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Caratteristiche, fasi e approccio metodologico dell’indagine

3. Il disegno della ricerca

3.2. Caratteristiche, fasi e approccio metodologico dell’indagine

Quella conclusa è stata un’indagine esplorativa ed estensiva, condotta mediante auto-somministrazione, senza affiancamento, di un questionario caratterizzato da un elevato grado di strutturazione, composto quasi intera- mente da domande chiuse (e assunte come esaustive), da una semichiusa (perché considerata non esaustiva ed integrata dall’alternativa di risposta “altro”) e da tre domande aperte. La logica entro cui si è svolta la ricerca non è stata semplicemente descrittiva: il largo impiego di tavole di contin-

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genza e l’introduzione frequente di terze variabili nell’analisi dei dati rivela obiettivi di carattere, quantomeno, interpretativo delle covariazioni emerse, anche nell’ottica di fornire ipotesi plausibili di spiegazione delle relazioni.

Dopo la sottoscrizione – avvenuta nel settembre del 2013 di un Proto- collo d’Intesa tra il Comitato Unico di Garanzia del Corpo forestale ed il Laboratorio di Innovazione Didattica, Comunicazione e Abilità Relazionali del Dipartimento di Scienze Politiche dell’Università degli Studi “Roma Tre” (cfr. II capitolo), lo strumento di indagine è stato sottoposto ad una procedura di controllo articolata in due momenti:

In tre successive occasioni è stato collaudato mediante dei pre-testing che hanno coinvolto, complessivamente, circa cinquanta appartenenti all’organizzazione, a diversi livelli e con vari ruoli. Non è stato possibile selezionare tali gruppi di “testimoni privilegiati” in funzione dell’omogeneità delle caratteristiche rispetto a quelle degli intervistati finali – con riferimento specifico alla composizione di genere, i gruppi erano ca- ratterizzati da una decisa prevalenza femminile. In ciascuna delle tre occa- sioni, il questionario è stato modificato in funzione di alcune delle indica- zioni emerse. Più in particolare, si è tenuto conto di tutti quei suggerimenti che andassero nella direzione di una semplificazione dello strumento, della riduzione di eventuali ambiguità, di una maggiore garanzia della riservatez- za, di un ulteriore approfondimento di alcune dimensioni di analisi.

 È stato altresì sottoposto all’ulteriore esame di alcune esperte di settore: Alessandra Decataldo – ricercatrice in Sociologia presso il Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca, da sempre attenta, tra l’altro, a fenomeni quali distanza sociale e rappresen- tazione sociale della diversità, nonché alle tecniche di rilevazione e di ana- lisi dei dati –, Fiorenza Deriu – ricercatrice presso la Facoltà di Scienze

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Statistiche dell’Università di Roma “La Sapienza”, studiosa particolarmen- te interessata alla prospettiva di genere – e Cristina Lonardi – ricercatrice presso l’Università di Verona, Dipartimento TeSIS, Sezione di Sociologia.

L’auto-somministrazione si è svolta nei mesi di settembre e ottobre 2014. Si è riusciti a raggiungere l’intera popolazione di riferimento (tutto il personale, “in divisa”, del Corpo Forestale dello Stato, senza operazioni di campionamento) grazie alla capillare trasmissione – operata dal Comitato Unico di Garanzia – del questionario, accompagnato da una lettera conte- nente le indicazioni per la compilazione e l’invito alla collaborazione, inco- raggiata dalla sottolineatura sia dell’utilità dell’indagine come fondamenta- le momento di riflessione e sia dei concreti provvedimenti verso i quali la stessa avrebbe potuto indirizzare i vertici dell’organizzazione.

L’impiego di tecniche proprie degli approcci quantitativi impone alcune ulteriori considerazioni.

Sulla ricerca di genere ha dominato per anni la componente femminista del mondo scientifico e, con essa, l’approccio qualitativo, con i suoi corol- lari: l’interesse verso i temi della vita quotidiana, la centralità del soggetto, il contatto diretto ed empatico con attori sociali lasciati liberi di descrivere il proprio mondo, la comprensione idiografica perseguita induttivamente (più che la spiegazione guidata da teorie e ipotesi di lavoro), l’enfasi sulla contestualità della ricerca e sul suo carattere strumentale (attività scientifica per migliorare la vita degli individui piuttosto che attori sociali come mezzi per raggiungere obiettivi cognitivi). A ciò si aggiunga che il campo degli studi di genere è stato creato e sostenuto, tra gli altri, dagli orientamenti post-strutturalista e decostruzionista francese di Michel Foucault (1969, 1975, 1976, 1984, 1999) e Jacques Deridda (1967, 1978), i quali, se con ri- ferimento al genere reagiscono alle visioni convenzionali del femminile e

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del maschile sostenute dall’essenzialismo – rivolgendosi alla costruzione storico-sociale del genere, cioè dall’“esterno” (attraverso il linguaggio, il discorso, le pratiche culturali, smontando le quali il genere potrebbe, al li- mite, anche scomparire) –, su un piano più generale negano perentoriamen- te i concetti di metodo, validità metodologica, obiettività interpretativa, nonché la distinzione tra soggetto e oggetto, su cui lo stesso metodo scienti- fico si fonda.

La predilezione per l’approccio qualitativo ha determinato che la survey re-

search e i sondaggi costituiscano le pratiche di ricerca empirica più estranee

nell’ambito degli studi di genere (Agnoli 2000). Tra le studiose femministe in par- ticolare, la logica della ricerca quantitativa è stata per molto tempo considerata una pratica di dominio maschile e gender blind, perché rende invisibili le donne, le loro storie, le loro differenze (Ivi, p. 37).

Va invece evidenziata l’utilità dello strumento-questionario, anche in un ambito – quello degli studi di genere – tradizionalmente “dominato” dall’approccio qualitativo. Superare l’approccio gender oriented significa, infatti, non solo smettere di guardare alle donne in modo indiretto, come complementi di fenomeni studiati “al maschile”, ma anche affermare che, così come quello qualitativo, anche l’approccio quantitativo – e, dunque, qualsiasi tecnica – può essere gender sensitive. Più in particolare, «bisogna riconoscere i pregi dell’intervista strutturata con questionario, che consente di effettuare rilevazioni su numerosi casi, relativamente a molteplici pro- prietà/caratteristiche/attributi, con relativa economia di risorse» (Ivi, p. 54). Ed in effetti, nonostante

la diffidenza con cui questo strumento è stato (e, parzialmente, è tuttora) guardato dalla sociologia femminista, l’intervista con questionario può essere utilizzata pro- ficuamente e senza pregiudizio anche nell’ambito degli studi di genere. (…) Que- sto strumento si presta anche a essere utilizzato per trattare temi particolarmente obtrusivi, da sempre considerati terreno privilegiato dell’approccio qualitativo e impraticabili da quello quantitativo. (…) Nonostante sia innegabile il contributo

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offerto dalla ricerca qualitativa allo sviluppo di una metodologia gender sensitive, la ricerca di genere non può precludersi la possibilità di percorrere strade anche più strutturate, magari con il fine di integrare i risultati così diversamente raggiunti (Ivi, p. 58).