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CAPITOLO PRIMO dei conti con l'estero, provocati dalla crisi petrolifera del

Nel documento l COMUNISTI ITALIANI E IL RIFORMISMO (pagine 39-43)

È indubbio che a differenza di quanto avviene in Austria, Germania e Svezia la dialettica sindacato-partito sia condi

16 CAPITOLO PRIMO dei conti con l'estero, provocati dalla crisi petrolifera del

1973.

È

possibile affermare in linea generale che, a fronte dei forti mutamenti che interessano la costellazione politica, si registra nel corso del decennio una sostanziale continuità nella scelta delle terapie anticrisi. Ed è bene ricordare fin d'ora che proprio qui si può cogliere la prima significativa differenza tra la vicenda italiana e quella dei tre paesi a go­ verno socialdemocratico.

Alla fine degli anni '6o giunge a rottura, con un rafforza­ mento delle organizzazioni sindacali, il sistema di relazio­ ni industriali emerso in precedenza, che si era basato su di «un misto di debolezza sindacale e di paternalismo padro­ nale»24. A questa rottura, che provoca un brusco aumento del costo del lavoro", le autorità rispondono con una classi­ ca manovra deflazionistica u.. Tuttavia, contrariamente alle aspettative, questa manovra non sortisce i medesimi effet­ ti disciplinatoci dei comportamenti sindacali avuta ad esem­ pio nel 19(53-64: la conflittualità si mantiene alta, la capaci­ tà rivendicativa delle maestranze pure, mentre le lotte con­ tinuano ad aggregare, su valori di uguaglianza, partecipazio­ ne e solidarietà, strati tradizionalmente lontani dalla classe operaia.

Questa rigidità delle relazioni industriali favorisce un cli­ ma di stagnazione economica, di compressione dei margini di profitto e di instabilità politica, che spinge il governo (per sbloccare una situazione in cui la forza del sindacato rimane intatta, nonostante la recessione) a favorire nella seconda metà del 1972 una certa ripresa, la quale a partire dai primi problemi di bilancia di pagamenti, verrà sostenuta con una politica monetaria permissiva. n recupero dei margini di profitto viene ricercato dal governo di centrodestra An­ dreotti-Malagodi (giugno 1972 -giugno 1973) favorendo la corsa dei prezzi sia mediante l'uscita dal serpente moneta­ rio 27 che continuando nella politica monetaria espansiva. Si determina una ripresa molto forte, «drogata» dall'inflazio­ ne, del reddito e degli investimenti 28• Ma si rivelerà sempre piu chiaro come la scelta dell'inflazione abbia avuto traspa­ renti implicazioni antisindacali.

Da questo momento in poi l'Italia, la cui dinamica dei prezzi era stata nei due decenni precedenti sostanzialmente

IL MOVIMENTO OPERAIO TRA OPPOSIZIONE E GOVERNO 17 in linea con quella dei principali concorrenti, comincia a ca­ ratterizzarsi come un paese stabilmente afflitto da un'infla­ zione piu elevata che altrove 29• Alla insensibilità del governo di centrodestra verso le implicazioni del fenomeno inflattivo si sommano infatti, alla fine del 1973, le conseguenze dello shock petrolifero. Nell'immediato esso rende drammatica la situazione con i conti con l'estero, intervenendo in una fase di forte accelerazione produttiva, e successivamente, in un clima di relazioni industriali instabili, diventa un motivo ul­ teriore per la rincorsa tra prezzi e salari.

Nel 1974-75 la risposta che i governi italiani dànno agli squilibri della breve crescita iniziata nel 1972 è, ancora una volta, la deflazione. n pacchetto di misure varato alla metà del 1974 provoca la piu difficile recessione del dopoguerra 30, e viene puntualmente seguito, in autunno, da una manovra di bilancio del ciclo che si imbatte immediatamente in nuove difficoltà di bilancia dei pagamenti e di inflazione, la quale, nel 1975, arriva al 17 per cento ..

È

in questo alternarsi sempre piu fitto di politiche di stop and go che cade la grande vittoria comunista del giugno 1975. Nei mesi successivi i fallimenti della politica economi­ ca, che passa ora attraverso una nuova ripresa «drogata» dall'inflazione, nuove gravi difficoltà della bilancia dei paga­ menti e una nuova svalutazione }t, contribuiscono a rafforza­ re il consenso attorno all'opposizione comunista, come si ve­ drà nelle elezioni politiche del giugno. n nuovo insieme di provvedimenti adottato nell'ottobre 1976 riconferma e ap­ profondisce la stessa impostazione che nei mesi intercorren­ ti tra il marzo e il giugno aveva portato a prendere alcune mi­ sure restrittive }l. n pacchetto varato in ottobre comprende restrizioni valutarie ai movimenti di capitale, aumento del tasso di sconto, limitazione alla crescita degli impieghi ban­ cari e forti aumenti delle tariffe. A questa manovra defl.attiva fanno seguito in gennaio-febbraio 1977 altri provvedimenti dello stesso segno e il recepimento di un accordo con il sin­ dacato, che prevede abolizioni di festività, un ritocco al mec­ canismo della scala mobile e una riduzione delle ferie}} .

La strategia del governo confida che il contenimento della crescita possa avere effetti positivi sui prezzi, sulla bilancia dei pagamenti, e sulla condotta del sindacato, rendendola

18 CAPITOLO PRIMO meno militante. In aprile la manovra si perfeziona, con una nuova modifica concordata alla scala mobile><, e con una contrazione di un prestito dal Fondo monetario internazio­ nale, per ottenere il quale il governo sottoscrive una Lettera di intenti che riconosce come cause fondamentali dell'insta­ bilità monetaria la dinamica del salario e l'indebitamento pubblico"·

Gli effetti della manovra economica non tardano a mani­ festarsi. Mentre nel 1976 l'incremento del prodotto interno lordo si era mantenuto piu elevato che nella media Ocse, nel 1977 si assiste a un secco rallentamento della crescita della

produzione e a un crollo degli investimenti }6. D'altra parte la

bilancia dei pagamenti migliora sensibilmente, mentre l'in­ flazione si mantiene ancora piu elevata che nella media OcseH.

Alla fine del 1977 il clima congiunturale è ormai pesante­

mente recessivo, nonostante che dalla metà dell'anno il go­ verno Andreotti, reimpostando la propria azione sulla base di un accordo programmatico con le forze che appoggiano

la maggioranza, introduca alcune misure reflattive .18. Tutta­

via la filosofia che sembra guidare ancora l'azione del gover­

no è quella di seguire la strada del rigore finanziario. La po­

litica monetaria e creditizia rimane per tutto l'anno notevol­

mente restrittiva 39• In dicembre, infatti, viene varato un se­

condo pacchetto di misure di «risanamento», anch'esso marcatamente recessivo, consistente in aumenti delle tariffe

e delle imposte dirette 40• Contemporaneamente, con il de­

creto n. 946 (che verrà seguito l'anno successivo dall'altro «decreto Stammati», il n. 702), vengono posti limiti molto vincolanti alle possibilità di indebitamento, di spesa e di as­ sunzione degli enti locali: lo sviluppo del «sistema delle au­ tonomie», che a partire dal 1970 era stato un fattore impor­ tante della crisi degli equilibri politici centristi, viene cosi, e con effetti che dureranno a lungo, arrestato bruscamente e ricondotto entro la logica tradizionale di una predisposizio­ ne centralistica delle decisioni di spesa, seppure nell'ambito di procedure contabili piu rigorose.

Parallelamente si avvia la progettazione delle tre leggi che costituiranno, e come tali verranno presentate, il massimo ri­ sultato della sinistra sul terreno della politica economica. n 7 ottobre 1976 viene varata dal Consiglio dei ministri la legge

IL MOVIMENTO OPERAIO TRA OPPOSIZIONE E GOVERNO 19 per la riconversione dei settori industriali in crisi, che sareb­ be stata definitivamente approvata dal Parlamento nell'ago­ sto successivo (legge n. 675). n 29 ottobre 1976 il governo ap­ prova la legge per l'occupazione giovanile, che come legge n. 285 entrerà in vigore nel maggio '77. Contemporaneamente viene avviata la discussione di quella che nell'agosto 1978 di­ venterà la legge (n. 457) istitutiva di un« Piano decennale» per la casa, ritenuta dirimente per gli esiti reali della legge (n. 392) sull'equo canone varata il mese precedente41•

All'inizio del 1978 si perfeziona tra i partiti l'accordo che porterà in marzo a un appoggio al governo di Andreotti 42• Anche la nuova compagine, tuttavia, rimane in politica eco­ nomica estremamente cauta. La discesa dei tassi prosegue, mentre gli investimenti pubblici hanno un ruolo meno re­ cessivo che in precedenza. D'altra pane, con la motivazio­ ne di volere ridurre il deficit pubblico, vengono reiterate misure restrittive, quali aumenti delle tariffe e dei ticket sa­ nitari 4}.

Per tutto il 1978 il clima economico continua cosf a man­ tenersi depresso, con una crescita del prodotto interno mol­ to modesta e una riduzione in termini reali degli investimen­ ti. La voce piu dinamica della domanda sono le esportazioni, che si avvantaggiano degli effetti della svalutazione del 1976, della moderazione della dinamica salariale conseguente alla nuova politica del sindacato, e della ridotta dinamica dei prezzi, il cui tasso di crescita scende dal 18 per cento del 1977 al 12 per cento del 1978 44•

Questi successi in termini di stabilità economica si realiz­ zano nel quadro di un sostanziale indebolimento politico del movimento operaio_ Il fatto che nel '77-78 i salari reali conti­ nuano a crescere., non può fare velo al fatto che l'occupazio­ ne e la crescita, e quindi il potere contrattuale del movimen­ to operaio, contestualmente presentino valori negativi_ Que­ sto va ad aggiungersi al fatto che per motivi diversi, le tre leg­ gi relative allo sviluppo produttivo negoziate dal Pci e pre­ sentate come il principale contributo al rinnovamento della politica economica 46 risultano essere, come vedremo, del tutto inin.Buenti.

Nel documento l COMUNISTI ITALIANI E IL RIFORMISMO (pagine 39-43)