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* . . i *

-'

Ragioni

per le quali i benefcj dotati difeudi,

o regalie debbano effere nelCaJfoluta

ma-no del

Re

indipendentemente da

•.

....

; * ogiu altra* : : ;i 'I., ....

V il1. i a I. *’..J ?... . - .'.‘t*«.*'•.i''iv **!

N On

e’ifignificato.intendo ricordaredelfeudoin:quellofonoargomentooramai quellel’originecofe note benanche al volgoprofano:

ma

nonso

difpenfar-mi

dalricordare,che il feudo è difuanatura predio ) militare, delidnatodalla fondazione delnoftro.Regno, perfondo naturale dellamilizia, da cui viene alla focietàogni vantaggio.

La

difpofizionedi quello fon*

do tra’ foidati Milites o fianoBaroni dipende.dalla pienadifpofizione del Sovrano, a cui fi addofià il pefo della publicafelicità equiete.

Deve

il Sovrano dillribuire quellofondoallagentela più. ficuraedalui conofciuta, laquale fiapronta in tutteleorea con*

fegrarfiperIni,e perlo Statò,nè altra ficurtkdaquella può ricevereo efiggere, chel’unico ligame delgiu*

ramentodel ligio omaggio, jcon cui ilvaffallo giura nelpiò.faerofanto

modo

di tenerfi eterna creatura del filo Sovrano,nell’indifpenfabile circollanzavdi dove*

rein ogni incontro 'difendere il Sovrano,*

come

di»

C 4

fen-DigitizedbyGoogle

, ,

'(

XL

)

fenderebbe fefteflò, e

come

feavefle vendutala fua vita in difefadel

Monarca

. Le focietù degli uomini ftabilirononelle loro republiche quelli predii militari in grancopia , perdare al Sovrano ballante forza da reggere egovernare lo Stato.Tal’ è dunque la naturadel feudo, punto ora non variata, perchè benché ora il

Monarca

abbia il fuo efercito tutto mercenarioconduttivo, e da'Baroni efigga la fola

Adoa

, ciònon fa cheifeudi abbiano cambiata na-tura, e che il

Re

non pollarichiamare iBaroni al

campo,

femprecchegli piaccia. Al che unifce,che

1elfer tra noi i Baroni nobilitati dell’onore della giurisdizione,eh*èunadelle maggiori regalie, fono con ciò laparte la piò importante dello Stato , e per confeguenzaquella che deve più di ogni altro dipenderedall'affolutadiretta

mano

delPrincipe,per elfereanche la più pericolofain un fanello acciden-tedel

Regno

.

Gl’Imp.

Germani

peri feudi da lorodati alle Chiefe d’Italia,

o

altre regalie, pretefero con ragione ih giuramentodelligioomagio, la qual cofacomecché ligava troppo iVefcovid’Italiacoll’Imp., in

tempo

che i Pontefici afpiravano alia generale monarchia d’ Italia,difpiacevaciòfortemente a’

fommi

Pontefi-ci, i qualivennero perciò cogl’Imp. in afpriflìme contefe.Fia beneintanto fentire ciocché rifpofe in due piedi l’Imp. Frederico I a’quattro Cardinali fpe-ditigli da Adriano

IV

nel

115?

, iqualitrailealtre propofizioni,gli differo

j cheEpifcopos Italiafolum facramentumfidelitatis1finehominiofacetedebere

Domi

-no Imperatoria Rifpofe Frederico.Epifcoporum Italia:

ego quidem non affetto homìnium, fi tamen

&

eos

denoftr'nrpgalibus- nildelrttat babere,

Qui

figratan

<

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(

XLI

)

tera

Romano

Prafule:

Quid

tibi (y Regi? confo-quenterquoque eoaabImperatore non pigeat audire:

Quid

/ibi Ò*p°JfeJJioni (a)?

Cario Molinéo traile prerogativedel

Re

diFrancia no-vera quella,che i Vefcovi fono obbligati dargli il

giuramento di fedeltà, efoggiunge. In hoc tamen notandumexifììmavi, quodfifidelitatem pròbomafto accipiamus, Epifcopi non debent d. c.nimis, nifi ra~

rione rerumtemporalium (y feudorum ut perPanorm.

d. c.nimis.: hocenim certifjimum cfi in jure, quod Epifoopi, Abates

, (yolii Clericitencntes bona feudo-Ita,(yinfeudum cencejfatenentur furare fidelitatem,

(yfacete,bomagium:.yita quod propter feloniam bona feudaltafificoappìicantur,vita Precinti, aut Clerici du-rante, quiavenit cantra legem (j paFlum, cui obbe-diretenetur Ecclefta, quiain

fo (yin aliumefì ma-ter (yculfrixjuflitice (b).

diverfo effetto produ-ce in Spagna il feudo o regalain

mano

della Chie-fa:ci piacciafentirlo dal Fevret .

En

Efpagne les Prelats fonttraitez avec plus grandri^ueur , car en primierlieti, leRoi n exige pas fouiemcnt cfeux la fot, bommage

&

fidelità,

comm

e de vajfaux feu-àataires, mais illeurprefonte famain vi baifor.

Al-vart'.sPelagius blamecetreinfolite (yfafleufo cercmo-nie,(y dir quils

y

foùmitcontrefongre (c).

Come

dunque una perfonala quale al Principe deve

ef-fer tenutain tal grado difedeltà, chedeve formare la ficurezzadelloStato: deve poi riconofcere da un Principe ftraniere la fuafortuna? Il feudo

, le rega-lie,da chi maile conofcerà, dal

Re

, o dal

fotti-C

5

mo

«

(a) Goldafi Confili.Imp Tom.3,pag. 317.

(b) Caro].Molin- deJurib.Regn. Francor.p. 4.dtcim.Privileg.

(.c)Fevret de/’Abusìtb.4.cap.V.».12.

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V

(

XLII

)

mo

Pontefice? la rifpofta èfacile, cheil Prelatole riconofca dal

Re

:

ma

quelloè burlarci, segli vera-mente le haricevute dalle mani del Papa. Quella mollruofitk diavvenimento fagrande ingiuria alSo- « vrano ed a’dritti dello Stato,dicui la fortunadeve folodipendere dal fuo

Monarca,

fpecialmente in quel-lecofe cheproducono il pitillretto ligame ala per-fona del

Re

, ed alla ficurth e confervazione dello Stato. Quellaragione intrinfecafin ora efpreflaèda per fe folaballante a produrre nel

Re

il dritto di dover egli fcegliere tutti i prelati feuda

&

regalia

tenenees, anche fe ildrittodel padronato fulle Chie-fe perdotazione,o ditazionenoi foccorrefle

.

J.

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(

xliii

)

» • *

,,

** r

-CAPITOLO

IX.

RìjleJJìone Julia difaplina Ecclefu/Jìica , e dritto del

Re

nell'eledone dePrelati.

E

Conofciutiflima cofa, che 1’elezione de’Vefcovi in Italia fifecero mai Tempre dal popolo e dal clero unitamente finoal XII fecolo(d):e che aven-dopoi il clero

Romano

efclufo il popolo dall’ ele-zione delPontefice,a fomiglianzadiquello, furono in'tutte le Chiefed’Italia efclufi i laici dall’ elezio-nede’Vefcovi, la qualepoca fi filfa dal Van-Efpen fimo Alelfandro

HI

(e)-1. Dal Clero

Romano

pafsò ildritto elettivoaTuoi Cardinali4recos'i a corrifpon-denza, pafsòda’Cleri’delle Città d* Italia al Capito*

lodiciafcuna Cattedrale .

Da

tutto ilpopolopafsò il dritto dell’elezione a""parte-del'popolo , o fia delClero,e da quella ad una minor parte del po-poloo fia il Capitolo. Coti qualdritto adunque Cle-mente

V

fi fece fedecommelfariodell’autoritàde’ po-poli,chefi rifervòle provvide di que’ Vefcovadi , chevacherebberoin Curia? Poteva egli liberamente farlo ne’popolifoggettìalla S.Sede,

ma

non giàin quelli, cheformavano un altro Stato. Giovanni

XXII

firifervò tutti i Vefcovadi e prelature che vacherebberodurante lafua vita,finocchè Benedetto XII rifervòalla proviftadellaS.Sede tutte leChie-i fé che mai vacherebbero, feguito piùalla grandeda-*

gli altriPontefici(/).

E

fd) Murator.Differì.Italie.27.

[**J Van-Efpen.Lib.1.tit.1 5.cap.2.n.1.

CD

Barbo/, de Jur.Eccl.lib.rcap.8.Decrevitpottflas

eligen-• " di

(

XLIV

)

E

perqual legge mai la volontà de’ noftri popolidovè far paflaggionel Pontefice?

Non

abbiamo noi forfè lalegge Regia,con la quale tutta la noftrapoteftas C? imperiuni, tutti i noftri comuni dritti, fi fono trasferiti al

Re

?

Come

adunque il fedecommeffario dellenollre volontà èora mai ilPapa, fe lenoftre volontà fonotutte trasferite in quella del nollro So-vrano»

Uopo

farebbe ildirli

^

he noi abbiamo di-mezzata la Monarchia,con permettere ad un Sovra-noftraniere il far ufodelk Uplontà de’noilri

popo-li.

Ed

egli mi giova avvertite che il

Re

di Fran-cia per due diverfi dritti^provvede tutte le Chielè del fuo

Regno

q perpadronato ex fuijdationc

, vel dottinone

y

ó.,per la fuccefftpnd..cji’egli,tiene,alla .vo-lontà de’ .fuoi.popoli* ditfiodocchè,tutte qufcHe Ghie-fele quali,fi provvedevano) primatperelezione'dal Cleri, o Capitoli^ Oggi abbolita quelladifcipljna, fi

provveggono dafluii tQuavt>\a,uxdrdits.«ir 'prerogati-ve*

d

bonneuraccòrdi'*'.j*.ttos^R&is* da purlux refer-ve*.purJes

tura

deieutrsgrandef (D? Royples fonda

-fiotto, ili cpnfiflcm ':&*laMWtuinon'JaùK

Evie

he*,

:; •; ‘rf <„•;

-i* . ^

Ab-, •. . * ;i

'\r ..

diEpifcopuminCgpitulis

&

Canonicis,,J|fqut adtempora Bonifacij Vili,

&

Clementis

V

PrimumCatbedralesEccìefias quxapudRamar namtantum Curiato vacareconti qijjit frt£Jrh/pofitioni refervarecapir ClemensV.Déind* idemCtemerà Va tarami quoque Etclefiarum provifio»

nem,qua Clero.

&

Popolo CbrifiianocartrcniRomaniPontifici* difpo-ftti orlire/ervavit.Beneditiut XI.,autuortPatriarchalibut Ecclefiis va-canùbus,illainonpoffeprovideti Romano Pòiitificeinconfulto. Hinc Jottime sXXII.provifionifutre/ervavitEpiftopaie*,

&

ramni fuperinei Sadei,qux apud SxdemApofiolicam vacarecon tifereiiliovijienfe. At BenedicitiXII.difpofitioni Apojblic.cre/ervavit crune*Pa'triarilales", Archiepifopale*,

&

EpifcopaleiEccìefiastiriti'apudSederti Apòffelicari^

quomodocumqttevacante*,

&

inpojìerumvacaturas.Denique per Jequenles PomificesRomano*refercatiofalla fuit fimpliciter

&

generalttcreptoad

•mnesEcclefiaiEpifcopalei,taraapud SedemApofiolicam, quartiextra Curia vacantes

. '

')

Digitizedby

(

XLV

)

Abbaisi, (yautres Benefica confifloriaux, laquelle a fuccedè au droit quavoientanciennementlaRoisavarie les Concordai!, de confirmerla elettions

da Èvequa

(y Prelatsfatta parle Clergé(ypar le Peuple, fe-lon laforme anciennedei Egltfe.

Or

quo't Maitre Cbarle duMoulin, ad reg. de infirm. parie un peu tropgeneralement quandil dit, lanomination duRoi avoirlieu, in bitbeneficia, per qua viduatadicitur Ecclefta,

&

inquibus jurecomuni ordinario

, non item extraordinario fervanda efl formaCap. quia propter:

fou! la generelité defquels ferma il fembleroit que la Doyennez,(y Prevotez

da

EglifetCatbedralesou Collegiale

s

,devroient ètrecompris: il fe juge nean -moins

&

!ohfervecomunément, que pour dire quela nominationduRoi

y

aielieu, ilfaut quetroiscbofes concourent.

La

premiere, que teli Beneficesaycntètè (

mème

avant leConcordar )eletti

f

: Secondément, que iti eligendo, la forme ducap. quia propter

y

aie

ètègardée:

Et

endernierlieu

, que laPrieurez fufi dit! pourètredlanominationdu Roifoient Conven-tueli; laconventualitè etantlaprincipale marque qui les rend fujets d lafufditc nomination.

Et

quant aufdits Doyennez (y Prevètezaufquels ellen a poine de lieu, il en faut excepter ceux

da

Eglifesdefon -dationRoyalc,s ii ri

y

atitrecontraire (g).Ciocché finora ho trafcritto dal Fevret merita molta corre-zione

, perciocchéegli narra, che’l drittodella pre-fentazione fiappartenga al

Re

di Franciapiu perla ragionede’votidel Clero,edel Popolo in lui rica-duti,che per altro: a

me

giova nel mio argomen-todimoilrare, che 1’effettodellalegge Regia, per cui il Sovrano èil rapprefentante e’l

fedecommefia-Ftvret def AbusIh.1.chap.8.n.4.pag.73.

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(

XLVI

)

riodella volontàde’popoli,abbia in Francia, Re-gno Criftianiffimo,avutoil fuo pieno effetto e vigo-re. Soggiunge con ragione il Fevret in una notaa ciocché hotrafcritto, che il dritto dell’elezione de’

Prelati, fe fi efamini perpoco l’iftoria,fi vede che non haalcuna mifceladi Divinità, perchè tutto è civile ed

umano,

echeiSovranifenza traviare dall’

offervanza della buona difciplinane hanno,in ogni

tempo

a loropiacere goduto. Perchè dunqueil no-fìro

Re

non devegodere tutte lepreminenze ed ef-fetti del

Trono

? Foffe mai egli minor Sovrano di quelloche fonotutti glialtri Monarchi d’Europa?

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(

XLVII

)

CAPITOLO X.

;

Concb/uftone di quantofi è detto.

-i\

. .•

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