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CARATTERISTICHE TECNICHE DEGLI INTERVENTI

Nel presente capitolo si riporta una sintesi degli interventi progettuali per i cui approfondimenti si rimanda alla lettura della documentazione di Progetto allegata allo Studio di incidenza.

La soluzione progettuale individuata, così come elaborata tenendo conto:

• di quanto contenuto nella documentazione consegnata dal Comune alla società di progettazione;

• di quanto espressamente indicato nel progetto di fattibilità tecnica ed economica;

• delle risultanze dei saggi eseguiti riportati negli elaborati di progetto “A.7.2 e D.6”;

• delle risultanze del Piano di indagini preliminari allegato alla documentazione di progetto;

• delle risultanze delle indagini geologico-geotecniche e dell’esecuzione della trincea allegati alla documentazione di progetto,

in particolare, prevede specifici interventi così suddivisi:

a) completamento capping del “Bacino definitivo1”;

b) opere di sostegno delle sponde della discarica;

c) pozzi estrazione biogas;

d) rete di drenaggio acque meteoriche;

e) piezometri;

f) opere complementari (centralina meteoclimatica, rifacimento viabilità, etc…).

4.1 Superficie su cui eseguire il “capping” e scopo attività

A valle delle indagini eseguite, per la individuazione di rifiuti rinvenuti in aree esterne alla superficie del bacino originario della discarica (vedere documentazione di progetto) è stata definita l’area di copertura “capping” denominata “Bacino definitivo”, indicata con il colore verde chiaro nell’immagine qui riportata. seguito dell'esecuzione del Piano di indagini preliminari, è stata riscontrata la presenza di rifiuti

Figura 7 Stralcio cartografico area di intervento “Bacino definitivo”

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• riduzione al minimo della necessità di manutenzione.

La pendenza che è stata scelta per configurare le sponde è di 19° in quanto consente di soddisfare le verifiche di stabilità anche nelle condizioni più gravose ovvero quelle del sisma. In particolare, la conformazione plano-altimetrica è stata scelta al fine di soddisfare i seguenti obiettivi:

- individuare una pendenza prossima a quella esistente al fine di minimizzare i volumi di sterro e rinterro e tale che risultino soddisfatte le verifiche di stabilità;

- evitare di alterare lo strato esistente di drenaggio del biogas: supposto presente al di sotto di 35 cm di argilla nelle aree del top e a vista sulle sponde (ipotesi a vantaggio di sicurezza);

- contenere l’altezza dei muri da realizzare al piede del capping;

- ottenere una pendenza della tubazione, posta all’interno dello strato di drenaggio delle acque meteoriche, tale da convogliare le acque nei punti di recapito.

4.2 Riconfigurazione sponde

Dopo aver individuato la pendenza di progetto sono stati determinati i volumi di sterro e riporto. Al riguardo al fine di contenere l’impatto ambientale conseguente al trasporto di materiale a discarica, è stato previsto di riutilizzare, indipendentemente dalle caratteristiche dello stesso, il materiale proveniente dagli scavi per la realizzazione dei muri e dei pali ed il materiale di sterro per i volumi di riporto per i quali è stato, comunque, necessario integrare con altro materiale individuato in pietrame senza spigoli vivi per le porzioni di aree aventi funzione di drenaggio biogas.

Tale scelta è stata, peraltro, motivata dalla considerazione che tale materiale è già in sito e risulterà, comunque, posto al di sotto del capping di progetto. Suddetto riutilizzo dovrà essere limitato, difatti, alle aree dove suddetto rinterro non deve assolvere la funzione di drenaggio biogas.

4.3. Strato di drenaggio biogas

Pertanto, nel presente progetto, nel rispetto di quanto previsto dal D.Lgs. 36/03, è stato previsto di realizzare uno strato di drenaggio del biogas unicamente nelle “superfici aggiuntive” (parte azzurra nell’immagine sottostante).

In merito alla tipologia di intervento, si evidenzia che il suddetto strato drenante sarà realizzato ricorrendo ad una georete (indicata con una linea di colore celeste nello stralcio sottostante estratto dall’immagine rappresentata nella sezione G-G’ allegata alla documentazione di progetto). Tale scelta è stata dettata dalla opportunità di evitare la produzione e smaltimento di ulteriori quantitativi di materiale per la realizzazione dello strato di drenaggio in pietrame, soluzione che avrebbe comportato anche la realizzazione di un muro di contenimento di altezza maggiore, ovvero più alto di 50 cm.

Figura 8 Stralcio cartografico – georete – linea azzurra

Pagina 38 di 57 Laddove (come nel caso della sezione di progetto

B-B’ allegata alla documentazione di progetto), a seguito della riconfigurazione delle sponde, nell’area dove prevedere il nuovo drenaggio biogas è risultato necessario effettuare un riempimento (retino con pallini di colore viola) avente spessore non inferiore a 50 cm, è stato previsto di utilizzare del pietrame, con spigoli non appuntiti, in maniera tale da assolvere anche la funzione di drenaggio del biogas senza prevedere alcuna georete.

4.4 Strato impermeabilizzante

Lo strato di impermeabilizzazione dovrà avere uno spessore di 50 cm in accordo a quanto prescritto dal D.lgs. 36/034. In merito si evidenzia che i tecnici della società di progettazione hanno effettuato specifici saggi finalizzati alla verifica dello spessore di argilla già presente in sito, i cui esiti sono stati riportati nell’elaborato grafico D.6 e nell’allegato fotografico riportato nel documento “A.7.2”

allegato al progetto.

Per lo strato impermeabilizzante si è scelto di ricorrere a materiale naturale, in quanto il ricorso a materiali artificiali avrebbe comportato (con riferimento al prezzario regionale della Basilicata) un incremento di costo ben maggiore di quello relativo all’innalzamento del muro per contenere lo strato di 50 cm di argilla.

Peraltro, la posa dei materiali artificiali avrebbe comportato la realizzazione di trincee di ancoraggio lungo le sponde con conseguente alterazione dello strato di drenaggio biogas esistente e la rimozione di rifiuti con il conseguente smaltimento.

4.5 Strato di drenaggio acque meteoriche

Per quanto concerne lo strato di drenaggio delle acque meteoriche, lo stesso deve essere realizzato per tutta l’area del “Bacino definitivo”, ovvero sia sul top che sulle sponde ivi comprese le “Superfici aggiuntive” (vedere Relazione generale - Elaborato A.1 di Progetto).

In particolare, per quanto concerne le sponde si è preferito ricorrere alla posa del materiale naturale che consente di soddisfare le verifiche di stabilità anche nelle condizioni più gravose. Sul top, invece, si è ricorsi alla posa di una georete di drenaggio, non essendo necessari, in tal caso, accorgimenti di

“aggrappo”, attesa la modesta pendenza.

Al fine di evitare che le acque del “top” dilavino le sponde è stata prevista una tubazione fessurata disposta lungo il ciglio lato Sud ed Est che in due sezioni presenta una tubazione, disposta nello strato di drenaggio, che colletta le acque raccolte nella tubazione prevista al piede del capping. Le due reti di drenaggio sono provviste di pozzetti in polietilene per garantire gli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria nel tempo.

4.6 Strato di terreno di copertura

Al di sopra degli strati a bassa permeabilità e di drenaggio delle acque meteoriche è previsto uno strato superficiale di copertura ai fini del piano di ripristino ambientale avente spessore pari a 1,0 metri, sul quale verrà eseguita una semina a spaglio. Sia nella parte pianeggiante che nelle aree acclivi si prevede di trapiantare specie arbustive dalla spiccata rusticità e capacità di consolidamento dei versanti. In particolare, al fine di non danneggiare gli strati di copertura costituenti il capping, sono

Figura 9 – Stralcio sezione B-B’

Pagina 39 di 57 state individuate specie caratterizzate da apparati radicali mediamente superficiali (profondità massima 60-70 cm). Nello specifico sono state scelte specie poco esigenti in termini agronomici e di input tecnici, ma dall’alto valore paesaggistico visto l’areale circostante. Dalla relazione agronomica, per i cui approfondimenti si rimanda alla opportuna lettura – Elaborato A.6 allegato al Progetto, si evince che “L’ex-discarica è sita sul versante sud orientale di un rilievo montuoso (830 m di quota), a circa 600 m s.l.m., circondato totalmente da aree a pascolo, boschi e territorio rurale incolto. Le specie arbustive previste sono del tipo “basse ed a lenta crescita”, non avranno in questa fase una particolare evidenza. I cespugli arrivati nella piena fase di sviluppo avranno 2 m di altezza massima ed è prevista una densità teorica d’investimento di una pianta/64 m2. Non si registrano apprezzabili habitat floro-faunistici in particolare specie arboree ad alto fusto. La tipologia prevalente è quella della cespugliosa su caotico erboso…. sarà effettuata la semina di un miscuglio vegetale e l’impianto di specie arbustive che andranno a ricoprire in via definitiva il sito, garantendo un pieno reintegro paesaggistico dell’area ed una uniformità della stessa rispetto all’attuale territorio…”

“L’individuazione delle specie da utilizzare nel miscuglio di sementi da applicare è basata sullo studio pedoclimatico dell’area d’intervento e sulla composizione floristica e vegetazionale dell’area circostante…A tal fine sono state individuate specie vegetali dotate di adattabilità a terreni di media dotazione, dotate di velocità e rapidità di insediamento, oltre che ad avere un apparato radicale profondo e fitto. Alcune delle seguenti specie sono azotofissatrici, quindi caratterizzate dalla capacità di fissare l’azoto atmosferico al suolo ed arricchire il terreno di tale elemento chimico, in modo assolutamente naturale.

Di seguito vengono elencate le specie individuate per la Copertura vegetale:

- Bromus inermis (nome comune forasacco);

- Festuca arundinacea (nome comune festuca);

- Lolium perenne (nome comune loietto perenne);

- Hedysarum coronarium (nome comune sulla);

- Trifolium repens (nome comune trifoglio bianco);

- Lotus cornicolatus (nome comune ginestrino);

- Medicago lupilina (nome comune medica lupolina).

Specie arbustive:

Sia nella parte pianeggiante che nelle aree acclivi saranno trapiantate delle specie arbustive dalla spiccata rusticità e capacità di consolidamento dei versanti. Inoltre, al fine di non danneggiare gli strati di copertura costituenti il capping, tali specie sono caratterizzate da apparati radicali non profondi, mediamente superficiali (profondità massima 60-70 cm). Sono state individuate specie poco esigenti in termini agronomici e di input tecnici, ma dall’alto valore paesaggistico visto l’areale circostante.

Trattandosi di arbusti e non alberi ad alto fusto, nel rispetto dell’art. 892 del c.c., è prevista la distanza minima delle piante dal confine di 1,5 m. L’investimento totale è di n. 205 arbusti per l’intero sito.

Di seguito vengono illustrate le specie selezionate per il ripristino ambientale:

- Ginestra (Spartium junceum L.) - Pruno selvatico (Prunus spinosa L.)

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4.7 Opera di sostegno delle sponde della discarica

Il D.Lgs. 36/03, prevede che la copertura definitiva, nelle aree oggetto di intervento, al di sopra dei rifiuti, sia strutturata con uno strato di drenaggio biogas, uno strato impermeabilizzante, uno di drenaggio delle acque meteoriche nonché un metro di terreno.

Tale struttura richiede, al piede, un elemento di contenimento. Laddove, per la conformazione dello stato dei luoghi, non è stato possibile prevedere un “piede” naturale, come nel caso della sezione di progetto di fianco riportata, si è dovuti ricorrere a strutture in c.a. mediante un muro con sezione ad “L” (tipo “A”).

Tale struttura, nel caso di altezze maggiori ai 3,3 metri è stata

modificata mediante l’inserimento di un “taglione” (tipo “B”). Nei casi, infine, di assenza di adeguato strato di fondazione su cui poter fondare il muro si è dovuti ricorrere ad un muro con fondazione su pali (tipo “C”).

Di seguito si riportano le tre tipologie di muri sopra descritte.

TIPO “A” TIPO “B” TIPO “C”

In particolare, sono stati previsti:

¨ 4 muri di tipo A:

− A.1 di altezza complessiva pari a 2,1 m;

− A.2 di altezza complessiva pari a 2,5 m;

− A.3 di altezza complessiva pari a 2,8 m;

− A.2 di altezza complessiva pari a 3,3 m;

¨ − 2 muri di tipo B:

− B.1 di altezza complessiva pari a 3,3 m;

− B.2 di altezza complessiva pari a 4,3 m;

¨ − 2 muri di tipo C:

− B.1 di altezza complessiva pari a 4,1 m;

− B.2 di altezza complessiva pari a 4,5 m.

Figura 10 – Stralcio Sezione muro tipo “A”

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4.8 Pozzi estrazione biogas

Per quanto concerne il biogas, si ritiene opportuno premettere che il conferimento dei rifiuti è iniziato (così come si deduce dalla documentazione fornita dall’Amministrazione comunale) nel 1986 e si è presumibilmente protratto fino al 2003. Atteso il tempo trascorso e considerato che l’invaso è stato cappato soltanto nel 2010 (con la posa dello strato di argilla oggi non presente in tutte le aree), si ritiene che il quantitativo di biogas residuo sia estremamente modesto. Peraltro le “Superfici aggiuntive” non sono mai stata “cappate”. Tuttavia onde garantire una adeguata mitigazione ambientale è stata prevista, comunque, la realizzazione di pozzi di drenaggio del biogas collegati ad una torcia statica (che non garantisce il rispetto del D.Lgs. 36/03) ad attivazione automatica.

I pozzi di drenaggio del biogas saranno realizzati mediante trivellazione del diametro di 800 mm; ciò consentirà la successiva costruzione dell’elemento di captazione costituito da una colonna filtrante in ghiaietto lavato in cui sarà posizionata una sonda in HPDE micro-fessurata del diametro di 140 mm.

Al fine di garantire una migliore tenuta in corrispondenza dei pozzi di estrazione è stato previsto di:

- realizzare opportuni pezzi speciali (cosiddetti “messicani”);

- sigillare la parte alta del pozzo con argilla.

In merito al numero di pozzi da realizzare, si evidenzia che dipendono dal raggio di influenza degli stessi. Al riguardo si richiamano “Le Linee Guida del Comitato Tecnico Discariche” che al punto H18 indicano che è possibile ipotizzare per i pozzi di estrazione biogas un raggio di influenza pari a 25 m esclusivamente, come confermato da studi condotti presso il Dipartimento di Ingegneria Idraulica ed Applicazioni Ambientali dell’Università di Palermo, per pozzi in depressione, ossia collegati ad una centrale di aspirazione e non a semplici torce statiche.

Non essendo presente, né previsto un sistema di depressione, è stato ipotizzato un raggio di 20 metri.

La distribuzione dei pozzi è stata individuata in maniera tale da coprire la quasi interezza dell’invaso.

Per evitare di lasciare aree non coperte dai raggi di influenza sarebbero serviti ulteriori pozzi che, atteso quanto sopra riportato, si è ritenuto non prevedere in quanto il vantaggio ottenuto sarebbe stato di fatto nullo a fronte di una maggiore spesa.

Pertanto sono stati previsti 9 pozzi in luogo dei 3 indicati nel progetto “FTE” e dei 5 di cui al “Progetto per la messa in sicurezza della ex discarica consortile per RSU di località Colla di Montescuro nel Comune di Maratea” del 2007.

4.9 Rete drenaggio acque meteoriche

Le opere di convogliamento e trattamento delle acque meteoriche afferenti la superficie pavimentata interna al sito e quella della strada comunale di accesso alla discarica (nel tratto dove si prevede di realizzare il muro), nonché quelle afferenti il capping riguardano:

4.9.1 Acque meteoriche viabilità

Lungo il perimetro del muro è stata ricostruita la viabilità esistente. In particolare, lungo la strada di accesso alla discarica è stata prevista una pavimentazione in conglomerato bituminoso, con pendenza trasversale verso il muro dove è stata inserita una zanella “alla francese”, che colletta le acque nella griglia posta al termine del muro, in corrispondenza della sezione P-P’, per poi immettere le acque nella rete di allontanamento prevista a servizio della rete di drenaggio delle acque del capping.

Pagina 42 di 57 Nelle aree interne al sito è stata prevista una viabilità in calcestruzzo con rete elettrosaldata che corre parallelamente al muro. Anche in tal caso la viabilità presenta una pendenza trasversale in direzione del muro di progetto al cui “piede” è prevista una zanella che convoglia le acque in una griglia posta in prossimità del cancello di ingresso.

Il progetto definitivo prevede, inoltre, la posa in opera di una vasca di prima pioggia nell’area di discarica a servizio delle aree drenate dalla strada interna al sito. Le acque eccedenti quelle di prima pioggia, accumulatesi nel bacino della vasca, proseguiranno all’interno di una tubazione in polietilene corrugato che correrà parallelamente al muro, previsto sulla sede stradale esterna al sito, per poi sversare le acque nel pozzetto di testa del tratto fognario deputato all’allontanamento delle acque meteoriche del capping.

4.9.2 Acque meteoriche capping

La realizzazione del capping richiede il convogliamento ed il successivo allontanamento delle acque meteoriche afferenti l’invaso. Attesa la necessità di realizzare il capping anche per le “superfici aggiuntive”, si ottiene un incremento di superficie impermeabile pari a circa 2.740 mq, rispetto a quanto già previsto nel progetto di fattibilità tecnica ed economica. Inoltre, il rifacimento della viabilità, comporterà che le acque meteoriche, afferenti un bacino complessivo di circa 1.100 mq, recapitino nella stessa rete a servizio delle acque relative al capping.

Il recapito ultimo delle portate è costituito dal vallone posto ad Est del sito di discarica che unendosi con il “Vallone di Montescuro”, posto a sud del sito, si immette nel “Torrente Prodino Grande” che è un affluente del fiume Noce che, con il suo bacino di 380 kmq, rappresenta il principale corso d'acqua dell'Autorità di Bacino della Basilicata con foce nel Mar Tirreno.

La sezione prevista per l’immissione delle acque del capping il bacino sotteso è posta poco a monte della confluenza con il “Vallone di Montescuro”. Il bacino sotteso nel punto di confluenza è pari a circa 3.000.000 mq (1.700.000 mq bacino perimetrato con linea di colore blu – 1.300.000 mq bacino perimetrato con linea di colore rosso).

Tale valore risulta del tutto trascurabile e, quindi, non si ritiene che possano insorgere problemi di natura idraulica per il collettamento nel vallone della portata afferente alla superficie aggiuntiva di soli 3.840 mq che a seguito dell’intervento di capping diverrà, di fatto, impermeabile. Per i dettagli si rinvia alla relazione idrologica-idraulica e all’elaborato grafico “E.4”

4.10 Piezometri

Per quanto concerne la rete piezometrica di monitoraggio si richiama quanto riportato nella relazione geologica.

In particolare, il geologo nel premettere che:

• dai documenti acquisiti non è possibile conoscere l’esatta profondità del piano di posa dell’invaso di discarica e della falda acquifera sotterranea che transita sotto la Ex Discarica Colla-Montescuro nel Comune di Maratea;

• dalle informazioni esistenti la falda dovrebbe attestarsi ad oltre 200-300 m di profondità rispetto al piano campagna della discarica stessa e, pertanto, non è possibile realizzare a costi sostenibili pozzi piezometrici di monitoraggio in accordo a quanto disposto dal D.lgs. 36/2003;

• nei progetti già realizzati erano stati previsti 3 piezometri di profondità di 30/40 metri (nel computo è riportato 30 metri, in relazione 40 metri);

Figura 11 – Stralcio sezione muro con zanella al piede

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• nel computo metrico del progetto di fattibilità tecnica ed economica è previsto di realizzare 3 piezometri di profondità di 10 metri (si evidenzia che la scelta della profondità non è argomentata);

• dalla documentazione in atti non è possibile evincere le modalità costruttive utilizzate per la realizzazione dei piezometri esistenti,

conclude che è opportuno ripristinare l’originale rete piezometrica attraverso, quindi, la realizzazione di n. 3 piezometri a tubo aperto alla profondità di 40 m. così come riportava il Progetto per la messa in sicurezza della ex discarica consortile per RSU di località Colla di Montescuro nel comune di Maratea – relazione tecnica – novembre 2007 (ing. A. Bocchino – Arch. E. Masella).

L’ubicazione dei piezometri è stata riportata nell’elaborato “E.1”. In particolare si prevede di realizzare n°2 piezometri a valle ed n°1 a monte idrogeologico del deflusso idrico sotterraneo desunto dalla Carta Idrogeologica del Piano Strutturale Comunale di Maratea (Ferrigno et alii, 2014), con deflusso preferenziale delle acque sotterrane lungo la direttrice NE-SO, in direzione della costa tirrenica e delle Località Cersuta e Acquafredda di Maratea.

A vantaggio di sicurezza, si prevede di salvaguardare i due piezometri esistenti, nello stato conservativo nel quale attualmente versano, prolungandoli verso l’alto, in maniera da essere coerenti con le quote finali del capping.

4.11 Opere complementari

· Centralina metoclimatica

Il progetto prevede l’installazione di una centralina meteoclimatica che, in accordo a quanto previsto dal D.Lgs. 36/03, consente di effettuare la rilevazione dei seguenti parametri meteoclimatici:

- precipitazioni: Giornaliera – Giornaliera, sommata ai valori mensili;

- temperatura (min, max, 14 h CET): Giornaliera – Media mensile;

- direzione e velocità del vento: Giornaliera;

- evaporazione: Giornaliera – Giornaliera, sommata ai valori mensili;

- umidità atmosferica (14 h CET): Giornaliera – Media mensile.

· Viabilità

Il progetto prevede il rifacimento della viabilità di accesso alla discarica nel tratto dove è prevista la realizzazione del muro a sostegno del capping. In particolare, si prevede di realizzare, al di sopra della fondazione del muro, un sottofondo in calcestruzzo con rete elettrosaldata su cui poggia uno strato di conglomerato bituminoso di collegamento (binder) ed uno si usura.

Nelle aree interne alla discarica, perimetralmente al muro di progetto verrà realizzata una viabilità in calcestruzzo con rete elettrosaldata.

· Prolungamento pozzo estrazione percolato.

La discarica è provvista di un pozzo di estrazione del percolato posto a Sud-est dell’attuale bacino (bacino “FTE”). In ragione dell’intervento di completamento del capping è stato previsto di prolungare verso l’alto suddetto pozzo fino alla quota sommitale della copertura definitiva.

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4.12 Opere integrative

Con nota prot. n. 14145 del 01/10/2020, l’ARPA Basilicata, esaminata la documentazione presente agli atti e fatto salvo il parere dell’ASP ed i diritti di terzi ha espresso, tra l’altro, la seguente osservazione ai sensi del D.Lgs 36/2003:

“la documentazione trasmessa risulta carente rispetto alla descrizione della modalità di gestione del percolato sia del bacino di discarica (Bacino Originario e Ampliamento) che dell’area relativa ai rifiuti rinvenuti a seguito delle indagini svolte dalla S.T.A.G.I.”

In riscontro alla suddetta osservazione, sono stati effettuati alcuni approfondimenti, sia di tipo documentale che di campo, che hanno consentito, con una discreta attendibilità, di effettuare una

In riscontro alla suddetta osservazione, sono stati effettuati alcuni approfondimenti, sia di tipo documentale che di campo, che hanno consentito, con una discreta attendibilità, di effettuare una