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CAPITOLO SECONDO

Nel documento Digitized by (pagine 23-35)

Diverse imputazioni date al conte Ugolinononsussistono in fatto, enon reg-gonoall'esamedellacritica;usurpato, tirannicoepregiudiciale alla patrianonesserestatoilsuogoverno;ecome iarcivescovoUbaldini istigatodall'ambizione,dall’invidiaedallavendetta locondannasse

acrudelsupplizio.

La

grandezzapoliticao commercialedellapisana repubblica colla sconfitta navaletoccataallaMeloriail6Agosto 1284,restò talmente avvilitaeprostratadanonpotersipiù riavere;perocchéladesolazione eil

timoresbigottironoaffattoirimanentiabitatori, de'qualiniunoparve sti-marsi valevoleasalvarelapatria dal perigliochelesovrastava.Lo spavento signoreggiavaglianimi inmodo,chesulleprime mancòognisaggio consiglio,adequatoad impedirepiù gravidisastri.Isuoipiù espertiezelanti cittadini, parte uccisi eparte prigionieri nelle carceridellavittoriosa Genova,nonpotevanoaltrimentinècolsenno nècolbraccio sovvenirla degliajutiesoccorsichelebisognavano. Ed appenacheiguelfidi To-scana sepperonovelle dellasventuradeighibellinipisani,grandemente ne gioirono,eprogettaronoaigenovesiunalleanzaoffensiva,promettendo diassediare Pisa perterra,selavia delmareiligurinavigliie chiudes-sero.LagelosaGenovaaccettò d'assaibuon gradosimilproposta,bramosa com’erad’annichilare lapotenza marittimadellatemutarivale.Leparti

con-traentireciprocamentesiobbligaronononaccordarlepattoveruno,di atter-rarnelemura,dismantellarnelecase,didisperderegliabitantinellevicine città,ecosìridurli allapiùabiettaschiavitùchemaipossainfliggersi achinacqueinlibera terra.IcomunidiFirenze ediLucca, eposcia Pistoja, Prato,Volterra, S.Gimignano eColle,giuraronol’osservanzaallalega coigenovesi(18),edincominciaronosubito leostilità,occupando e gua-standoterritorioecastellaappartenentiaipisani.«Nelleangustie in cui

«sitrovavano(Sismondi,storiaeie.cap. XXIII ),risolsero1pisanidi

«eleggereilconteUgolino Gherardesca capoereggentedella

repub-«blica, comeiromaniinmenodifficilicircostanzeavrebbero nominato aundittatore. Siassicura chei pisani prigionieriinGenova,iquali

«nellalorocattivitànonlasciavanodiconservare influenzane’ consigli

«dellaloropatria,proposeroessimedesimi taleelezione.Ilconte

Ugo-«linofunominaloper10annicapitanogeneralediPisa;e laprima cura 3

is-tiaffidatagli fuquelladifareinmodochesisciogliesselalegaformata

«controlapatria.»

Allorquandoperòaccadde lasanguinosa battagliadella Meloria, Ugolinoera giàrivestitodellacaricadicapitanodelpopolo,ed intal qualitàtuttelemilitarifaccendedaessodipendevano.Laondeè innega-bilecheUnd'alloraegligodevadellapienaOduciade’suoicompatriotti.

Alberto Morosiniveneziano epotestàdiPisa,c AndreottoSaracini senese, ammiraglireputatissimi,regolavanolaflottasottoisuoiordini;etanto

essicheilducesupremodetteroprovedistraordinariovaloreeperizia diguerra,prima e durantel'attacco.La pugnafuoltremodolunga, fiera cdaccanila, qualdovevaessere tra duepopoli,rivolti l’unl’altroa distruggersi;sicchéladisfattadovevaperundiessiresultarecompleta, olofu periPisani.Delle 103galereconcui'era partilodaPisa,sole trene ricondusseUgolinoastentoinsalvonelporto,essendostatele altrepredate, affondateomalconcedall’armatanemica, compostadi107 grosse navi(19).

Digiornoingiornopertantogliaffaridellarepubblica peggiora-vanoinguisa, chei pisanieranridottiquasiadisperazione.I

magi-straticongregaronoil popoloaconsultasulpartiloda prendersi nella criticacontingenza,eudironsialloracerteproposizionisistravaganti, as-surdeeprivedigiudizio,chesefosserostateadottate la cittàavrebbe affrettatalapropriarovina.Inmezzoallafluttuazionedelledisparate opi-nioni, levossi ilGberardesca esclamandointalsentenza, dal celebre LionardoBruniaretinoesegretariodellarepubblicadiFirenzealla po-steritàtramandata(20):«Che durezzaetcheobstinazioneèstataquesta

«chenoiabbiamovolutosostenerelaparzialitàdiversaatuttienostri

«vicini?Iosonostatodiquestaopenionechecomeildominiode’pisani

« siadaccrescerepermarecosìperterrasidebbonotenereben

con-« tenieconbenivolentiaetamore lecittàpropinque. Questoconsiglio

«veggo chefu approvato dagli antichi nostriequali sendouomini

«sapientissimiconquistaronolaCorsicaetlaSardignaet laMaiorica et ulaMinoricalontanedanoietlasciarono stare Luccasipuòdirein

«sugliocchide’pisani.Maquesti egregii governatori nostri presenti

«tenendolavia contrariasenza alcunaragione probabilecihannorecate

«acasamoltissimecontese chec’ingegniamodipacificarespecialmente

«ifiorentiniefarcegliamici:etnonsaràdifficilese noiconsideriamo

«benelanaturaetlacondizionediquestacosa:Peròcheio vorrei

« saperediquellonoicontendiamocolpopolofiorentino? Del dominio udiSardigna,odialtreIsoledel mare?Questopensiero nonè mai

«venutonellementi loro:etnonèloro propositodicontenderecon

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«noidella potentiadelmarenè cercarecontadoperilbisognoloro:

aconciòsiacosacheeglinoabbinopaeseassaielnostronon

diman-«dino:checagioneadunquecihacondottoconloroinquestacontesa

«senonunaranaopenionedelleparti.Maquestoerroresipuò

facil-«mento correggereponendofrenoallarabbiadi pochichehanno

cari-ticatadiquestasuperfluainimicitialaciltinostra.»

Magistratiecittadiniavevanodirittoesternare nelleadunanze popo-lariquellapoliticaopinioneebepiù loropiaceva,edisostenerlaancora concertimezzi legali;per loebeil conteUgolino unane manife-stòdiscordanteda quella dalla maggiorparte de'pisani professata,la qualeperòfecesuloro si profondasensazione,che riconosciutanela giustezzadelleragionirestaronopersuasidellanecessitàdifarpacecoi fiorentiniaqualunquecosto.Perlaqualcosa incaricaronoilconte me-desimodiappiccarelepratiche,edinegoziarlamunitodellepiùampie facoltà;nonostanteilcontrarioparerediGiovanniFagiuoli,professordi LeggiinquellaUniversitàeghibellinonell'anima(21).

LaCronicapisanadelMarangone convienenellasostanza del sur-riferito discorso, ed eziandio aggiungevi: «Il conteUgolino cercò

«l’accordo deifiorentinicoipisanidopolastrepitosae fatai battaglia

«dellaMeloria,mentreunanuovaarmatagenovese compostadi40

ga-<*lereminacciava arrecareulterioridanniallavintarepubblica. »

Impe-rocchétroppourgeva arrestarelaseconda tempestacheottenebravasi sull’orizzontediPisa;laqualeseavevatempodiscoppiare,tuttosarebbe statoperleisterminato.Intraprese letrattative,sivenneagliaccordia condizione; cheipiùfacinorosi ghibellini da Pisa fossero scacciatie messialbando,eche alcunecastellaipisaniaifiorentinicedessero(22).

Inconseguenzadiquestoaccomodamento,quantunqueparziale,l'accorto Ugolino disciolselamenzionata lega guelfa, avendo da essa staccati colorocheneformavanolabase eilnodo principale. Laonde giorni menburrascosineconseguirono per la repubblica, che cosìacquistò tempoditrattare dipace ancoconlealtrecittàchelesieranodichiarate nemiche.

Tuttoilmeritodell'accordo stipulato coi fiorentini ridondòaiconte diDonoratico,percuifusalutatoSalvatordellapatria,econsolenne plebiscito confermatoper io anni capitano, rettore e amministratore delcomune.

Ècosamoltoprobabile, senoncerta,chefindaquell’epoca l’arcivescovoRuggero principiasse insoocuoreaodiarlo;poiché scor-gevainluiunpersonaggio chesi sarebbe sempre ed animosamente oppostoadognisuoambizioso progetto.Ma lasciateda bandale con-getture,sebbenenon mancantidibuoni fondamenti,occupiamocideifatti

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ediquelli in specie che ancoi piùstitici non possonoimpugnare, bastandoessialmiotema.

11ritratto fisico-morale delconte Ugo-linoparmi nondover dispiacereailettori,ed anzi interessarli

,

per-chèessodàun ideadellequalitàdiquest’uomocelebrequanto sven-turato.

Ilcontenumerava 7t> anni circadi vita,allorché montò sulla galeracapitanachelealtreperpubblico consensoguidar dovevaalla battagliapoc'anzirammentata,ovelaprosperitàdellarepubblica pisana fuinpoche oresepolta nell’ondedelmare. 1disagi,leguerreela gravità dellecureincuierastatocontinuamente occupato,non ne ave-vanopernullaindeboliteleforze,infievolitalamente,omenomatoil coraggio.Ilsuoprincipalestudioerastatoquellodegliuomini,e nes-sunomegliodiluiliconobbe nella sua patria. Dotatodisottilissimo ingegno,d’animo ardito, di perspicacia grandissima,consumato nella praticadegli affarieavvolgimentipolitici,fornitod’immensericchezze, dellequalidisponeva conaccortagenerosità, giungerpotettea guada-gnarsiutiliepotentiamici.Aluinonmancavano neppurei requisiti diottimocapitano;essendochéeralentonelmeditare,velocenell’ ese-guire,circospettoeguardingonelprendereunarisoluzione,

ma

intrepido quandopresal’aveva.1periglinonlospaventavano,inessianzi dive-nivapiùcoraggioso;nellapropiziafortuna destroatrarne profitto,ed allamobilitàdiessa giammai alfidavasi, senonquandoeradeltutto impossibileprevederl’avvenirecollenormedelpassato(23).

Lavecchiajadegliuominièstatadataluniparagonataincerti rapportifisicia quella dellepiante,cioèarida,torpida,infecondaepiena di malattie preparatoriel’organicadissoluzionedelcorpo.Ugolinoperò qualerastatonegli anni suoi verdi,mantennesiinquellioltreuna mata-rilù avanzata. Alto di statura,dimaestosa presenza, graveappariva nellerappresentanzecivili,vivaceeprontissimonellemilitari.Il porta-mento compostoedaffabile risvegliavasentimenti d’ammirazioneedi benevolenza inchifacevasiarimirarlo:quandoparlava,unaspeciedi magiariuscivanosugl’ascoltanti lesueparole,franche, semplicima elo-quenti,caccompagnatedamodiinsinuantiegraziosi.

Atali pregidellospiritocdelcorpodalGherardescaposseduti, il VenerabilPadremesserl’arcivescovoRuggeri(dalcav.Fla.dalBorgo impropriamentecosiqualificato),niunone aveva dacontrapporre,tranne

lavirtùdisaperdissimulare,perposciapervenireconpiùsicurezzaad ottenervendetta

;

ilcheèconvergognosaimpudenzaconfessato dalsuo enfaticopanegirista testécitato.Eilnon evangelicoodioerancoreche

ilvenerabil prelatocovavainpettocontro del conte, trasparivaogni

qual-—

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ottacoisuoipiùintimi confidentifacevasidiessoafavellare, poiché

l’ipo-critaintuonod’ispirataprofezìaripetevasovente l’allegoricafrase:non èlontanoiltempoincuilagranquercia diDonoratico aduggieràla repub-blica.Conqualanimoeidicessequestaesimilicose è facilmente compren-sibile,quando un pongamenteagliavvenimentiposteriori;eriflettersi vogliaallaproclivitàpursempre mostratadaipisanid'insospettirsipel più leggeroindizio,cheavulnerare l’indipendenzaelibertàdellaloro repub-blicaaccennasse.

Avanti d inoltrarmi in altre questionicadeinacconcio esaminarele dueprincipaliaccusedatead Ugolino,cioè,seegliallabattagliadella Meloria facesse defezione, c se lecastellaaifiorentinilecedesse a tradi-mento, ovveroper necessità.

Inquanto allaprimarispondo:nonviè defezione,nonviètradimentoovosicombattefinoachereggonoleforze possibiliaspiegarsi nella circostanza. In questo disgraziatofattosipugnò con tanto furore perpartedeipisani,econtantalealtàevalore dal conte

,

che4,000furonoicittadiniuccisi,ed Ugolinocorsegravepericolodi ri-manerprigioniero,mentre un suofigliofuvistoincateneornareiltrionfo de'nemici.Seeglinonsifossecomportatoqualdoveva unuomod’onore ezelante del patriointeresseedecoro, queipochi cittadini ritornati a Pisa l’avrebberorimproverato eaccusato incontanente;etanto piùl’avrebber fattoidetenutiinGenovacolproclamarloiniquo traditore.Lecose peraltro passarono altrimenti, poichénonvifualcunochelotacciassedifellonia, elaperdita della battagliafuattribuitaa sventura,ealmaggiornumero dellegaleregenovesi.Colorocheeranoincattivitàconsigliarono anzi pocodipoiladiluielezioneacapilanogeneralediPisa,come* ro-mani in menodifficili circostanze avrebberonominato undittatore. Gli storicicontemporaneinon nefannoilminimo motto,lochecostituisceun ottimoargomentonegativo;echiunqueabbiaunpocodisenno aprima giuntabenvedo,cheunadefezioneedunadisfattacompletanon pos-sonoammettersineltempo medesimo; laonde questa prima accusaè stolta,assurda,insussistente.

11tradimentodellecastellaèparimente unacalunnia inventatada Ruggero,comelaprima èuninvenzionedi quellicheintempia noi piùvicinihannovolutofarpompa,maleaproposito, d’odiare tiranni.

EfTetlo della necessità che imperava,o chepursempreasuaposta imponeleggialmondo,fulacessionedellecastellaaifiorentini, sug-geritadallaprudenzache insegnavaedinsegnainsimilicasisacrificare unaparteasalutedell’altrapiùimportante.Aggiungasiinoltrelapiùampia facoltàcheavevadalpopoloditrattareeconchiudere conessilapace, ondelalegaguelfasidisciogliesse. IlsincronocronistaRicordano

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lispini ciassicurache(cap. •CCXLIII}:«Seifiorentiniavessonoattenutala a’mpromessa (allalega),laCittàdiPisasarebbestatapresa,disfatta,

«e recatalaaborgora,com'era ordinalo: maifiorentini ordinarono

«ch'e’Sanesimandaronoilorocavalieriallaguardiade’GuelfidiPisa.» Lanecessitàadunque ripeto imponeva, laprudenza consigliava,ele facoltàil popoloavevaglidate,ov’èiltradimento?

Mediantelacessionedialcunifortilizzioltennesi non solamente

loscioglimento della paventata lega,manederivòl'altropreziosoe im-portantissimovantaggiodiavere ifiorentinieisenesi invecedi offen-soridifensori,conformeilsopraccitato Malispinineaccerta.L’ostinazione negativaavrebbeall’oppostocagionatairreparabilmentelarovinatotale della repubblica.

Èpoiridicolacvolgarissimafavolaquellade’ fiaschiditerdeao vernaccia pienidifiorinid’oromandatidalconteindonoallaSignoria fiorentinapercorromperla eindurla allapace.Seperaver daossapace eradimestieri comprarlaaprezzod’oro,perchècederlelecastella?E se queste esigevansi,perchèdonarequei fiaschi di fiorini?Misento rispon-derecolleparoledelcav.dalBorgo:« aspiravailcontel'golino a divenire

«sovranoindipendente in Pisa,e peròcontalmezzo cercavadi farsi

ami-ciciebenevoliifiorentini.»Eseaspiravaallasovranitàsarebbestala certobalordagginesommasmembrare unostato, delqualefattosipoi principe,malagevolmenteloavrebbepotutoconservare,perchèsnervatoe {rivo de’ suoi principali baluardi.Non potevaeglineppureignorarechetuttii

comunideli’Italiainqueltempo studiavano conognilorpossa farguerra edabbassarechilafacevadaassolutosignore;perlaqualcosaancoil

popolofiorentinosisarebbedichiaratosuonemico,nelcasochealla tiran-nideeifossetrascorso,mentrel’unicomotivo,che inducevaifiorentinia tornare inconcordiacoipisaniera divoltareinuovialleatiindevozione delguelOsmo. Quantoiguelfiaborrisseroigoverni monarchici,èfacile rilevarlodando unocchiata agliannaliedallecronichedegliantichinostri raunicipj;sicché stoltezzaperUgolinosarebbestatol’aspettarsiesitodiverso;

edilconteeratutt’altrochestolto.Opportunamenteosserva l’egregio Pi-gnotli;chedellostessoaddebito dato alGherardescafurono tacciatiicapi deliafiorentinarepubblica;dondecbèappariscelafalsitàdientrambele accuse,elamancanzadicausaadelinquerenell'unoenegli altri.Ma oziososarebbeunpiùlungodiscorso in confutazionedisimiglianti calun-nioseimputazioni, poiché esisteuna causaevidentissimaenaturale giusti-ficantel’abbandonodellecastella,perlaragionecheun nemicopotentee armatorichiesto dipaceperpartedeideboliodeivinti,non acconsen-tevicheacaroprezzo.Chipuòtuttoprenderecollaforzadellearmise

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non guadagna almenoporzione atitolo didonativo,non mairiponeilbrando nelfodero sino achenon haconseguitol’intento.Ilgradatoallargamento diterritoriocheconspese immense, cureepenegrandissimeacquistò larepubblicafiorentinapelcorsodipiùsecoli,nellamassimaparte l’ot-tennevalendosidipropiziecircostanze simili:ccoltoglierneora aquesto ora a quelcomune,aiqualituttifinalmente dettòleggeinToscana.

Torniamoper alcunpocoallaDivinaCommedia. L'autoredopo aver scongiuratalanaturaaflagellarPisa,afTaltosommergendolacolleacque

dell'Arno,eadannegaregliabitantiinpunizionedell'invendicatamorte delGherardesca,lerimproverainoltre:

Che>cilconteUgolinoaveva voce D'avertradita te dellecastella, Nondoveituifiglioiporre atalcroce.

Innocentitaccal'età novella

ComeunasempliceemeraipotesiaffacciaDanteilsuppostotradimento delle castella,peravermotivod’inveireconmaggiorragionein quanto allastrage deifiglienipotidiUgolino,iqualiattesalalorogiovanile età non potevanoinveruna manieraesser complicidiunfattoaccadutoquattro anni addietro,echecomeabbiamodisopradimostratoneppurealconte èadelittoimputabile.11sensodiquestiversinon parmi moltoastruso, nondimenovediamocomenediscorrre CristoforoLandino:«Fu gran

cru-«deitàuccidereilconte nonavendoilcertodisuo tradimento:ma

con-«cediamo che dovessecredere allavoce:cioèallafama:et per questo lo

«dovessi punire.Nientedimeno non dovevapuniree’ figlinolimaximecon

«talcroce: cioècon sigravemarforo.Imperocchél'etàloronovella et ateneraglifacea innocenti:perchè crono ancorasigiovinetti,che nè per

«sepensavanoaglistati,nèdalpadre eronoconvocati inalcnnconsiglio. » Scandalizzatoancorpiùilpoeta per tanta scelleraggine moltiplica le invet-tivecontro Pisauguagliandola aTebe,cittàintuttoilmondodiffamataper inaudite atrocità,abominazioni e immanidelitti.

11trattatoconchiuso daUgolinocoifiorentinisciolseèverolalega guelfa,manullamenoilpericoloperipisaninonera deltutto dileguato, perchèminacciosiedinarmi restavanotuttaviaigenovesipermare, edi lucchesiinterra.Questiduepopolicollegatieranoingrado ancoradi re-carenuovidisastriaipisani,e forse ridurli amalpartito;per loche Ugolino agliuniedaglialtriinviòmessaggeripertrattared’accordo.Luccavi condiscese alle stesse condizioni pattuite coi fiorentini, cioè,chedate le fos-sero inmanoalcunefortezzedifrontiera,acuibisognòacconsentire perle medesimeragionichepersuasero accettare, perpartedellarepubblicadi Firenze(24).ConGenovariesciinfruttuosaevanaogni pratica,poiché le

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condizioni richiesteeranosiesorbitanti,cheglistessiprigionieripisanivi

si opposero. Avutaessipermissioneda’genovesidispedireambasciatori allapatria,protestaronocontro la cessione del TortediCastro inSardegna, cheivincitoridomandavanocometagliadiredenzionediqueipisani me-desimilorprigionieri.Guglielmo diRicoverala, Puccio Buzzacberino de'Sismondi,GuelfoPandolfinie JacopoAldobrandifurono sceltial no-bileegenerosoufficio,iqualigiuntiaPisa e introdottiallapresenzadel consiglio,dissero;cheiprigionieripreferivanomoriretralecateneanzi chelapatriasiprivassediunafortezza dellamassima importanza, com’era quelladiCastro,chiavedellaSardegna,dalpossesso dellaquale dipen-devaquellodell’isola.Protestaronoancora chesemaiimagistratisi fos-sero appiglialiall'improvvidarisoluzione,gliavrebberoaccusatidifellonia,ed appena cheavessero ricuperatalalibertàne avrebberofattastrepitosa ven-detta.Inconseguenzadelmagnanimoproponimento, chelegrandivirtù degliantichicittadiniromani rammenta,dicuipurtroppoimoderni tempi sonscarsi,furottoilnegoziatocoigenovesi,iquali(son parole del Pi-gnoni)«concrudelemautilepoliticasiostinarono anonriporre in libertà

si opposero. Avutaessipermissioneda’genovesidispedireambasciatori allapatria,protestaronocontro la cessione del TortediCastro inSardegna, cheivincitoridomandavanocometagliadiredenzionediqueipisani me-desimilorprigionieri.Guglielmo diRicoverala, Puccio Buzzacberino de'Sismondi,GuelfoPandolfinie JacopoAldobrandifurono sceltial no-bileegenerosoufficio,iqualigiuntiaPisa e introdottiallapresenzadel consiglio,dissero;cheiprigionieripreferivanomoriretralecateneanzi chelapatriasiprivassediunafortezza dellamassima importanza, com’era quelladiCastro,chiavedellaSardegna,dalpossesso dellaquale dipen-devaquellodell’isola.Protestaronoancora chesemaiimagistratisi fos-sero appiglialiall'improvvidarisoluzione,gliavrebberoaccusatidifellonia,ed appena cheavessero ricuperatalalibertàne avrebberofattastrepitosa ven-detta.Inconseguenzadelmagnanimoproponimento, chelegrandivirtù degliantichicittadiniromani rammenta,dicuipurtroppoimoderni tempi sonscarsi,furottoilnegoziatocoigenovesi,iquali(son parole del Pi-gnoni)«concrudelemautilepoliticasiostinarono anonriporre in libertà

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