’azione di ripristino e consolidamento del manto vegetativo.

Traffico e polveri

Le principali emissioni sono prodotte dallo scarico di materiali, dai veicoli di trasporto e dai mezzi d’opera meccanici. Non è possibile fornire un’esatta valutazione quantitativa delle emissioni essendo le stesse generate da sorgenti di tipo diffuso. Le particelle emesse in atmosfera, nella maggior parte dei casi sedimentabili, sono soggette ad un fenomeno di dispersione piuttosto contenuto, rimangono cioè confinate nella zona circostante a quella di emissione. L’impatto generato, in ogni caso, è minimo e limitato nel tempo.

Rumore e vibrazioni

L’inquinamento acustico è dovuto principalmente alle macchine per la movimentazione della terra, all’incremento del traffico e, in generale, a tutte le attrezzature utilizzate per la costruzione dell’impianto. Questo tipo di disturbo è limitato alle sole ore diurne dei giorni lavorativi, ed è, comunque, di natura transitoria. Le vibrazioni dovute ai macchinari utilizzati e ai mezzi di trasporto si possono ritenere confinate alla zona interessata dai lavori.

Ecosistemi naturali

I possibili impatti sugli ecosistemi sono legati essenzialmente al rumore ed alle polveri prodotte. A tutela degli stessi l’impianto verrà realizzato in un periodo non coincidente con il periodo riproduttivo delle specie faunistiche presenti nella zona.

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Sistema idrico

Per quanto riguarda l’idrologia superficiale, le modalità di svolgimento delle attività non prevedono interferenze con il reticolo idrografico superficiale. Anche l’assetto idrogeologico non sarà alterato dalle opere di ancoraggio delle strutture di sostegno, in quanto queste saranno realizzate con viti metalliche zincate.

10. CAPITOLO 10: LE FASI DEL CICLO DI VITA DELL’IMPIANTO: “FASE DI ESERCIZIO”

Traffico

Il traffico veicolare che insiste sull’area di intervento è poco considerevole: con la presenza dell’impianto non saranno modificate le attuali condizioni relative alle emissioni in atmosfera di sostanze gassose inquinanti, poiché l’aumento di traffico veicolare sarà relativo solo alla manutenzione dell’impianto (il controllo e la gestione avverranno soprattutto tramite telecontrollo) ed impegneranno una squadra limitata di operai specializzati.

Inquinamento elettrico, elettromagnetico, radiazioni ionizzanti e non ionizzanti

Gli elementi dell’ambiente e del progetto utili per l’identificazione e per la valutazione dell’impatto elettromagnetico sull’ambito territoriale in cui ricade l’impianto sono riferibili alle caratteristiche:

 delle linee di trasporto della energia elettrica prodotta;

 dei sistemi di conversione e trasformazione.

L’inquinamento elettromagnetico che un impianto fotovoltaico può determinare sull’ambiente, può essere esclusivamente di tipo diretto, ossia generati dall’inserimento dell’opera nel contesto. I campi elettromagnetici generati in un impianto fotovoltaico possono essere attribuiti principalmente a:

 sistemi di conversione e trasformazione;

 linee di trasporto dell’energia elettrica.

In merito alla prima ed alla seconda fonte è ragionevole affermare che gli effetti dei campi elettromagnetici sono da ritenersi del tutto trascurabili, rimanendo l’intensità dei campi stessi al di sotto dei limiti imposti dalla normativa

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Rumore

Le potenziali sorgenti di rumore di un impianto fotovoltaico sono riconducibili ai sistemi di conversione e di trasformazione. Il problema può essere risolto con la scelta di componenti che rispettano le specifiche normative di settore.

Emissioni/Immissioni in atmosfera

L’assenza di emissioni in atmosfera, anzi la riduzione nella produzione energetica delle stesse rispetto ai sistemi convenzionali è indubbiamente uno dei “punti di forza” di questo genere di impianti durante tutto il ciclo di vita.

Interferenze con la vegetazione e la fauna

L’esigua interferenza con la vegetazione e la fauna fa sì che l’impatto potenziale possa considerarsi praticamente nullo se opportunamente trattato (vedi paragrafo opere di mitigazione).

11. CAPITOLO 11: LE FASI DEL CICLO DI VITA DELL’IMPIANTO: “FASE DI DECOMMISSIONING”

Alla fine della vita dell’impianto fotovoltaico si procede al suo smantellamento ed al conseguente ripristino dell’area. La fase di decommissioning consiste sostanzialmente nella rimozione dei moduli e delle relative strutture di supporto, e nello smantellamento delle infrastrutture elettriche. Tutti i rifiuti prodotti saranno smaltiti tramite ditte regolarmente autorizzate.

Nell’ambito del panorama europeo la fase di smaltimento dei rifiuti riveste una fase caratterizzante non solo il progetto e la realizzazione, ma l’intero ciclo di vita dell’opera.

Come analizzato ampiamente in precedenza, il ciclo di vita dell’impianto verte su tre fasi principali:

1) Fornitura e Realizzazione;

2) Esercizio e Manutenzione (ordinaria e straordinaria);

3) Fine vita (decommissioning).

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La prima fase, Fornitura e Realizzazione, prevede l’allestimento ed il protrarsi delle “usuali” fasi di cantiere inerenti impianti/opere in genere, di conseguenza avremo la produzione di rifiuti “assimilabili agli urbani” (per esempio imballaggi) e di rifiuti “speciali inerti” (es. cemento, rifiuti da scavo, materiali isolanti, ecc..). Al fine di minimizzare gli sprechi di materie primarie in favore della formazione di materie prime secondarie, si prevede l’attivazione della raccolta differenziata, per tipologia, quantità, grandezza cosicché, mantenendo separate la frazioni riciclabili da quelle destinate allo smaltimento diretto in discarica autorizzata, si può avviare un comportamento ambientale virtuoso e sostenibile alimentando linee di produzione della zona, attraverso i consorzi di riferimento.

Per quanto concerne i volumi delle terre e rocce da scavo provenienti dal cantiere si prevede che questi non supereranno i 6.000 m3. Detti volumi saranno impiegati nello stesso cantiere che li ha prodotti per: reinterri, riempimenti, rilevati e macinati, dato che non costituiscono rifiuti e sono esclusi dall’ambito di applicazione della parte IV del decreto 152 del 2006.

In ottemperanza al comma 5 dell’art. 186 del decreto 152 del 2006 la ricollocazione sarà effettuata secondo modalità progettuali di rimodellazione ambientale del territorio interessato.

La seconda fase, Esercizio e Manutenzione, prevede l’ausilio a prodotti per la pulizia con marchio “Ecolabel”

e/o altri marchi riconosciuti (es. Blue Angel, White Swan, ecc.) che possano ritenersi rispettosi dell’ambiente attraverso un’opportuna certificazione di qualità.

La terza fase, il Fine vita, sarà la fase più delicata perché il fine che ci si prefigge è il completo ed esaustivo ripristino della naturalità dell’area pre-esistente. Naturalmente i rifiuti classici che avremo in questa fase saranno quelli “da demolizione”, per cui:

 Ancoraggi al terreno delle strutture di supporto dei moduli fotovoltaici con viti metalliche zincate per immersione a caldo, per rendere retrofit l’istallazione;

 Strutture di acciaio;

 Plastica;

 Conduttori e dispersori metallici;

 Materiali isolanti;

 Rifiuti misti di impianto.

In particolare per i pannelli fotovoltaici, sono le stesse ditte fornitrici che, ad oggi, forniscono dei contratti di ritiro al fine vita degli stessi per il riciclo delle componenti quali: silicio (materiale costituente le celle fotovoltaiche),

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alluminio (la cornice dei moduli e protezione della parte posteriore), vetro (protezione della parte superiore del modulo), plastica (Junction box posteriore).

12. CAPITOLO 12: ANALISI DEGLI ALTRI IMPATTI

Nel presente paragrafo, si cercherà di esaminare i potenziali impatti prodotti dall’intervento proposto (con esclusione di quello visivo già analizzato) motivando le scelte progettuali finalizzate al contenimento degli stessi.

Si premette comunque che il tipo di intervento proposto produce sicuramente un impatto ambientale basso e comunque molto minore di quello che avrebbe un impianto alimentato con combustibili fossili che sviluppi la stessa potenza nominale.

Le fonti rinnovabili, rappresentano, almeno nell’immaginario collettivo, la soluzione al problema dell’inquinamento; inoltre, spesso, si ritiene che queste non inducano alcun tipo di impatto sull’ambiente circostante, in realtà occorre partire dall’assunto che qualunque attività umana, produce un impatto sull’ambiente circostante, occorre valutare l’entità di tale impatto e i metodi e soluzioni che permettono di ridurlo.

Gli impianti tecnologici finalizzati all’utilizzo delle fonti energetiche rinnovabili rappresentano opere realizzate dall’uomo, utilizzando le conoscenze tecnologiche disponibili ed in continua evoluzione, e come tali inducono un determinato impatto sull’ambiente.

È anche necessario chiarire, che l’impatto indotto da tali impianti tecnologici, è, normalmente, decisamente inferiore a quanto provocato dalle altre tecnologie per la produzione energetica. Si pensi solo ad un qualitativo confronto tra un impianto fotovoltaico ed una centrale termoelettrica ad olio combustibile.

Produzione di polveri

In aggiunta a quanto già accennato, in merito alla polvere, si presume di poter realizzare le lavorazioni più impegnative sotto questo aspetto pesanti, nella tarda primavera prima della stagione estiva. Tale fattore, grazie alla maggiore umidità del terreno, sarebbe già in grado di contenere in maniera consistente le possibili emissioni di polveri associati alla circolazioni di mezzi e persone sul terreno che ospiterà il generatore fotovoltaico.

Tuttavia, se dovesse verificarsi la necessità di avviare le lavorazioni in un periodo più caldo, con il terreno più soggetto alla generazione di polveri, si provvederà al contenimento con irrigazione delle vie di transito.

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